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Autore: All_of_me_loves_all_of_u    22/11/2012    2 recensioni
sono miei pensieri in libertà. forse è l'inizio di una vera storia o forse rimarrà così com'è.
a volte il cervello parte e va da solo...non c'è verso di fermarlo
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi è Beatrice a pensare

Sigaretta in bocca. Fumava in maniera sfacciata e nello stesso modo mi guardava. Mi piaceva perché rappresentava tutto ciò che non ero e che avrei voluto essere: un uomo che ha in mano la situazione, sa quello che dice, sa quello che vuole...ed è terribilmente sexy. Di fronte a lui mi sentivo una bambina sperduta.
Pensavo alla sua vita, a dove e a con chi vivesse, a cosa facesse quando rincasava. Pensavo, pensavo e non agivo. D'altronde come mai avrei potuto farlo? Il mio lui era un lui idealizzato. Non sapevo in realtà come fosse e che cosa avesse per la testa. Magari era un tipo solo chiacchiere e distintivo che si atteggiava per mascherare la sua fragilità, o forse era un superbo, uno che credeva di essere il Padreterno... o magari era l'uomo più dolce della Terra. Non l'avrei mai saputo.
Mi dicevo: “Ora scrivo una storia su di lui, una storia d'amore di quelle banali che garbano tanto alle adolescenti e alle case editrici. In tal modo potrei scrivere anche con i piedi, nessuno se ne accorgerebbe. Chissà che ne esce fuori un best-seller!”
Ero rimasta la solita sognatrice di un tempo. Potevo anche aver seppellito sogni, aspirazioni, amicizie, esperienze: sempre la stessa rimanevo. Beatrice avrà mai pensato a Dante? Chissà! Capovolgiamo la situazione. Oggi è Beatrice a pensare al suo Dante con la corona d'alloro in testa. Bea sta lì, sul davanzale a cogitar: “E quanto l'è bono Dante, e quanto l'è garbato, e quanto l'è cortese...” e gli anni passano. Dante è tutto intento a pensare non si sa a cosa, ha di sicuro qualche progetto in mente, deve lavorare... povera stella!
Bea intanto pensa nelle sue giornate vuote e si crea castelli in aria. È giovane ma si sente sola. La solitudine la perseguita soprattutto in quelle notti d'inverno in cui il gelo ti trapassa le costole e non ti fa respirare. La povera Beatrice allora inizia a scrivere, versa fiumi di inchiostro e calde lacrime (che bella metafora!). Ma le donne di un certo lignaggio non dovrebbero scrivere, dovrebbero badare ad altro. Bea pensa: “Dove sarà l'uomo a cui tanto aspiro? In questa notte buia rivolgerà mai un pensiero verso questa dolce donzella che si strugge per lui?”
Per lui o per quello che rappresenta? Per lui o per quell'immagine che lei si è creata di lui?
Perché tanto spesso ci innamoriamo di un'idea e non di una persona? Sarà perché siamo donne? Sarà perché siamo giovani? No. Ciò accade anche agli uomini più grandi, accadeva anche allo stesso Dante. Siamo un popolo di sognatori. Se non fossimo protesi verso l'infinito non avremmo alcuna ragione per andare avanti. I sogni ci fanno pensare, vivere, ci danno una speranza.
Lui era lì, al computer, solo, con la sua immancabile sigaretta accesa. Forse viveva con i genitori. No, in questa storia no. I miti non vivono mai con la mamma e lui non è un semplice lui. È un mito. È un ideale.
Lei è in un altro mondo, in un'altra epoca; ha i suoi problemi, le sue frustrazioni. Quando vuole staccare la spina, però, inizia a pensarlo ed entra in un'altra dimensione.
   
 
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