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Autore: Ryeichel_Blasphemy    23/11/2012    2 recensioni
Le Banshee, creature che vivono vicino ai fiumi, le protettrici di una famiglia, coloro che piangono la morte dei loro cari, che urlano la straziante fine di uno della famiglia.
Il piccolo Fan ne incontrerà una, quando con sua madre andrà nella palude per chiederle di guarire il padre malato.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando urlano le banshee



Il piccolo Fan corse in lungo e in largo alla ricerca della madre, chiamandola fino a che non cominciò a fargli male la gola. Come era potuto finire nella palude? Come aveva potuto perdersi in mezzo a quegli acquitrini? Come aveva potuto abbandonare sua madre per correre dietro a una rana? Come aveva potuto sua madre abbandonarlo lì?

Cominciava a scendere il buio e la visibilità, già impedita dalla nebbia, calava sempre di più. Singhiozzando si sedette sulla zolla di terra più asciutta che potè trovare e pianse, pianse finchè non si addormentò su quella molle e fredda fanghiglia.
Sognò di una bellissima donna e vide sua madre che appendeva la camicia sporca di sangue di suo padre, il sangue che lui stesso aveva tossito ieri. Erano andati lì per appenderla all’albero della Banshee, sperando che la loro Banshee protettrice si ricordasse di loro e salvasse suo padre. E sentii un orribile urlo, carico di infelicità e rimpianto, spaventoso, acuto e terribilmente triste.
Quando aprì gli occhi, la Banshee era davanti a lui, alta, vestita di bianco, dalla pelle e dai capelli bianchi: unica nota di colore erano gli occhi totalmente neri, cavi, dai quali sgorgavano lacrime scure, sporche di sangue. Fan voleva scappare tanto l’aveva spaventato la presenza della creatura, ma quella gli tese una mano e, mosso da un’ignota forza, lui l’afferrò.
Camminarono in mezzo alle acque stagnanti senza sporcarsi o bagnarsi, sembrava riuscissero e camminare sopra il fango senza affondare. La mano della creatura era gelida eppure stranamente calda, sembrava infondergli sicurezza e pace nonostante l’aspetto spaventoso ed etereo.
“Signora Banshee, mi sta riportando a casa?”
“Non c’è più una casa, piccolo Fan”
“Signora Banshee, voglio tornare a casa”
“Non puoi più andarci, piccolo Fan”
“Signora Banshee, perché mi aiuta?”
“Perché io sono la protettrice della tua famiglia, piccolo Fan”
“Allora perché non mi riporta a casa?”
“Ti sto portando in una nuova casa”
E quando arrivarono Fan si stupì di ciò che trovò. Vedeva i suoi nonni morti da tempo e la sorellina di dieci anni uccisa dalla polmonite; la cugina morta di parto e il fratello sbranato dai lupi. Stupito, si chiese perché fossero tutti lì, ma corse loro incontro, felice di vederli e quelli lo abbracciarono, saltando allegri, cantando, con indosso vestiti bianchi e dorati che mai avrebbero potuto permettersi. Notò che anche lui splendeva e che i suoi vestiti erano cambiati: non indossava più i suoi sudici stracci, ma un’elegante casacca bianca e pantaloni d’oro ed entrambe splendevano come splendeva lui.
“Signora Banshee, perché brilliamo?”
La donna lo prese nuovamente per la mano e lo condusse verso un ruscello cristallino, che di certo non poteva trovarsi nella palude. Gli fece segno di guardare nell’acqua e fu lì che vide i suoi genitori e i due fratelli che piangevano attorno alla salma di un bambino. Riconosceva quel bambino ma allo stesso tempo non sapeva chi fosse: a vederlo così era qualcuno identico a lui, con indosso i suoi vecchi vestiti, disteso su una coperta macchiata di sangue, una corona di fiori sul capo. Vicino un prete stava a capo chino e pregava per l’anima di quel bambino defunto.
E Fan capì che non era il padre ad essere morto, ma lui, però non ne restò affranto. Anzi, si sentiva libero e ridendo tornò dai suoi cari morti anch’essi prima di lui e danzò insieme a loro, danzò finchè non arrivarono anche i suoi genitori e dopo di loro i suoi fratelli e insieme danzarono in quel paradiso bianco e splendente, cullati dal dolce canto della Banshee.
Cantava sempre la Banshee e la sua voce era melodiosa e quando si allontanava sapevano che stava per arrivare un altro di famiglia e sentivano il suo urlo straziante, il suo pianto distrutto. Sapevano che lo avvertivano anche i familiari ancora vivi che, impotenti, non potevano far altro che assistere alla morte di un loro caro. Quel caro che arrivava poco dopo, anche lui splendente e dorato, come un angelo e anche lui si sentiva leggero e libero e si metteva a danzare, sciolto dai terribili tormenti della vita.
E la Banshee riprendeva a cantare.


  
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