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Autore: Yuki Delleran    10/06/2007    9 recensioni
Come sarebbe stata la vita del giovane principe Athem se al suo fianco ci fosse stato un piccolo schiavo? Il suo ruolo come Faraone sarebbe cambiato? E come sarà la vita di Yugi alla corte d'Egitto? La storia di un'amicizia nata durante l'infanzia che a poco a poco si approfondisce diventando il legame più importante.
Soggetto: masayachan
Sviluppo e stesura: Yuki Delleran
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atemu, Yuugi Mouto
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DISCLAIMER: tutti i personaggi appartengono a © Kazuki Takahashi.


The Pharaoh & the Slave 5
THE PHARAOH & THE SLAVE

di Yuki Delleran




05
RICORDA LA PROMESSA


Quando Yugi riprese conoscenza, era già notte inoltrata. Aprì gli occhi lentamente tentando di orientarsi nella stanza rischiarata solamente dalle fiamme dai bracieri. Era disteso su un giaciglio insolitamente morbido e quando abbassò lo sguardo, scoprì che Athem si era addormentato con il capo reclinato sul letto e la sua mano stretta tra le proprie. Non appena realizzò la situazione e fece per muoversi, il dolore lancinante alla schiena gli strappò un gemito.
Athem si svegliò di soprassalto.
«Yugi! Stai male? » esclamò concitato.
Aveva gli occhi arrossati, come se fino a quel momento non avesse dormito per niente, ed era molto agitato. Quell’ansiosa preoccupazione strappò a Yugi un debole sorriso.
«Mi hai vegliato tutto il tempo? » mormorò. «Athem, non dovresti stare sul pavimento, quello è il mio posto. »
«Non dire sciocchezze! Piuttosto, come ti senti? Ti cambio subito la medicazione. Ah, perché mi sono addormentato? Dev’essere stato l’effetto dello shepen rosso.»
«Athem… Athem, calmati. Non spetta a te occuparti di queste cose. Sei il principe e io sono solo…»
Athem lo interruppe inginocchiandosi di nuovo accanto al letto.
«Ti ho detto di non dire sciocchezze. Se sei ridotto così è perché io non sono stato capace di proteggerti, quindi mi prenderò cura di te. »
Zittendo le proteste di Yugi, cominciò a sciogliere l’accurato bendaggio di Isis. Il lino era macchiato di sangue ma le ferite avevano cominciato a cicatrizzarsi.
Dopo qualche istante, Yugi sentì le mani di Athem sulla schiena dolorante e si irrigidì. L’unguento bruciava come il fuoco, ma le dita che lo accarezzavano erano gentili e delicate.
«Ti faccio male, vero? Mi dispiace, resisti ancora un po’. » mormorò Athem.
«No, io…»
Yugi arrossì involontariamente: avrebbe voluto che quelle carezze continuassero ancora e quando realizzò quel pensiero se ne vergognò profondamente. Non erano pensieri che uno schiavo potesse permettersi. Athem era il suo migliore amico, la persona più cara che avesse la mondo e un gesto d’affetto da parte sua era più di quanto potesse desiderare, ma restava sempre e comunque il suo principe. Quella era una realtà che nessuno poteva cambiare.
La mano di Athem indugiò sulla sua spalla e il ragazzo si chinò in avanti spezzando il filo dei suoi pensieri.
«Voglio sapere chi è stato. » disse.
Yugi distolse lo sguardo. Non poteva parlare contro un personaggio importante come Aknadin e comunque il guardiano non aveva fatto nulla che non rientrasse nei suoi diritti.
«Un’idea ce l’ho già. » disse Athem come intuendo i suoi timori. «Dopotutto sono stato io a inviarti da Aknadin e solo lui avrebbe osato tanto. Non devi avere paura di dirmelo. »
Yugi annuì impercettibilmente e Athem balzò in piedi con espressione combattiva.
«Lo sapevo! Ignobile individuo! Cosa credeva di fare? Alzare la mani su di te è come farlo su di me! Non lascerò impunita questa violenza! »
Yugi sentì gli occhi inumidirsi. Athem era davvero buono a prendersi così a cuore la sua situazione, ma lui non lo meritava.
«Non fare niente, ti prego, Athem! » esclamò. «E’ stata colpa mia. »
Il principe lo fissò stupito.
«Non è possibile. Yugi, non devi sentirti in dovere di difenderlo solo perché è potente ed è stato il tuo padrone. »
«E’ vero. Io l’ho aggredito. Ho sbagliato e sono stato punito. »
Al ricordo del motivo della sua rabbia, gli occhi di Yugi si riempirono di lacrime che cominciarono a scorrere silenziose sulle guance pallide.
Athem scostò delicatamente le ciocche bionde dalla fronte del ragazzino.
«Te la senti di raccontarmi per bene cos’è successo? » chiese dolcemente.
Yugi annuì di nuovo e cominciò il penoso racconto delle rivelazioni che aveva avuto da Aknadin a proposito della sorte di Tiye e Yume. Al termine Athem lo abbracciò il più delicatamente possibile.
«Mi dispiace tanto per la zia, ma per tua madre forse potremo fare ancora qualcosa. Te l’ho promesso, no? La ritroveremo. Fino ad allora mi prenderò cura io di te. »

Durante la convalescenza di Yugi, Athem fu inavvicinabile. Il suo umore risentiva pesantemente dell’assenza del piccolo schiavo durante le attività quotidiane. Fortunatamente grazie alle attente cure di Isis, il ragazzino si riprese in fretta anche se alcune cicatrici non sarebbero mai sparite. Quando Athem le vide la prima volta, diede in escandescenze e promise di nuovo che Aknadin l’avrebbe pagata cara. Yugi faticò parecchio a calmarlo e da allora si premurò di tenere sempre la schiena coperta.
La vita riprese a scorrere tranquilla con l’unica differenza della malcelata ostilità che scorreva tra Athem e lo zio e il fatto che il principe si preoccupasse di avere sempre Yugi vicino. Tutto però era destinato a cambiare di nuovo e avvenne una sera, quando Athem decise di uscire in barca sul fiume.
Mahad aveva insistito, preoccupato del fatto che il principe uscisse senza scorta, ma non c’era stato modo di convincerlo. Solo Yugi aveva ricevuto la richiesta di accompagnarlo.
Il sacro Nilo scorreva placido e silenzioso tra le rive cosparse di ciuffi di canne e papiri che frusciavano dolcemente. A ovest il sole al tramonto sprofondava tra dune infuocate gettando suggestivi bagliori rossastri e dorati sull’acqua. Appena si furono allontanati dal piccolo molo, Athem tolse di mano a Yugi il remo per controllare la barca, lasciando il piccolo interdetto.
«Le tue mani sono fatte per scrivere, non per faticare. Non voglio che si rovinino. Le mie invece sono già state segnate dall’addestramento. » spiegò mostrando i palmi che avevano perso la morbidezza infantile per guadagnare i calli provocati dall’uso della spada e dell’arco.
Quando raggiunsero una distanza sufficiente dalla città e dal palazzo, gettarono le lenze anche se era chiaro che il motivo di quell’uscita non era la pesca. Dopo un lungo silenzio Athem si decise finalmente a parlare.
«La situazione ai confini sta degenerando. » esordì senza preamboli. «I generali erano convinti che si trattasse di scaramucce senza importanza, ma gli Ittiti si sono dimostrati più ostinati del previsto e hanno sfondato le nostre linee di difesa. »
Yugi lo scrutava attentamente e le sua espressine si faceva sempre più preoccupata.
«Spediremo dei contingenti di rinforzo che partiranno domani. » continuò Athem. «Mio padre ha stabilito che anch’io mi rechi sul posto. »
Yugi sgranò gli occhi e tentò di dire qualcosa ma Athem lo prevenne.
«Dopotutto ho già quindici anni, mio padre ritiene che sia ora che mi faccia una buona esperienza sul campo per apprendere al meglio l’arte della guerra. »
Era una dimostrazione di spavalderia del tutto inutile, Yugi lo conosceva troppo bene per credere che fosse davvero ansioso di partire. Abbassò lo sguardo e gli voltò le spalle.
«Mi chiedo con quale coraggio certa gente può definire quella della guerra un’arte. » mormorò.
Se una qualunque altra persona avesse osato riferirsi al Faraone con le parole “certa gente”, Athem l’avrebbe fatta punire all’istante, ma Yugi no, men che meno in quel frangente. Era consapevole di avergli dato un dolore, ma non vi erano alternative. Si aspettava anche la sua frase successiva.
«Verrò con te. »
«Non se ne parla. » rispose prontamente. «Sarà pericoloso. »
«Proprio perché sarà pericoloso…»
«Yugi, no! Rimarrai qui. Anzi, voglio che tu vada a stare con Mana. »
Lo guardo di Yugi si incupì.
«Mi dispiace. Se solo fossi più forte, potrei esserti utile. Scommetto che il maestro Mahad e il maestro Seth verranno con te. »
«Sì, e anche Karim. Non è per questo però che non ti voglio con me. Semplicemente non sopporterei di saperti in pericolo. Mana farà in modo di tenerti fuori dalla portata di Aknadin in mia assenza. »
Allungò una mano verso di lui, ma Yugi si ritrasse istintivamente. Athem abbassò gli occhi.
«Non vuoi che io ti tocchi? Scusami…»
Era comprensibile che dopo un’esperienza traumatica come quella che aveva subito, ora il ragazzino reagisse con timore al contatto fisico. Era triste, ma ci sarebbe voluto del tempo prima che tornasse la persona allegra e solare di prima.
Inaspettatamente si sentì prendere la mano e vide Yugi posarla sulla propria guancia.
«Non scusarti, non devi farlo. Tu tenti sempre di proteggermi e io che sono solo uno schiavo, oso lamentarmi. »
Athem lo accarezzò lievemente.
«Non voglio più sentire le parole “sono solo uno schiavo”, capito? Tu per me sei molto di più. »
Il ragazzo quasi si morse a lingua: da dove erano venute quelle parole? Lui era il principe, non poteva permettersi di sbilanciarsi tanto.
Yugi sorrise radiosamente. A quella vista Athem decise che non gli importava nulla di quello che poteva e non poteva permettersi.
Il sole era ormai tramontato del tutto e i riflessi dorati sull’acqua erano stati sostituiti da morbide onde scure. La barca scivolò all’ombra di una folta macchia di papiri e Athem si sporse in avanti appoggiando le proprie labbra su quelle di Yugi. Trattenne il respiro e un brivido gli corse lungo la schiena. Sentì Yugi tremare per un attimo tra le sue braccia, colto di sorpresa da quel gesto, ma subito si rilassò e assecondò il contatto. Il cuore di Athem accelerò i battiti mentre stringeva a sé quel corpicino sottile fino a quando il bisogno d’aria li costrinse entrambi ad allontanarsi.
Yugi rimase con lo sguardo basso, le guance arrossate e gli occhi brillanti, mentre Athem si chiedeva se esistesse al mondo qualcosa da dire in un momento come quello in cui le emozioni impedivano qualsiasi parola. Un improvviso sciacquio a lato della barca spezzò il silenzio attirando la loro attenzione e sciogliendo almeno in parte l’imbarazzo.
«Hai pescato qualcosa. » disse Yugi.
Athem issò la lenza e staccò attentamente il pesce che vi era attaccato. Rimase a fissarlo per alcuni istanti mentre si dibatteva tra le sue mani, poi con un gesto deciso lo ributtò in acqua.
«Non voglio iniziare a togliere la vita prima del tempo. » mormorò.
Yugi gli si fece più vicino.
«Se il nostro signore ha deciso che ora la guerra è necessaria, allora non possiamo fare altro che sottostare al suo volere, » disse. «però ricorda che sei vincolato da una promessa. »
Athem sospirò. Come poteva dimenticarlo? Sentiva ancora il peso del senso di colpa.
«Lo so. Quando tornerò e tutto si sarà calmato, andremo a sud a cercare tua madre. »
«No! » esclamò Yugi spiazzandolo. «Quella è solo una parte della promessa. Il punto più importante è un altro. Hai promesso di non lasciarmi mai da solo. Io mi impegnerò per essere all’altezza dell’incarico di scriba reale, ma tu devi tornare presto e sano e salvo. »
«Sì, ci impegneremo entrambi per perseguire i nostri obiettivi e ci rivedremo prima di quanto pensi.»
L’indomani Yugi non si presentò alla partenza del principe Athem alla testa delle truppe. Quando Mana lo cercò per chiedergli il motivo, rispose semplicemente che era stato lo stesso Athem a volerlo e che in quel modo potevano entrambi fingere che si trattasse solo di una breve separazione.


CONTINUA...



NOTICINA DI YUKI:
Ciao a tutti!! Ah, come mi piace questo capitolo! Checcariiiiini!!! (in pratica mi sto lodando da sola, scusate... -_-''') Adoro la scena della barca!! Vero, Masayuccia? ^_^ Un annuncio per tutti: SUL SITO DI MASAYACHAN E' ONLINE IL PRIMO CAPITOLO DELLA DOUJINSHI DI P&S! (www.ygosweetspace.altervista.org) Vi consiglio caldamente di andare a vederlo e di lasciarle un commentino perchè lei è bravissima e li merita tutti! Io personalmente lo adoro! Fine angolino pubblicitario. :-p
Lally92: Se vuoi una mano a strozzare Aknadin, qui c'è qualcuno che si offre volontario! Scherzi a parte, ho tentato di immaginarmi come potesse sentirsi: insomma, sua moglie è morta lontano da lui, non può dire a nessuno che il suo allievo in realtà è suo figlio e adesso questo figlio viene mandato in guerra al posto di un altro. Deve pur sfogarsi in qualche modo. Non che intenda giustificarlo... In realtà sono sadica... -_-''' Per Athem "in fiore" non dovrai aspettare ancora molto! ^_^ Seth invece è davvero un suddito fedele, anche se forse nei prossimi capitolo qualcuno lo odierà, ricordatevi che è una brava persona! (campagna pubblicitaria a favore di Seth ^_^)
chibymiky: Grazie mille! Continua a seguirmi e ne vedrai delle belle! Un bacio!
Selly: Ok, siamo gia in tre, io, te e Lally92. Possiamo organizzare una spedizione punitiva contro Aknadin! No, dai, non piangere e non scusarti. Sono davvero felice che la mia storia ti piaccia tanto!
egittofona: Addirittura la tua salvezza? Oddio, ma grazie! ^///^ La statua la voglio in gelatina di frutta! ^_^ (Non farci caso, è un vecchio scherzo tra compagne di classe...) Comunque stai pure tranquilla che per principio non comincio mai a pubblicare una storia che non ho già concluso, quindi questa continuerà tranquillamente fino alla fine e ti farà compagnia ancora oper un bel po'! Grazie mille ancora! Un bacio!
lunachan62: Tesoro! Che dire? Che ti adoro lo sai già, vero? Bacio bacio!
sesshoyue: Lo so, sono stata cattiva con Yugino, però i miei personaggi devono soffriiiiire!!! BWAHAHAHA!!! Oh, mamma, questa è l'influenza di Bakura... Arriverà anche lui e non sarà mai troppo presto... :-p
Grazie a tutti quelli che hanno letto e ancora di più a chi mi ha lasciato un commentino!
Un bacio a tutti e alla prossima!
YUKI-CHAN



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(Per una volta poteva anche lasciarsi proteggere da qualcuno e Seth sembrava abbastanza forte per farlo. La sua vicinanza lo rassicurava. Per un momento, solo per un momento, poteva anche lasciarsi andare…)
   
 
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