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Autore: Soundless_Voice    23/11/2012    0 recensioni
»Dalla superficie increspata dell’acqua si distinguevano solo la sua pelle pallida e i suoi occhi color ghiaccio, una volta così dolci, che ora sorridevano malinconicamente e apparivano taglienti come spine.»
Boh, è una storia molto strana.. non saprei come descrivervela in altro modo
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Entrò nella stanza sfilandosi il vestito azzurro che aveva addosso, lasciandolo cadere a terra.
Lanciò contro la parete i suoi tacchi, poi ripose, questa volte per bene, un semplice ciondolo con un’ala ed una rosa bianca, non più grande di una nocciola. Si scompigliò i capelli castani corti, lunghi poco più del viso.
Infine si diresse verso la vasca da bagno, dove le gocce cadenti dal rubinetto in ottone tintinnavano e creavano increspature nell’acqua.
E si immerse dentro, abbandonando ogni residuo dell’eleganza che aveva dovuto ostentare tutta la sera.

Cercò di asciugarsi la mano per accendere le casse sullo scaffale vicino al bordo, facendo partire la prima canzone sulla sua Playlist dell’iPod.
Il primo assolo di chitarra echeggiò nella stanza, rimbombando, e lei finalmente sorrise, muovendo la testa a tempo con la batteria e la voce del cantante.
Era un sorriso vero, ma quasi con filo di cattiveria al suo interno.
“Dopo tutte le stronzate che ho dovuto sentire stasera, ci voleva proprio” rise.

Era tornata da una festa stupida, piena di ragazzi barcollanti ed inutili amici di amici di amici. C’era dovuta andare a malavoglia, sorridendo pure, nascondendo ogni traccia del fastidio che provava in ogni parte del suo corpo solo pensando a che musica avrebbe dovuto sorbirsi tutto il tempo.

I suoi occhi di ghiaccio fissavano taglienti l’acqua e le pieghe impercettibili che la increspavano.
Chissà quanti erano quelli che credevano di conoscerla, di poterla fare stare male, di essere importanti anche solo minimamente per lei.
Era divertente, avvicinarsi e mostrarsi gentile, fragile alle volte.
I primi tempi era interessante giocare con loro, ed era pure quasi sincera, poi però diventavano tutti irrimediabilmente noiosi..

Certo, non era così una volta: si dimostrava affettuosa con tutti, disponibile, sempre pronta ad aiutare. I capelli lunghi, l’aria gentile e un po’ sperduta, e degli occhi dolcissimi.
Però lo era troppo. Sospirò ricordando di quanti ne avessero approfittato, mentito, e l’avessero abbandonata. La situazione la fece stare male, troppo, e quanto fu sul punto di crollare decise di cambiare una volta per tutte.

Tagliò i capelli, diventò un’altra, che tendeva a mentire su come fosse con molte persone per non essere più ferita.

Aveva mille frammenti diversi: dolce, seria, elegante, fine, non importava, doveva riuscire a imitare perfettamente chi aveva deciso di sembrare agli occhi di qualcuno.

Di pelli diverse, chissà quante ne aveva, nessuno la conosceva veramente.
E nonostante ciò, dopo essere cambiata così tante volte ed aver assunto atteggiamenti diversi, sapeva ancora bene com’era interiormente: una ragazza vivace,che amava musica ed arte, e che voleva soltanto vivere in questo mondo pieno di problemi e falsità.

Aveva preso a mettere sempre quella collana, proprio per la rosa, quando aveva tagliato i capelli.
Le rose bianche erano i suoi fiori preferiti, candidi e dolci all’esterno, ma pieni di spine, anche più delle altre piante. E, soprattutto erano capaci di racchiudere in sé freddezza e delicatezza.

Fece un respiro profondo e immerse la testa dentro l’acqua fin sotto al naso, per schiarirsi le idee.
Dalla superficie increspata dell’acqua si distinguevano solo la sua pelle pallida e i suoi occhi color ghiaccio una volta così dolci,
che ora sorridevano malinconicamente e apparivano taglienti come spine.
  
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