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Autore: Britin_Kinney    22/11/2012    1 recensioni
Artù un giorno, con la scusa di andare a caccia si dilegua da Camelot, scomparendo. Uther, incarica - ovviamente- Merlino di andare a cercarlo. Quello che Merlino non sa è che Artù è scappato per un motivo ben preciso. Un piano che si era prefissato e che riuscirà a portare a termine, proprio per Merlino.
Spero di avervi incuriosito :)
Sarei lieta se faceste un salto :)
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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"Sei certa che funzionerà?" chiese Gwen alla strega bionda.                                                  
 "Sì, funzionerà" rispose secca "Adesso è ora della tua parte di accordo" continuò in tono grave.    
Gwen, annuì una sola volta.                                                                              
"Dimmi cosa vuoi sapere" le mormorò.                                                                           
"Voglio sapere se mia sor... se Morgana sta bene" concluse, cambiando la fine della frase.                   
"Sta' benissimo" rispose la serva "Perché vuoi informazioni su di lei? Cos'è lei per te?" chiese, vedendo la bionda chinare il capo.
È mia sorella... l'unica persona che mi sia rimasta a questo mondo... avrebbe voluto rispondere e, invece, inventò una piccola storia:                                                                        
"Qualche anno prima la mia ascesa come grande sacerdotessa, trovammo nei pressi di Avalon una ragazza: Lady Morgana. Mi ci affezionai, lei era ferita e me ne presi cura. Le altre sacerdotesse, per quanto potessimo avere un legame di sorellanza dettato da un patto stretto con il sangue, non sembravano aver cura di me. Fin da quando arrivai ad Avalon, inesperta e impreparata, mi schivavano, mi maltrattavano. Ricevevo da loro vessazioni di ogni tipo..." gli occhi di Morgouse si inumidirono ricordando quei maltrattamenti: i pizzicotti, gli schiaffi. "E nonostante Luna, la grande sacerdotessa, vedesse quanto le altre ragazze trattassero male la nuova arrivata, non prendeva provvedimenti di nessun tipo... Ad ogni modo, io e Morgana diventammo amiche. Durante il tempo in cui rimase da noi, dimenticai perfino le angherie delle altre. Una volta Morgana sorprese Lilian, la più grande, a tagliarmi il dorso della mano mentre le sue due serve mi tenevano ferma..." il racconto di Morgouse era così interessante che Gwen ascoltandola, per un attimo, dimenticò perfino i suoi scopi malvagi.
"Si mise in mezzo e mi difese, picchiandole e impartendogli una lezione che difficilmente avrebbero dimenticato... Purtroppo la grande sacerdotessa venne a saperlo e Morgana per la sua condotta fu allontanata dal tempio e riportata a Camelot. Ci eravamo promesse che non ci saremmo mai perse, nonostante la lontananza... ma non posso avvicinarla, perché Lilian serba ancora rancore per lei: se venisse a sapere che lei è con me, ci cercherebbe e si vendicherebbe. E io non posso permetterlo" soddisfatta della sua storia alquanto credibile, Morgouse ritornò agli intenti della serva.                                                         "Tieni, questo è un anello conduttore. Indossalo. Ti basterà pronunciare queste parole puntando il palmo verso Merlino e avrai ciò che vuoi" le porse l'anello e non appena le loro mani delicate di incontrarono, Morgouse strinse le dita della serva.                                                       
 "Prometti che scriverai e mi racconterai di lei" le fece giurare, la serva si liberò dalla morsa e promise che l'avrebbe fatto, poi si alzò il cappuccio e si recò a Camelot.

Merlino dormiva felicemente rannicchiato al petto di Artù anch'esso dormiente. Gwen si avvicinò alla persona che più odiava e, puntando il palmo verso di lui, pronunciò le parole scritte sul piccolo pezzo di pergamena. I suoi occhi si tinsero insolitamente d'oro e dopo qualche minuto poté vedere i frutti del suo operato venire alla luce. Sorrise soddisfatta e lasciò momentaneamente Camelot.
Merlino strofinò il capo contro il petto di Artù, sorridendo.                                                   
Anche il biondo cominciava a svegliarsi senza aprire gli occhi.                                                    
Merlino si sollevò e cercò la sua bocca per baciarla, la trovò e la baciò.                                           
Artù aprì gli occhi e si accorse solo dopo qualche secondo dei lunghi capelli che gli accarezzavano il petto mentre qualcuno lo baciava. Spinse via il corpo appoggiato al suo.                                       
"Chi diavolo sei tu?! Dov'è Merlin?" chiese sbigottito.                                                       
Merlin aggrottò le sopracciglia, non capendo. Perché Artù l'aveva spinto via?                                 
 "..."                                                                                                        
Merlin provò a parlare ma nessun suono uscì dalle sue labbra.                                        
 "..." provò di nuovo, ma non pronunciò alcuna parola.                                                             
"Chi diavolo sei?" richiese Artù.                                                                               
Ma si è rimbabinit...?                                                                                       
Merlin sentì solo in quel momento un solletico indistinto alle braccia che reggevano il lenzuolo sulle sue cosce.                                                                                                
Abbassò lo sguardo e vide dei lunghi capelli corvini accarezzargli la pelle.                                      
Guardò meglio e... erano i suoi!                                                                                        
"Sei sorda per caso? Chi diamine sei tu?" fece di nuovo bruscamente il Re.                                 
Merlino gli fece cenno di aspettare un attimo con una mano.                                                         
Si recò verso il tavolo e scrisse su una pergamena:                                                           
"Sono Merlin. Sono sotto l'effetto di un incantesimo, ne sono certo" e poi lo mostrò al biondo che dopo aver letto rise.                                                                                                   
"Davvero vuoi farmi credere che sei Merlin?" il mago annuì risoluto, facendo ondeggiare i capelli fluenti che per la lunghezza accarezzavano il lenzuolo.                                                     
"Merlino parla, come mai tu sei muta?" chiese il biondo con un sopracciglio alzato.                            
Merlin alzò gli occhi al cielo.                                                                                    
"Deve essere uno degli effetti dell'incantesimo, asino reale!" non appena il biondo lesse quell'insulto, vacillò e rifletté. C'era solo una persona che avrebbe osato chiamarlo in quel modo…                         Sollevò gli occhi dalla carta e li puntò sul viso della giovane.                                              
"Merlin?" fece, il moro annuì "S-sei d-davvero tu?" chiese. Poi gli occhi, accidentalmente, gli caddero sui seni della ragazza che i capelli non riuscivano del tutto a coprire.                                          
Merlin alzò lo sguardo al cielo, gli diede un pugno sul braccio con le dita bianche e delicate e si indicò gli occhi; scrisse sul foglio: "Gli occhi, Dio, me li ha fatti qualche centimetro più in su" Artù sorrise, non proprio divertito arrossendo per l'imbarazzo.                                                              
"Bhe... vestiti, allora. Sono pur sempre un uomo" si giustificò.                                             
"Vorresti dire che nel mio corpo maschile non suscito lo stesso desiderio che questo corpo sconosciuto suscita in te?" scrisse di corsa, con il broncio.                                                                    
"No, amore mio. Tu sei sempre tu. E anche se avessi quattro occhi e sei mani ti amerei" Merlin sorrise con il suo nuovo viso.                                                                                          
Poi, indossò i vestiti della cerimonia del giorno prima e si avviarono da Gaius per chiedere spiegazioni. Purtroppo le sue scarpe da uomo, erano parecchio più grandi dei piedini fragili che si ritrovava adesso e, mentre scendeva le scale, prese una storta e rischiò di cadere. Fortuna che Artù lo afferrò dalla vita fragile, quasi come quando era ancora Merlin, e lo salvò dalla miriade di scaloni di marmo che avrebbe dovuto affrontare qualora Artù non avesse avuto i suoi riflessi pronti.                                            
"Cerca di stare attento, amore mio" lo ammonì dolcemente.                                                     
"..." , avrebbe voluto rispondere Merlin, ma poi ricordò la sua situazione di mutismo, scosse il capo dandosi dell'idiota e in seguito annuì alle parole dei biondo.                                           
Dannazione.
  
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