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Autore: Nipotina    23/11/2012    4 recensioni
Quando era piccolo, anche se Sirius non l’avrebbe mai ammesso ad anima viva, non aveva poi provato tutto quel ribrezzo per Grimmauld Place. Era in effetti un po’ troppo tetra per poter piacere a un bambino di cinque anni, e le teste degli Elfi Domestici imbalsamate piuttosto raccapriccianti, ma quando la tua più grande ambizione è giocare a nascondino tutto il giorno può tornare utile una casa piena di angoli bui e anfratti nascosti.
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Fred e George gli ricordavano se stesso e James anche per quella capacità di sperare sempre in un mondo migliore, quella capacità di inventare per allontanarsi da tutte le cose brutte.
Guardandosi intorno, in quel salotto tanto odiato, Sirius pensò che aveva perso da tempo quella capacità di inventare, di scoprire. Era rinchiuso in un labirinto, un frustrante e buio labirinto che non lo lasciava andare, qualunque cosa facesse.

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Questa storia si è classificata prima al "Come Quando Fuori Piove" contest indetto da Olimpia
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Nickname su EFP: Nipotina
Nickname sul Forum: Nipotina92
Titolo della storia: Un labirinto senza vie d’uscita
Personaggi: Sirius Black, Fred Weasley
Genere: Generale, Malinconico
Avvertimenti: Introspettivo, Missing Moment
Pacchetto scelto: Jack Cuori: Sirius Black
5 Quadri: Fred Weasley
10 Fiori: Labirinto
8 Picche: Il Rating della tua storia dovrà essere verde
Introduzione: Quando era piccolo, anche se Sirius non l’avrebbe mai ammesso ad anima viva, non aveva poi provato tutto quel ribrezzo per Grimmauld Place. Era in effetti un po’ troppo tetra per poter piacere a un bambino di cinque anni, e le teste degli Elfi Domestici imbalsamate piuttosto raccapriccianti, ma quando la tua più grande ambizione è giocare a nascondino tutto il giorno può tornare utile una casa piena di angoli bui e anfratti nascosti.
Note dell'autore: Bè, non è stato proprio facilissimo assemblare la storia, c’erano un paio di pezzi che proprio non si sistemavano, ma alla fine ce l’ho fatta ^^ Sirius è uno dei miei personaggi preferiti ma è anche uno dei personaggi riguardo al quale ho maggiore fatica a scrivere, perché è veramente molto complesso. Tutto sommato, però, questa volta non ho poi fatto così fatica a scriverne, anche se non so se è un bene o un male xD
Il primo pezzo ha un linguaggio leggermente più… concreto direi, quasi infantile perché, scrivendo all’incirca dal punto di vista di Sirius, in quel momento l’ho immaginato da bambino.
Ecco, non ho altro da dire, quindi tanti saluti e goditi la storia! =)
 
 
 

UN LABIRINTO SENZA VIE D’USCITA

 
 
 
Quando era piccolo, anche se Sirius non l’avrebbe mai ammesso ad anima viva, non aveva poi provato tutto quel ribrezzo per Grimmauld Place. Era in effetti un po’ troppo tetra per poter piacere a un bambino di cinque anni, e le teste degli Elfi Domestici imbalsamate piuttosto raccapriccianti, ma quando la tua più grande ambizione è giocare a nascondino tutto il giorno può tornare utile una casa piena di angoli bui e anfratti nascosti.
Quando lui e Regulus giocavano insieme, Sirius riusciva sempre a non farsi trovare. Gli piaceva quella sensazione di trepidazione che provava quando stava rannicchiato al buio, tendendo l’orecchio per udire i passi del fratellino più piccolo.
In quei momenti tratteneva il respiro e cercava di non ridere, quel riso nervoso che ti viene proprio quando non dovrebbe. Si metteva le mani davanti alla bocca e si appiattiva contro il muro, come se le pareti avessero il potere di assorbirlo.
In tutta sincerità, Sirius aveva sempre pensato che ne sarebbero state capaci. La sua casa era un vero labirinto, fatto di interminabili corridoi, stanze e scale… non si sarebbe stupito più di tanto se uno spostamento della parete lo avesse catapultato in un qualche misterioso passaggio segreto.
Segretamente, e questa era un’altra cosa che Sirius non avrebbe mai ammesso ad anima viva, aveva sempre sperato di poter trovare un passaggio segreto in casa sua.
 
Da ragazzo Sirius cominciò a sviluppare una certa antipatia per la sua casa. Non riusciva più a divertirsi nei suoi angoli bui, non riusciva più a capire cosa avesse avuto di così speciale agli occhi del se stesso bambino.
Ormai neanche la scoperta della fantomatica porta nascosta sarebbe servita a fargli apprezzare di più quel posto. Era come se gli stessi muri emanassero il medesimo senso di soffocatezza che Sirius provava alla presenza della sua famiglia, quella strana sensazione che gli faceva odiare i mesi estivi in cui era costretto ad abitare lì.
Passava la maggior parte del tempo rinchiuso in camera sua, cercando in tutti
i modi di renderla più allegra e colorata, il più possibile diversa da tutto il resto della casa. Nonostante tutte le foto e gli stendardi appesi ai muri, però, Sirius non riusciva a cancellare del tutto quella specie di oscurità che sembrava aleggiare dappertutto.
Per quanto si sforzasse, non riusciva in alcun modo a rendere la sua camera più simile a Hogwarts, il luogo dove avrebbe veramente voluto stare.
 
Se dunque c’era una cosa che Sirius non avrebbe mai e poi mai ritenuto possibile, e ce n’erano molte, era il fatto che prima o poi sarebbe tornato a vivere a Grimmauld Place. Ne era scappato a sedici anni con la ferma intenzione di non metterci più piede e, invece, si era visto costretto a passarci ore, giorni, mesi.
A volte si sentiva un ingrato: avrebbe dovuto essere contento, dopotutto non era più ad Azkaban, ma Grimmauld Place per lui non era meglio della prigione. Obbligato a stare rinchiuso, costretto a nascondersi per una colpa che non era sua. Se in gioventù aveva provato antipatia per quella casa, ora era decisamente giunto a odiarla.
Poco contava che fosse il luogo ideale per l’Ordine della Fenice.
Troppi ricordi, la maggior parte negativi, gli crollavano addosso ogni volta che percorreva i corridoi e le scale di quella casa, orientandosi a memoria in quel labirinto di cemento e mattoni.
Se non altro, la presenza di altre persone poteva distoglierlo dai pensieri foschi che troppo spesso gli occupavano la mente.
Non vedeva l’ora che Harry arrivasse, ma sapeva che Silente voleva che passasse del tempo con i suoi zii Babbani anche se non ne capiva il perché. Nonostante questo il suo umore era nettamente migliorato perché, dopo Remus e i vari membri dell’Ordine, si era trasferita da lui l’intera e rumorosa famiglia Weasley.
Gli piaceva averli in giro per casa, era come se una ventata di aria fresca e pulita fosse entrata a risvegliare quella vecchia abitazione.
 
 
-Fred, cosa stai cercando lì dietro?- chiese Sirius al ragazzo, accovacciato dietro al divano, vedendolo infilarsi furtivamente qualcosa nelle tasche.
-Non sto cercando assolutamente niente- rispose Fred con espressione angelica.
-In effetti hai ragione, riformulo la domanda. Cos’hai trovato lì?- domandò ancora Sirius, trattenendo un ghigno.
-Solo qualcosa di molto utile per certi miei esperimenti- buttò lì Fred con nonchalance.
-E di molto vietato da tua madre, presumo- disse Sirius, non riuscendo più a nascondere il suo sorriso.
Gli piacevano i gemelli Weasley, più di tutti gli altri. Erano scaltri, cocciuti, intelligenti e incredibilmente furbi. Non c’era niente che non potessero fare se lo volevano, persino origliare le riunioni segrete.
-Tu e George mi ricordate me e James- disse un po’ bruscamente Sirius, lasciando di stucco Fred.
Non sapeva perché l’avesse detto ad alta voce. Non sapeva nemmeno perché l’avesse detto proprio a Fred, dopotutto loro non erano in confidenza. Era solo che… quel luccichio inequivocabilmente malandrino che aveva visto negli occhi del ragazzo era così simile a quello che albergava nei suoi occhi quando aveva la sua età. Quando ancora non era prigioniero e impotente.
Sirius andò a sedersi sul divano dietro al quale Fred aveva trovato quel che stava cercando e rimase in silenzio, immerso nei ricordi.
-Dovevate essere veramente forti, eh?-
La voce di Fred lo riscosse come da un sogno lontano. Si era dimenticato di lui, pensava se ne fosse andato.
-Forti è dir poco- ribattè Sirius con un accenno di sorriso sardonico.
-Sai, in tutte le mie fantasie non avrei mai pensato che prima o poi avrei incontrato gli inventori della Mappa del Malandrino. Non sai quanto è stata utile a me e George-
-Bè, e io non avrei mai pensato che qualcuno l’avrebbe salvata dal polveroso cassetto in cui era finita. Pensavo che sarebbe rimasta lì a marcire nei secoli dei secoli- disse Sirius con un’alzata di spalle.
-Sai… anche noi eravamo così alla vostra età. Spensierati, ingegnosi, considerevolmente irrispettosi delle regole, sempre in giro per il castello… ogni volta che scoprivamo un nuovo passaggio segreto ci sentivamo euforici, era come avere Hogwarts nelle nostre mani! E in fondo era proprio così… in tutti quegli anni il castello era diventato un labirinto di cui noi conoscevamo ogni angolo- raccontò Sirius, fissando il camino vuoto ma con una luce che gli brillava negli occhi.
Fu quella luce a colpire Fred, perché era la stessa luce che si accendeva negli occhi suoi e di George ogni volta che una delle loro pensate andava a buon fine e, soprattutto, perché non l’aveva mai vista negli occhi di Sirius.
Pensò come sarebbe stata la sua vita, a trentacinque anni, senza George, il suo compagno di avventura, e rabbrividì. Di colpo si sentì vicino a Sirius come mai lo era stato in tutti quei giorni.
-Mi ricordo che una volta persino Silente ci fece i complimenti, perché proprio non capiva come potessimo scendere dalla Torre di Grifondoro così velocemente- disse Sirius, ridendo con quel suo tono così simile a un latrato.
-Vuoi mettere la soddisfazione di imbrogliare Gazza ogni volta che ci insegue?- disse Fred sghignazzando.
-In effetti deve essere una scena divertente- convenne Sirius, guardandolo.
-Abbastanza- ammise Fred senza un briciolo di modestia.
 
-Probabilmente Molly non sarebbe d’accordo con quello che sto per dirti, anzi, sicuramente non sarebbe d’accordo… ma voglio che tu e George non vi arrendiate mai, qualsiasi cosa stiate attualmente macchinando. Di sicuro è qualcosa di geniale, basta guardarvi in faccia per capirlo, e di sicuro è qualcosa di positivo. E direi che al momento c’è decisamente bisogno di qualcosa di positivo in questo mondo, non trovi?- disse Sirius a Fred.
-Trovo! E’ per questo che le minacce della mamma non ci fanno effetto. Anche perché, dopo diciassette anni che le sentiamo, entrano da un orecchio ed escono dall’altro- rispose Fred, ridendo e alzandosi dal divano, per poi uscire dal salotto.
-Ehi Fred!- lo richiamò Sirius, e la testa rossa del ragazzo ricomparve vicino allo stipite della porta.
-Se fossi in te, andrei a fare qualche ricerca in soffitta, non si sa mai cosa si può trovare lì. Tre rampe di scale, poi a sinistra, un’ultima rampa di scale e infine a destra- gli disse Sirius con un occhiolino complice.
-Grazie, Sirius! Dovrei portarti con me ogni tanto, faccio un po’ fatica ad orientarmi in questo labirinto-
 
Sirius scosse la testa, sorridendo lievemente. Un labirinto… Fred non avrebbe potuto descrivere quella casa in un modo migliore. Un labirinto di muri e mattoni che, suo malgrado, lui conosceva come le sue tasche, ma un labirinto che era così diverso da quello che aveva amato per sette anni.
Per un istante invidiò Fred, che sarebbe andato a Hogwarts nel giro di poche settimane. Che cosa non avrebbe dato Sirius per tornare lì…
Fred e George gli ricordavano se stesso e James anche per quella capacità di sperare sempre in un mondo migliore, quella capacità di inventare per allontanarsi da tutte le cose brutte.
Guardandosi intorno, in quel salotto tanto odiato, Sirius pensò che aveva perso da tempo quella capacità di inventare, di scoprire. Era rinchiuso in un labirinto, un frustrante e buio labirinto che non lo lasciava andare, qualunque cosa facesse.
Come quando era ragazzo, la casa era diventata una prigione che lo teneva rinchiuso. Per quanto si sforzasse di muoversi, per quanto girasse a destra e sinistra, Sirius non riusciva a uscirne.
Fred aveva ragione, la casa era un labirinto. Un labirinto senza vie d’uscita.
  
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