Niall quella sera neanche aveva tanta voglia di uscire, si era lasciato convincere dall'amico. Così, dopo aver lasciato a casa un Louis quasi completamente nudo ed un Harry con i pantaloni sbottonati, ha trascinato i piedi fuori dalla porta d'ingresso e si è diretto verso il primo pub aperto che ha trovato, quello a Victoria Station, con gli interni in legno, che gli ricordavano quelli della sua madre patria.

E Niall, a dirla tutta, non aveva neanche troppa voglia di bere, quella sera. Infatti le 8 Tennesse completamente svuotate davanti a lui, non erano solo sue, ma anche dell'amico, che ora davanti a lui lo sta scrutando da sotto il suo caratteristico ciuffo biondo/giallastro. 

"Devi provare almeno una volta, amico!", sta dicendo Zayn, guardandolo dritto negli occhi.

"Insomma, si tratta di erba, mica di un'arma nucleare!".

Dice, con gli occhi in quelli dell'altro.

Poi con gesti lenti, familiari, quasi automatici continua a girare le dita intorno alla carta, assestando i corpuscoli verdi al suo interno.

Niall non dice niente. Tiene la bocca chiusa sull'imboccatura della sua ultima Tennesse. 

Tenta di non pensare all'erezione pulsante all'altezza del pube, alla zip dei pantaloni che tira e che fa male, sulla pelle tesa. 

Poi Zayn, quasi appositamente, lo fa: si avvicina piano la carta ripiegata accuratamente alla bocca, sfiorando le labbra, e accarezza i lembi con la punta della lingua. Bagna leggermente la carta, una, due volte, e Niall si sente morire. 

Guarda in basso ora, Zayn, concentrato nel finire il suo piccolo capolavoro. 

Niall si sistema il cappello che ha appoggiato in testa, nervoso, poi si allarga in collo del maglione con un dito, come in cerca di aria.

Sta letteralmente soffocando.

"Ta-dan!", esclama Zayn, porgendogli la canna in tutta la sua lunghezza, poi "che te ne pare?" fa, sul volto un sorriso soddisfatto.

Niall si limita a sorridere, ha ancora bisogno di aria. 

"Perchè non andiamo fuori? Non si respira qui dentro..." abbozza.

I due si alzano e si dirigono verso la grande porta di legno che si affaccia sulla strada di Londra alle 2 di notte. 

Cosa ci fanno lì? Cosa ci fa Niall Horan, per strada, alle 2 di notte, fuori da un pub e come se non bastasse con una spropositata erezione che pulsa, impellente, tra le cosce? 

Si appoggiano ad una ringhiera appena fuori il locale. 

"Da quanto è che fumi?", gli chiede Niall, in disperato bisogno di pensare ad altro.

"Da quando ho 11 anni", risponde quello distrattamente, mentre con la mano libera cerca a tentoni l'accendino tra le molteplici tasche del giaccone. 

"Tu invece?", chiede Zayn con una strana espressione sul volto, e "io cosa?", risponde Niall, come colto in fragante.

"Da quanto é che reciti la parte dell'angioletto?", dice serio, le mani lungo i fianchi con lo spinello da una parte e l'accendino dall'altra. 

E Niall non ce la fa più, scoppia in una risata fragorosa, più per il nervosismo che per le parole del suo interlocutore. 

Riprende fiato, sta per dire qualcosa quando vede Zayn portarsi alla bocca il filtro, poggiarlo piano sulle labbra carnose. 

Niall scuote il capo come per scrollarsi via quell'immagine dalla testa. 

"Io non recito", dice, voce flebile, appena udibile. 

"Non sono un angelo!", il tono più alto, leggermente acuto, nervoso. Niall è rosso in viso, ma non solo per la birra.

"Allora dimostralo" dice Zayn. Sguardo fermo, la canna che sporge da un lato della bocca. 

Poi prende l'accendino che teneva stretto in mano, lo avvicina al viso. Deve aspirare piano e profondamente un paio di volte prima che si veda una flebile luce rossa dalla punta. Fumo denso irradia i loro visi come luce.

Sta aspirando ora, Zayn, guardando Niall fisso negli occhi, quando "stai fermo", sussurra, quasi un lamento, poi si avvicina all'altro, che se ne sta immobile con la mente annebbiata. 

"Apri la bocca", dice Zayn, in un gemito, ora. Labbra quasi a contatto.

E Niall non puó fare niente se non eseguire alla lettera.

Dischiude appena le labbra, quel tanto che basta per lasciare avvicinare l'altro ancora di più.

Zayn gli sta praticamente addosso ora. 

Appoggia appena le labbra su quelle di Niall e lo fa, dopo aver preso un'altra boccata di quel fumo denso, soffia dolcemente nella bocca dell'altro quella sostanza inebriante dall'odore inconfondibile.

Niall se ne sta immobile, se potesse fermerebbe anche il suo cuore.

Accoglie il fumo nella bocca come un regalo prezioso, aspira piano per non perdererne neanche un pó.

Lascia che la sostanza gli si arrampichi per le vie resporatorie e gli si annidi nei polmoni.

Niall non puó che sentire il suo battito che accellera vertiginosamente e la sua erezione che spinge attraverso i jeans. 

A questo punto Zayn si allontana, lo guarda dalla testa ai piedi e scoppia in una risata fragorosa, con la lingua tra i denti, gli occhi stretti a fessura. Si piega in avanti ancora sorridendo e lo guarda negli occhi.

"Visto?! Era così difficile?", mantiene le labbra distese, la lingua ancora fra gli incisivi, si tira su e "allora?" chiede, realmente interessato.

"Com'è stato?" dice, poco prima di piazzarglisi davanti, come a sbarrargli la strada. 

Gli poggia la mano che stringe la canna sulla spalla.

E Niall vorrebbe dirglielo, vorrebbe dirgli che è stata la cosa più figa che abbia mai fatto, ed anche la piu eccitante, vorrebbe dirgli che tutto quello che vorrebbe ora è scoparlo a sangue, o, meglio, farsi scopare a sangue, vorrebbe dirgli un milione di cose, ma tutto quello che fa è sporgersi un pó in avanti, verso il viso dell'altro, aprire leggermente la bocca e stampare le sue labbra su quelle di Zayn, dolcemente, senza urgenza, come se non fosse quello che avrebbe voluto fare dall'inizio della serata. 

L'altro l'accoglie come niente se non aspettasse altro, le labbra si tendono appena in un sorriso, poco prima di schiudersi per lasciare libere le lingue di sfiorarsi, toccarsi, assaggiarsi, prima di passare ai morsi, ai pugni chiusi intorno alle maglie e alle mani dei capelli. 

Tra un bacio e l'altro Zayn ci ficca in mezzo la canna, aspirano insieme, buttano fuori la stessa aria, lo stesso fumo.

E stanno così, appoggiati ad una ringhiera all'uscita di un pub, con le lingue che si cercano, le pelli che si sfiorano, incorniciati da un fumo denso.