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Autore: Eveine    22/11/2012    4 recensioni
Possono un paio di occhi azzurri, dei capelli rossi e l'odore di cioccolato far cambiare idea a una vecchia signora ancora fortemente legata alle tradizioni?
One-shot classificatasi quarta al contest "Come Quando Fuori Piove" di Olimpia..
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Narcissa Malfoy, Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nickname (su EFP e sul forum): Eveine
Titolo della storia: Colazione in famiglia
Personaggi: Narcissa Malfoy e Rose Weasley
Genere: generale, introspettivo
Avvertimenti: One-shot
Pacchetto scelto: 6 di cuori, 4 di quadri, 4 di fiori e 6 di picche
Introduzione/Presentazione/Trama della storia: possono un paio di occhi azzurri, dei capelli rossi e l'odore di cioccolato far cambiare idea a una vecchia signora ancora fortemente legata alle tradizioni?
Note d'autore: la storia è corta, non ha una trama ben delineata, è senza senso, è scritta male, ha tutti i difetti del mondo. E' passato più di un anno da quando ho scritto l'ultima volta quindi sono un po' arrugginita ma avevo tanta voglia di riprendere a scrivere e spero di non aver fatto troppo schifo.
Comunque per quanto riguarda  i pacchetti che ho scelto ho poco da dire, Narcissa e Rose sono gli unici due personaggi presenti. Spero di aver usato correttamente il prompt cioccolato e credo di aver creato una specie di lieto fine. Aspetto di sapere cosa ne pensi.





Colazione in famiglia



Un forte tonfo metallico riecheggiò per tutta la grande villa, l'eco si estese anche ai piani alti fino ad arrivare alle suntuose camere da letto. Una donna, dai lunghi capelli biondi, aprì improvvisamente gli occhi svegliata di soprassalto proprio da quel rumore. Ancora stordita dall'improvviso risveglio si sedette sul bordo del letto e, lentamente, infilò le pantofole ai piedi. Un altro rumore la fece sobbalzare, sembrava provenire dalla cucina.
"Cosa diavolo sta combinando quell'elfo," pensò ad alta voce mentre avvolgeva il proprio corpo in un'elegante vestaglia di seta nera adornata con del pizzo. Prima di scendere al piano inferiore si affacciò alla finestra, gli alberi erano quasi del tutto spogli con i loro rami che si protendevano verso il cielo come dita scheletriche, il giardino era quasi totalmente ricoperto da foglie gialle e le poche rimaste sui rami avevano delle sfumature di quel rosso intenso che le piaceva tanto. L'autunno era la stagione che le piaceva di più, probabilmente perché i colori che lo caratterizzavano erano i suoi preferiti e perché le foglie, che resistevano a rimanere ancorate all'albero nonostante la forza del vento, le sembravano un po' lei che restava attaccata alle vecchie tradizioni anche se il mondo era ormai cambiato.
Scacciando quei pensieri tristi dalla mente si allontanò dalla finestra e uscì nel pianerottolo per dirigersi verso la fonte dei rumori. Rumori che non accennavano a diminuire, anzi, a ogni scalino che scendeva si facevano sempre più intensi così come la curiosità della donna di scoprire cosa stesse accadendo nella cucina.
Arrivata di fronte alla porta allungò la mano e avvolse la maniglia dorata con le proprie dita sottili, spinse lentamente quella massa di legno decorato e venne investita da un forte odore di cioccolato, di biscotti appena sfornati e di bruciato.
"Ma che diavolo..." si ritrovò ad esclamare a bassa voce quasi spaventata.
La scena che si ritrovò ad osservare per i suoi occhi era quasi surreale e decisamente inaccettabile. La cucina era completamente in disordine, anzi, qualcosa di più di “in disordine”. C'erano stoviglie ovunque, mestoli su ogni ripiano, farina in ogni angolo, alcuni gusci d'uovo a terra, non c'era un unico punto della stanza che fosse sgombero o pulito. Una ragazza dai capelli rossi legati in una coda di cavallo, girata di schiena, stava tentando di sistemare alcuni muffins su una montagna che si trovava già in un precario equilibrio. Di fianco alla ragazza c'era il vecchio elfo domestico di famiglia con gli occhi, già sporgenti di natura, ancora più spalancati per quello che la rossa aveva combinato nella cucina della sua padrona. Si attorcigliava le mani nello sporco straccio che indossava come vestito e borbottava frasi sconnesse seguite da piccoli singhiozzi, era in evidente stato confusionale e in preda al panico, la sua maggior paura era che la padrona scoprisse il pasticcio che quella giovane intrusa aveva creato. Lei che amava tanto l'ordine e la pulizia.
"Secondo te dovrei rifarli? Mi sembrano troppo bruciati," si rivolse all'elfo come se stesse parlando con un amico, non si era ancora accorta di avere altra compagnia.
"Posso sapere cosa stai facendo in casa mia?" la domanda improvvisa e la voce fredda impaurirono la giovane che fece cadere un paio di muffins sul pavimento.
"Oh, Signora Malfoy, è lei. Mi ha fatto prendere un colpo," si voltò mettendosi una mano sul petto all'altezza del cuore e poggiando il vassoio sul ripiano più vicino.
Narcissa Malfoy, donna tutta d'un pezzo, sempre perfetta e impeccabile stava osservando una ragazza che non si avvicinava neanche lontanamente alla sua figura. Capelli che sembravano avere vita propria, diverse ciocche uscivano dalla coda di cavallo andando in ogni direzione, vestiti dai colori fosforescenti che non si intonavano minimamente l'uno con l'altro e un viso ricoperto quasi interamente da farina e cioccolato, la donna pensò che probabilmente se avesse impastato il composto dei muffins con la faccia si sarebbe sporcata meno.
"Ti ho fatto una domanda," la freddezza della donna non accennava a diminuire.
"Mi scusi se mi sono introdotta in casa sua e ho combinato questo disastro. È solo che volevo fare una sorpresa a Scorpius, preparandogli la colazione per il suo compleanno. Come vede ho fatto i muffins al cioccolato, purtroppo però si sono bruciati un po'," così dicendo raccolse i dolci che le erano caduti poco prima e li gettò nel cestino.
"Purtroppo," continuò il suo discorso pulendosi le mani nella camicia a quadri "non me la cavo molto bene con la bacchetta in cucina, sono abituata agli elettrodomestici babbani. Mia nonna ha provato a insegnarmi, ma preferisco di gran lunga la tecnologia".
Rose Weasley si innervosiva difficilmente, era una ragazza solare e sempre sorridente, in grado di risolvere qualsiasi problema, non c'era niente che le incutesse timore tranne la presenza della nonna del suo fidanzato che la guardava con quell'aria arcigna e gli occhi di ghiaccio. Si portò dietro all'orecchio una ciocca di capelli ribelli sfuggita all'elastico, era un gesto che rimarcava il suo nervosismo e il suo sentirsi inadeguata.
"Non potevi far preparare tutto al nostro elfo? L'avrebbe fatto volentieri, soprattutto per evitare di farti ridurre la cucina in questo stato," si diede nuovamente uno sguardo intorno e infine posò lo sguardo sulla montagna di muffins sbruciacchiati e aggiunse: "E avrebbe anche evitato di farti bruciare la colazione e impregnare tutta la casa con questo odore terrificante".
Rose si sentì terribilmente offesa, non tanto per essere stata sgridata riguardo al disordine che aveva combinato ma per la storia dei muffins. Di solito la ragazza si faceva scivolare addosso qualsiasi tipo di offesa ma la signora Malfoy aveva sottolineato il suo fallimento nel preparare i muffins e, di conseguenza, nel fare la sorpresa al suo fidanzato, a cui teneva tanto. Portò nuovamente i capelli dietro all'orecchio e ripeté il gesto svariate volte mentre abbassava lo sguardo sulle scarpe da ginnastica rovinate.
"Mi dispiace, volevo solo fare un gesto carino per il compleanno di suo nipote. Volevo fargli una sorpresa. Non credevo di creare tanti problemi," ascoltando le sue stesse parole si rese conto che non aveva niente di cui vergognarsi, non era riuscita a preparare una sorpresa perfetta ma si era comunque impegnata con tutta se stessa, ci aveva messo cuore e amore, era solo un piccolo gesto per far felice il ragazzo che amava. Così, rinvigorita da nuovo coraggio, alzò di nuovo lo sguardo e lo fissò in quello glaciale della donna e fece quel sorriso con cui diversi anni prima aveva conquistato il suo Scorpius.
"Anche se non sono venuti bene, penso che a Scorpius faranno comunque piacere, sono il suo dolce preferito".
Narcissa rimase immobile per un attimo, quella ragazza era sciatta, era goffa, non aveva il senso dell'eleganza ed era decisamente impertinente visto come stava sostenendo il suo sguardo, senza dimenticare che era la figlia di una Nata-Babbana. Ma quegli occhi azzurri, limpidi come il cielo estivo, sembravano così sinceri, così semplici, così gioiosi, difficilmente ne avrebbe trovati uguali nella sua famiglia. Si ritrovò a osservare anche il suo sorriso, emanava dolcezza, trasmetteva buonumore e in quel momento capì il motivo per cui suo nipote si era innamorato di quella ragazza, cosa lo aveva spinto a legarsi a lei.
Lui, che aveva vissuto in quella villa così sterile, in una famiglia che gli aveva dato un'educazione austera e poche manifestazioni di affetto, aveva trovato in quella ragazza quello che non aveva trovato nei suoi genitori e in lei, sua nonna. Quando era nato suo figlio Draco aveva cercato di trasmettergli tutto il suo amore, ma non l'aveva mai fatto esplicitamente, con suo marito gli avevano donato tutto quello che i soldi potevano comprare, ma con il tempo avevano capito che quello non compensava la mancanza di abbracci e di baci. Purtroppo non era riuscita a impedire al figlio di commettere il loro stesso errore, Draco e Astoria avevano seguito le orme dei propri genitori e non avevano mostrato apertamente il loro amore verso il figlio e così Scorpius aveva colmato la mancanza di affetto rifugiandosi in quella giovane e nella sua famiglia che, contrariamente a loro,  faceva un eccessivo uso di smancerie.
Non era difficile intuire il motivo per cui Scorpius aveva preferito rimanere con lei e affrontare tutte quelle litigate con la famiglia, le minacce del padre e i pianti della madre. Aveva superato tutto solo pensando al viso di quella ragazza, che dopotutto era bello e incorrotto dalle cattiverie del mondo. Sotto allo strato di farina e cioccolato si nascondevano dei lineamenti delicati e fini, rovinati dalle lentiggini che, insieme all'innocenza, la rendevano quasi unica, o comunque diversa dalle altre ragazze della sua età.
Osservandola bene si rese conto che i suoi capelli, le sue lentiggini e le sue labbra avevano quella tonalità di rosso che le piaceva tanto. Lo stesso rosso delle foglie che lottavano per non cadere a terra e morire.
Riguardando Rose Weasley così piccola, così dolce, così indifesa dalle sue accuse, quel suo tic di mettere insistentemente una ciocca di capelli dietro l'orecchio che la faceva sembrava una bambina e quel suo modo di trattare un elfo domestico come suo pari capì che era arrivato il momento di farsi da parte, di lasciare spazio ai giovani. Era arrivato il suo momento di staccarsi dai rami dell'albero che simboleggiava l'antica tradizione e cedere alla forza del vento del cambiamento.
"Va' a svegliare Scorpius. Nel frattempo faccio sistemare la cucina dal mio elfo".
Rose non se lo face ripetere due volte, non vedeva l'ora di poter abbracciare il suo ragazzo, ma anche lasciare quella stanza e allontanarsi da quella donna così fredda. La superò lentamente e corse sulle scale verso la camera del giovane Malfoy. Mentre le passava accanto, Narcissa vide uno strano luccichio all'anulare sinistro della mano della ragazza.
Ripensò a tutto quello che aveva visto in lei e si disse che in fondo poteva accettarla nella sua famiglia, anche se avrebbe dovuto insegnarle un po' di buone maniere e un po' di eleganza.
   
 
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