Piu’ guardava quelle cicatrici sui polsi e sul resto del braccio piu’ si sentiva inferiore,quasi insignificante. ormai quei segni i quelle lunga battaglia con se stessa non se ne sarebbero andati,l’avrebbero perseguitata ovunque;delle volte gli avevano provocato un sensazione di disaggio ma ormai facevano parte di lei.
quel giorno i suoi genitori erano in preda a una delle solite liti,si sentivano urlare sino alla sua cameretta.si sentivano i piatti rotti,le urla disperate di sua madre e quelle dure di suo padre..era una tortura per lei sentire sua madre soffrire così,non poteva capire come lo splendido uomo che suo padre era sino qualche tempo fa’ si fosse trasformato in una sorta di distruttore,non ci riusciva proprio.prendeva degli scatti di tutta la famiglia in mano e rimaneva lì,per ore ad osservarle ogni tanto una lacrima gli bagnava il candido volto color pesca,così si richiudeva in bagno apriva il cassetto di suo padre e prendeva la solita lametta che ormai da tempo il suo corpo conosceva.si,il suo corpo perche’ ultimamente i suoi polsi,i suoi bracci,non gli bastavano piu’..piu’ volte aveva pensato al suicidio ma non aveva mai avuto il coraggio di compiere quell’atto.quel giorno decise pero’ di affrontare suo padre,di non scappare piu’ anche se ce ne sarebbero state anche per lei..piu’ avvicinava alla cucina,piu’ scendeva quelle scale piu’ si sentiva morire.
quell’uomo non era piu’ lo stesso di un tempo,lo stesso che la portava al parco e gli dondolava l’altalena,che gli raccontava la favola prima di dormire.
basta!ti prego!fallo per nostra figlia non puo’ vivere in un ambiente così!
non mi interessa nulla di tua figlia!è stato sempre un errore.
eva con i suoi singhiozzi aveva richiamato l’attenzione di quell’istante su di lei.
un errore?disse con voce tremolante.
no aspetta,eva! Disse sua madre correndo da lei che era ormai uscita di casa.
un errore.ecco,cos’era lei per tutti.solo uno stupido errore di percorso.
accese l’ennesima sigaretta,che ormai aveva incatramato i suoi canditi polmini.si diresse verso il parco.
stava attraversando le strisce pedonali da brava cittadina quando vide tutto nero,si sentì mancare il terreno ma stranamente non era preoccupata,era felice che in qualche modo gli stesse succedendo qualcosa di brutto.
si sentì schiaffeggiare ma non volle aprire gli occhi.
-ehy!apri gli occhi,dai!cristo,chiamate un ambulanza!