Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: tomlinson inside    21/11/2012    21 recensioni
"Louis Tomlinson? Sono il dottor Greywern, dall'ospedale ***, chiamo perché a signorina Arielle Montgomery questa notte ha avuto un incidente. E' qui, ricoverata da noi. E' in coma..."
E poi non sento più niente.

niente è mai come ci è sempre sembrato.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Arieeeeeeeeeeeeeeeeeel» un grido soffocato. Lucas. La pioggia che mi ricade copiosa sui capelli. Adesso sono pesanti. Crac. Mentre corro il tacco della scarpa mi si rompe. Mentre perdo l'equilibrio delle strani luci mi abbagliano. E' tutto così sfocato, non riesco a distinguere niente. Il grido di Lucas è diventato ovattato mentre quelle strani luci si fanno sempre più vicine. Mentre impreco contro il tacco rotto e contro Lucas qualcosa mi trascina via. Un colpo. Mentre mi hanno colpito credo di aver tenuto gli occhi chiusi. Il buio.
 
 
 
Il telefono squilla e io non ho nessuna intenzione di andare a rispondere. Mi stringo ancora di più contro la coperta di pile. Il telefono che ancora suona. 
"Harry! Dannazione! Vai a rispondere!" 
Sento il ragazzo avviarsi frettolosamente al telefono. Non riesco a sentire cosa dice, quindi me ne frego e ritorno a guardare la tv. Appare sulla soglia col cordless in mano. Trema. Mi tiro su di scatto e formo un'espressione interrogativa. Sembra che non gli escano le parole di bocca.
"E' per te" riesce stranamente a farfugliare. Seccato gli prendo il cordless di mano. 
"Pronto?" 
"Louis Tomlinson?" la voce è secca e cupa. Un uomo, penso.
"Sì, chi parla?" il mio cuore batte un battito. C'è qualcosa che non quadra, me lo sento. Incomincio a infastidire il bottone della camicia rigirandomelo fra le dita. 
"Sono il dottor Greywern, dall'ospedale ***, chiamo perché..."
Prima che potesse darmi una spiegazione lo interrompo "Perché cosa?!" 
Ariel.
"La signorina Arielle Montgomery questa notte ha avuto un incidente. E' qui, ricoverata da noi. E' in coma..."
E poi non sento più niente. Harry mi si avvicina e  incomincia a parlarmi e io non riesco a sentirlo. Il cordless è caduto sul divano. L'unica cosa che sento è il bottone che si stacca e cade sulla moquette.
 
Mentre il mio corpo dentro si contorceva Harry ha avvertito gli altri. Adesso siamo qui, all'ospedale e io continuo a non sentire niente. Riesco a specchiarmi nelle porte scorrevoli prima di entrare. I miei occhi vitrei mi spaventano, le occhiaie color porpora sono messe in risalto dalla pelle cerea. Mi sono fermato, gli altri sono già entrati.
"Ehi Lou, vieni..." Niall mi mette la mano attorno alla vita e gentilmente mi trascina dentro. O meglio cerca di trascinarmi dentro. I miei piedi sono incollati al suolo, il mio sguardo fisso sul mio riflesso. Niall fa forza e con suo, e mio, grande stupore riesco a scollarmi. Prima di entrare mi giro e lo fisso. I suoi occhi sono stanchi, piegati all'ingiù, lo sguardo perso. Invano cerca di sorridermi, ma sapendo di peggiorare la situazione si rigira e mi porta dentro.
Liam è poggiato al bancone e sta parlando con l'infermiera. Appena entro si alza e va da Zayn. Da quanto capisco Ariel è ricoverata nella stanza C6. Harry, schiena al muro, mi guarda e non appena vede la mia faccia ridotta a quel modo distoglie lo sguardo.
"E' al secondo piano. C6, quarta porta a destra in fondo al corridoio" mi dice Liam, non l'avevo visto nemmeno avvicinarsi. 
E poi la mano di Niall si stacca dal mio fianco e io cominciò a correre. Corro, come non ho mai corso prima, come se sapessi esattamente dove si trova la stanza. Non faccio caso agli sguardi truci delle infermiere, alle loro grida "Ragazzino!" "Non si corre signore!" li manderei a quel paese, tutti, ma non ho tempo. 
Ed eccomi al quarto piano. C4... C5... C6... 
Ed eccola, nel lettino. Così bianca che si confonde fra le lenzuola. Così magra che nel letto sembra solo una bambina di dieci anni. I capelli bagnati sono riccioli e scuri, gli occhi chiusi. Sembra stia dormendo. Lei sta dormendo, mi autoconvinco.
"Louis?" mi giro di scatto. Lucas. Sta sulla soglia, mani nei pantaloni e sguardo... triste?
Lo raggiungo a grandi passi "Cose le hai fatto?" il mio tono sputa veleno da tutte le parti. Sono più alto di lui di qualche palmo, quindi questo mi da un senso di superiorità.
"Io... Ho cercato di fermarla... Ha attraversato la strada e..."
Lo spingo per le spalle al muro. Mugula. Il mio cuore batte così forte da sovrastare il bip bip degli apparecchi. 
"Cosa le hai fatto?" ripeto più lentamente di prima, scandendo bene le parole.
"Ha fatto tutto da sola! Si è arrabbiata con me e se n'è andata dalla festa. Ho cercato di fermarla Louis..."
"Ma l'hai solo cercato di fare!" gli inveisco contro prima che possa darmi altre spiegazioni "Tu sei solo un vigliacco!" 
"Cosa c'entra adesso?!" mi sputa addosso. 
Prima che possa alzare il pugno entra Harry che si frappone fra di noi. 
"Vattene Lucas, prima che sia troppo tardi" la voce calma di Harry mi stupisce. Mi sento meglio. Grazie, sussurro dentro di me.
Prima che potessimo dire altro Lucas, a spalle basse esce. Gli vorrei gridare tutte le maledizioni del mondo, vorrei prenderlo a botte fino a fargli uscire tutto il sangue che ha in corpo. Tiro un pugno al muro. Le nocche che diventano subito rosse, il sangue che pulsa.
"No Louis..." Harry mi prende la mano "non farti del male"
Non riesco a guardarlo. Le lacrime sono sul punto di uscire, pizzicano. Con uno scatto mi stacco da Harry e mi butto sulla poltroncina accanto al lettino. Poggio i gomiti sulle gambe e mi copro la faccia con le mani. Sento il suo sguardo su di me, sento il suo respiro irregolare, peggio del mio. 
"Io... scusa, vado a chiamare gli altri" a testa bassa se ne esce dalla stanza. Sono sul punto di piangere, ma non ho nemmeno la forza di fare quello. 
Le gambe mi tremano, ma decido lo stesso di alzarmi. Deve sentire il mio calore sul suo corpo senza. Le prendo le mani. Come immaginavo, è fredda, gelida. Un brivido mi sale per tutto il corpo e mi attraversa da dentro la pelle. 
"Ariel... io..." sussuro "ti devo dire una cosa. Non so se mi senti, ma mi hanno sempre detto che quando una persona è in coma può sentire tutto quello che le accade intorno, così allora ho deciso..."
Niall, Liam, Zayn e Harry appaiono sulla soglia e io mi faccio subito zitto.
"E' sempre bellissima" Zayn si è avvicinato e le sta scostando una ciocca di capelli dalla fronte. E' logico che è sempre bella, lo rimarrà sempre, penso. 
"Ehi Lou, tutto ok?" mi chiede Liam, così pacato e gentile che non ho nemmeno la forza di gridargli che è palese che non è tutto ok, che la sua è una delle domande più stupide che abbia mai sentito. Mi limito a guardarlo, le mie occhiaie che tendono al blu, il mio viso cereo. 
"Mi sono fatto portare questa" guardo Niall e la chitarra che ha in mano "avevo pensato che..." lo guardo interessato e lo fermo con un gesto della mano. Fai quello che vuoi, gli dico con lo sguardo. 
Si mette e sedere, chitarra sulle gambe e comincia. 
All'inizio strimpella qualcosa, poi Zayn gli sussurra qualcosa all'orecchio e parte a suonare Little Things. Nessuno l'ha ancora ascoltata, tanto meno Ariel. Zayn sussurra qualche verso e io sto per piangere. Anzi, prima che possa fare qualcosa scoppio in lacrime e prima che qualcuno possa fare qualcos'altro scappo di corsa per il corridoio. Sento la chitarra smettere di suonare ed Harry imprecare il mio nome a bassa voce.
Corro, senza una meta ben precisa. 
"Louis!" qualcuno grida il mio nome. Le lacrime che cadono copiosamente e colano giù per il collo per poi ricadere dentro la maglietta. Brividi, lacrime, solo questo. Sono debole. Trovo il bagno, spingo con forza la porta e mi ci fiondo dentro. Mi sciacquo la faccia e basta. Per puro caso mi ritrovo a guardarmi nel mio riflesso. Mi faccio paura. I capelli sono sporchi, sudici, bagnati. Le guance incavate e gli occhi pigramente piegati all'ingiù, come gli angoli della bocca viola, porpora. La camicia senza un bottone. Sto morendo, penso. 
Mi ricordo che Ariel è ancora nella sala che mi aspetta, aspetta ciò che le dovevo dire.
Non mi guardo nemmeno un'ultima volta, scappo. Non corro, è come se il mio corpo stesse stancamente strisciando per le varie corsie, mentre i miei piedi piasticciano per terra e per poco non casco. 
C4... C5... C6... Rieccoci. Non c'è nessuno, i ragazzi se ne sono andati. Meglio così. Niall ha lasciato la chitarra, la prendo e avvicino una sedia accanto al lettino e mi ci siedo, chitarra sulle gambe. 
"Insomma Ariel, prima stavamo dicendo..."  comincio a suonare una nota qua e là "il punto è che te, cioè io... no, tu..." sto facendo confusione, la mani che si muovono irritabilmente sulle corde. Le stoppo. Prendo fiato. "Io... forse sarà meglio che canti, insomma, mi riesco come cosa, no?" non capisco nemmeno io se è una domanda retorica o se spero che davvero mi risponda.
La melodia viene un po' così com'è... Ma poi sono le parole, che escano dalla mia gola, strozzate come non mai, un misto fra un lamento e non so nemmeno io cosa. 
"I'm in love with you... And all your little things" i suoi occhi fremitano per un millesimo di secondo, o forse è semplicemente la mia immaginazione. "Insomma Ariel, io ti amo, ti ho sempre amata, so che non te l'ho mai detto, ma tu non me ne hai mai dato la possibilità"
E adesso ci siamo io, la mia voce, Ariel e Little Things come sottofondo, mentre il mio cuore batte, attirato dal suo.
 
Sono passate settimane, forse anche un mese, non ricordo precisamente. Vado tutti i giorni a trovarla, le racconto cosa accade nel mondo, le leggo il giornale per tenerla aggiornata su tutte le novità. A volte vengo coi ragazzi oppure quando io non sono né fisicamente né psicologicamente pronto vanno loro da soli. Oggi le porto una collana, l'ho appena comprata, così quando si sveglia sorriderà. 
C4, C5, C6... Oramai potrei girovagare per quei corridoi ad occhi chiusi, le infermiere mi conoscono come un loro vecchio, lontano amico.
Oggi sembra radiante. 
"Ciao Ariel" mi avvicino e la bacio, sulla bocca. E' da quando le ho confessato il mio amore che la bacio sulle labbra, un leggero bacio, sperando di essere il suo principe azzurro e di svegliarla.
Sto un po' con lei e le solite cose. Non posso dire che mi senta bene, ma i dottori hanno detto che ci sono buone possibilità che si riprenda. Scendo al bar a prendere qualcosa da mangiare. 
Poi torno e in me sembra sia successa la guerra, o che forse sta per succedere. 
L'unica cosa che ricordo prima di svenire e di accasciarmi pigramente a terra è un lungo, fin troppo lungo, bip che, rimbombandomi nervosamente nelle orecchie, incessante, segnala che il cuore di Ariel ha smesso di battere.
 


CIAO A TUTTI! :)
rieccomi qui! più pimpante che mai. 
ho scritto questa os (che all'inizio doveva essere divisa in due parti per creare più suspanse uhuhu)
con tutto l'amore possibile, non vi potete nemmeno immaginare dfghjk
quindi spero che vi piaccia e che mi trasmetta qualcosa. 
se lasciate una recensione è logico che dopo io ricambierò recensendovi qualcosa di vostro ;) ah, presto ci scriverò una long di massima cinque capitoli, tanto per fare il punto della situazione :)
quindi se recensite vi amerò per sempre dfghjk
enjoy the story
byeee! <3
 
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: tomlinson inside