14 Settembre 11.10

Caro diario, sono in viaggio per andare nella mia nuova scuola.
Si, non ho ancora cambiato idea a proposito, anzi...
Spero solo che nessuno si accorga del mio inganno...anche se penso che sarà molto difficile, visto che mi hanno sempre etichettata come un maschiaccio.
Non che la cosa mi turbi minimamente.
E' solo che non ho mai avuto interesse per le cose che adorano le ragazze, che vanno dai trucchi, alle borse, alle scarpe alte, o in generale alla maniacale cura di se stesse.
Anzi, sono abbastanza introversa e timida...e per colpa di questo tutti mi definivano burbera.
Al diavolo, un cambio di sesso (anche se finto) non può che farmi bene.
Oh, la prossima è la mia fermata!
Ti saluto, per adesso.
Marcus.


Scendo dal treno, cercando di capire quale fosse la persona incaricata di portarmi alla nuova scuola.
Vedo un uomo (sulla quarantina, circa) salutarmi e avvicinarsi a me.
-Oh! Tu devi essere Marcus, vero?
Io rispondo con un cenno.
- Bene, io sono Antonio, il figlio del preside della tua futura scuola.
Cosa? Addirittura mi è venuto a prendere il figlio del preside?
- Ah, intuisco cosa stai pensando...si, noi teniamo molto a tutti i nostri alunni!- mi risponde, sorridendo.
Beh, devo dire che questo mi rassicura molto.
Dopo circa un'ora di strada, in cui io mi sono messa a leggere, stando sulle mie (l'ho già detto che sono timida...no?), arriviamo a destinazione.
Antonio mi fa scendere, e con un ampio gesto, mi indica un edificio enorme, di un bianco splendente, circondato da un prato curatissimo e pieno di fiori colorati.
Aspetta...cosa? E' davvero questa la mia scuola?!
- Wow...è magnifica!
-Beh, grazie mille! Io e mio padre facciamo di tutto per renderla il più gradevole possibile!- risponde lui, ridacchiando.
Mmm, ma che tipetto allegro.
- Bene...adesso ti porto nella tua camera, ok? Ci sono altri due coinquilini, ma sono molto amichevoli, quindi sono sicuro che farete subito amicizia!- mi dice, continuando a ridacchiare.
No, seriamente...sto tipo ride troppo.
Percorriamo corridoi (praticamente infiniti), ricchi di quadri,  colonne decorate, disegni, ritratti e foto.
Devo ammettere che mi piace molto...è tutto così pulito, ordinato e colorato.
Ad un certo punto vedo qualcuno correre, e senza neanche capire cosa stesse succedendo, mi ritrovo per terra.
Appena riapro gli occhi, vedo un ragazzo (devo ammettere, abbastanza carino), con i capelli biondi corti, gli occhi blu...e un'espressione stupita ed imbarazzata sulla faccia.
- Ma cosa...? Ehi, Antonio! Non mi avevi detto che avresti portato tua nipote!
Io, con una gomitata, lo sposto da sopra di me e mi rialzo, indignata.
- Che hai detto? Io sono un nuovo alunno, e il mio nome è Marcus.
Lui spalanca la bocca, sopreso.
- Oddio, scusami davvero! Sono stato troppo scortese...il mio nome è Arthur, e...
- Lui è il tuo coinquilino, davvero davvero stupido. - lo interrompe Antonio, dandogli una leggera pacca sulla testa.
- Ehi! Ho già chiesto scusa! - replica lui, sbuffando.
- Ma sei stato molto scortese! - ribatte Antonio. -Beh, adesso io vado mio padre, ci vediamo dopo!
- Ma non fa niente, davvero...- mi interrompo, vedendo un ragazzo affacciato da una stanza fissarmi insistentemente.
Non erano tanto i suoi capelli neri (che io adoro) a piacermi di lui...quanto i suoi bellissimi e magnetici occhi viola.
Dannazione, Marcus, sei un uomo.
Non fissarlo con questa faccia da ebete.
- Ah, Marcus, lui è l'altro tuo coinquilino, il suo nome è Ivan.- dice Antonio, sbucando dal nulla.
Io salto in aria.
Un infarto. Mi è appena venuto un infarto.
Ma non se n'era andato?!
Ivan mi sorride.
Oh, diamine, Marcus, ti ho detto che sei un uomo...
Non ci siamo...



14 Settembre 14.05

Caro diario...
Non va per niente bene.