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Autore: gemellina    11/06/2007    34 recensioni
“Possiamo definirla la prima eroina della storia della letteratura” Qualcuno di non identificato aveva osato pronunciare quella boiata colossale per le povere orecchie di Draco Malfoy, e dunque trovò giusto far sentire il suo parere e rendere eccitante quell’angosciante ora che non sarebbe mai trascorsa senza il suo proverbiale intervento. “Giulietta era una puttana!”
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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six

Anche gli ultimi giorni di vacanza erano giunti al termine, e la mattina che avrebbe rappresentato l’inizio delle lezioni, non era stata accolta a braccia aperte.

“Cos’abbiamo a prima ora?”, chiese Harry addormentato mentre si puliva gli occhiali improvvisando un lembo della tovaglia come apposita pezzuola.

Ron rimase incantato dal biscotto inzuppato nel latte, e dopo averlo fissato intensamente rimase molto male quando cadde nella tazza con un sonoro Splash!

“Forse Divinazione”

“Come sarebbe a dire forse?”

“Sto morendo di sonno, cosa vuoi che me ne freghi di ciò che abbiamo alla prima ora?”

Effettivamente ciò che aveva concepito il cervello di Ron, non faceva una grinza.

“Buongiorno miei cari”, la voce squillante di Hermione, arrivò ai due ragazzi come una cannonata.

“Ma come fai ad essere sempre così pimpante?”, era un dilemma per Ron.

“Sono iniziate le lezioni! Come non potrei essere felice?”

“Giusto! Domanda idiota!”, asserì tristemente Harry servendosi di una generosa quantità di caffè nero bollente, tanto per cercare di risvegliarsi e di non immaginarsi nel suo letto nel sonno più profondo.

Tutti e tre mangiavano con foga, come se non toccassero cibo da giorni.

“E’ da tempo che non vedo McLaggen in giro…”, disse Ron mandando giù un boccone di bacon.

“Vero… chissà che fine ha fatto…”,continuò Harry.

“Devo dire che si sta molto meglio senza quell’idiota…”

“Ben detto!”, e dopo un brindisi improvvisato per festeggiare la scomparsa di Cormac McLaggen, ognuno di loro si premurò nel recarsi in aula.

 

                                                        ***

 

Blaise Zabini stava cercando di uccidersi dando testate al muro.

“Zab, vuoi forse distruggere il dormitorio?”

“Cazzo Dra! Ti avevo chiesto un favore, ed era pure semplice da portare a termine… anche tu potevi riuscirci”

Draco posò lo sguardo sul suo amico che continuava nella sua incessante opera di autolesionismo.

“Una domanda mi sorge spontanea, ma come mai ci pensi dopo tre giorni?”

Blaise smise di dare testate, “Perché sono un idiota!”, convenne mugolando.

Draco si sistemò la cravatta, si specchiò un’ultima volta e afferrò la sacca.

“Bravo! Era a questa verità che volevo arrivare!”, aprì la porta e fece per uscire, “Ci si vede a lezione, Zab!”

Blaise rimase lì con il suo dolore.

 

                                                        ***

 

Intanto i 7 dell'’Apocalisse erano già pronti al combattimento. Libri alle mani, occhi incollati alla frase emblematica su cui avrebbero dovuto dibattere, e unico neurone impazzito.

“Non sono molto contenta di come si sia svolta la festa di Natale”

“Non pensarci più, ormai siamo a Gennaio…”, disse con aria cospiratoria Anthony Goldstein, regalando pacche affettuose alla Corvonero.

“Ed è per questo che impiegherò tutte le mie energie affinché il Ballo di Primavera sia senza precedenti… altro che Ballo del Ceppo”, asserì convinta e infervorata dalle sue stesse parole. Peccato che non si potesse ritenere una grande oratrice e non riuscisse a trascinare le masse. Era già un miracolo che riuscisse a coinvolgere se stessa in ciò che blaterava.

“Ho intenzione di fare le cose in grande, Silente mi ha dato carta bianca…”

Albus Silente si era definitivamente bevuto il cervello. O faceva tutto parte del suo grande piano? Ammesso e concesso che ne avesse uno.

“... i miei complimenti per la festa! Ha fatto davvero pena!”, i magnifici 7 si voltarono contemporaneamente verso colui che aveva proferito parola, e si ritrovarono davanti un Draco Malfoy ghignante più sexy del solito, se possibile.

“Malfoy”, ringhiò Ernie Mcmillan.

“Rilassati energumeno, non ti conviene vestire i panni del cavaliere senza macchia e senza paura.”

Ernie era pronto a colpirlo. Un formicolio insopportabile gli stava atrofizzando la mano, doveva pur scaricare la rabbia da qualche parte…

“Pensi di poter fare tutto quello che vuoi?”, disse minaccioso con la mano stretta a pugno.

Draco si portò una mano al mento e assunse la tipica posizione da uomo che pensa e riflette; “Ehm… sì!”, asserì sereno incenerendolo con lo sguardo.

“Non sei il padrone del mondo”

“Non bisogna essere necessariamente il padrone del mondo per divertirsi con qualche battutina innocente…”

“La tua battutina non era innocente, hai fatto piangere Padma”, e indicò la ragazza singhiozzante, Draco ovviamente non se ne curò. Le ragazze amavano piangere, il più delle volte lo facevano senza motivi seri, erano tutti stupidi, futili e privi di ogni logica.

Quell’idiota Corvonero che motivi aveva per piangere? Il suo parere sulla festa era così rilevante? Dipendeva tutto dal suo giudizio? Stupide oche senza cervello…

“Non me ne frega un bubotubero secco delle sue lacrime”

“Sei un insensibile!”, ruggì il Tassorosso furioso.

“Quanti complimenti…”, ribattè ironico accomodandosi al banco in fondo all’aula.

Ernie ormai digrignava i denti, “Giuro che ti ammazzo!”,abbaiò furente.

Draco si portò le mani alle tempie e le massaggiò lentamente, stanco di tutte quelle parole.

Ernie l’avrebbe davvero picchiato senza pietà?

No, perché tutti erano bravi a parlare, ma non ad agire.

“Cosa sta succedendo qui?”, Hermione Granger aveva fatto il suo trionfale ingresso ammutolendo tutti i propositi per il delitto perfetto.

“Niente”, disse Ernie rabbuiandosi e sedendosi accanto a Padma.

Hermione li squadrò ad uno ad uno, ma i loro sguardi erano troppo vuoti per potervi capire qualcosa, e gli unici che avrebbero potuto trasmetterle qualcosa erano coperti dalle braccia.

“Siamo pronti per la lezione?”

“Sì”, dissero 7 voci all’unisono.

 

Un amore impossibile che rasenta l’adorazione

 

La frase scritta alla lavagna era piuttosto chiara. Ma ovviamente a Draco Malfoy non garbava più di tanto. Quel romanzo lo aveva coinvolto, non tanto per la storia, ma perché la Granger voleva una risposta da lui,e  lui voleva sapere in cosa le ricordava il Conte Fersen.

Aveva divorato quel romanzo, e aveva tirato le sue conclusioni, solo che non le avrebbe mai dette lì davanti a quella massa di idioti.

“Ma come mai la loro storia d’amore non esce allo scoperto?”, una domanda che avrebbe di sicuramente vinto il Premio Nobel per l’idiozia, se solo un Premio Nobel per l’idiozia fosse esistito.

Hermione alzò gli occhi al cielo, segno d’inconfutabile disperazione.

“Forse perché lei era la Regina”, rispose stancamente sedendosi su di una sedia.

Intanto Draco Malfoy scarabocchiava qualcosa su un foglio di pergamena; quando si annoiava disegnava sempre qualcosa, e in quell’ora il suo soggetto era un castello.

“E la Regina non poteva ribellarsi al volere e sposare il Conte Fersen?”, domande partorite da menti deviate, domande assurde forse concepite la notte per cercare di risultare intelligenti e amanti della cultura, ma leggere non significava acquisire cultura e sapere, oltre alla semplice azione che implica una lettura andava messa in moto anche l’intelligenza, la perspicacia, la furbizia… ma a quanto sembrava, quelli erano tutti elementi inesistenti in quelle giovani e stupide teste.

“No”, ribattè secca e scocciata Hermione, cercando lo sguardo di Draco, almeno lui l’avrebbe aiutata, almeno lui era in grado di movimentare quelle ore di lezione, e almeno lui la faceva divertire e le faceva captare il senso di avere pareri diversi dai suoi.

 “E perché?”, Padma Patil non demordeva.

“Hai mai sentito parlare di etichetta di corte?”

Lasciò la Corvonero a boccheggiare, ma non era di certo incoraggiante sapere che quei 7 idioti imbalsamati non erano neppure a conoscenza di cose semplici ed elementari.

Draco intanto ascoltava quelle raccapriccianti parole e imperterrito non staccava gli occhi dal suo scarabocchio. Quel castello gli ricordava quella che era stata per anni la sua prigione, per fortuna Harry Potter aveva fatto il suo lavoro uccidendo quel pazzo sadico omicida, e adesso era libero di sposare la donna che preferiva. Capiva Maria Antonietta e la sua storia con il Conte Fersen, capiva anche che Luigi doveva essere un’idiota senza precedenti se tardava nel mettere incinta la sua consorte, rivide la situazione che avrebbe dovuto affrontare se quel maniaco non fosse stato ucciso e la sua vita definitivamente liberata da catene d’oro e d’argento.

“Il Re di Francia era gay!”

I 7 illibati sperarono che il termine gay stesse per gaio con tutte le loro forze, quella che usava Malfoy non era etichetta morale.

Perché Satana doveva insinuarsi in quelle pacifiche ore di lezione?

Perché le loro anime pure dovevano combattere con tali parole amorali?

Loro erano innocenti.

“Almeno un po’ di fortuna per la povera Maria Antonietta…”

“Visto che il Re usava il suo amico solo per procreare e non per darle piacere era ovvio che la Regina si rifugiasse in un uomo…”, Hermione sorrise, finalmente Draco Malfoy si era risvegliato dai suoi pensieri e stava facendo scandalizzare i magnifici 7. Visione assolutamente interessante e aspettata quasi con sofferenza.

“Ti ho dunque portato a credere che esiste l’amore?”, chiese tronfia.

“Ovviamente no, la relazione che intercorreva tra i due era basata solo sul sesso.”, asserì sicuro, “Ciò che spinge Maria Antonietta tra le braccia del Conte è solo la voglia di provare piacere…”, concluse.

“Allora devo dedurne che non hai letto bene la fine…”, insinuò la grifoncina sorridente.

“Ho letto il libro con scrupolosità, ho addirittura analizzato i personaggi e le loro azioni ”

Hermione si accomodò di fronte al ragazzo.

“Malfoy, ti sarà sicuramente sfuggito il passaggio in cui si dice chiaro e tondo che lui nonostante avesse relazioni parallele pensasse sempre a lei…”

Draco inarcò un sopracciglio, “Sai Granger, non sempre si pensa ad altre donne perché quelle ci hanno catturato il cuore, il più delle volte accade perché quella eccita di più…”

Stavano addirittura parlando di cose esplicite, stavano addirittura parlando dell'’atto sessuale ad una lezione di Letteratura. Quella era sicuramente una maledizione. Non doveva accadere.

“E allora perché fa di tutto per salvarla?”, ribattè Hermione pronta come sempre a sostenere le sue convinzioni.

“Si sente in dovere…”, lasciò la frase a metà, lasciando così ad Hermione un inebriante profumo di vittoria, perché se Malfoy lasciava le sue supposizioni a metà voleva solo dire che non ne era del tutto convinto, e ciò implicava una sua schiacciante vittoria.

“E per cosa?”

“Per tutto quello che è successo tra di loro immagino… Dopo tutto il sesso che hanno fatto e dopo la loro relazione epistolare è ovvio che il Conte provasse un minimo di attaccamento…”

“Sbaglio, o ti stai arrampicando sugli specchi?”, fece sarcastica, sentendo ancor più forte il profumo della vittoria.

“Mettiamola così Granger, se io e te fossimo compagni di sesso, ed a me accadesse qualcosa, tu non ti sentiresti in dovere di salvarmi?”

Le cose si facevano davvero esplicite, e qualcuno dei 7, nascostosi sotto il banco si fece il segno della Croce.

“Se la nostra relazione iniziasse con il sesso, poco dopo subentrerebbe l’amore…”

“Ti sei dimenticata la cosa più importante Granger, io voglio il tuo corpo non la tua anima…”

Hermione si ravvivò i capelli, “E se da parte mia ci fosse anche amore? Credo proprio che io sarei la prima a possedere la tua anima…”, disse.

“Ne sei proprio sicura?”, chiese sardonico sovrastandola.

“Certo! Tu saresti così preso dal mio corpo che non ti renderesti conto di avermi donato la tua anima.”

Un mezzo sorriso si disegnò su quelle labbra dal disegno perfetto; lei era lì davanti a lui pronta a sostenere le sue convinzioni, lei era lì pronta a combattere per ciò in cui credeva, lei era lì senza provare imbarazzo nonostante la conversazione: Hermione Granger non era una semplice ragazza, Hermione Granger era davvero una donna matura.

Il sesso non era un tabù, ma Draco sapeva che quel genere di conversazione affrontato con una ragazza che non fosse lei, sarebbe stato pieno di guance arrossate, parole sussurrate e occhi bassi, forse improvvisamente attratti dagli scarafaggi che popolavano quel castello.

Lei invece nonostante la sua statura cercava di fronteggiarlo, lei aveva lo sguardo incollato nel suo, e se le guance erano imporporate la colpa andava attribuita a tutto il fervore che ci stava mettendo per far prevalere le sue convinzioni. Draco ne era affascinato.

“Non mi è chiaro, vuoi forse dirmi che tutte quelle che sono passate dal mio letto si sono prese la mia anima?”, chiese confuso.

Hermione sorrise, “No, perché loro non sanno vedere aldilà del tuo corpo.”, rispose serafica.

Breve e concisa, una frase che fece gelare il cuore del Serpeverde. Perché le parole della Mezzosangue stavano iniziando a fargli quell’effetto?

Lui nelle sue amanti vedeva solo il corpo, era un atto puramente carnale, niente di più.

Le ragazze erano tutte uguali, cosa poteva cambiare? L’Anatomia umana era uguale per tutte. Draco non capiva.

“Granger, l’amore non esiste, sono solo fantasie di una bambina innamorata”

“… e le tue quelle di un ragazzo solo”

Rimasero lì a guardarsi e a far in modo che le parole proferite da entrambi scivolassero via e non intaccassero i loro pensieri.

Avevano altro a cui pensare, altro su cui arrovellarsi, non era quello il momento per stabilire chi dei due avesse delle turbe mentali.

Improvvisamente la professoressa Romance si riprese dal suo stato dei catalessi e parlò:

“Bene, la lezione è finita.”, disse applaudendo aspettandosi che i suoi alunni la seguissero, e quando si rese conto che tutti stavano cercando di guardare altrove, smise di applaudire non potendosi non sentire un’imbecille senza eguali.

“Ovviamente la lezione Lunedì prossimo non ci sarà per via della Partita di Quidditch, quindi per la prossima volta leggetevi Orgoglio e Pregiudizio”, prese le sue cose e si eclissò dall’aula.

In pochi secondi quell’aula era diventata un deserto.

Solo Hermione occupata a sistemarsi la sacca, e Draco intento a fumarsi una sigaretta vi erano rimasti. Erano in religioso silenzio. Forse entrambi arrabbiati per le frasi dette prima.

Un silenzio un po’ troppo pesante che andava distrutto, ma i due soggetti erano un po’ troppo orgogliosi.

Draco ciccò sul banco, e afferrata la borsa passò volontariamente accanto alla grifoncina sfiorandola, voleva che lei le dicesse qualcosa, qualsiasi cosa… anche un insulto.

Ma ciò non avvenne…

 

 

 

 

 

 

 

Buon compleanno a me

Buon compleanno a me

Buon compleanno a meeeee!

Ed è nel giorno in cui compio 19 anni che ho deciso di postare il nuovo capitolo!

Mi sono fatta una specie di regalo XDXDXD

 

Ragazze in verità dovrei essere io a fare un regalo ad ognuna di voi perché siete veramente speciali!

Ieri sono andata a trovare il mio amico e per fortuna sta bene, quindi questo compleanno è ovviamente più sereno! JJJ

 

Come al solito sono di fretta e non posso ringraziarvi singolarmente per come meritate… sono proprio uno schifo! Sob…

 

GRAZIE MILLE

 

kisses

 

  
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