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Autore: Ludos    21/11/2012    2 recensioni
ESTRATTO DAL TESTO "Erika si svegliò, si alzò seduta e si inumidì le labbra; sangue, le sue labbra sapevano si sangue. Istintivamente si toccò i canini con la lingua e poi si girò verso la sua destra; verso la sua vittima. Aveva il collo martoriato dai morsi di qualcosa, o qualcuno. Lei era quel qualcosa, o quel qualcuno. Lei era una predatrice, un animale che si nutriva di sangue. "
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusa, devo nutrirmi.


Erika si svegliò, si alzò seduta e si inumidì le labbra; sangue, le sue labbra sapevano si sangue. Istintivamente si toccò i canini con la lingua e poi si girò verso la sua destra; verso la sua vittima. Aveva il collo martoriato dai morsi di qualcosa, o qualcuno. Lei era quel qualcosa, o quel qualcuno. Lei era una predatrice, un animale che si nutriva di sangue.

-Ludo!- urlò al fratello. Non rispose. –Ludooo!- riurlò.

-Eccomi, eccomi cosa c’è!- disse il fratello arrivando nella camera della sorella in mutande con i pettorali scolpiti in bella mostre e quella pelle chiara e gli occhi grandi color miele. Si, era un vampiro anche lui.

-Come facciamo con il corpo?- chiese preoccupata la sorella alzandosi dal letto e andando in contro al fratello anche lei in intimo. Aveva un piccolo tatuaggio vicino all’elastico degli slip, era un paio di denti da vampiro. Anche Erika aveva la pelle bianchissima, anche più di quanto lo fosse stata da viva. Gli occhi grandi e color miele (che diventano rossi quando azzanna la sua vittima) erano tristi, stanchi e preoccupati.

-I corpi.- la corresse il fratello.

-I corpi!? Avevamo detto che ne uccidevamo uno solo all’anno!-

-Ormai te l’eri portato a letto! Che dovevo fare? Irrompere nella camera mentre eri nuda?! Quindi sono uscito e ne ho trovata una sulla strada vicino al cimitero.-

-TI SEI PORTATO A LETTO UNA MIGNOTTA?!-

-Come sei fine sorella! E non me la sono portata a letto. L’ho solo portata in camera e mi sono nutrito.-

-Allora sarà più facile sbarazzarci di lei, basta lasciarla in un cassonetto e cancellare con i nostri Poteri ogni traccia di noi in quella zona.- disse Erika mettendosi i primi vestiti che
aveva trovato.

-E con il tuo invece?- disse Ludovico.

-Non lo so…- disse Erika tenendo gli occhi fissi sul ragazzo. Poi vide il petto alzarsi e abbassarsi. –Aspetta, aspetta, aspetta! È ancora vivo!- continuò.

-Portiamolo al Chaos e lasciamocelo. Saranno tutti fatti fradici ormai.- disse il fratello. Erika annuì. Tu non ricordi niente, tu non ricordi chi ti ha aggredito. Tu hai bevuto un po’ troppo e non ricordi niente. Gli disse Erika nella mente del ragazzo.
 
UN ANNO DOPO…

Era arrivata la giornata della caccia ad Holmes Chaptel; e, come per gli uomini, anche per i predatori era arrivato il momento di nutrirsi. Per Erika e Ludovico era arrivato il momento di andare a caccia perciò la ragazza si vestì per bene e anche il fratello. Erika aveva a indossato una maglietta a maniche corte bianche con delle decorazioni nere; una gonna a vita alta nera ma non stretta, aveva le balze; e sopra una giacca color beghe e le delle decolté dello stesso colore della giacca. Era bellissima. I suoi capelli biondi erano raccolti in una treccia a spina di pesce fatta di lato e il viso non era truccato. Il fratello aveva semplicemente un paio di jeans e una camicia. Arrivati al Chaos Erika andò subito a caccia e si unì a quella massa scoposta di ubriachi-fatti.

-Ciao.- gli urlò qualcuno all’orecchio ma sembrava solo un bisbiglio con il casino del locale. Si girò, era un ragazzo molto carino abbastanza alto, capelli scuri, i lineamenti del viso non si riuscivano a distinguere bene.

-Ciao.- gli rispose urlandogli nell’orecchio Erika.

-Come ti chiami?- le chiese.

-Erika, tu?-

-Salvatore.-                          

-Non sei Inglese!- esclamò Erika.

-Eh no!-

-Io neanche!-

-Ah si? Di dove sei?-

-Io sono Irlandese, tu?-

-Italiano.-

-Anche mio fratello è Italiano!- la guardò stranito. –Cioè, lui è il mio fratellastro.- disse per giustificarsi. In realtà Ludo non era suo fratello, neanche il suo fratellastro. È solo stato
trasformato con lei e da allora sono restati insieme.

-Ah, ok, bevi qualcosa?!- le chiese. “Si, il tuo sangue.” Disse la ragazze nella mente.  –Hai detto qualcosa?!- continuò.

-No. Non ho detto niente.- disse Erika stranita. “Ma come avrà fatto a leggermi nella mente.”

-Usciamo fuori, c’è troppo casino!- le urlò indicando la porta. Lei annuì così Salvatore la prese per mano e la portò fuori. “La cena è servita senza alcuna fatica.” Disse Erika nella sua mente.

-La cena è servita?- disse Salvatore guardandola stranita. –In che senso?-

-Com’è che tu capisci tutto quel che io penso?!- disse Erika. Si guardarono straniti, Erika si toccò i canini poi si guardarono d’intesa.

-Tu sei un vampiro?!- dissero contemporaneamente.

-Si.- dissero di nuovo insieme.

-Ah perfetto! Niente cena.- disse Erika facendo per rientrare.

-Ehi aspetta! Potresti sempre nutrirti con un animale!- disse Salvatore.

-Non hai capito! Io lo faccio tutto l’anno, non come te che lo fai ogni tanto.-

-ahahahah Vale anche per me tesoro.- disse Salvatore.

-Uno, non mi chiamare tesoro.- disse mostrando i canini e soffiando come un gatto. –Due se non ti dispiace vado a trovare la mia cena.- disse Erika cercando di tornare dentro.

-No, aspetta, te la trovo io una vittima. Ma sta sera resta con me. Sei bellissima.-

-Ahahahah se certo come no.- disse Erika girandosi per rientrare.

-Non vorresti frequentare qualcuno come te, come noi?- chiese Salvatore.

-Bene, se ne conosci qualcuno fammi sapere.- disse di nuovo cercando di rientrare.

-Dai, dammela una chance!- disse Salvatore. Erika sospirò.

-Ok , ok.- disse la ragazza e si avviarono da qualche parte a fare una passeggiata.

-Allora, com’è successo?- gli chiesi.

-Successo cosa?-

-Questo.- dissi indicandolo.

-Ah… sono morto per una bomba su casa mia nel 1943 durante la prima guerra mondiale. Mi portarono all’ospedale e un’infermiera mi trasformò.-  disse. –Avrei preferito morire.-
continuò. –Invece tu?- Erika si morse le labbra con insicurezza, odia parlare di come è successo.

-Ehm… Uhm… mi aggiravo da sola per le strade di Dublino e… ecco… era sera e un uomo, il mio professore di matematica, mi si avvicinò e mi baciò. Era ubriaco, io lo respinsi. Mi stuprò e… si… ecco… mi divincolai e mi ruppe una bottiglia in testa e poi me la piantò nello stomaco.- disse la ragazza con gli occhi lucidi.              -Ludovico, il mio “fratellastro”, mi ha salvata. Era nel 1998.- continuò la ragazza con delle lacrime che le scivolavano sulle guance. Salvatore se ne accorse.

-Ehi, ehi, ehi… è tutto finito. Sono passati 14 anni. Quello ormai è lontano da te. Tranquilla.- disse il ragazzo mentre Erika era scoppiata a piangere tra le sue braccia. Si staccò e fece un sospiro. I loro occhi color miele si intrecciarono e si avvicinarono l’uno all’altra lentamente. Le loro labbra si toccarono. Erika si staccò velocemente.

-Mi riaccompagni a casa?- chiese Erika asciugandosi le lacrime con il bordo della manica.

-Certo! Da che parte madame?- chiese Salvatore porgendo il suo braccio per farlo mettere sotto a quello della ragazza. La ragazza scoppiò in una piccola risata e poi andarono verso casa. Arrivati sotto il grande palazzo dove si trovava il suo appartamento salirono in camera da letto. Si ribaciarono, sta volta più intensamente e passionalmente. Le loro lingue si cercavano, le loro labbra si accarezzavano, i loro corpi erano vicinissimi. Il bacio divenne sempre più violento. Morsi sulle labbra baci sul collo e poi le mani finirono nei pantaloni e sotto le magliette. Via le scarpe. Erano ancora in piedi davanti al letto, via le maglietta. Erika cominciò a baciare tutto il petto del ragazzo e lui fece lo stesso. Erano ancora in piedi davanti al letto, via la gonna e i pantaloni. Salvatore iniziò a baciarla dal collo fino agli slip che morse e poi lasciò schioccare. Via il reggiseno. Questa volta erano sdraiati e si baciavano ancora con foga. Via anche gli slip e i boxer. Erika arrivò all’organo maschile del ragazzo e lo iniziò a massaggiare e poi toccò alla ragazza a subire. Salvatore scivolò giù fino alle sue intimità e le baciò provocano un piacere tale da far sussurrare il nome del ragazzo. Poi iniziò la penetrazione. Nel punto di massimo piacere Erika morse il collo a Salvatore.

-Stronza…- sussurrò.

-Scusa, devo nutrirmi.- disse Erika staccando le zanne dal collo di Salvatore.




Spero vi si piacciuta la OS ;) Grazie di aver letto e recensite :D
  
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