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Autore: Melinda2606    23/11/2012    1 recensioni
lottare, continuamente lottare. Ecco quello che Akane aveva fatto nella sua vita. Lottare per la palestra, per la morte della mamma, per non essere scocciata dagli ammiratori, per un amore difficile. E adesso per uno stupido ballo, un ballo che per lei valeva più di quanto tutti erano riusciti a capire. Ma dopo la rovina del momento che lei aspettava da tanto, se non avesse più la voglia di lottare?
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prima di continuare volevo ringraziare tutti quelli che stanno leggendo la mia storia! Sto rispondendo a tutte le vostre bellissime recensioni, ma volevo ringraziare anche chi non lascia un messaggio ma comunque sta seguendo la ff! Non lo faccio tutte le volte perché non vorrei spezzare troppo la lettura, diciamo che lascerò un commento finale quando arriverò all’ultimo capitolo!
Buona lettura!
 
 
Ecco.
Il suo momento era arrivato.
Era nella sua camera a perfezionare i dettagli, ma più si guardava allo specchio e più non riusciva a capire se quel riflesso le appartenesse.
Ne ebbe la conferma quando Nodoka entrò nella stanza, dopo essere stata ad aiutare Nabiki.
- Sei perfetta, Akane – le disse semplicemente.
Akane sorrise, sperando in cuor suo che anche la serata fosse perfetta.
Dentro di sé ripensò ai giorni prima del ballo.
Shampoo aveva chiesto altre due volte a Ranma di essere il suo accompagnatore e lui, sempre imbarazzato, le aveva risposto, o meglio balbettato, che era già occupato.
Dopo era arrivato il turno di Ukyo.
Glielo aveva chiesto durante la pausa pranzo, ma quando Ranma aveva rifiutato, spiegandole assumendo una notevole sfumatura rossastra che doveva andare con Akane ( suscitando tra l’altro l’ilarità di Hitoshi e Daisuke, che ancora non ne sapevano niente ), lei non aveva insistito, ma si era limitata a lanciare alla giovane Tendo uno sguardo di sfida più profondo delle solite volte.
Akane si era infuriata ed era corsa sulla terrazza della scuola.
Non aveva fatto in tempo ad uscire di classe che Yuka e Sayka si erano avvicinate a Ranma con uno sguardo omicida e le mani incrociate sul petto.
Erano talmente minacciose che sembravano più alte del normale.
- Ranma, noi abbiamo grande stima di te, ma forse adesso capiamo Akane quando dice che sei uno stupido. Devi imparare a usare meglio le parole. Vai subito a chiederle scusa, non rovinare un evento importante per lei –
- Ma cosa ho fatto? Ho rifiutato l’invito di Ukyo! Io… -
Le ragazze però lo avevano fissato come se volessero ucciderlo seduta stante, così non aveva avuto altra scelta che alzarsi e raggiungere Akane nel suo rifugio.
- Si può sapere che ho fatto stavolta? Ho detto di no a Ukyo! – aveva chiesto alla fidanzata, seduta per terra.
- Tu… sei… uno… stupido! – gli aveva gridato lei, sottolineando ogni parola con un colpo sul braccio.
- Ahia! Scema di un maschiaccio violento, mi dici cosa ho fatto invece di prendermi a botte? – aveva strillato Ranma, perdendo la pazienza.
- Cosa vuol dire che devi venire con me? È forse un obbligo? Sei tu che me lo hai chiesto! –
Ranma si era grattato la testa: - E tu ancora ascolti a quello che dico? Non l’ho detto in quel senso! Lo sai che non sono bravo in queste situazioni e… -
- Non è che non sei bravo, fai proprio schifo – lo aveva interrotto Akane.
- Ha parlato l’esperta! – Ranma aveva sentito nuovamente montare la rabbia, poiché la fidanzata lo aveva colpito nell’orgoglio.
- Io almeno sono stata diretta con chi me lo ha chiesto! Ho detto che sarei venuta con te, non che dovevo! E guarda un po’, tutti hanno capito subito! Be’, tranne Kuno, ma dopo che l’ho spedito in orbita due volte si è arreso anche lui! – aveva puntualizzato la ragazza.
- Sai bene che Shampoo e Ukyo sono più pericolose! E ancora non è arrivata Kodachi! Non voglio che si arrabbino troppo, potrebbero rovinare il ballo, e io ti ho promesso che tutto sarebbe stato perfetto! E tu che mi urli contro, sempre la solita scema –
A quel punto Akane si era un po’ calmata, così, dopo avergli dato un ultimo pugno ( comunque l’aveva chiamata scema! ) era tornata in classe.
Nei giorni che seguirono nessuno dei due aveva più parlato del ballo; Akane aveva iniziato a rimanere alzata fino a tardi con Nodoka, mentre Ranma aveva preso l’abitudine di guardare le spalle alla fidanzata, temendo che una delle sue ammiratrici potesse giocarle qualche tiro mancino.
Ma tutto era andato per il meglio e senza eventi degni di nota era arrivata la sera del ballo.
- Akane, sei pronta? – Kasumi e Nabiki erano entrate nella camera della sorella più piccola.
Nabiki indossava un abito nero che la fasciava sui fianchi per poi aprirsi per qualche centimetro sul retro; le sue scarpe erano lucide e il tacco estremamente fine.
Dentro di sé Akane pensò che non avrebbe mai potuto avere la sensualità della sorella.
- Akane, sei bellissima! – aveva esclamato Kasumi, commossa.
- Sei davvero bella, sorellina. Allora, siamo pronte? Kuno arriverà tra poco – aveva commentato Nabiki, buttando un’occhiata all’orologio.
Dopo il rifiuto di Akane, Kuno aveva invitato Nabiki, che naturalmente, dopo avergli spillato i soldi per il vestito e la promessa di un passaggio in auto per gli studenti di casa Tendo, aveva accettato.
Kasumi e Nabiki cominciarono a scendere le scale, mentre Nodoka, vedendo Akane nervosa, la trattenne e le mise le mani sulle spalle: - Sei meravigliosa, piccola, Ranma ti adorerà. Sono orgogliosa di te – aggiunse, baciandola sulla fronte.
Quel gesto così materno fece morire la risposta in bocca alla ragazza.
Al piano di sotto Ranma era seduto a disagio: non si trovava molto comodo con la camicia bianca, la giacca scusa e i pantaloni gessati, ma sua madre aveva talmente insistito per fargli mettere quell’abito che lui non aveva saputo dirle di no.
Nella stanza entrò Nabiki: stava davvero bene, sembrava più grande.
Tempo due secondi, che il padrone di casa si era messo a piangere: - Buuuu Nabiki, dove vai così? Sei troppo svestita! –
- Ma dai papà, è solo un abito da sera, smetti di piangere! E poi ormai siamo grandi, cerca di capire, non farmi scendere nei dettagli! –
Soun sbiancò in volto, poi cominciò a piangere più forte, mentre l’amico Gemma cercava di consolarlo ( in quel momento Saotoome stava ringraziando gli dei di avere un figlio maschio ).
Nella confusione, nessuno si era accorto che anche Akane era scesa dalla sua stanza.
Il primo a vederla fu Ranma, che per un attimo entrò in iperventilazione.
La sua fidanzata aveva un vestito panna con una fantasia floreale, era senza maniche e stretto fin sotto al seno e poi si allargava fino alle ginocchia con delle balze.
Aveva delle scarpe con il tacco beige e un fiore sul lato, nei capelli aveva sistemato un fermaglio brillante e il trucco leggero le risaltava gli occhi.
- Su, Ranma, cosa aspetti? Alzati e fai il tuo ruolo di accompagnatore – disse Nodoka, attirando l’attenzione degli altri.
Soun versò altre lacrime rumorosamente: - La mia bambina! Buuu sei cresciuta piccola… -
Stavolta anche Gemma si era unito al pianto: - Sei un ragazzo fortunato figlio mio! Guarda come è bella la tua fidanzata! Che bel vestito Akane! –
La ragazza arrossì, borbottando ai due uomini di smetterla con quel pianto ridicolo, ma Nodoka l’aveva interrotta: - L’ha fatto da sola. Il vestito intendo, l’ha cucito con le sue mani, io l’ho solo guidata –
Ranma in quel momento si riprese: ecco cosa facevano Akane e sua madre!
- Su, figliolo, non hai niente da dire ad Akene? – lo incoraggiò Nodoka.
- Tu… tu sei… stai bene – le borbottò imbarazzato.
- Grazie, anche tu – Akane abbassò lo sguardo: non aveva mai visto il suo fidanzato così… bello.
Sì, bello.
Non c’erano altre parole.
- Bene, piccioncini, usciamo, su! Kuno è qui fuori! –
Ranma, rosso come un peperone, offrì il suo braccio ad Akane, che lo afferrò delicatamente sorridendo, mentre Soun e Gemma scattavano foto a raffica.
Appena saliti a bordo dell’automobile, Soun corse fuori urlando in lacrime: - Mi raccomando, giù le mani dalle mie bambine! –
Kuno aveva indossato un completo verde bottiglia dall’aria costosa; quando i tre salirono in macchina urlò: - Akane Tendo, sei bellissima! Giù le mani. Saotoome. Comunque, stasera la mia dama è la dolce Nabiki Tendo, be’, dolce quanto costosa, quindi queste rose sono per te! –
Il viaggio fino all’istituto fu veloce e non ci furono intoppi, fortunatamente.
La palestra della scuola era stata decorata minuziosamente, nonostante si festeggiasse l’arrivo dell’estate era stato scelto il tema del ghiaccio, perciò tutto intorno era azzurro e le luci erano bianche.
Stalattiti scintillanti scendevano dal soffitto e statue di ghiaccio adornavano il banco delle bevande.
Tutto sembrava brillare e risplendere.
Ranma diede nuovamente il suo braccio ad Akane, nonostante stesse morendo di vergogna.
Dopo una rapida occhiata intorno a sé comunque dovette ammettere che la sua era la ragazza più carina della sala.
“ Forse mi si è congelato il cervello, altrimenti non si spiega  come possa essermi venuta in mente una cosa del genere! “ pensò, scuotendo la testa.
- Stai bene? – gli chiese gentilmente, notando quel gesto.
- Io? Oh, sì… Ehm… Vieni, laggiù c’è quella mummia di Obaba, andiamo a salutare… -
Ranma la trascinò al tavolo del banchetto, dove c’erano decine di pietanze dall’aria deliziosa.
- Ciao, vecchia – le disse.
- Salve, futuro marito. Ciao, Akane –
- Buonasera, Obaba. Ehm… dov’è Shampoo? – chiese la ragazza, leggermente ansiosa.
- Oh, non è ancora arrivata. Cosa c’è, Akane? Sei preoccupata per caso? – la stuzzicò l’amazzone.
Ranma avvertì sul suo braccio la tensione della fidanzata, così, volendo mantenere la promessa che le aveva fatto, la portò via; nonostante questo, fece un altro giro della sala con gli occhi, notando che all’appello mancava anche Ukyo, e una lieve tensione lo assalì.
Cercando di rimanere tranquillo pensò a qualcosa da dire alla fidanzata, quando all’improvviso un pensiero lo colpì: - Oh, no! – esclamò ad alta voce.
- Che c’è? – chiese Akane, preoccupata.
- Ecco, io… Vedi, in realtà avevo pensato… ti avevo ecco… preso dei fiori ma… li ho dimenticati e… - ogni parola si si accavallava sull’altra.
Akane gli sorrise dolcemente: - Balliamo? –chiese.
Ranma la guardò più imbarazzato che mai, ma annuì, posandole le mani tremanti sui fianchi, mentre lei allacciò le sue al collo del fidanzato.
Ondeggiarono un po’ titubanti sul posto, poi Ranma, inebetito dal profumo della ragazza ed estasiato da quel lieve contatto con i suoi fianchi ( che non erano poi così larghi, anzi, la sua vita era molto fine ), cercò di farla avvicinare un po’ di più, imitando le movenze delle altre coppie sulla pista.
- Sei stata brava, sai? Intendo dire, il vestito ti è venuto molto bene – le mormorò.
Akane rabbrividì nel sentire la sua voce così vicino all’orecchio: - Grazie, tua madre mi ha aiutato molto. Vuoi sapere perché per me questo vestito e questo ballo sono così importanti? –
- Mi piacerebbe –
Akane stava per riaprire bocca quando all’improvviso la sala tremò.
 
 
 
  
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