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Autore: _SummerParadise    22/11/2012    1 recensioni
Questa storia mi è successa realmente e mi ha segnata molto.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la mia storia. La storia della mia vita. Non sarà strappa lacrime come altre ma penso che per capirmi dobbiate sapere queste cose.

 

Inanzi tutto devo descrivere una mia caratteristica: ho la tendenza a cancellare i ricordi più brutti.

So che sono successe, ma non mi ricordo di averle vissute. E' strano da spiegare...

 

Tutto è iniziato il 12 luglio 2011, il giorno del mio tredicesimo compleanno.

Dovrebbe essere un giorno felice e allegro perchè finalmente entri a far parte del mondo degli adolescenti, ma per me non è stato così.

A dire il vero la giornata si è svolta normalmente. Solite cose: la torta, i regali, ecc... il brutto è avvenuto alla sera.

Devo premettere che non mi è mai piaciuto il giorno del mio compleanno perchè sentivo che la vita passa velocemente e che mi scivola via dalle mani, però adesso ho un motivo in più per odiare quel giorno.

Alla sera come al solito cenai con la famiglia, spensi le candeline, mi diedero un regalo e a una certa ora andammo a dormire.

 

13 luglio 2011 ore 4:00

Non capisco se è un sogno o se sono sveglia ma vedo la luce in corridoio accesa. Sarà mia sorella, mi giro e torno a dormire. Una voce mi sveglia. Mio padre? Sì, è lui sta chiamando il mio nome.

Mi alzo e vado nella stanza dei miei genitori e vedo mia sorella che piange seduta sul letto e mia mamma sdraiata. Cosa sta succedendo? Dov'è mio papà? Perchè mia sorella piange? Cos'ha la mamma?

Dal corridoio spunta mio padre -anche se ho scritto in precedenza che la mia mente ha cancellato la maggior parte dei ricordi penso che la sua faccia non la dimenticherò mai- era bianco cadavere, gli occhi pieni di terrore. "Gaia, la mamma sta male. Non so cosa abbia, ho appena chiamato l'ambulanza."

Scoppio a pingere mi siedo sul letto e stringo la mano di mia madre. Inizia a muoversi e provo a calmarla "mamma, sono Gaia, tua figlia, mi riconosci? Mamma, ti voglio bene. Sono qui non ti preoccupare."

Ma lei non sentiva queste parole, continuava ad agitarsi nel letto. Arriva mia sorella ha un bicchiere in mano, tra le lacrime lo porge a mia mamma. Lei lo prende, ma lo fa cadere a terra.

Il suono del vetro che si rompe mi trafigge la mente.

Arruva mio padre raccoglie i cocci. Suonano al citofono. L'ambulanza? Sì. Mio padre va ad aprire.

I medici entrano in camera e una signora porta me e mia sorella in sala per parlarci. "Il cuore della vostra mamma, batte troppo forte. Pensiamo sia quella la ragione per la quale adesso si è sentita male."

Più tardi scoprirò che quella donna si era sbagliata.

Portano via mamma su una barella, quando sono davanti alla porta mia mamma guarda me e mia sorella in lacrime. "cosa avete fatto agli occhi" ci dice con voce da bambina.

E' questa la mia mamma? No, non è lei. Non la riconosco.

"Niente, mamma." rispondiamo insieme.

 

Le ore successive le passai seduta sul divano iniseme a mia sorella a guardare programmi scadenti alla TV tra una lacrima e l'altra. Non ci scambiammo neanche una parole.

Ogni dieci minuti circa ricevevamo una chiamata di papà dall'ospedale; d'altronde eravamo solo due bambine di 13 e 10 da sole in casa di notte.

A ogni chiamata una valle di lacrime.

Verso le 6 mio padre tornò a casa dicendo che la mamma stava bene e che gli aveva parlato, inoltre papà aveva parlato anche con i dottori e gli avevano detto che la mamma aveva avuto una crisi epilettica.

La mamma è restata in ospedale per alcune settimane e ogni giorno andavamo a trovarla.

In quelle settimane mi sono sentita davvero sola, non avevo nessuno al mio finaco. Tutti i miei "amici" erano in vacanza e la maggior parte di loro non sa neanche cos'è successo; alla fine dell'estate mi hanno detto che ero cambiata, che non ero più la stessa di prima. Chissà come mai.

Loro non c'erano nel momento del bisogno e non ci sono mai stati.

In quelle lunghe settimane avevo solo mia sorella, mio padre e mia nonna; mi ricordo ancora quando ho vista mia nonna mentre parlava in lacrime con mia zia "avrei dovuto esserci io al suo posto..."

Ma la parte peggiore è stata quando ho visto per la prima volta mio padre piangere. Lui è un uomo forte piange solo quando la situazione è davvero grave, e in quel momento lo era.

 

Adesso mia mamma prende delle pastiglie e sta benissimo.

Scusate se ci sono errori di ortografia ma non ho la forza di rileggere il testo senza piagere.

  
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