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Autore: thembra    23/11/2012    2 recensioni
“Ok ok mi spieghi come diavolo ha fatto a sfuggirti? È ferita si regge in piedi per miracolo ha due vertebre del collo scheggiate un polmone mezzo collassato e perla miseria Steve, probabilmente avrà indosso ancora la tunica dell’ospedale, quella che ti lascia chiappe al vento quindi ti prego, illuminami e dimmi Come. Diavolo. Ha. Fatto. A. scapparti. Da. Sotto. Al. Naso!!”
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
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L’assordante  continuo insopportabile e ininterrotto suono del clacson di quella vecchia mustang cominciava davvero a dargli sui nervi.
 
Si trovava lì, immobile a pochi passi dalla portiera aperta dell’autovettura, a fissare negli occhi quella giovane ragazza immobilizzata all’interno dell’abitacolo la cui guancia incastrata fra il ramo spezzato di un albero e il volante premeva proprio sul clacson.
Chissà che fastidio poveretta.
 
“La sai una cosa? Mi fai proprio schifo…”
 
Schiuse gli occhi in un espressione di puro rammarico scorgendo negli occhi di lei la rassegnazione di chi sa che deve morire.
Non erano lucidi gli scuri occhi di lei, né spaventati o rancorosi o agitati o…erano calmi e, rassegnati.
 
“Lui per voi lo avrebbe fatto! Non si sarebbe fermato di fronte ad un blocco degli affari interni non avrebbe chinato il capo come un burattino al quale hanno tranciato i fili non-”
“La sai una cosa? Vai a fare in culo haulin!”
 
Per tutti i quaranta minuti in cui aveva urlato e insultato l’intero dipartimento lei era stata zitta e immobile seduta alla sua scrivania quasi fosse stata un’estranea e non centrasse nulla in quel caso di sospetta corruzione, quasi come se si sentisse esentata dalla responsabilità di cercare di difendere il buon nome del suo ex collega e grande amico caduto in servizio.
Per tutta la durata della sua sfuriata, mentre gli altri agenti lo fulminavano con sguardi d’odio e rabbia dicendogli di tapparsi la fogna, lei era rimasta alla sua scrivania, dandogli le spalle, persa nel suo battere al computer qualche stronzata che sarebbe stata spacciata come rapporto e…
Dopo quaranta minuti non c’aveva più visto e le era andato vicino sputandole in faccia tutta la sua frustrazione, prendendo la tastiera sulla quale lei si ostinava a battere strappandola dal computer, sbattendogliela davanti e nemmeno i ripetuti richiami di Steve erano serviti a placare la sua ira.
Lei non aveva battuto ciglio, non aveva sussultato non aveva aperto bocca non…aveva fatto proprio niente.
 
“Avanti Danny calmati e andiamocene, non concluderemo mai niente qui…”
“NO che non mi calmo e NO che non ce ne andiamo, NON mi muovo di qui finchè qualcuno qui di VOI bravi e leali agenti mi darà un indizio su cui lavorare o la PROVA INCONFUTABILE che il mio ex-collega fosse corrotto, sono stato CHIARO?”
 
Il silenzio che ne era seguito era stato lo scoppio della già fin troppo corta miccia della pazienza di Danny.
 
“E tu diamine! Eri la sua partner per la miseria! Come puoi startene qui immobile come se niente fosse!? Non hai onore?!! Come fai a credere…come PUOI crede-”
“La sai una cosa? Vai a fare in culo haulin!”
 
Lo aveva spintonato colpendolo al petto, poi si era alzata e senza nemmeno guardarlo in faccia era uscita dal dipartimento.
 
Lui era rimasto pietrificato da quelle parole sibilate fra denti e labbra tremanti, era rimasto pietrificato dallo sguardo carico di mille emozioni che era racchiuso negli occhi di lei.
Era rimasto sconvolto nel vedere attorno al sopracciglio sinistro di lei un alone bluastro provocato da chissà che cosa che lei era sicura d’aver nascosto bene sotto il trucco.
 
Jake, il suo primo partner da che era arrivato ad Honolulu, gli aveva parlato della nuova partner una sera che per caso si erano incrociati all’Hilton Village Hotel mentre lui faceva serata col Five-O team e Jake partecipava ad una rimpatriata di famiglia. Le sue parole erano state d’elogio.
 
“È addirittura più matta di te Daniel! Beve come una spugna, mangia come un maiale senza mettere su nemmeno un grammo ed ha una senso dell’umorismo che farebbe ridere persino…persino uno zombie ecco… è unica e Lucas l’adora…”
 
Se era così fantastica, perché non faceva nulla per cercare di screditare quel porco che stava dando a Jake del corrotto? Come se l’era procurato quell’occhio blu?
 
Dieci minuti dopo, dopo svariati e inutili tentativi di avere qualche risposta, qualche pugno sbattuto contro i muri e qualche parolaccia cacciata qua e là s’era finalmente lasciato trascinare via da Steve.
 
Una volta in macchina, rimasero immobili alcuni secondi.
 
“L’hanno bevuta secondo te?”
“…si…siamo stati bravi.”
“Dov’è il posto?”
 
Sbuffando via tutta la sua frustrazione Danny si portò la mano alla tasca della camicia estraendo un pacchetto di  minerva. Quella ragazzina era giovane e inesperta ma aveva escogitato un ottimo sistema per dargli appuntamento senza farsi notare infilandogli in tasca quel pacchetto di cerini omaggio ed aveva recitato benissimo la sua parte spacciandosi per indifferente.
Chissà a cos’era dovuta tutta quella precauzione, possibile che non si fidasse dei suoi stessi colleghi? Cosa diavolo c’era sotto tutto quel casino?
Scuotendo la testa decise di lasciar perdere tutte quelle domande, tanto di li a poco lei gli avrebbe fornito tutte le risposte no?
 
“Olympus Village Resort è dalle parti…”
“So dov’è…”
 
Interrompendolo Steve mise in moto e prese la via più breve per il centro.
Peccato che a circa nove isolati dal loro punto d’incontro un incidente rallentò la loro corsa.
Allo svincolo per la tangenziale che portava al centro c’erano un paio di ambulanze e delle volanti della polizia parcheggiate vicino al guard-rail divelto e dalla scarpata spuntava il retro di una…
 
“Porca miseria Steve, è la sua macchina!”
 
In uno zero due furono sul posto a pochi passi dall’auto fracassata contro il tronco di un albero il cui ramo spezzato dopo aver spaccato il parabrezza teneva pressata la testa di lei contro il volante proprio sul pulsante di quell’odioso clacson che se non la smetteva di suonare l’avrebbe fatto impazzire e gli occhi di lei erano piantati nei suoi e Steve lo chiamava ma lui non lo sentiva perché quello sguardo era impossibile da abbandonare.
I paramedici non sapevano che fare, se la spostavano rischiavano che a causa di un gioco di leve il peso del ramo spaccato avrebbe potuto spezzarle il collo, d’altra parte era impossibile rimuovere prima il ramo perché questo s’era incastrato per bene dentro l’abitacolo e non c’erano motoseghe nelle volanti presenti o figurarsi nelle ambulanze quindi un paio di volontari erano andati alle abitazioni più vicine per chiederne mentre una specifica richiesta era stata fatta al dipartimento ma il problema alla fine era solo uno.
Non c’era tempo.
 
Le labbra di lei, lentamente si stavano muovendo ma la concitazione generale e quel fottuto clacson annullavano la sua flebile voce.
Esitando si avvicinò.
 
“talo…”
“Non parlare Tia, ti tireranno fuori, sta calma…”
 
Voltandosi di scattò sbraitò ai volontari di darsi una mossa a trovare la motosega ma poteva vedere lui che lei non riusciva a respirare bene, che il collo era comunque piegato in una brutta maniera e…
 
Cosa cazzo erano tutti quei lividi che s’intravedevano da sotto la maglietta? Ne aveva ovunque, dietro al collo, sulla schiena persino sul dorso della mano e dell’avambraccio sinistri che stavano distesi sul volante e dal momento che erano marcati e violacei non avevano nulla a che vedere con le botte dell’incidente perché dal colore si capiva benissimo che erano vecchi di giorni.
Intuendo la traiettoria del suo sguardo gli occhi di lei si riempirono di lacrime; la vide schiudere le labbra per respirare.
 
“Ho cer-cato di cahpireh…ho to…”
“Non parlare stai calma Tia…Steve!”
“Ci sono Danny, sono qui” Titubante il Navy seal mostrò un sorriso incoraggiante “…andrà tutto bene ragazzina”
 
Lei tossì una flebile risata macchiandosi il braccio bloccato al volante di chiazze di sangue.
 
“Qualcuno non vuo-le che J-Ja…Jake …l’altra notte fuo-ri casa mi-ah…tre uomini…uno polizia…sfregio go-lah…cough…”
“Tia basta…shhht ALLORA QUESTA FOTTUTISSIMA MOTOSEGA DOV’E’!!!?”
 
Abbassandosi Danny notò un graffio sotto al collo di lei, che fosse stato un poliziotto a farle questo? Ecco perché al dipartimento aveva mantenuto le distanze.
Lei fece per parlare ancora ma finalmente l’infernale arnese era stato trovato e sia lui che Steve furono fatti allontanare.
Pochi attimi dopo stavano accompagnando il lettino sul quale era adagiata verso l’ambulanza, un medico li aveva rassicurati dicendo loro che l’incidente sembrava peggiore di quanto non fosse in realtà e che le cose sarebbero potute precipitare solamente qualora il ramo avesse ceduto.
 
“Grazie a Dio! Grazie dottore.”
 
Si allontanarono quel poco che bastava per permettere ai medici di intubarla e issarla a bordo dell’ambulanza decidendo il da farsi.
 
“Non ci capisco niente Steve.”
“Va con lei, dirò a Kono di venire in ospedale e a Chin di raggiungermi…”
“Ma”
“Niente ma, se c’è invischiato qualche poliziotto la ragazza rischia la vita, ci faremo dire tutto quello che sa non appena starà meglio, perciò fino a che Kono non ti raggiungerà rimanile accanto…”
 
In quell’istante la solida presa di una mano strinse quella di Danny.
 
“Va tutto bene Tia, verrò con te nessuno ti farà del male…”
“...ia aacchi-nah…busta ross-ah…”
“Nella tua macchina c’è una busta rossa, capito…”
“La prendo io Danny…andate!”
 
Si separarono e Danny salì sull’autoambulanza senza mai lasciare la mano di lei che a circa metà tragitto verso l’ospedale vinta dalla stanchezza e dal dolore s’era lasciata andare al sonno.
L’avevano da poco portata in sala operatoria quando un leggero tocco sulla spalla lo distrasse.
 
“Come va Danny?”
“Kono eccoti…”
 
La ragazza gli sorrise attendendo informazioni.
 
“In questo momento è in sala operatoria, sembra abbia un’emorragia interna e pare che una delle tre costole rotte le abbia perforato un polmone che…Cristo santo Kono…neanche un’ora fa le ho detto che…”
“Va tutto bene Danny, è una tipa tosta…”
 
L’abbraccio della sua collega servì a consolarlo un po’ e sfinito si lasciò stringere dalle esili ma forti braccia della surfista.
 
“Steve mi ha chiamata dicendomi d’aver trovato la busta…”
“Cosa c’è dentro?”
 
Allontanandosi il biondo si sedette sui divanetti della sala d’attesa. Ma com’è che nessuno dei suoi famigliari era ancora venuto? Non era stata avvisata la sua famiglia che…
 
“Conti bancari su casse svizzere, un paio di transazioni sospette a sei zeri ma ancora nessun nome, Chin sta cercando di farsi dare il nome dell’intestatario del conto dalla banca ma questa gioca sul fatto della privacy e la tira per le lunghe…”
“Se non collaborano giuro che vado fina a lì e gli faccio saltare il culo a quei bastardi succhia soldi mangia formaggio…”
“Più o meno le parole che ha detto Steve, voi due vi frequentate troppo e a questo punto mi chiedo chi sia a influenzare chi…”
 
La voce allegra di Kono riuscì a farlo sorridere.
 
“È solo questione di minuti, vedra-”
“Scusate…?”
 
L’arrivo di un’infermiera interruppe nuovamente la loro conversazione.
 
“Si?”
“L’operazione è andata bene e siamo riusciti a tamponare l’emorragia, abbiamo salvato anche il polmone e la spina dorsale non ha ricevuto nessun danno irreversibile…”
“Scusi ma…la sua famiglia?”
“Oh, non abbiamo nessuno in lista da chiamare detective Williams… ”
“Come?”
“Significa che non ha nessuno a cui appoggiarsi, probabilmente sono fuori dallo stato o addirittura che sia sola al mondo…mi, dispiace molto.”
“Lei non ne ha colpa, grazie delle belle notizie piuttosto.”
“Dovere, ora sta dormendo ma se volete potete entrare…arrivederci.”
 
Rimasero a vegliarla per circa mezz’ora finchè vedendo che non riprendeva conoscenza Kono decise di mandarlo avanti dicendo che sarebbe rimasta lei com’era stato deciso in partenza da Steve.
 
“Sei sicura? Voglio dire…”
“Vai tranquillo, anche se non ci frequentavamo io e lei eravamo compagne di corso all’accademia, vedere un viso noto le farà bene, fammi sapere come procedono le cose però, ok?”
“Grazie Kono…mahalo!”
 
L’ennesimo sorriso della mora fu il loro saluto.
 
…………..
 
 
Non erano molte al mondo le cose capaci di stupirlo ma questa…questa era una di quelle.
I file contenuti nella busta rossa rinvenuta nell’auto della poverina finita in ospedale erano precisi e ordinati oltre che numerosi, persino il cd contenente le tracce dei vari spostamenti di denaro ed il bug usato per infiltrarsi nel database del sistema bancario nazionale erano stati studiati ad hoc.
Chin mentre scorreva le cartelle contenute nel cd, aprendo quella del bug inizialmente era andato in panico temendo che il virus avesse potuto intaccare l’intero database della Five-O, invece no, il programma si era arrestato da solo non appena aveva capito che il sistema non aveva nulla a che fare con quello per cui era stato creato.
 
“Notevole Capo, non so chi l’abbia concepito ma questo qualcuno ha pensato bene di bloccare le potenzialità del bug in modo da poterlo utilizzare solo per inserirsi nel sistema e copiare i dati, se questo dispositivo fosse finito nelle mani sbagliate e non avesse avuto questi limiti avremmo potuto passare bei guai…”
“Dici che quella Tia…”
“No, Kono mi ha passato il suo dossier prima di andare in ospedale e sullo schermo c’è una finestra aperta sui suoi progressi al dipartimento..”
 
Mentre parlava il tenente Kelly fece scivolare dal computer incorporato al tavolo fino allo schermo a parete le immagini relative all’agente Tia Lakua mentre distrattamente sfogliava la teca gialla contenente i file cartacei della donna.
 
“Qui dice che all’accademia benché fosse sopra la media in tutte le discipline non eccelleva in niente, al poligono era ottava assoluta, in criminologia tecniche di autodifesa, riflessi e capacità mentale rientrava comunque nei primi dieci… in informatica e strumenti tecnologici era nella media.”
“Missioni?”
“Qui non dice niente e la cosa mi pare strana. Solitamente almeno un paio di volte al mese tutti gli agenti hanno il turno di ronda, non è riportata nessuna segnalazione nessuna multa, nessun intervento…niente…”
“E non abbiamo nessuno a cui chiedere il motivo…”
“Il dipartimento?”
“Off limits Chin, c’è il rischio che qualcuno sia coinvolto e sono quasi certo che l’incidente capitato a Tia questa mattina sia la prova concreta che le sue preoccupazioni erano esatte…”
“…allora che si fa? Kono non sa nient’altro, mi ha detto che all’accademia se ne stava sempre sulle sue e non dava molta confidenza…”
“L’unica soluzione è parlare direttamente con lei, dovremmo aspettare che riprenda conoscenza però”
“Non l’ha ancora fatto?”
“No, ho chiesto a Kono di avvisarmi semmai…”
“Novità?”
 
Proprio in quell’istante si udì il tonfo delle porte di vetro che si aprivano e chiudevano alle spalle di Danny.
 
“Niente Danny, stiamo cercando di capire come mai Tia fosse sempre al dipartimento ma non vogliamo rischiare di far sapere agli altri che stiamo indagando, la metteremo ancora in pericolo…”
“…”
“Qui dice che alle Hawaii non ha nessun parente a cui potremmo eventualmente chiedere notizie”
“Questo perché probabilmente non ha più nessuno, all’ospedale mi hanno detto che non c’è nemmeno un nome nella lista da chiamare in caso di emergenza.”
“Abbiamo almeno l’indirizzo di casa sua?”
 
Steve stava incominciando ad esasperarsi, in quella storia non c’era neanche un appiglio.
Chin eseguì la richiesta inserendo la ricerca d’indirizzo, la risposta del computer fu sconcertante.
 
“Non è riportato è…stato cancellato?!”
“Come?”
“Sarà stata lei, se aveva il sospetto che ci fosse un infiltrato nel dipartimento praticamente chiunque al distretto di polizia poteva essere il nemico, ovvio che avesse cancellato l’indirizzo della sua abitazione no? Lo farei anch’io se mi trovassi alle strette e…ma certo! Questa era la prima tattica che Jake adottava quando andava sotto copertura.”
“Vuoi dire che…”
“Voglio dire che qualunque cosa quei due folli stessero facendo la stavano facendo insieme e quando le cose si sono messe male e Jake è stato fatto fuori a Tia non è rimasto che continuare da sola, quello che mi chiedo però è cosa centri l’indagine per corruzione che pende su Jake..tutto questo non ha senso!”
“Un momento Danny, …Jake non aveva famiglia?”
“Sicuro, Jenna! Jake parlava spesso dei suoi lavori con lei per non farla preoccupare, se c’è qualcuno che può darci qualche informazione quella è senza dubbio lei!”
“Ma c’è un problema Danny, e se anche il suo indirizzo fosse occultato?”
“Ero il suo partner Steve, Jenna sapeva che sono divorziato e mi invitava a cena da loro praticamente tutti i finesettimana.”
“Che aspettiamo allora?”
 
Con un pizzico di ottimismo in più i tre si diressero alle macchine, magari qualcosa incominciava a sbloccarsi.
Magari. 
  
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