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Autore: Layla    23/11/2012    6 recensioni
"Apro la porta e vorrei non averlo mai fatto, visto che ho una visione in primo piano del culo del suo ragazzo prima di scollegare del tutto il cervello e mettermi a urlare come una pazza.
"MA VOI SIETE DELLE BESTIE! STATE SCOPANDO SUL MIO LETTO! IO VI UCCIDO!!”
Sto per mettere in atto le mie minacce quando due braccia mi afferrano e, da come si capovolge il mondo, temo che mi carichino sulla schiena del loro proprietario.
Lancio un ultimo sguardo di fuoco a quella bastarda con cui condivido il dna – che ricambia con uno sguardo smarrito – e al tizio che se la stava scopando.

Finisco per identificarlo come Tom DeLonge, uno del nostro anno, a causa dei capelli platinati, del tatuaggio e degli svariati piercing.
[....]“Ah, Ruby Ruby! Dopo tuuuuuuutto il tuo tuonare contro i punk ti interessa uno di loro!”
“Erin vaffanculo!”
E dopo questo brillante scambio di opinioni lascio la stanza di mia sorella, per oggi l’ho sopportata abbastanza e mi ha dato fin troppe cose su cui pensare.
E no, a me non piace Mark.
Ma proprio no!"
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Scott Raynor, Tom DeLonge
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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18) Di dichiarazioni e spaghettate di mezzanotte.

 

Dopo esserti dichiarata al ragazzo che ami dovrebbe essere un diritto sindacale riuscire ad avere una notte di sonno piena, possibilmente abbracciata a lui.
È una convinzione che ho maturato meno di dieci minuti fa, ma penso abbia un senso e una ragion d’essere: sto davvero troppo bene accoccolata su di lui, che è in grado di calmarmi e conciliarmi il sonno in modo fantastico.
Inizio a capire come mai la gente ami dormire fino a tardi, a queste condizioni nemmeno io – la mattiniera per eccellenza – uscirei da questo letto.
Peccato che tutto questo debba essere smentito, vorrei che fosse solo la mia immaginazione, ma visto che sono cinque minuti che il fenomeno si protrae devo convenire che effettivamente qualcuno sta bussando alla finestra di Mark.
Che sia un ladro? Un seccatore? Un alieno?
Chiunque sia mi sembra giusto avvisare il legittimo proprietario di questa camera, scuotendolo leggermente, peccato che Mark mugugni qualcosa e poi non dia altri segni di vita.
Oh, oh.
Come lo sveglio?
Inizio a strusciarmi piano su di lui e a baciarlo, sono certa che questo provocherà un qualche tipo di reazione e infatti poco dopo apre gli occhi stiracchiando un sorriso.
“Hai cambiato idea?”
Mormora stringendomi per i fianchi.
“No, solo non sapevo come svegliarti, c’è qualcuno che bussa alla tua finestra da un po’.”
Lui alza un sopracciglio perplesso e si mette in ascolto, il bussare si ripete e il suo sopracciglio si alza ulteriormente.
“Bel modo di svegliarmi. Mi svegli così anche domani-oggi mattina?”
“Sì, beh se proprio vuoi… non credi sia il caso di controllare chi diavolo ti cerca con tanta insistenza?”
“E se fosse un ladro?”
“Che bussa? Se fosse un ladro sarebbe già entrato e avrebbe rubato quello che c’era disponibile.”
Lui sbuffa, io mi sposto per lasciarlo alzare.
Sembra decisamente di pessimo umore – borbotta maledizioni a bassa voce – senza nemmeno prendersi la briga di raccattare i suoi pantaloni, prende una mazza da baseball e si dirige alla portafinestra della sua stanza.
“E quella?”
“Da piccolo mi piaceva giocare a baseball.”
Butta lì a mo’ di spiegazione, prima di aprire la finestra.
Dubito che gli serva a qualcosa, dato che l’insistente visitatore notturno è Tom, che non gli dà nemmeno il tempo di fiatare e lo stringe in un abbraccio assassino.
La notte ha preso una piega inaspettata, il fatto che lui sia qui indica che qualcosa deve essere successo tra lui e quella testa vuota di mia sorella e a giudicare dalla sua reazione non è niente di bello.
“Tom?”
Chiamo piano, timorosa di interrompere quel momento.
Le mie cautele non servono, appena DeLonge sente la mia voce si stacca dal mio ragazzo come se avesse preso la scossa e guarda prima Mark – ancora in mutande e con la mazza in mano – e poi me che indosso la sua maglia.
Non avrei mai pensato di vedere un tizio come Tom arrossire un giorno, eppure succede.
“Uhm, ho interrotto qualcosa e tu hai intenzione di farmela pagare a colpi di mazza da baseball?”
Mark scuote la testa e appoggia la mazza alla parete.
“No, pensavo fossi un ladro.”
“Un ladro che si prende la briga di bussare?”
Mark non commenta.
“Cosa ci fai qui, DeLonge? Non ti basta più telefonare alla gente in piena notte? Adesso passi anche alle visite notturne?” riprende poi.
Io mi porto vicino al mio ragazzo – che mi passa un braccio intorno ai fianchi – pronta ad ascoltare quello che il moro ha da dire.
“Al locale, prima… Erin…”
Oh, meraviglioso! È talmente scosso da non riuscire ad articolare una frase di senso compiuto!
“Prima ci stava provando con un uno e io mi sono incazzato e le ho fatto una piazzata davanti a tutti.
Le ho detto tutto, è troppo per me.
Troppo.”
Lancio un’occhiata a Mark e ci capiamo al volo, non scuciremo molto altro dal nostro soggetto così tanto vale abbracciarlo.
Mi fa abbastanza strano essere quasi soffocata da questi due, ma è piacevole e spero che anche Tom la pensi così.
Rimane rigido per un po’ prima di rilassarsi e mormorare un: “Grazie.” spento, sembra decisamente giù di corda, Erin che hai fatto ancora?
Mark gli accarezza la schiena, io cerco di arrivare ai capelli, Tom tace. In questo momento sembra un cucciolo che ha bisogno di coccole invece del solito sbruffone che tutti conoscono.
“Vuoi parlarne?”
Sussurro io, lui scuote la testa.
“Cosa vuoi fare?”
“Mark, posso usufruire del tuo divano?”
“Certo, aspetta che sposto un po’ di cose.”
Lui annuisce e Mark si allontana, lo sento trafficare, mentre io rimango appesa a Tom.
“E così finalmente state insieme, eh?”
“Sì, a quanto pare la tua teoria della gelosia aveva un senso.”
Stiracchia un sorriso, stringendomi di più.
“Non sono stupido come sembro, vorrei che lo capisse anche lei.”
“Lo capirà.”
“Quando? Sono stanco di aspettare….”
Io non rispondo, devo fare un discorso a Erin e non sarà una cosa pacifica.
“Il divano è pronto.”
Tom si stacca e ci si butta sopra senza nessuna grazia, avvolgendosi in una vecchia coperta e alzando una mano in segno di saluto.
“Dici che l’abbiamo consolato abbastanza?”
Chiedo a capelli blu, lui annuisce.
“Non è un tizio che richiede troppe coccole, poi se ne vergogna.”
“Non parlate di me come se non ci fossi! E, per vostra informazione, pretendo un buffetto della buonanotte!”
Ridacchiamo sottovoce e accontentiamo la sua richiesta, questa emergenza sembra essere rientrata in qualche modo.
“Secondo te ora si potrà dormire?”
Mi chiede Mark facendomi cenno di raggiungerlo a letto, cosa che faccio molto volentieri.
“No, ho il sospetto che non sia ancora finita.”
Rispondo, accomodandomi nel suo abbraccio e provocando un suo sbuffo, non sembra molto felice del traffico notturno.
Come previsto, un quarto d’ora dopo qualcuno batte furiosamente alla portafinestra di Hoppus, qualcuno che è decisamente meno gentile dell’ameba che riposa sul suo divano.
“UN ATTIMO! Ma che cazzo! Questa camera è diventata una stazione ferroviaria!”
Anche questa volta non si degna di mettersi i pantaloni, ma almeno non prende la mazza da baseball, forse come me ha intuito chi possa essere.
“Buonanotte Erin, sono lieto di vederti! Vuoi un drink?”
Mia sorella lo sposta senza nemmeno rispondergli – fa solo un cenno di saluto nella mia direzione, che io ricambio perplessa chiedendomi perché diavolo non trovi strano il fatto che io sia qui – e si mette a urlare.
“DELONGEEEE!”
Tom sobbalza e cade dal divano, guardandosi intorno perplesso fino a che non mette a fuoco Erin.
“E-erin?”
“No, tua nonna in Francia, DeLonge!
Che cazzo pensavi di fare prima, eh?”
Mark se ne torna a letto, mi abbraccia e appoggia la testa sulla mia spalla.
“Pensavo avresti assistito allo spettacolo.”
“Qui sono più comodo.”
Lui scuoto la testa e riporto la mia attenzione a quei due: Erin è in piedi, con le mani appoggiate sui fianchi e l’aria poco malleabile, Tom la guarda stupito e terrificato per terra.
“Erin, mi sono dichiarato, non è chiara come cosa?”
“Tu dichiarato? Ma se stavi per prendere a pugni quel povero ragazzo con cui stavo parlando!
E poi, io so perché l’hai fatto! A te non importa di me come persona, tu non mi ami!
A te fa solo incazzare il fatto che io ti abbia scaricato!”
“Erin…”
“Sei solo un ragazzino incapace di sopportare un no, non capisco come io possa essere stata la tua ragazza per così tanto tempo!”
“Erin….”
“Devi crescere, DeLonge..Devi…”
“ERIN, CAZZO! MI VUOI STARE A SENTIRE?”
Lei inarca un sopracciglio, mentre lui si alza in piedi, sembra decisamente fuori di sé.
“Sennò cosa mi fai?”
“La vedi quella mazza? Potrei dartela in testa, almeno mi lasci parlare!”
Urlo un: “Ehi!” per far sentire la mia opinione, ma Mark mi tappa la bocca.
“Non metterti in mezzo, non è capace di fare del male a una mosca, soprattutto  in questo stato, sta solo cercando di farsi ascoltare da lei.”
Io annuisco e riprendo a guardarli.
“Dio, Erin. Qual è il tuo problema?
Sono troppo stupido o poco affidabile?
Sì, lo sono. Sono un completo coglione che vive per tre cose: la sua chitarra, lo skate e te!
E no, non lo sto facendo per portarti a letto o per ripicca! Cristo, sembra che tu non mi conosca per niente, lo sai che quando una mi molla ne cerco subito un’altra e della tipa che mi ha mollato non me ne frega più nulla!
Non ti chiedi perché mi sono messo a scrivere lettere, a fare serenate e piazzate e ad aspettare come un coglione un tuo cenno? Non ci arrivi?
Ti amo, stupida! Ti amo davvero, ti amo persino quando ti comporti da stronza come adesso e vorrei sapere qual è il tuo problema.
Ti faccio schifo? Non mi vuoi?
Dimmelo, ma, cazzo, smettila di dire che non ti amo, perché, cazzo, non è vero!”
Nella stanza cala il silenzio, mia sorella ha perso tutta la sua spavalderia.
“Tu mi ami?”
“Sì, cazzo!”
“Ma tu non ami nessuna, ti vuoi solo sesso!”
“PIANTALA E DAMMI UNA RISPOSTA UNA VOLTA PER TUTTE!”
Mia sorella arretra.
“Scusa Erin, non volevo spaventarti, ma ti prego dammi una risposta!”
“Io… io…. Io ho interrotto la nostra storia perché pensavo che tu non fossi innamorato di me!”
“Tu cosa hai fatto?”
“Sì, ho fatto questa enorme cazzata e ho ignorato tutto quello che tu hai fatto credendo che tu non mi amassi e lo facessi solo per ripicca.”
Lui scuote la testa.
“Oh, Erin…”
Senza aggiungere altro annulla la distanza che c’è tra loro e la bacia in un modo decisamente appassionato, al punto che sia io che Mark finiamo per sentirci dei guardoni.
Quando si staccano mia sorella ha le lacrime agli occhi e lui gliele asciuga.
“Vuoi essere la mia ragazza?”
“Sì, sì, sì. Ti amo e non ho più intenzione di scappare!”
“Finalmente, pensavo di dover invecchiare prima di sentirtelo dire!”
Riprendono di nuovo a baciarsi e noi distogliamo lo sguardo, l’emergenza è rientrata.
“Chi glielo dice che non possono fare del sesso da riconciliazione? Tu o io?”
Chiedo a Mark, ormai voltata verso di lui e con le braccia strette attorno al suo collo, lui mi bacia.
“Nessuno dei due, dai tempo al tempo…”
Io alzo un sopracciglio perplessa, chissà cosa avrà voluto dire…
Lui non me lo chiarisce si limita a ridere come un cretino e a mugugnare qualcosa di incomprensibile.
Vabeh, aspetterò.
Proprio quando i rumori dei due dietro di noi iniziano a farsi allarmanti – si stanno spogliando o li fermiamo adesso o questa stanza inizierà a somigliare un po’ troppo al set di un porno amatoriale –  la porta della stanza si spalanca, costringendo noi a voltarci e quei a smettere.
“MA SI Può SAPERE COSA DIAVOLO CI FA TUTTA QUESTA GENTE QUI?”
La tizia che urla brandendo una scopa è Anne e non mi sembra per niente felice di vederci qui, anzi se qualcuno non la calma potrebbe persino buttarci fuori a colpi di scopa.
“Ehm, Anne, sorellina…”
“Anne! Cristo, che palle! Ma non potresti andartene a dormire?”
E tu non potresti stare zitto, Tom?
La ragazza fulmina DeLonge con uno sguardo e muove qualche passo verso di loro.
“Tom, stai zitto o presto la tua ragazza, mio fratello, tua madre o qualcuno a caso dovrà preoccuparsi di estrarti questa scopa dal culo!
Io stavo dormendo prima che:
a)Mio fratello fosse costretto a ricorrere alla mano amica e quindi al cesso.
b)Un esaurito iniziasse a bussare insistentemente alla portafinestra di mio fratello e poi facesse un casino della madonna una volta dentro.
c) Un’altra esaurita si mettesse a bussare e poi a urlare come una matta che tu sei un coglione.
d) Questa stanza diventasse il set di un film porno!”
Ci guardiamo attorno, Tom e Mark sono in mutande, io indosso solo la maglia di Mark e il resto dei nostri vestiti è a terra, Erin è in gonna e reggiseno.
“Vuoi partecipare anche tu, Anne?”
La sorella di Mark non sembra gradire particolarmente la sua ironia perché si muove minacciosa verso il moro e costringe Mark a uscire di corsa dal letto per placcarla.
“Dai, Anne lo sai che scherza! Adesso ci mettiamo buoni buoni e ti lasciamo dormire.
Tu non dirai nulla a mamma, vero?”
Lei sbuffa.
“Non dirò nulla, basta che la piantiate di far casino.
Per inciso almeno tu e Ruby state insieme?”
“Sì, sono la sua ragazza!”
Urlo io dal letto.
“Sì, finalmente! Non lo si sopportava più con quei musi lunghi e i silenzi da psicotico, spero che la vostra storia duri!”
“Musi lunghi?”
“Silenzi da psicotico?”
Esclamiamo in contemporanea io e Tom guardando sbalorditi Mark che alza le spalle.
“Beh, ma dove vivete?
Cioè, tu Ruby sei scusata, ma tu Tom sei il suo migliore amico!”
“Era geloso di me.”
Risponde il DeLonge con nonchalance.
“Ah, wow! Bene, ora spero che anche tu abbia fatto pace con la tua ragazza!”
“Tutto a posto, eccetto il fatto che mi piacerebbe avere un piatto di spaghetti ora.”
Io sgrano gli occhi, Tom ci tiene proprio ad avere quella scopa nel culo?
“Oh, certo come no!”
“Uh, piacerebbe anche a me!”
Erin poteva non dargli manforte? No!
“Ehm, Anne ti scoccerebbe se…”
Lei sbuffa.
“Giuro che non ti ammazzo ora e subito, Mark Allan Hoppus, solo perché ti sei appena dichiarato alla ragazza che ami e che ti ha sballato l’umore. In cambio pretendo anche io un patto di spaghetti abbondante!”
Il clima si distende e sorridiamo tutti sollevati, alla fine ce l’abbiamo fatta a non farci uccidere questa notte.
Io raccatto i miei pantaloni, Mark i suoi, accanto a noi Erin e Tom bisticciano perché lei vuole la maglietta del suo ragazzo e lui non è molto d’accordo. Sembriamo una compagnia di disperati, che con qualche difficoltà ce la fa scendere in cucina (per la cronaca Erin alla fine ha vinto, Tom scende sfregandosi le braccia con le mani e borbottando maledizioni sottovoce).
Preparare della pasta alle tre di notte non è un’impresa facilissima: Mark non sa dove siano gli ingredienti, Tom si è seduto al tavolo e sta per addormentarsi, Erin non è mai stata un cima in cucina e così tocca a me fare tutto.
Reperisco una pentola e gli spaghetti da un mobile della cucina, metto l’acqua, il sale e la pasta e poi cerco il sugo, ma il massimo che trovo è del ketchup.
“Beh, con il ketchup non è che sia granché, ma questo c’è.”
“Ci sono anche delle polpette in frigo, aggiungici anche quelle, al tuo ragazzo piacciono.”
Io annuisco ad Anne e le cerco, il sugo è decisamente arrangiato – e penso che sia quello che c’è di più simile a una bestemmia culinaria – ma è tutto quello che riesco a ricavare con degli ingredienti del genere.
“Bene, ecco la vostra pasta.”
Distribuisco le porzioni e mi godo la mia con Anne in parte.
“E così sei la fidanzata del fratellone.”
“Sì.”
“Vedi di trattarmelo bene, sembra tanto uno stupido, ma ha un cuore d’oro.”
Io sorrido.
“Lo so, lo so che ha un cuore d’oro, credo che sia una delle tante ragioni per cui lo amo e ho intenzione di trattarlo bene.
Ho scoperto di detestare vederlo triste.”
Lei sorride.
“Beh, non mi sbagliavo su di voi: siete una bella coppia, non ho mai visto Mark così felice.”
Io lo guardo, sta tentando di lanciare il mio sugo addosso a Tom.
“Hoppus, non ci provare! Non sprecherai il mio sugo tirandolo addosso a DeLonge!”
“Nella nostra cucina per di più, se lo dovessi fare domani la pulirai tu!”
Lui sbuffa e mugugna a Tom: “Non ci siamo messi insieme nemmeno da un giorno e già lei fa comunella con mia sorella a mio danno.”
“Sono cazzi tuoi, amico! Sei tu che l’hai voluta!”
Tom scuote la testa e riprende a mangiare, in che manicomio sono capitata?
Nel manicomio che ho scelto io e che in fondo mi va bene esattamente com’è, stranamente – nonostante la frase sarcastica che ho appena pensato – non cambierei nulla delle persone che sono sedute a tavola con me.
“Bene, ragazzi! La spaghettata è finita ed è il momento di andare a letto, FACENDO SILENZIO!
Non voglio sentire volare una mosca fino a domani mattina o pomeriggio.”
Annuiamo tutti.
“Ehi, Erin! Ma mamma l’hai avvisata?”
“Sì, le ho detto che io e te eravamo a dormire da un’amica, ma che tu non volevi.
Credo se la sia bevuta.”
Io sospiro, se lei non l’avesse fatto questa avrebbe rischiato la prima e ultima notte che io e Mark avremmo trascorso insieme.
Raggiungiamo la camera di Mark e ci mettiamo a letto – come promesso – Erin e Tom bisticciano per un po’, poi tacciono.
Credo si siano addormentati, solo noi due siamo svegli.
“Credi che ora si potrà dormire?”
Sussurro all’orecchio del mio ragazzo.
“Sei tu la strega, no?”
Ridacchia lui.
“Io dico di sì, buonanotte!”
Mormoro accoccolandomi meglio contro di lui.
“Buonanotte a te.”
Mi risponde lui, ormai già nel mondo dei sogni.
Grazie per avermi cambiato la vita.

Angolo di Layla

Allora: per prima cosa mi scuso per non avere risposto alle recensioni dello scorso capitolo, ma ho usato il tempo che di solito dedico a questo per postare una nuova fiction con coppia Tom/Jen.

Se volete leggerla, lascio il link alla fine di questo spazio.

Come vedete finalmente Tom e Erin si sono messi insieme e la pace è per ora calata su queste due coppie, chissà se durerà xD.

Ringrazio infinitamente MatyOtaku,eve182 e DeLonge per le recenioni.

Link:

 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1402730&i=1
   
 
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