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Autore: Hermes    21/11/2012    1 recensioni
Ero una ragazza come le altre, niente di strano in questo.
E come tutte le altre avevo i miei difetti ed i miei pregi.
E so cosa state per chiedermi…no, non mi sono innamorata di lui.
Innamorarsi vuol dire essere legati ad un’altra persona e ciò non è successo.
Mi chiedo solo quali strade abbia intrapreso e basta, non voglio andare oltre.

[Questa storia fa parte della serie 'Steps']
Genere: Science-fiction, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Steps'
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I stand accused, just like you
For being born without a silver spoon
Stood at the top of the hill
over my town I was found

I’ve been on the shelf too long
Sitting at home on my bed too long
Got my things and now I’m gone
How’s the world gonna take me?
The Verve ~ This is music

Lunedì mi ripresento a lezione e do un’occhiata alla porta aperta prima di salire la scaletta esterna. Sono in tremendo ritardo ma non sembra che sia già arrivato…supposizione che non dura nemmeno il tempo di entrare nell’aula!
Lo psicopatico è alla base delle scale, tracolla in spalla e mano sulla maniglia della porta dell’aula con la faccia di uno che si è goduto lo spettacolo…non mi avrà mica seguito fino alla classe dall’atrio per guardarmi il sedere?!
Sono tentata di sventolargli un dito medio, umiliata…miseriaccia…non metterò mai più una gonna per venire alle sue lezioni!
Anche se è l’unico capo di vestiario pulito che ho…! Maledizione, per una volta che non riesco a fare il bucato!
Oggi ha deciso che ha già perso troppo tempo a farci da babysitter ed è partito in full blow con lo spazio di Hilbert e la definizione di stato quantico e non la sta buttando sul facile…alcuni strabuzzano gli occhi mentre lui continua a riempire la lavagna gigantesca di segni, come al solito senza fermarsi o correggersi.
Non prendo appunti…mi rifiuto di sprecare della costosa carta e dell’inchiostro per trascrivere il dettaglio di passaggi teoretici che peraltro già conosco grazie a quello str- del mio ex. Almeno per quello i libri oscenamente scarabocchiati di Will si erano rivelati utili…
Linds sembra averlo notato perché ad un certo punto annuncia che chiamerà qualcuno per finire di dimostrare i sette postulati base della meccanica quantistica…e mentre gli altri se la fanno sotto immaginate un po’ a chi ghigna e lancia un’occhiata il topo?
“Allora…venga lei signorina, sì, lei nell’ultima fila a destra, prego.” e sorride! Gli pianterei una sberla in faccia!
Raggiungo la lavagna, strappandogli di mano il gessetto mentre il suo ghigno si fa sempre più largo e si siede in mezzo agli altri con tutta l’aria di prendersi un bis.
Pensa di avermi messo in difficoltà? Ho una mezza idea di dove ficcarglielo questo meraviglioso e lindo gessetto bianco a fine lezione!!!
Riprendo il punto dove si è fermato ed inizio a scrivere con gesti secchi, guardando nello stesso momento la riga prima per saltare dei passaggi.
La cosa va alla lunga ma poso il gessetto appena prima che la campanella di fine lezioni suoni.
Gli altri ragazzi non vedono l’ora di squagliarsela e mandano a stendere la dimostrazione senza terminare di ricopiarla. Si ammassano alle uscite.
“Ragazzi voglio che rivediate i concetti di oggi e domani passeremo direttamente alle ultime stupidaggini della meccanica quantistica.” fa Linds con voce piatta.
Poche manciate di secondi dopo siamo rimasti solo io e lui sotto il ronzio sommesso dei neon.
Clap clap…
Mi pulisco le mani, riempiendo l’aria di vaporose nuvolette e scendo dalla piattaforma rialzata con un’occhiataccia a Linds che ha lo sguardo ancora troppo basso per essere puntato sulla mia faccia.
“Cosa volevi dimostrare?” domando, piantandomi davanti a lui, pugni sui fianchi…il ritratto vivente dell’incazzatura.
“Che i biochimici non sanno niente di fisica, ma sono abbastanza umile da ritrattare in parte…tu ne sai qualcosa, in effetti…” raggiunge i miei occhi dopo essersi soffermato un momento sul mio seno “Fra parentesi, hai delle curve niente male…”
“Sporco pervertito!” sibilo, prima di risalire gli scalini e riprendere la mia roba…sento la sua bassa risata in fondo all’aula, mentre esco e gli auguro mentalmente di essere risucchiato da un tombino di scolo pieno di topi di fogna.
Poco dopo mi ritrovo in una delle sale studio, Barbara ed i suoi amici mi hanno praticamente obbligata a seguirli per una sessione avanzata di meccanica…che noia, come sempre tutta colpa di Linds! Capro espiatorio personale!
Una buona parte di loro pendeva dalle mie labbra e da quelle di altri tre o quattro ragazzi dall’inconfondibile aspetto nerd.
Mi rimbocco le maniche e cerco di spiegar loro ciò che so, indicando anche alcuni dei libri della biblioteca più adatti.
Il gruppo di Fisica 2 è costituito da laureandi di diversi tipi: se io ci sono dentro per riuscire a sbloccare la tesi, altri invece sono forzati a passare il corso per accedere all’anno universitario seguente come Max e Richard, i due nerd.
Barbara si è iscritta assieme a due sue amiche, rispettivamente Jessica e Dalia ma delle tre l’unica che sembra avere un po’ di sale in zucca è lei. Pensare che vorrei anch’io sbriciolarmi la materia grigia e chiocciare sulla nuova moda del momento…no Michelle, focus now!
Poi, tanto per rendermi proprio contenta, Jessica esclama sorpresa “Ma tu sei quella Michelle?!”
Finisco di rispondere ad una ragazza bionda e timida poi alzo gli occhi “Cosa vuoi dire?” domando interrogativa.
“Stavi con Sanders! Il capitano della squadra di rugby! Quello figo come un dio greco!” strilla lei, quasi come se la nozione la confondesse; come poteva una sfigata come me essersi messa con uno come lui? Bah! Eccoli i suoi difficoltosi pensieri…
“Sì…l’ho mollato. Scusa ma non vedo come questo abbia a che vedere con il corso di Fisica.” so che non avrei dovuto risponderle a quel modo ma ne ho davvero abbastanza del passato, di Will, dei pettegolezzi da dormitorio femminile in generale.
Quindi arriva la doccia fredda…la prova che una buona metà dei neuroni femminili in questa stanza sono - al minimo - sciroppati come le pesche.
“L’avete visto Will di recente?! Sembra che si sia rotto il naso per difendere l’onore della sua ragazza! Che dolce!” fa l’oca numero uno. Stringo le labbra, meglio lasciar loro alcune certezze…
“Sanders non è male…ma devi ammettere che il professor Lagden nonostante tutto ha un’aria…uuuuhhh!” l’oca innominata numero due si sventola una mano davanti alla faccia come se avesse improvvisamente caldo.
“In effetti fa tanto il severo ma sotto sotto deve essere un gran pervertito…” replica Jessica “Se continua a classificare le mie relazioni D meno meno posso sempre provare a raggiungere l’accettabile con un po’ di ripetizione speciale…”
Reprimo la voglia di vomitare. Con le tette finte che si ritrova non capisco cosa ci fa ancora qui…!
Vogliamo parlare di come Linds improvvisamente diventa il desiderio proibito di una buona parte di loro?!
Quel topo platinato?! O mio dio…qualcuno mi svegli…
Va bene che in voti era piuttosto avaro - mi ero beccata una C+ ed avevo passato anche la domenica sopra quella relazione! È solo un B meno per gli esercizi, la solita scusa erano stati i miei diagrammi…lo odio… - ma da qui a pensare di sedurlo solo per alzarsi i voti…
Un pezzo di carne, un maiale portato dal macellaio proprio in tempo per il Mardi Gras…manco se fosse l’unica soluzione, Michelle! Piuttosto ridai corso ed esame!
Passo ancora un’ora con la compagnia poi li saluto e mi dirigo al ristorante, rilasciando un sospiro che non sapevo nemmeno di aver trattenuto fino a quel momento.
E rido…l’esistenza è completamente pazza, ma gli esseri umani di più.

“Mi domando chi ti abbia insegnato così bene i principi della meccanica quantistica, ma belle…”
Davvero…non ne posso più…cos’è sto uomo, uno stalker?!
Come fa a sbucare fuori dal nulla quando non mi guardo intorno per più di tre secondi?!
È martedì e sto camminando per la mia strada con la pacifica intenzione di godermi la pausa pranzo in santa pace nel parco accanto alla facoltà, quando Linds mi si affianca senza un rumore.
“Devi smetterla di seguire le persone come un fantasma…qualcuno potrebbe colpirti dove non batte il sole per istinto!” la mia non è una minaccia ma se continua potrei anche metterla in pratica!
“Non mi dispiacerebbe se lo facessi…non credo tu conosca l’anatomia maschile così bene e le risate sarebbero assicurate…”
Roteo gli occhi, esasperata…non c’è modo di farlo stare zitto?! E poi…da quand’è che ci diamo del tu? Mi deve essere sfuggito…
“Sono cintura blu di ju-jitsu, Linds.” lo informo paziente, mentre siedo ad uno dei tavoli da pic-nic, imitata da lui.
“In effetti hai un fisico asciutto…immaginavo praticassi qualche sport.” ammette, con un sorriso, seduto sulla panca opposta alla mia “Allora chi ti ha insegnato la quantistica?”
Sospiro sconfitta “Il mio ex-ragazzo mi ha dato delle lezioni qualche tempo fa, per di più sono autodidatta…”
“Questo vuol dire che sei single, Michelle?” domanda subito, con un ghigno carico di promesse.
“La cosa non ha importanza intanto non verrò a curarti l’insonnia, scaldandoti le coperte!” affermo, tirando fuori dalla borsa un coltello, una mela e un libro.
“Pensare che ci contavo per la fine del mese…” il suo ghigno è indelebile.
“Caschi male.”
“Sono di buon umore oggi…” dichiara con fare bonario.
“Buon per te…io no.”
“Sei libera domani sera?” domanda speranzoso.
“No.”
“Sto cercando di instaurare un rapporto civile, sai?” stringe le labbra.
“Non voglio avere alcun rapporto con te, Linds.” metto in chiaro, se non lo avesse ancora capito.
“Ow…così mi ferisci nel profondo.” fa, mettendosi una mano sul cuore.
Non è abbastanza per farti sparire però…
Inizio a pelare il mio pranzo.
“Desidero solo che tu mi accompagni a cena, ma belle…non ho in mente nient’altro.” insiste tranquillo. Alzo lo sguardo ed i suoi occhi scuri ricambiano, in effetti sembra sincero…ma chissà cosa macchina dentro quel cranio quando non guardo!
“Okay…” rispondo affermativa, voglio proprio vedere cosa cercherà di propinarmi “Ma ti avverto, la mia pazienza non è infinita.”
“Lo terrò a mente.” si alza “Ci vediamo in aula tra venti minuti, Michelle.”
La lezione non fu nemmeno tanto male, Linds non m’infastidì come al solito, forse perché pensava di aver rotto abbastanza per quel giorno.
Alle cinque scendo ad occupare il mio angolino in biblioteca ed emergo un paio d’ore dopo soddisfatta, il mio sorriso s’incrina quando raggiungo le doppie porte.
Sta piovendo a dirotto! Ancora!
E tanto per gradire non avevo un ombrello e la mia borsa non sarebbe arrivata a casa asciutta.
Musichetta di Requiem per i miei appunti…bene basta, ma porca di quella *bip* non me ne va mai bene una!
Qualcuno lassù deve odiarmi profondamente…
Cammino fino alla fermata del tram, infradiciandomi nel giro di venti secondi.
Rimango lì impalata per un po’, ma non si apre una breccia in cielo come per magia ed il tram - come nelle migliori comiche - non arriva.
Guardo l’orologio al mio polso ed impreco…ero troppo occupata a studiare da rendermi conto che l’ultima corsa è passata da un pezzo.
Devo farmi il tragitto da lì a casa sotto l’acqua a secchiate…prendendomi qualcosa di sicuro. Forse posso evitare di andare a cena con Linds…
“Hey…bisogno di un passaggio, ma belle?”
Non mi sono accorta, a causa della pioggia fitta, che una macchina scura è appena uscita dal parcheggio universitario e si è fermata accanto a me. Il finestrino dalla mia parte appena aperto per far passare la voce dell’ultima persona che avrei voluto vedere in quel momento!
“No.” prendo a camminare con la mezza intenzione di ritornare dentro ed aspettare che la pioggia smetta, la macchina si muove lentamente in avanti, seguendomi.
“Non fare la stupida…sembri un pulcino fradicio!” replica Linds.
Sbuffo, però ha ragione, delle due l’una Michelle: broncopolmonite o raffreddore…decidi tu!
“Ok…ma solo per questa volta!” apro la portiera, trovandomi davanti ad interni in pelle crema sulla quale Linds sta distendendo una coperta. Provo un moto di dolce vendetta nei suoi confronti…almeno gli danneggio quella che sembra una sportiva di gran lusso!
Riparte tranquillo, immettendosi nel traffico congestionato di fine giornata.
“Sarebbe meglio se ti asciugassi i vestiti prima di tornare a casa…potresti prenderti un raffreddore.” consiglia tranquillo, mentre si ferma dietro una piccola utilitaria in attesa di un semaforo.
“E come? Non ho nemmeno un phon!” sbotto acida, mica mi porto dietro la casa quando esco!
“Abbassa l’ascia di guerra…” mormora, dandomi una breve occhiata “Abito poco lontano e ho un’asciugatrice, sarà questione di una mezz'oretta!”
“Gradirei se mi portassi immediatamente a casa, abito sulla Broderick-”
Troppo tardi…lo schifoso ha già infilato la discesa di un parcheggio sotterraneo, trovando in pochi minuti un posto assegnato.
Spegne il motore e non degna di uno sguardo la mia espressione imbronciata…non ho alcuna intenzione di entrare in casa sua! Non mi sta dando molte alternative però…
Lo seguo, muta come una tomba attraverso il parcheggio e fino dentro all’ascensore, i miei vestiti gocciolano ancora e non oso pensare ai miei poveri appunti…cavoli!
Le porte si aprono con un ding! e mi guardo attorno: a prima occhiata sembra un edificio messo a nuovo da poco…probabilmente di lusso.
Linds ha aperto una delle porte di legno lucido e mi fa segno d’entrare.
“Come fai a permetterti questo con il tuo stipendio?” domando informale, osservando il soggiorno arredato con pochi mobili d’indiscutibile design ed un grosso schermo piatto appeso al muro.
“Chi ti dice che me lo permetto grazie al mio stipendio?” domanda lui a sua volta, sfilandosi la giacca ed appoggiandola allo schienale del divano di pelle nera.
Sembra di essere catapultati in un mondo solo bianco o nero, in effetti la stanza è bicromatica…fredda. Strana rispetto alle strade pittoresche di San Francisco.
“Che sei allora un ricettatore?!” improvviso allegra. Mi guarda scettico poi scuote le spalle.
“La lavanderia è in fondo al corridoio, fai con comodo…preferisci qualcosa da bere?” domanda, da perfetto padrone di casa.
“No, grazie, non intendo restare.” raggiungo la lavanderia e prima di chiudermi la porta dietro le spalle dico “Se sbirci non sarò responsabile delle mie azioni!”
“Ci puoi contare…!” risponde Linds con la testa girata dalla mia parte e mi fa l’occhiolino.
Solo dopo, cercando la serratura, mi rendo conto che c’è solo una maniglia a chiavistello…Linds non potrebbe sbirciare neanche se lo volesse, stava solo scherzando.
Mi spoglio degli abiti bagnati e li ficco nell’asciugatrice, facendo partire il ciclo. Trovo una pila d’asciugamani puliti e ne prendo uno per tamponarmi i capelli.
La macchina è silenziosa ed a quanto pare nuova di zecca, sarà rapida.
Da quel poco che avevo visto sembrava che l’appartamento non fosse molto usato, ma la poca personalizzazione mi diceva tutt’altro…a Linds non importava cosa aveva intorno, difatti non c’era che l’essenziale lì dentro, non un quadro alle pareti, una foto, niente.
Approfitto dello specchio, sistemando distrattamente le ciocche che si sono appiccicate alla faccia.
Purtroppo sono una di quelle classiche ispano-americane con la chioma stile cespuglio, un po’ crespa ma non riccia. Mi manca solo più un porcospino in testa…
Presto avrei dovuto sistemarli od avrei sofferto il caldo con l’arrivo dell’estate…magari potevo andare sul casco tipo Chanel, iniziavo a stufarmi dei tagli lunghi. I miei occhi grigi ci sarebbero stati anche bene…
Dopo meno di quaranta minuti i miei vestiti erano sì stropicciati ma asciutti. Rivestita torno in soggiorno, scoprendo che è vuoto.
“Linds…?” tento, guardandomi attorno, non trovando segni della sua presenza. La giacca però è dove l’ha lasciata, sul divano.
Mi avvicino alla cucina ultimo modello.
“Linds…!”
“Sì?” la sua voce mormora al mio orecchio, facendomi sobbalzare.
Mi volto di scatto, troppo furiosa per capire cosa stava per succedere “Devi smetterla!”
“Mmmmh?” mugugna divertito “Di cosa parli?”
“Sai benissimo di cosa parlo!” affermo arrabbiata.
“Venirti dietro…?” ha assunto il suo classico atteggiamento perverso e si allunga, toccando con entrambe le mani il piano di marmo dell’isola, incastrandomi “Sì, mi piace…vuoi sperimentare?”
“L’hai insinuato di tua iniziativa!” borbotto, non trovando vie di fuga attuabili e dal sorrisino che ha stampato in faccia, lo sa!
“Ovvio…” mormora, concentrato sul bruciare la distanza dalle mie labbra.
Sembrerà cliché…ma vengo salvata in extremis dal campanello. Chiunque tu sia…grazie!
Andò a rispondere e tornò poco dopo con un cartone di pizza ancora caldo che sbatte, senza tanti complimenti, dentro al forno.
“Allora ti riporto a casa…?” domanda poco convinto, come se pensasse davvero che sarei rimasta lì!
“Sì.”
“Vorrà dire che mi accontenterò di domani sera…” sospira e aggancia due dita nel colletto della giacca, camminando verso l’ingresso con me alle calcagna.
Non disse molto, nemmeno quando mi sono resa conto che avevo messo piede sopra una Ferrari 360 spider per ben due volte. Ammetto che quasi mi vergognai quando gli dissi che eravamo arrivati…in confronto vivevo in una topaia, anche se decisamente vissuta.
Ci mettemmo d’accordo per il giorno dopo e, siccome ormai era tardi, feci che andarmene a letto con per compagnia un barattolone di yogurt al limone, biscotti ed un buon saggio.
Ma le domande rimanevano e le pagine interessanti del volume che avevo fra le mani non distraevano…
Ammettiamo pure che Linds fosse diventato professore all’improbabile età di ventotto anni (nel migliore dei casi doveva aver somministrato del topicida al vecchio docente!), come faceva a mantenersi la Ferrari con il misero stipendio base? Era un ricco figlio di papà? Ma allora perché non c’erano fotografie a casa sua? Perché, ancora, sembrava che non ci vivesse affatto là dentro?
Normalmente non ero così in cerca di risposte nei rapporti interpersonali ma Linds fino a quel momento era sempre riuscito a cogliermi di sorpresa…almeno saprò cosa chiedergli domani.

Finding myself used to be hard
But now I see the light
If love is a drug
Then I don’t need it
I’ve been on the shelf too long
Sitting at home on my bed too long
Now it’s time to hear my song
How you’re gonna take it?

I’ve been on the shelf too long
Played the words without the song
If ever I had a way to go
Tell me now I’ll take it
The Verve ~ This is music

~~~

Sono tornata!
Linds e Michelle vi sono mancati? *big grin*
Questo capitolo è lievitato tantissimo...è già tanto che non sia esploso LoL

Sarà per la lunghezza ma ho un mucchio di note da propinarvi...
- Lo spazio di Hilbert è uno spazio vettoriale in cui una teoria matematica (T) è basata su basi logiche ed è dimostrabile. Questo spazio mira a tre scopi: stabilire la completezza (1) e la consistenza (2) di ogni teoria T, e decidere algoritmicamente se una data affermazione potesse essere un teorema di T (3), riducendo così la matematica a un automatico processo ricorsivo. Questo spazio ha applicazione in casi semplici, ma per i numeri naturali i tre scopi di Hilbert falliscono.
Lo spazio di Hilbert fa parte della branca della matematica che studia l’analisi funzionale ed è uno dei concetti base della meccanica quantistica;
- Esistono vari tipi di stati quantici, più brevemente i puri (per esempio puramente dimostrativo i valori predefiniti dell’energia di un oscillatore armonico unidimensionale) e la miscela statistica di stati (dove il sistema può essere non completamente determinato, i valori non possono essere perfettamente calcolabili o dove un sistema è costituito da insiemi di atomi uguali ma con diversi stati quantici);
- I postulati della meccanica quantistica variano in numero e forma a seconda del libro di testo e non sono stati fissati in maniera standard. Sono concettualmente indipendenti l’uno dall’altro ma relazionati dalla matematica. Osservano gli stati quantici, le osservabili, le probabilità di risultato, le riduzioni di stato, l’equazione del moto e le relazioni di corrispondenza fra grandezze classiche e quantistiche;
- Il ju-jitsu è un’arte marziale giapponese volta alla difesa personale dove oltre all’equilibrio del corpo si pratica la cedevolezza dei movimenti. Il suo principio è di usare la forza dell’avversario per vincere e non la propria, applicando una determinata tecnica proprio nell’istante dell’attacco subito. Michelle è una cintura blu e viene sorpassata solo da quella marrone in questo sport, non contando i vari livelli dan;
- La Ferrari F360 è un modello per strada costruito dal 1999 al 2004, quella che guida Linds è più precisamente una Spider con motore ad 8 cilindri, 400 cavalli e cambio a sei marce, velocità massima 300 km/h. Per altre informazioni ed immagini di riferimento vi rimando a Wikipedia, immaginatela solo nera.

Ahem, sì le note sono finite...=)
Potete trovare la canzone di accompagnamento di questo capitolo qui: The Verve ~ This is music.
Ringrazio petitecherie per aver commentato! (2800 parole ti bastano? xD)
E niente, io sono qui anche per critiche, domande, curiosità e casomai avessi fatto degli errori...
Ci rivediamo al prossimo.
Hermes

EDIT del 23/11/12: questo capitolo è stato ribetato, si ringrazia Pepe per la soffiata! xD

  
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