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Autore: Jade Lee    21/11/2012    3 recensioni
Passione per il teatro e per i Nightwish. Ecco da dove nasce questa storia molto, molto particolare. Il viaggio della protagonista si snoda in un aldilà tra il mitologico e il dantesco, tra creature immaginarie e anime in pena. Il tutto accompagnato, ovviamente, dalle canzoni dei Nightwish che, come in ogni musical che si rispetti, è il filo conduttore e la struttura portante della storia. E chissà che tra i personaggi non spunti fuori qualche viso... Conosciuto...
Genere: Introspettivo, Song-fic, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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NOTA INTRODUTTIVA: Il capitolo è ancora tra quelli che reputo "di transito", purtroppo. Mi è stato necessario spezzettare una parte importante che apparirà come "solitaria" nel prossimo. Nessun nuovo Nightwish all'orizzonte ( ma la storia è lunga e siamo solo alle prime battute xD ), però c'è un famoso essere infernale pronto a dire la sua alla cara protagonista ù_ù

Ri-citata "Planet Hell", accompagnata da una nuova canzone.
Buona Lettura ;) 


Capitolo III -  Mankind Works In Mysterious Ways  

 
Satya si ritrovò improvvisamente circondata da centinaia, migliaia di persone. Affluivano da ogni lato, guidate da sentieri di sangue che terminavano tutti in un unico punto. Il Molo dell’Acheronte.

Era giunta all’ingresso del Regno dei Morti. Era morta sul serio.

Le altre anime non parevano di certo meno smarrite di lei. Alcune tentavano di coprire orribili ferite e il terrore che emanavano poteva essere follemente percepibile; inutile sottolineare che l’insieme di questi sentimenti contribuiva soltanto ad aumentare lo scoramento e l’afflizione degli altri in attesa di conoscere il loro destino nell’Oltretomba.
 

Once I wished for this night


Satya sorpassò molti di quelli che si fermavano, spauriti, ad osservare da lontano il Molo.
Non era terrorizzata come gli altri: sentiva in sé una forza che la spingeva a voler andare avanti ad ogni costo. La sua era una fuga, in fin dei conti.
Così come non si era fermata nella corsa terrena per sfuggire a Christian, non lo avrebbe fatto neppure in quella eterna per raggiungere la sua pace.
Arrivare lontano era il suo scopo.
 

Faith brought me here 
It`s time to cut the rope and
Fly to a dream
Far across the sea
All the burdens gone
Open the chest once more

 
Ci sono scene a cui, pur avendo studiato letteratura e filosofia per molti anni, una persona non crederebbe mai di poter assistere.
Satya rimase perciò di sasso quando, una volta liberatisi dall’ingombrante barriera della folla, i suoi occhi videro un uomo spaventoso pronto a calare un possente remo sulla testa di un indifeso bambino, rannicchiato al suolo con le braccia cinte attorno al capo. Né le vesti pesanti né la stanchezza poterono impedirle di lanciare un grido mentre si precipitava a proteggere quella creatura dal legno nodoso che stava per colpirla.

Fece giusto in tempo: il remo si schiantò sulla sua spalla con una forza disumana e se le ossa non si spezzarono, beh, fu solo perché erano rimaste, assieme col corpo, sul fondo del Tamigi. Il dolore, però, era ben vivo e presente; non tardò infatti a manifestarsi con una tale intensità da riempirle gli occhi di lacrime. Gemette, stringendo i denti e il bambino spaventato tra le braccia.
Si rimise dignitosamente in piedi e infine si rivolse al violento traghettatore.

Caronte.

- Come si può pensare di colpire un bambino? - domandò, impertinente, allo spaventoso essere demoniaco.

- Come si può pensare di interferire con la divina legge? - domandò lui, di rimando, schiudendo le sottili labbra così simili ad uno sfregio sul viso. Poi, la sua espressione si aprì in un ghigno trionfale; fendette l’aria col suo remo un paio di volte ed esclamò ad alta voce:

- Il traghetto sta per partire e io solo ho il potere di portarvi al di là dei flutti infernali; perché voi, anime indegne, sostate lungo la riva? Non avete il diritto di trovarvi qui! -

Satya non capì. Strinse di più il piccolo che ancora singhiozzava, terrificato da quegli occhi di brace fissi su di loro con cattiveria.

- Lasciaci passare… - tentò Satya, subito interrotta da un brusco cenno della mano del Traghettatore.

- I vostri corpi non hanno ricevuto alcuna esequia. Non avete il permesso di attraversare l’Acheronte. -  
 

My only wish to leave behind
All the days of the Earth
An everyday hell of my kingdom come

 
Satya si sentì sprofondare. A cosa era servita la sua morte, se ora finiva con il ritrovarsi bloccata sulle rive di un fiume maledetto? Le bastò una singola occhiata all’immensa distesa d’acqua per decretare che no, attraversarlo a nuoto sarebbe stato impossibile.
La sconfitta le era tanto insopportabile da farle chinare il capo di fronte a Caronte.
 

***

Seduta a terra sulla riva dell’Acheronte, Satya seguì il ritorno del traghetto infernale. Era il secondo giro che compiva da quando era stata rifiutata. Il bambino non aveva ancora proferito parola.

Mai si era sentita tanto sola e spersa. Iniziava persino a maledire la sua impulsività. Si lisciò la veste, pensierosa, incontrando un’improvvisa resistenza a livello del fianco sinistro.
Vi ripassò la mano finché non si decise a sfilare il contenuto pesante che ingombrava la sua tasca segreta. Tra le sue dita brillavano ora i due penny che Madame Delacroix le aveva lasciato come segno di ringraziamento. Qualcosa si risvegliò nel suo spirito e per la prima volta anche il misterioso infante parve rianimarsi.
Si guardarono negli occhi e, col cuore carico d’emozione, Satya allungò una moneta al bimbo, che la strinse tra le dita paffute.

Una via di fuga.
 

Save yourself a penny for the ferry man

 
Prendendo la mano del suo nuovo amico, corse come prima al cospetto del Traghettatore, approfittando dello scarso coraggio che avevano le alter anime di fronte al mostro dagli occhi di brace. Caronte, irato, si accinse a respingerla nuovamente a male parole. Fu il suo turno di bloccarsi, però, quando le iridi di fuoco caddero sulla giovane mano schiusa davanti a lui.

Il penny brillava invitante e l’animo corrotto del demone non si fece di certo pregare: con un brusco strattone, Satya fu caricata per prima sul traghetto.
Separata dal bambino, si sporse per cercarlo sulla riva. Di lui non c’era più alcuna traccia. Guardò ancora e ancora, ma non scorse nulla. In fondo, però, aveva il suo penny e dunque una scappatoia.
Sarebbe sopravvissuto anche lui in quel mondo infernale.

Chiuse gli occhi e quando finalmente il traghetto si staccò da riva il peso della salvezza la pervase come un caldo abbraccio materno.
 
 

Save yourself and let them suffer


 

***

Christian, giunto a sua volta negli Inferi, non era di certo rimasto a guardare. O, perlomeno, l’aveva fatto finché gli era parso utile.
A differenza di Satya, adagiata tranquillamente nel traghetto di Caronte, lui non aveva perso di vista il bambino che stringeva la Salvezza.
Uno dei due penny di cui la stessa Satya si era servita per oltrepassare la barriera impostale dal corruttibile Traghettatore.

Ora, però, quella moneta serviva a lui.

Satya gli era sfuggita per un soffio e la sua vista aveva riacceso in lui una violenta brama di possesso. Non poteva permetterle di farla franca per la seconda volta in poco tempo.

Cambiò dunque momentaneamente l’obiettivo della sua cerca: spintonando con poca grazia le anime abbandonate allo sconforto del trapasso, Christian prese a inseguire il bambino misterioso che aveva ricevuto il dono da lui tanto bramato.
 

Dark chest of wonders
Seen through the eyes
Of the one with pure heart
Once so long ago

   
 
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