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Autore: Swaggg    22/11/2012    2 recensioni
Paura, terrore, solitudine. Emozioni che si provavano stando fermi in una stanza circondata da corpi senza vita. Da corpi che una volta vivevano, parlava e passeggiavano e adesso giacevano su un gelido pavimento della casa di Rose Street. Hanna Lars, era seduta al centro di quella stanza, illuminata dalla luce del sole che proveniva dalla finestra. Era seduta e con le braccia si teneva unite le gambe al petto. Si dondolava sui glutei avanti e indietro disperata. Piangeva ormai da ore per quello che era riuscita a fare. Piangeva perché non aveva più una famiglia. Ma la tentazione era troppo forte, svegliando in lei un sentimento inspiegabile e una reazione da parte del suo cervello che non aveva motivazioni
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Illusion




Era un momento di vera tensione. Nessuno si aspettava che Francesco spuntasse da un momento all’altro e si mettesse ad uccidere chiunque,
ma non era un chiunque quella persona che stava per premere il grilletto alla tempia di Hanna.
Il silenzio colmava il momento attorno a loro, avvolgendoli in un cerchio,
estraniandoli dal mondo esterno, nonostante intorno a loro non ci fosse nessuno.
Avevano tutti i respiri affannati, la paura era viva tra di loro e saltava da persona a persona come se avesse dei trampoli,
e malefica saltava al primo che incominciava ad abituarsi alla situazione.
Hanna, per esempio, stava incominciando ad abituarsi. Aveva cambiato atteggiamento da un momento all’altro,
e per un qualche scherzo della natura, la sua paura di essere uccisa era minima a quando sai che il tuo cane fedele potrebbe morderti.
Lo sguardo di Justin balzava da Francesco ad Hanna, da Hanna a Francesco.
Poi si soffermò su Hanna, e notando la sua espressione tranquilla si preoccupò ancora di più: stava per succedere qualcosa.
“Non essere così sicura che non ti uccida, Hanna” disse l’uomo con aria di disprezzo.
Francesco, più la guardava e più provava un grande senso di nausea e ribrezzo nei suoi confronti.
Se non fosse stato per il fatto che la considerava una figlia, l’avrebbe uccisa senza farsi degli scrupoli, così con un colpo secco alla testa e sarebbe morta.
“Sono sicura, perché non ho fatto niente” parlò la ragazza che aveva una pistola puntata alla testa e più di due omicidi commessi.
“Sei una bastarda e bugiarda, e tiè ti ho fatto anche la rima” disse Francesco con sogghigno simpatico, infatti Hanna rise,
ma lui si ricompose e le strinse ancora di più il braccio attorno al collo, quasi per strozzarla.
“Hey bello, rallenta la presa, così mi uccidi per davvero!” disse lei, mantenendo il braccio di lui per allentare la presa.
“Secondo te non ne sono capace?” Francesco aveva assunto, di nuovo, quello sguardo serio di quando era arrivato,
e senza farselo ripetere due volte sparò ad Hanna e lei cadde per terra.
No, non è andata così, ma una cosa simile. Per dimostrare ad Hanna che Francesco avrebbe sparato sul serio,
lui staccò la pistola dalla tempia di lei e la puntò in alto, premendo il grilletto e sparando un colpo all’aria.
Si sentì un tonfo, tanto che Justin dovette coprirsi le orecchie per il rumore. Alcuni uccelli salirono in volo, allontanandosi da quella zona.
Il cuore di Hanna, allora riprese a battere velocemente, ma cercò comunque di rimanere tranquilla e di non apparire debole.
“Francesco non arriviamo a conclusione affrettate, forse ha qualcosa da dire” spiegò Justin, muovendo le sue mani su e giù, come per emanare tranquillità all’uomo.
“Si certo, così se la lascio uccide me e te e scappa” disse, mantenendo salda la presa sul collo di lei.
Hanna respirava a fatica e cercava, almeno con le mani e la propria forza, di allentare il braccio possente di Francesco che non aveva assolutamente intenzione di lasciarla andare. Ma Hanna aveva, comunque, un piano.
“Invece ho da dire delle cose, ma se mi trattieni così non potrò mai spiegare la situazione” aveva assunto di nuovo quell’aria di chi non aveva paura di niente, almeno lo dimostrava, ma dentro di sé, c’era una guerra di emozioni mescolate insieme, come un composto in chimica.
“Non mi fai fesso…non ti lascio nemmeno se un gabbiamo mi cagasse in testa” affermò con tono deciso.
Hanna stava perdendo la pazienza, si era scocciata di quella situazione e i suoi occhi assunsero un qualcosa di maligno, assumendo un colore diverso.
Justin la guardò preoccupato, cercando di mantenere lo sguardo in quello di lei, per trasmetterle la tranquillità, la spensieratezza. Ma Hanna era proiettata in un mondo tutto suo, dove l’unico argomento era: UCCIDERE E NON ESSERE UCCISI.
Justin mangiava le sue unghie dal nervosismo, si mosse e prese Hanna per le spalle, scuotendola per farla uscire da quel mondo,
dal quale doveva uscirci per sempre.
“Hanna…Hanna…ritorna con noi” continuava a scuoterla, finchè lei non strizzò le palpebre e diede segno di vita.
Assunse allora la stessa espressione maligna e compiaciuta che aveva all’assassinio del ragazzo e, senza pensarci due volte, fece un verso con la bocca e si appesantì sulle gambe, fingendo di star svenendo. Francesco si trovò in difficoltà, così la resse con le braccia lasciando la pistola per terra, INCUSTODITA.  Justin si accasciò, poggiando le ginocchia per terra  dando leggere sberle sulle guance della ragazza.
Riuscì a resistere ancora un altro po’ , ma le mani di Justin, quanto leggiadre siano, facevano ancor più male e quindi prese velocemente l’arma e, con un estrema velocità, in quel momento era Francesco ad essere la vittima.
“Hanna posa quella cosa” Justin si stava avvicinando, ma Hanna fu più veloce e la puntò contro di lui ,con l’indice che sfiorava di poco il grilletto.
“Un altro passo e muori sul colpo” disse acida, Hanna.
Justin arretrò immediatamente, ormai deluso, amareggiato, e senza speranza per quella che doveva essere la ragazza che gli piaceva.
Hanna era un'altra persona, e Justin, quanto si sforzasse, non riusciva a guardarla negli occhi. Aveva assunto un colore di occhi diverso,
era come se si fosse trasformata e non erano nemmeno in Twilight. Non posso essere così codardo, pensò Justin,
e infatti avanzò di qualche passo con la mascella contratta e uno sguardo sicuro di sé, sicuro che lei non l’avrebbe sparato.
Credeva male perché Hanna gli sparò al petto, centrando il punto in cui si trovava il cuore, lato sinistro.
Justin  cadde a terra dolorante, poggiò una mano sul punto colpito, come per alleviare il dolore atroce.
“Nooo!!” urlò Francesco, cercando di liberarsi dalla presa della ragazza, la quale sparò anche lui, ma questa volta senza far soffrire nessuno,
un colpo alla testa proprio al centro. Francesco cadde al suolo con occhi spalancati e una lacrima che all’ultimo gli aveva rigato una guancia, finendo direttamente per terra.
“Sei un mostro…un orribile mostro” Justin piangeva e urlava allo stesso tempo, contro quella persona orribile che aveva davanti
che lo guardava con espressione impassibile, senza nessuna emozione in essa. Sparò anche lui, senza altre sofferenze. Era rimasta sola.
 

                                                                                          *           *         *



“Hanna, rimani con noi ti prego” Justin continuava a pregare Hanna di svegliarsi da quel suo coma.
E in effetti si era risvegliata, ed era lei. In quell’attimo di pausa, aveva cercato di combattere con la sua parte negativa e ci era riuscita mantenendo la calma.
“Sai che facciamo domani? Saltiamo la scuola e ne andiamo sulla spiaggia…Che ne dici?” Justin le accarezzava il braccio come per rassicurarla che sarebbe andato tutto bene, e le parlava in modo dolce, come per farla sentire a proprio agio e anche per farla dimenticare che era ancora sotto il braccio possente di Francesco.
Hanna annuì leggermente, indicando, con un gesto leggero del capo, l’uomo dietro di lei.
Justin capì al volo e disse “Francesco, diamole un ultima possibilità, se succede di nuovo…” ingoiò rumorosamente prima di aggiungere
“ la…potrai…uccidere” disse a stento Justin.
Francesco parve pensarci, considerando la cosa visto che nemmeno lui avrebbe trovato il coraggio per ucciderla quel giorno stesso.
“Ci sto…ma dovrete essere sinceri su tutto quello che succederà ed è ok per domani” disse lasciando andare Hanna, la quale ritornò a respirare di nuovo.
Francesco si allontanò senza dire una parola, lasciando i due ragazzi di nuovo soli.
“Grazie…” disse abbracciandolo, lui ebbe un po’ di esitazione ma si sciolse e si lasciò andare abbracciandola a sua volta.
“Non potrò coprirti per sempre” disse, ancora con un tono dolce accarezzandole la schiena, portando la mano su e giù.
“Lo so…ma ci riuscirò…lo prometto. Solo per te” disse sorridendo, avvicinandosi alle labbra di lui.
Anche se aveva dei precedenti, sapeva come essere dolce e in quel momento esistevano solo loro e nessun altro.
Le loro labbra si unirono, provocando una scossa per tutta la spina dorsale di Hanna, e Justin rise sulle labbra di lei.
Le loro lingue ballavano la samba e nessuno poteva dividerli.
Ma qualcuno, o meglio qualcosa, c’era a dividerli e quella cosa era L’ASSASSINA CHE ERA IN HANNA.





My Space

Mi scuso per l'enorme ritardo
ma ho terminato le ore di ispirazione che avevo.
Avete visto che effetto di illusione? vi siete cagate sotto?
uahauha non muore nessuno, acciderbolina XD
Nel prossimo capitolo andranno in spiaggia e Hanna
capirà qualcosa e dal prossimo capitolo posso dirvi
che sarà una storia normale, o quasi :P
Basta non vi dico niente ahah
Allora ringrazio le fanciullotte che recensiscono e leggono.
E a chi legge solo vi chiedo una piccola recensioncina e
aggiornerò più presto perchè l'ho promesso ad una certa Capra *-*


Alla prossima
Much love
Giuls <3

   
 
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