Era una
tranquilla mattina alla Tana…
- Ronald
non dire scemenze! -
- Io non
dico scemenze, Hermione. –
- oh si che le dici. Eravamo in 3 quando
questa storia è cominciata. E in tre rimarremo. –
- Innanzitutto non eravamo in 3 quando tutto è cominciato. Era
solo lui. –
- si ma poi siamo arrivati noi due… -
- eh no
mia cara saputella, poi sono arrivato io. Tu non c’entri nulla in questa
storia. –
Avevo
esagerato lo so, ma speravo con questa storia di farla
zittire.
-Eh no,
mio caro, non me la fai stavolta. Sono cresciuta sai?
Non me ne andrò via piangendo questa volta. Eravamo in
due pochi minuti fa quando parlavamo a Harry! Com’è
che ora svoltato l’angolo hai cambiato idea?? Me lo
spieghi? Ricordi cosa gli abbiamo detto? Che lo avremmo seguito ovunque andasse; LO. Insieme. Tutti e due. Ricordi? –
Inutile.
Nessuno la scampa con Hermione Granger. Soprattutto quando si trova in questo
stato: una furia.
- si che me lo ricordo, non sono tanto stupido. Ma semplicemente ho cambiato idea; tu non vieni – sbuffo
allora alquanto depresso.
- e sentiamo signor Weasley, da quant’è
che tu decidi per me? Credi forse che basti una tua frase ad effetto del tipo : no tu non vieni – disse allora lei cercando in qualche
modo di imitare la mia voce, ma risultando solo adorabilmente buffa – e io
cambio idea? Te lo sogni caro mio. E LASCIAMI IL POLSO
–
Ecco.
Cos’è che avevo detto? Che
era adorabile? Bene.
Ora non lo
è decisamente più.
Soprattutto
quando mi urla di lasciarle il polso, che effettivamente non mi ero accorto di trattenerle.
Gliel’ho liberato quel maledetto polso e ora lei sta avanzando
come una belva verso l’interno della casa.
Non deve
entrare in casa.
Se entra
in quel covo di Weasley è la mia fine.
Appena
avrà varcato quella soglia la nostra discussione sarà finita,
perché se solo ci azzardassimo a continuare in presenza delle orecchie vigili
di mia madre, sarebbe la fine.
Per me.
E per
quanto debba ammettere che non mi dispiacerebbe finire qui questa nostra
ennesima discussione, che mi logora come al solito; non
possiamo.
Non almeno
fino a quando lei non mi darà retta.
-
Hermione, torna qui! Non abbiamo finito di parlare! – dico allora io,
pentendomi delle mie stesse parole, so quanto odi questo tono di voce, e devo
ammettere che lo odio anche io; mi ricorda mia madre quando
si prepara alla strigliata del secolo.
Ma se non
altro so che dopo una provocazione del genere non
saprà resistere e torneremo a discutere.
Che è il mio obiettivo purtroppo.
Ed effettivamente ho ragione.
Effettivamente
quella furia della natura, si è fermata e sta facendo dietro front in
pericolose, grandi falcate verso di me.
- Tu! Tu
essere mostruoso, come ti permetti di parlarmi in questo modo? Non sei tu che decidi quando una discussione è finita. Cos’è stamattina ti sei svegliato con manie da padre-padrone?
Avanti! Dimmi una dannatissima ragione per cui io non
debba venire con voi, avanti! -
Mi sta
sfidando?
Cos’ha?
Crede forse che non abbia una ragione per cui lei debba restare a casa?
Effettivamente
in questo momento credo proprio che se al posto mio ci fosse
un mangiamorte o Voldemort in persona senza alcun
dubbio lei avrebbe la meglio.
Ma ciò non toglie che lei non verrà.
- tu non
verrai. – mi limito a dire di nuovo.
- la
ragione, Ronald. La ragione –
La
ragione. Tsk. Bella lei, cosa pretende? Che le dica che non voglio che viene, che ho paura? Paura di
perderla, prima ancora di aver solo potuto sperare di averla?
No questo decisamente non posso dirglielo.
-
semplice. Tu non vieni. -
Dico io,
arrossendo come al solito in zona orecchie e
incamminandomi verso casa a testa bassa.
Lei è rimasta lì ferma, lo so.
Ma datele il tempo.
Infondo è
sempre Hermione Granger; e appena avrà realizzato la cosa…sarà la mia fine.
Entro in
casa dalla porta sul retro, ed inevitabilmente mi trovo in cucina, con mia
madre che mi guarda sospetta.
Richiudo
quindi gentilmente la porta, anche se avrei una voglia matta di sbatterla con
tutta la forza.
Ma meglio non dare a mia madre altri indizi; la
mia faccia incandescente credo sia già abbastanza.
E quando entrerà la furia, alias Hermione, sarà
davvero la mia fine.
Mi limito
dunque a lanciarmi su per le scale sempre a testa bassa, sperando che mia madre
non abbia la geniale idea di fermarmi.
E per fortuna per la prima volta da stamattina
qualcosa va come voglio io.
Cerco
riparo nella mia camera.
Per
godermi gli ultimi istanti di vita che, appena Lei avrà realizzato potrò dire
addio a tutto questo.
Faccio
cadere un attimo lo sguardo sui poster dei Cannoni che si esibiscono in
mirabolanti figure sulle loro scope.
Mi lascio
cadere sul letto e prendo un giornale che stava da quelle parti.
Sono fiero
di me.
Questo è
un tipico atteggiamento da uomo vissuto.
Cioè almeno credo che un vero uomo vissuto
passerebbe così i suoi ultimi attimi di vita…anche se un’altra idea ce l’avrei,
ma non potendo realizzarla, mi accontento dei giornali.
Purtroppo
i miei ultimi istanti di pace stanno giungendo al termine.
Sento la
porta sul retro chiudersi.
Non proprio
sbattere, so che anche indiavolata com’è non farebbe mai una cosa del genere; è
sempre Hermione Granger.
La sua ira
la sfoga solo su di me.
- Tutto
bene signora Weasley, non si preoccupi -
Ha
oltrepassato l’ostacolo mamma.
Tra
qualche secondo sarà qui.
Lascio
cadere un ultimo sguardo per la stanza, imprimendo nella mente tutto quello che
mi circondava, che tanto questa credo sarà davvero
l’ultima volta che la rivedrò.
Non sono
mai stato molto deciso in vita mia.
Ma di due cose sono assolutamente certo.
Io partirò
con Harry.
E lei non lo farà.
Un’altra
cosa di cui sono praticamente certo, è che non le dirò
mai il perché non deve venire con noi.
Il che
però probabilmente farà crollare le mie certezze n°1 e n° 2… perché molto probabilmente io non sarò più su
questa terra.
La mia
porta si spalanca e sulla soglia compare un alquanto nervosa
Hermione, che mi fissa con aria minacciosa.
Vedo le
nocche delle sue mani diventare bianche per quanto sta stringendo i pugni.
Tutto un
modo per non saltarmi direttamente al collo e strangolarmi, ne sono sicuro.
Io opto per il fare finta di niente e continuo a fissare
l’occhio sulla pagina di giornale, anche se non è che abbia proprio idea di
quello che sto leggendo.
Ma forse ignorarla la farà sbollentare un po’.
- Hm. Hm.
–
tossicchia per attirare la mia attenzione.
- Che c’è herm? Ti sei ammalata? –
rispondo io con una faccia tosta che non so neanche da
dove mi è uscita.
La sento
inspirare pesantemente, credo come al solito per
evitare di strangolarmi seduta stante.
In questo
momento la immagino un po’ come una strana pentola a pressione,
vedo già il fumo uscire dalle orecchie.
E su questo pensiero mi scappa un leggero
sorrisino.
Altra cosa
che credo la mandi in bestia.
E quindi,
accortomene, lo ricaccio subito indietro, continuando a fissare il giornale,
che proprio non riesco a focalizzare.
- hai il
giornale al contrario. –
Dice
allora lei.
O meglio borbotta, con una voce talmente strana
che sembra quasi che non abbia mosso le labbra.
Guardo
finalmente il giornale e capisco perché non riuscivo a focalizzarlo.
Vedi se
non devo sempre fare la figura dell’idiota davanti a lei.
Ora è
anche saltata tutta la mia copertura di uomo tutto
d’un pezzo.
- credi
che riusciremo a parlare come persone civili? -
Dice
allora lei con una nota di cedimento nella voce.
-
Hermione, tu sai che noi non ce la facciamo a parlare da persone civili. Poi
non abbiamo niente da dirci.-
E come al solito la rabbia dentro di lei è rimontata con queste mie
ultime, stupide parole.
Le sento
chiudere la porta, ed allontanarsi leggermente da essa,
portandosi un po’ più vicina a me.
- oh si invece che ne abbiamo di cose da dirci. Una almeno. Poi
visto che non ti va di avermi tra i piedi potremo
smettere di parlare per sempre. Ma prima chiariamo questa faccenda una volta per tutte. -
La sento
prendere un respiro e prepararsi a continuare.
- io verrò
con te ed Harry, che tu lo voglia o no. Non mi interessano le tue stupide frasi senza senso
come : no tu non verrai -
E qui
imita di nuovo la mia voce, e io sono molto tentato di buttare all’aria tutto, giornale e rabbia e stringerla a me.
- tu non
verrai –
Mi limito
a dire come ormai da mezzora, tenendo stavolta gli occhi fissi sul giornale.
Giornale
che però scompare dalle mie mani, dato che la furia in persona me lo ha appena,
letteralmente, strappato di mano.
Quel caro
giornale che era stato il mio scudo fino a qualche minuto fa, ora è diventata un arma con cui lei mi sta minacciando.
Arrotolato
nella sua mano è ora una specie di puntatore, fissato sul mio petto.
- tu!! Tu
!! Come ti vengono in mente certe frasi? Chi credi di essere? Nessuno può dirmi cosa fare o cosa non fare! Soprattutto tu! E soprattutto
senza una ragione! Dimmi questa stramaledettissima ragione!!!!
-
Ok. Ora è davvero infuriata.
Tutta
l’ira percepita fino ad ora, non era che una pallida
ombra di quello in cui si è trasformata adesso.
Ora sta
anche urlando, urlando come una Banshee
impazzita.
Ma io non posso far altro che…
- tu non
verrai. -
So che con
queste stupide frasi non sto facendo altro che firmare la mia condanna a morte,
ma è l’unica cosa che riesco a dirle in questo
momento.
Se iniziassi a dirle il perché lei non deve
venire, finirei con il tradirmi e dirle tutto.
Come ogni
volta che litighiamo, alla fine riesce sempre a farmi dire quello che vuole.
Ma questa
volta decisamente no.
Se i suoi
capelli fossero come quelli di Minerva, la divinità Romana(non la cara
vice-preside, quella non la imita nessuno) adesso sarebbero
tutti aizzati contro di me.
- Ronald
Weasley! Smettila di rispondermi sempre
con quella stupida frase e dimmi una buona volta la ragione!-
Dice
schiacciandomi sul petto il giornale, con rabbia e, credo, esasperazione.
-
Hermione, se non vuoi che ti ripeta la stessa frase ancora, tu smetti di
chiedermi la ragione. È semplicemente così. Tu non vieni e basta, è troppo
pericoloso. -
Ecco che
come al solito è riuscita a farmi scappare parte della
risposta.
- ah è per
questo?! Perché è pericoloso?Lo
so che è pericoloso. Come è pericoloso per te e per
Harry. È solo per una stupida forma di maschilismo bigotto che dici che non posso venire! Bravo! Ma dovevo aspettarmelo da
uno che non permette alla sorella di stare con il
ragazzo che ama solo perchè lei è femmina e piccola e quindi è pericoloso! Sono
sicura che è un’idea tua! Sei stato tu a inculcare
quella stupida idea nella testa di Harry! Harry mi sembrava troppo intelligente
per una sparata tanto cretina! Dovevo immaginarmelo
che c’eri tu diet…RONALD
WEASLEY! Ti sto parlando! Abbi almeno il coraggio di guardarmi in faccia quando
ti parlo! -
Effettivamente
durante la sua filippica su quanto io sia stupido,
maschilista e tutti i “dolci” apprezzamenti che mi ha fatto, io mi sono voltato
sul letto fissando un punto sul muro.
Ma non ho neanche il tempo di girarmi che sento
uno strano peso sullo stomaco.
Hermione
si è fiondata a cavalcioni su di me e ora mi sormonta
minacciosa, con i capelli che le scendono ai lati del volto leggermente
arrossato.
Ma non è minimamente imbarazzata, piuttosto
arrabbiata.
Possibile
che non si renda conto di quello che ha fatto? E in
che posizione ci troviamo?
Possibile
che solo io mi senta terribilmente in imbarazzo?
All’improvviso,
come un fulmine a ciel sereno, Hermione alza una mano che teneva ancora stretta a pugno sul mio
petto e…
SKIAF!
Mi ha
tirato uno schiaffo.
- ahia! Ma sei impazzita? -
Ma dico; è impazzita? Uno schiaffo?
-no. Io non sono impazzita. Tu piuttosto a dire
quelle idiozie. Io verrò con voi. -
Dice
allora portandosi la mano al petto, spero, rendendosi conto di quello che ha
fatto.
- No. –
- si. –
-
Hermione, no. –
SKIAF.
E siamo a due
- si. –
-
Finiscila. No. –
SKIAF.
Un altro
schiaffo.
Ci sta
prendendo gusto.
- si. –
- No. –
SKIAF.
Ancora.
- si. –
-
Hermione, puoi darmi quanti schiaffi vuoi, ma non cambio idea. Tu non vieni. –
E con
questa mia ultima frase ad effetto,della quale vado
molto fiero, ribalto le posizioni in un attimo, bloccandole i polsi e facendola
stare sotto di me questa volta.
Vedo una
leggera venatura di rosso sulle sue guance, e avverto un movimento convulso del
braccio, che probabilmente voleva partire per darmi un altro schiaffo.
- Hermione
sono stanco di discutere. Tu non verrai. Pensa quello che vuoi, che sono un
insensibile, un maschilista, un’idiota. Pensa quello che vuoi. Ma non verrai. E non chiedermi più
il perché. -
E detto questo
mi alzo, malvolentieri.
Malvolentieri
si. Perché se fossimo stati in un'altra occasione, di
certo non me ne sarei andato.
Mi sto
avviando verso l’uscita e appena metto la mano sulla maniglia sento la voce di
Hermione raggiungermi da dietro.
- perché Ron? -
Ma questa volta non è più quella voce imperiosa
che mi ha gridato addosso fino ad ora.
Questa
volta è più una voce stanca, stanca come lo sono io di
discutere con lei.
- perché cosa Hermione? –
Rispondo
io, sempre fissando la porta davanti a me.
- perché
in quello che potrebbe essere l’ultimo giorno che passiamo qui alla tana,
dobbiamo litigare come al solito? -
E a questo
punto si è alzata, la sento avanzare verso di me, ma tenendosi sempre a una certa distanza.
- E poi, litigare per cosa? Lo sai che io verrò. Dovessi non andare a dormire per evitare che mi scappiate
senza dirmi nulla, io verrò. Non ci sarebbe motivo al mondo per
cui non vi seguirei. Quindi perché litigare
stupidamente per questo? -
Diciamo che aveva calcolato male le distanze.
Perché avendo messo una mano sulla mia spalla, aveva
fatto scattare qualcosa in me.
Qualcosa
che avevo dovuto reprimere troppe volte in sua presenza.
Quel
semplice contatto ha fatto si che io mi voltassi di
scatto, e la inchiodassi al muro con il peso del mio corpo.
Sentii un
piccolo gemito uscire dalle sue labbra, nel momento in cui si ritrovò a
sbattere contro il muro.
Io invece
mi sono ritrovato qui, inconsapevole delle mie azioni ad
respirare pesantemente cercando di prendere il controllo di me.
Rimanemmo
qui per qualche minuto semplicemente a guardare due punti diversi.
Io il
pavimento e lei, con il suo sguardo fisso su di me.
- non dire
mai più una scemenza del genere! -
Incredibile
ma vero, per la prima volta in vita mia i ritrovai, IO
a dire a Hermione Granger che aveva detto un’idiozia.
- questo
non sarà il tuo ultimo giorno alla tana. Tu rimarrai qui,al
sicuro. Visto che sei tanto in vena di perché oggi, perché dovresti venire con
noi? E rischiare la vita inutilmente? Senza contare il fatto che se tu venissi con noi non faresti che
peggiorare la situazione. -
Notai un
movimento del sopracciglio di Hermione e per prevenire un’imminente sfuriata,
continuai senza
darle il tempo di iniziare.
- si.
Peggioreresti la situazione. per noi saperti lì in
pericolo sarebbe solo una distrazione e una preoccupazione in più. -
Notai che
le mie ultime parole avevano fatto riabbassare immediatamente il minaccioso
sopracciglio.
E quindi continuai.
- Per
Harry sei come una sorella. –
Minuto di
silenzio.
E poi…
- E per te? –
-Beh
credimi, per quanto non sia stato io a dire a Harry di lasciare Ginny qui, sono
contento. Sapere di avere mia sorella con me, che rischia
la vita inutilmente non mi andava proprio a genio.-
-Non
intendevo questo. –
Cioè, si può semplicemente dire questo in uno dei
nostri discorsi? Che vuol dire non intendevo questo? E
perché ha di nuovo quella leggera inclinazione battagliera
nella voce?
Mi
ritrovai ad alzare finalmente lo sguardo dalla venatura del pavimento che era
per me, non si sa come mai, particolarmente
interessante, e fissare gli occhi nei suoi.
- allora,
per me cosa? -
Era un
minimo di sconforto quello che lessi nei suoi occhi?
- per
Harry sono come una sorella. E per te? -
Sentii le
mie orecchie andare a fuoco.
Ecco che
gira e rigira siamo tornati a questo punto.
Abbiamo litigato
una mattinata intera per fare in modo che non le dicessi il perché lei non deve
partire con noi, ed ecco che siamo tornati al punto di partenza.
Dopo tutto
un pomeriggio a scansare la fatidica risposta, ora non posso crollare
semplicemente così, solo perché sono irrimediabilmente attratto dai suoi occhi.
Divenni,
credo, fosforescente e abbassando lo sguardo, mi limitai a dire…
- beh per
me non sei come una sorella. –
Vidi il
famoso sopracciglio alzarsi pericolosamente ed Hermione aprire la bocca per
iniziare a parlare, ma…
Vi ho mai
detto quanto io adori mia sorella?
TOC! TOC!
La porta
si aprì lentamente e dall’uscio comparve la piccola testa fulva di Ginny, mia
unica sorella e salvatrice.
- Ragazzi siamo a tavola per il pranzo, scendete? -
Oh quanto
l’ho adorata in questo momento, lei neanche lo sa.
- si Ginny, arriviamo. -
Mi
affrettai a rispondere io.
Ma non avevo calcolato Hermione.
- Ginny
grazie, ma cominciate senza di noi. Noi stiamo parlando di una cosa seria.
Veniamo più tardi. -
Ginny,
sorellina adorata, io ti voglio bene lo stesso, anche se quella furba di
Hermione è riuscita a bloccarmi lo stesso.
Le lanciai
uno sguardo di intesa, prima di vederla scomparire
dietro la porta e sentirla urlare a tutta la famiglia Weasley riunita : - no
mamma, non vengono! Stanno litigando, ed Hermione gliele sta
facendo vedere di santa ragione! –
Ok . Cosa avevo detto? Che l’adoravo? Beh inizio a cambiare idea.
Credo
anche di aver percepito un qualcosa da parte di mia madre del tipo : - e fa bene! Speriamo che almeno a lei dia ascolto. –
Ma
torniamo al problema principale che di Ginny me ne occuperò
dopo.
Sentivo lo
sguardo arrabbiato ma triste di Hermione, sulle mie spalle.
E la cosa mi metteva ancora di più in
imbarazzo.
-Ron. Fai
l’uomo una volta tanto. Finiamo questo benedetto discorso. Non possiamo
trascinarci questa storia per sempre. –
Fai
l’uomo? Ma l’avete sentita? Questa ragazza, c’è poco
da dire sa colpirmi giusto dove fa più male.
- Herm. Io non sono “Viky” -
- Vicktor? Cosa c’entra Vicktor adesso? -
Effettivamente
mi sto chiedendo anche io perché mai mi è saltato in mente di mettere in mezzo
il caro Viky.
- Non
tirare Vicktor in mezzo, solo perché speri che così
abbandonerò il campo troppo infuriata con te. Non
possiamo continuare a scappare da questa situazione giusto perché tu non vuoi prenderti le responsabilità di quello che ci succede. Tanto sai che l’ho capito. L’hanno capito tutti. Perfino io
ora. Ma ancora non riusciamo a muoverci da questa fase
di stallo. –
- E ti
pareva che non avevi capito tutto tu?! Sentiamo, cos’è
che avrebbero capito tutti, anche tu, e che io
evidentemente non riesco a fare? –
Mi
avvicinai pericolosamente a lei che se ne stava ancora vicina a quel muro dove
l’avevo sbattuta prima.
Fissando i
miei occhi nei suoi, cercando di mascherare tutto l’imbarazzo e la paura che
provavo in questo momento.
Imbarazzo
tradito però dalle mie orecchie che, come segnalatori nella notte, risaltavano
come non mai.
E ad ogni mio passo indietreggiava un po’ anche
lei.
E ammetto che questa cosa un po’ mi piace.
Si vanta
tanto di aver capito tutto e che sono IO che non mi prendo
le mie responsabilità, ma poi alla fine è lei che indietreggia. O no?
A furia di
indietreggiare si è trovata con le spalle di nuovo al muro e ora mi fissa con
quei suoi occhioni.
- Allora?
-
Arrivati a
questo punto meglio farla finita.
Ma da dove mi esce tutta questa spavalderia?
- Lo sai
di cosa parlo. -
Mi dice
allora lei,con voce tangibilmente tremolante, sempre fissando
i suoi occhi nei miei.
- mh, no. Non lo so. Sai visto che
qui tutti, tu compresa avete capito tutto, forse
dovresti spiegarmi. -
Davvero,
ma sono io a parlare? No perché io credo di non essere io.
- oh
Ronald non fare l’idiota. Lo sai di che parlo. -
La sto
esasperando.
E la cosa, ammettiamolo, mi piace.
Inoltre sento il suo respiro affannoso.
Segno,
oltre alle sue guance scarlatte, che anche lei è in imbarazzo.
Cosa che mi tira leggermente su di morale.
Mi limito a
farle una faccia sorpresa, facendole intendere che non
ho la minima idea di cosa stia parlando. Ma in realtà ce l’ho.
Eccome se ce l’ho. E anche
lei lo sa. Ma mi piace portarla all’esasperazione.
- oh lo
sai a cosa mi riferisco. A questo. Al fatto che litighiamo sempre per le più
grandi idiozie, al fatto che ogni volta che litighiamo (e quindi finiamo per
non parlarci) rendiamo la vita un inferno a chi ci sta intorno, al fatto che
per quanto ogni volta litighiamo e ci feriamo, alla fine torniamo sempre a fare
pace, al fatto che hai cercato stupidamente di impedirmi di venire con voi, e
ancora non mi dici il perché, al fatto che porti ancora i segni dei canarini
che ti ho lanciato addosso per quella, umph, storia con lavanda, al fatto che
io non ti sopporto e tu non sopporti me, ma non possiamo stare separati,al
fatto che sei gelos… -
Basta.
Ne avevo
sentite abbastanza di motivazioni.
Adesso ero
io che stavo raggiungendo l’esasperazione e che se non la baciavo, morivo
immediatamente.
FINE (?)
Beh che ne
pensate?
Io non ero
per niente convinta…
E continuo a non esserlo; soprattutto per il
titolo.
Però se non pubblico non saprò mai se è solo una
fissazione mia o fa davvero schifo.
Quindi a voi l’onere.
Hihihi
J
A presto e
un bacione
Amy
p.s. un mega bacione aggiuntivo a tutte
quelle anime pie che hanno letto e recensito e mie ultime due one-shot (la belva domata e io non piango) GRAZIE. Grazie
veramente.