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Autore: ehimonchele    23/11/2012    1 recensioni
"Un ragazzo misterioso.
Una ragazza diversa da tutte le altre.
Un solo destino... insieme."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hei, sciao a tutti! :D

Vi rompo solo due minuti per dirvi che sono molto fiera di questo capitolo c:

L'ho scritto proprio con il cuore, e come vedrete ci sarà l'apparizione di qualcuno :3

Ma non vi anticipo nulla, ci vediamo a fine capitolo :P

Buona lettura,

Ciuffo.

 

 

Cause you're not alone, girl
Look over your shoulder
You don't have to wonder
Cause you know, you know, you know
You're not alone, girl
I'll be there to hold you
I'll stay till it's over

 

 

 

 

«Comunque ragazzi... tornando a noi» Incominciò Mirem cercando di cambiare discorso e nell'intento di non far caso allo sguardo di James che era puntualmente puntato su di lei. «Questa è Angela, si è trasferita qui una settimana fa dall'Italia.» continuò presentandomi ai tre ragazzi.

«Ciao» Dissi sorridendo timidamente e facendo un piccolo cenno con la mano.

«Io sono James.» Si presentò per primo sfoggiando un meraviglioso sorriso e appena lo fece diedi un'occhiata a Mirem per vedere la sua reazione; aveva lo sguardo perso nel vuoto nel guardare James.

Ok, era ufficiale, era cotta di lui.

«Ciao, io sono Carlos.» Disse poi il ragazzo più basso del gruppo, che era pur sempre più alto di me, capelli scuri corti e degli occhi marroni stupendi che brillavano seguiti dal sorriso mozzafiato che mi fece bloccare per due minuti a fissarlo.

«Io sono Kendall.» Disse infine il ragazzo biondo, anche lui come James e Carlos aveva un sorriso stupendo, i suoi occhi poi? Erano verdi, meravigliosi. Una cosa trovai dolcissima: le fossette che gli apparivano sulle guance quando sorrideva, le ho sempre amate.

Sentivo che sarebbero diventati importanti, molto importanti per me.

Oggi essendo era il primo giorno di scuola, non ci sarebbe stata lezione, eccetto per l'ultima ora, così i ragazzi e Mir decisero di portarmi a fare il giro nel giardino della scuola.

Ma proprio quando passammo davanti ad Allyson, quest'ultima mi prese il polso, e bruscamente mi fece girare.

«Uh, ma guarda un po chi si è aggiunta al gruppo degli sfigati, non potevi sceglierti un gruppo migliore? Così avrai il loro marchio a vita, sarai una fallita come loro per sempre. Ma aspetta... sfigati si nasce, non si diventa, perciò... non potrai mai entrare a far parte del mio gruppo, quello dei popolari, mi spiace.» Disse con voce altezzosa.

Mi girai verso i ragazzi e vidi Mirem con gli occhi lucidi e una lacrima lungo la guancia, e James che l'abbracciava.

«Adesso gli faccio vedere io.» Sussurrai con i pugni serrati.

«No Angy. Non ne vale la pena» Disse sottovoce Mirem.

«No Mirem, mi dispiace, ma non la passa liscia, si vede che ti ha fatto qualcosa di pesante, e non posso starmene con le mani in mano.» Dissi semplicemente.

Possono dirmi di tutto, ma se toccano i miei amici o la mia famiglia... allora si che sono guai.

Mi girai verso Allyson che se ne andava ridendo, notai i suoi “amici” che la guardavano chi un po' terrorizzato, chi con disgusto, ma lasciai scorrere e la guardai con disprezzo.

«Hei finta bionda!» Gli urlai, e lei si girò incredula con l'ola di tutti quelli che stavano per assistere alla mia sfuriata.

«A me puoi dire tutto quello che vuoi. Che sono orribile, che sono grassa, che sono brutta e per darti anche una ragione in più per prendermi in giro lo dico qui, non ho ancora dato il primo bacio, e puoi prendermi per il culo quanto vuoi, non mi importa,non ho paura di una barbie con le extension. Ma i miei amici non si toccano, chiaro?» Presi fiato con il sottofondo dell'ola di tutti, ancora più sorpresi di prima e continuai sotto il suo sguardo incredulo.

«Non so cosa tu abbia fatto a Mirem, ma so per certo che qualcosa gli hai fatto in passato, perchè ci è rimasta troppo male. Non mi importa che sia nel gruppo degli sfigati -dissi facendo le virgolette in aria- come dici tu, perchè io almeno ho degli amici veri, non dei cagnolini che ti vengono dietro perchè hanno paura di te o che ti leccano il culo per entrare nelle tue grazie. Con amore, me.»

Detto questo gli feci il sorrisetto più falso che c'era nel mio repertorio, e sotto il sguardo infuriato perchè l'ho messa in imbarazzo davanti a quasi tutta la scuola che nel frattempo si era riunita lì.

Mi giro e batto il cinque ai ragazzi e feci l'occhiolino a Mirem che mi mimò un “grazie” con le labbra.

Mentre tutti mi facevano i complimenti per quello che avevo detto, che alla fine era solo la verità, mi rigirai perchè mi resi conto di essermi dimenticata il pezzo forte.

«E per la cronaca... troie si nasce, non si diventa, e tu ne sei l'esempio.» e con questa mi rigirai e sotto gli applausi di tutti che Mirem, James, Carlos e Kendall andammo in giardino, come deciso.

Quando fummo fuori ci sedemmo su una panchina fatta di pietre, sotto un grande albero. Il giardino era deserto.

Passò un oretta in cui conobbi i ragazzi, mi raccontarono tutto su di loro, e subito diventarono come fratelli per me, sapeva che di loro mi potevo fidare e potevo raccontargli tutto, come se li conoscessi da una vita.

Stammo in silenzio seduti sul prato per qualche minuto, ci guardavamo ogni tanto e ci scappava un piccolo sorriso.

Sto trovando la mia strada.

«Grazie Angy.» Disse ad un tratto Mirem mentre si avvicinava a me in cerca di un abbraccio, era tanto tenera.

«Lo sai che su di me puoi contare.» Dissi abbozzando un dolce sorriso stringendola a me.

«Come anche voi ragazzi, la cosa più bella che mi sia capitata è stato incontrarvi.» Dissi guardando quei tre pazzi che intanto si rotolavano nel prato, proprio come avrebbero fatto dei bambini.

«Owh, ma che dolce che è la nostra italiana, così mi fai venire il diabete, vieni qui.» Disse scherzando Carlos mentre allargava le braccia e io mi ci fiondai dentro come un fulmine.

Avevo ricevuto più abbracci in quell'oretta e un quarto che conoscevo loro che in tutta la mia vita.

Era una cosa meravigliosa.

Amo i loro abbracci, quelli di Mirem sono così teneri, quelli di Carlos sono i più caldi, mi sento completa tra le sue braccia, sembra un lupacchiotto, quelli di James invece sono i più divertenti, non smetto di ridere perchè lui è un gigante in confronto a me, e mi sento una nanerottola, mentre quelli Kendall li desidero tanto, perchè mi stringe forte a se e per un momento dimentico tutto e tutti.

«Adesso ti racconto.» Disse poi Mirem che aveva capito che aspettavo una sua spiegazione, solo quando si sarebbe sentita pronta, ovviamente. E a quella frase sorrisi aspettando che iniziava a raccontare.

«Sicura? Nel senso... ce la fai?» Disse James un po' preoccupato mentre gli accarezzava dolcemente una spalla.

«Si si, tranquillo.» Disse lei debolmente guardandolo dolcemente. Lui si tranquillizzò un po, ma non smise di accarezzargli la schiena per rassicurarla.

«Tutto è cominciato al primo anno, io e Allyson siamo sempre state grandi amiche, fin da piccole. Era un amicizia vera, o almeno credevo fosse così. Quando abbiamo cominciato il liceo però, ha incominciato ad andare in giro con i popolari della scuola, fino a diventarne il capo. Hanno iniziato a prendermi in giro, fino a...» Disse con lo sguardo pieno di lacrime e spaventato perso nel vuoto. James l'abbracciò e la strinse ancora di più a sé.

«Hei Mirem, puoi anche non... cioè, se non ce la fai fermati. Puoi pure dirmi un altra volta.» Dissi un po' preoccupata, vedendo che aveva cominciato a piangere stringendo con la mano la maglia blu chiaro che indossava James.

Proprio quest'ultimo gli baciò la testa.

«N-no... Sono arrivati al punto di picchiarmi, picchiarmi pesantemente, ogni giorno, ogni fottuto giorno. N-non mettevo mai maglie o pantaloncini corti per paura che qualcuno si accorgesse dei lividi che avevo, q-quando mi invitavano in piscina dicevo di dover andare via e che non ci sarei stata a casa, p-portavo sempre i trucchi con me a scuola, nel caso mi facessero dei lividi anche in faccia mi coprivo con il correttore e quando tornavo a casa andavo dritta in camera mia con la scusa di dover fare i compiti, e quando mia madre mi portava la cena, di n-nascosto uscivo e la davo al cane di fronte casa mia. A-avevo anche smesso di andare a danza, perchè non riuscivo più a muovermi per i troppi calci, pugni e schiaffi che ricevevo ogni giorno. Non uscivo nemmeno più di casa per paura che loro mi trovassero e mi facessero ancora del male.» Continuò a fatica, fermandosi ogni tanto per colpa dei singhiozzi.

«Non ho mai detto tutto questo ai miei genitori, mai. Avevo paura di quello che potevano fare. Avevo anche avuto la tentazione di tagliarmi, di farmi del male fisico così che il dolore del taglio coprisse quello delle parole ricevute a scuola e delle violenze fisiche, ma per fortuna un giorno questi tre scemi mi sono sbattuti addosso» Disse guardando Carlos, Kendall e James.

«Ed è cominciata ad andare meglio. Loro agiscono quando sei da sola, quando non c'è nessuno che ti può proteggere, quando sei INDIFESA. Ma ora non riescono più a farmi del male, perchè sono sempre con loro tre e non mi trovano mai sola.» Disse abbozzando un piccolo sorriso a tre ragazzi che ricambiarono subito.

«Poi ora ci sei tu, e sento che si sistemerà tutto... tutto andrà per il verso giusto.» Concluse abbracciandomi forte facendomi scendere una lacrima.

«Non immaginavo che ci fossero persone così cattive. Ricorda... tu sei forte, lo sei. Non devi lasciare che delle stupide persone ti rovinino la vita. Devi credere in te stessa. E poi non sei sola, ci sono io, ci sono loro -dissi indicando i ragazzi- che ti aiuteremo. Ti voglio bene, Mir.» dissi tringendola a me.

«Grazie.» disse staccandoci e asciugandosi le lacrime, sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori, era bellissima.

 

 

Tra una risata e l'altra lì fuori al giardino, erano passate ben due ore e rientrammo per fare un giro tra i corridoi; guardavo distrattamente ogni cosa che mi trovavo davanti, fisicamente ero presente, ma mentalmente no. Non riuscivo a capacitarmi del male che avevano fatto a Mirem.

Quando spostai lo sguardo sull'entrata principale della scuola però, una figura maschile, non tanto alta attirò la mia attenzione.

Dopo aver fatto alcuni passi a testa bassa tirò su il viso ed io potei finalmente guardarlo per bene.

Pur essendo fossimo abbastanza lontani riuscivo a vedere ogni minimo dettaglio del suo viso; aveva i capelli castani scuri corti con il ciuffo all'insù davanti, un naso perfetto, e le labbra... mio Dio, non avevo mai desiderato nient'altro così ardamente come quelle labbra in quei pochi minuti.

Tutti i ragazzi che erano nel corridoio, alla sua vista chiusero gli armadietti e spaventati, con il cuore in gola se ne andarono a passo svelto, cercando di evitare il suo sguardo, come se con una semplice occhiata avrebbe potuto trapassarli e bruciarli; avevano paura.

Il ragazzo alzò lo sguardo, e questo trovò all'instante il mio. Erano come intrecciati, nessuno dei due riusciva a staccare lo sguardo da quello dell'altro.

Sono sempre stata impacciata con i ragazzi, se fosse stato un altro ragazzo avrei già spostato lo sguardo da un bel pezzo, ma lui... lui aveva qualcosa di speciale. Qualcosa di tanto speciale che mi faceva rimanere attaccata ai suoi meravigliosi occhi marroni.

Erano bellissimi, non avevo mai visto nulla di più bello.

Era come se con uno sguardo potevamo leggerci dentro, era come una droga, non riuscivamo a smettere di fissarci.

Non eravamo mai pienamente sazi dello sguardo dell'altro, avremmo potuto guardarci per sempre, senza mai staccarci.

I miei occhi azzurri facevano contrasto con i suoi occhi marroni, così profondi, così stanchi. Sotto quel velo di misteriosità che celava sulla sua figura si nascondeva un ragazzo triste, insicuro, pieno di una paura e straziato da un dolore che lo lacerava all'interno... ma che si teneva tutto dentro, e nascondeva sotto la maschera del duro e pericoloso.

Da quando i nostri sguardi si erano incontrati era rimasto immobile nello stesso punto in messo al corridoio deserto.

Purtroppo a strapparmi via da quel piacere che allo stesso tempo mi distruggeva lentamente, fu la voce di Mirem che mi chiamava.

«Angy.» Mi chiamò con un filo di voce, con tono leggermente preoccupato.

A malincuore dovetti scollare lo sguardo da quegli occhi di cui ero già follemente innamorata.

Prima di girare completamente lo sguardo verso Mirem però, voletti assaporare a pieno quegli ultimi momenti di pura goduria e osservare ogni minima parte del suo viso, i cui lineamenti erano ancora contratti.

Guardai per l'ultima volta quegli occhi che parvero supplicarmi di fare il contrario e mi girai verso Mirem, con l'amaro in bocca che quei pochi minuti avevano portato via con lui.

«Dimmi...» Dissi senza nemmeno accorgermene con un accenno di tristezza nella voce.

«Come dimmi? Ti rendi conto? Quello è il ragazzo più pericoloso della scuola, tu ci hai avuto una specie di flirt e mi vieni pure a dire “dimmi”?» Mi stava rimproverando, proprio come fa una mamma con i propri figli.

«Tu non capisci, non riuscivo più a staccarmi, era più forte di me.» Dissi girandomi di nuovo in cerca di quella figura, che al contrario degli altri, mi dava sicurezza... ma non c'era più.

Com'era possibile che fosse già sparito, come?Non era passato neanche un minuto da quando gli diedi le spalle, non sarebbe mai potuto scomparire in così poco tempo. Mi guardai meglio intorno, ma nulla. Era già andato via.

«No, sei tu che non capisci, lui è il ragazzo più pericoloso della scuola, hai visto la reazione di tutti quand'è entrato? Tutti lo temono, ce ne sarà una ragione, no?» Mi disse ancora con tono di rimprovero.

«Quel ragazzo ha solo bisogno d'amore, l'ho letto nei suoi occhi. Ha bisogno di qualcuno che lo abbraccia e gli dica che andrà tutto bene.» Dissi dispiaciuta con gli occhi lucidi.

«Angy...» Sussurrò cambiando tono, era dispiaciuta.

«Non ce la faccio.» Confessai ormai in lacrime.

«Ssssh, non fare così tesoro.» Disse Mirem abbracciandomi dolcemente.

Perchè sto piangendo? Perchè sono diventata così vulnerabile in soli pochi minuti? Perchè mi ha fatto quest'effetto il suo sguardo? Perchè?

«Non so nemmeno perchè sto avendo questa reazione, non è da me. Ma guardarlo negli occhi è stata un'emozione strana, mi ha fatto sentire la ragazza più viva di questo mondo, ma nello stesso tempo mi autodistruggevo.» Dissi stringendomi a Mirem, in quel momento avevo proprio bisogno dei suoi abbracci.

«Dai tranquilla, è stata un'emozione molto intensa e ora ti stai sfogando, tutto qui.» Disse dolcemente ancora abbracciandomi.

«Grazie.» Pronunciai debolmente staccandomi e sorridendogli.

Nel frattempo il corridoio si era già nuovamente riempito.

«Dai su, andiamo. I ragazzi ci aspettano al bar.» Disse infine Mirem e ci dirigemmo verso il bar della scuola, che stranamente era poco affollato.

«Hei ragazze.» Disse Carlos appena ci vide sempre con il sorriso sulle labbra.

«Oi.» Dissi semplicemente sedendomi abbozzando un sorriso.

«Hei bellissima.» Sussurrò James all'orecchio di Mirem che si stava sedendo e che sorrise all'istante nel sentire la sua voce.

«Hei.» Disse poi scompigliandogli i capelli dolcemente, e James sorrise a sua volta al tocco della sua mano.

Erano troppo dolci.

Era tutto normale, i ragazzi sorridevano e scherzavano come loro solito, segno che non sapevano nulla di ciò che era successo nel corridoio.

E così, scherzando e ridendo passò un'altra oretta buona.

Mentre ero assorta nei miei pensieri suonò la campanella dell'ultima ora che mi fece sobbalzare e controllai l'orario, essendo l'ultima ora avevamo lezione; avevo chimica.

«Ragazzi, io ho chimica, qualcun'altro di voi ce l'ha?» Chiesi a James, Carlos, Kendall e Mirem che a loro volta stavano controllando l'orario, fu proprio quest'ultima a parlare.

«Io ce l'ho, vieni con me, ti faccio vedere dov'è l'aula.» Disse prendendomi a braccetto.

«Ok, mi affido a te.» Risposi sorridendo.

«Allora buona fortuna. Sai... non è molto affidabile.» Disse James scherzando, guardando Mirem facendoci scoppiare tutti a ridere.

«Scemo!» Disse Mirem dandogli una piccola spinta ridendo.

«Dai, noi andiamo.» Dissero all'unisolo i tre ragazzi.

Mi abbracciarono e poi Carlos e Kendall abbracciarono anche Mirem, mentre James gli si avvicinò all'orecchio e gli sussurrò «Ci vediamo dopo.»

Poi gli lasciò un delicato bacio sulla guancia.

«S-si certo, a dopo.» Disse lei con le guancie che le andavano a fuoco, e James sorrise a quella sua reazione, poi se ne andò dalla parte opposta alla nostra con Carlos e Kendall, anche loro con il sorriso stampato in faccia.

Io e Mirem, che era con la testa fra le nuvole e un sorriso stampato in faccia, ci avviammo verso l'aula di chimica.

 

 

 

 

 

Ed eccomi qui :D

Come avrete ben visto ci sono molte parti descrittive, ma ho voluto descrivere bene cosa prova Angela (Mi chiamo davvero così xD) c:

Credo che abbiate già capito che il ragazzo sia Logan, lol.

Spero che continuiate a leggere la mia ff e che abbiate apprezzato il capitolo c:

E ringrazio tutti coloro che hanno recensito, messo tra i preferiti, tra i seguiti o tra i ricordati la mia storia :3

Un bacione,

 

Ciuffo.<3

  
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