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Autore: Hope55    23/11/2012    1 recensioni
E' così bella, grandi occhi scuri, capelli castani mossi lunghi fin sotto il seno e quel sorriso, quel sorriso che mi fa morire dentro.
Lui, studente universitario che vive nella fredda e grande Torino; lei, studentessa di un liceo, vive nella calda e piccola isola di Capri.
Riusciranno a superare la lontananza e a coltivare il loro grande amore?
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
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Capitolo V - Vodka e Mojito
 

 
 
 
"Amico scendi dalle stelle!"
Sbuffai.
"Che vuoi Justin?"
"E' da prima di cena che stai così! Che te la sei scopata?"
"Ma vaffanculo!" 
"Dai io l'avrei fatto"
"Ma dai ma ti pare? E' la prima volta che usciamo!"
"Non ti scaldare amico, stavo scherzando! Dai muoviti che ci aspettano
alcuni amici"
"Dammi cinque minuti" 
Indossai un paio di jeans neri con una maglietta aderente bianca e una
camicia nera. Il famoso gel ed ero pronto.
Arrivammo in discoteca con la macchina e davanti all'entrata c'era un
gruppo di ragazzi che ci aspettavano.
"Jake fratello!"
"Ciao Fra!"
"Ehi ragazzi lui è Giacomo!"
"Ciao"
"Ciao io sono Francesco"
"Io sono Alessandro, l'amico di Bella, ricordi? Ci siamo incontrati oggi pomeriggio"
"Sisi ciao" 
"Io sono la ragazza di Fra, piacere Laura"
"Ciao, io sono Jake"
"E infine lei è Claire"
Si girò una bionda, occhi chiari, truccatissima su tacconi enormi.
"Ciao, piacere, Claire" mormorò con un sorriso seducente.
Sorrisi.
"Giacomo, puoi chiamarmi Jake" 
"Con piacere Jake" mi rispose prendendomi sotto braccio e accompagnandomi all'entrata.
"Vieni prendiamo qualcosa" mi disse trascinandomi al bancone tra quel caos di corpi danzanti.
"Per me una vodka alla pesca" urlai cercando di sovrastare le voci.
"Per me un mojito grazie" urlò lei di rimando.
Ci servirono subito i nostri cocktail.
"Non sei di Capri tu vero?" 
"No, vengo da Torino" le risposi.
"Immaginavo, l'avrei di sicuro ricordata una bellezza come te" mi disse
con un sorriso provocante.
Ci stava provando sul serio? Non mi tirai indietro, volevo divertirmi un pò.
"Si lo so. Io invece credo che di te non mi sarei ricordato, sai quante belle donne ci sono a Torino!" la provocai con una risata.
Alzò un sopracciglio in segno di sfida.
"Altri due grazie" disse rivolta al cameriere.
"Una come me?" mi rispose mettendo in mostra il suo fisico.
Effettivamente aveva un corpo da paura.
"Certo, sai quante ne esistono con una quarta di seno?" continuai a
provocarla scolandomi il secondo bicchiere di fila.
Sorrise.
"Non giocare con il fuoco Jake, potresti pentirti" mi rispose con le labbra
vicinissime alle mie.
"Ah si?" le risposi sfidandola dopo aver ordinato un altro bicchiere.
"Si" mi rispose prendendomi per mano e portandomi su uno di quei
divanetti addossati al muro.
Si sedette sopra di me con il corpo attaccato al mio e sfiorò le mie labbra con le sue.
Deglutii a vuoto.
Sorrise vittoriosa, evidentemente aveva capito l'effetto che aveva ottenuto.
Sebbene non mi interessasse lei sotto quel punto di vista, ero pur sempre un uomo e 'certe reazioni' non si possono nascondere tanto facilmente.
"E comunque porto la quinta" alitò sulle mie labbra per poi sedersi accanto a me.
"Ho vinto" mi rispose bevendo il suo cocktail che qualche cameriere doveva acervi portato lì. "Ora non ti scorderai più di me"
Buttai giù l'altro cocktail. "Può essere" le risposi mezzo sbronzo.
"Ancora non sei convinto?" rise incredula.
"Non del tutto" le risposi ancora tra le risate.
"Sei ubriaco, non sai quello che dici" mi rispose stizzita.
"Certo certo, ogni scusa è buona"
Finì il mio ennesimo cocktail.
Aveva ragione, ero fradicio.
"Vieni allora" rispose portandomi sulla pista da ballo.
Iniziò a muoversi davanti a me, lasciando una scia di baci sul mio collo. Non resistetti più all'impulso e la baciai. Fu uno di quei baci violenti che puzzano di alcool.
Ma non mi staccai, non avevo la lucidità per farlo.
Aprì gli occhi e mi ritrovai in un paio di occhi scuri, labbra carnose, guance lievemente arrossate e lunghi capelli scuri.
"Che ti guardi?" mi chiese una voce stridula. 
Eccoli di nuovo quel trucco pesante, quegli occhi azzurri vuoti, desiderosi
solo di sesso. Ma che diavolo sto facendo?
Mi staccai di botto, me l'ero solo immaginata.
"Che stiamo facendo?" le chiesi cercando un minimo di lucidità. Avevo la nausea.
"Stavamo per andare di sopra per finire il nostro gioco prima che iniziassi
a fare il cretino" mi rispose acida.
"Muoviti andiamo" mi tirò per un braccio.
"Sta ferma!" mi scansai proprio mentre urlò "Leva ste mani" girandosi dietro. 
Mi girava la testa.
"Che vuoi Alessandro?" domandò pungente.
Alessandro, già sentito. Cercai di ricordare.
Dio che mal di testa!
"Nulla dai, volevo solo divertirmi un pò" le rispose toccandola.
"Mi sto già divertendo grazie" gli rispose acida indicandomi.
Di nuovo il senso di nausea.
"Avanti dai, quello è mezzo sbronzo!"
"Sono cazzi miei! Hai scelto Bella e ora vai da lei"
Bella? Ripresi un attimo di lucidità, l'amico di Bella, ecco chi era!
"Ti prego! Non ci credo che ce l'hai ancora per quello!" rise. "Bella mi
serve soltanto! Oddio ma l'hai vista, non mi farebbe mai divertire come fai
tu!" rispose tirandola a sè.
'Bella mi serve soltanto'
'non mi farebbe mai divertire'
'mi serve'
Quelle parole continuarono a rimbombarmi in testa.
"Intanto te la sei scopata" urlò la bionda spingendolo.
Scopato? Bella? La mia Bella?
E fu a quel punto che non ci vidi più. Avevo la testa in fiamme, tutto era sfocato. Mi avventai su di lui facendolo cadere a terra.
"MA COME TI PERMETTI!" gli urlai colpendolo.
"Ma che vuole questo!" gridò di rimando menandomi uno schiaffo.
"SEI UN BASTARDO! USARLA!" 
"Non ci ho fatto niente! Ma che ti prende!" rispose indietreggiando e coprendosi il viso con le braccia.
Continuai imperterrito ad urlargli qualsiasi tipo di insulto mentre volavano pugni e schiaffi. Sentivo urla, musica assordante, non riuscivo più
nemmeno a respirare.
"Smettila Jake, che diavolo fai!" urlò qualcuno tirandomi per le braccia.
"Lasciami stare! L'ammazzo quell'animale!" urlai come un pazzo.
"Che cazzo hai combinato idiota!" urlò qualcun altro al porco allontanandolo da me. Ma non ero soddisfatto io, ne' volevo ancora. 
Urlai ancora.
"Calmati Jake!" mi gridò Justin portandomi fuori.
L'aria fresca della notte si infranse violentemente sul mio viso sudato facendomi rinsavire un minimo.
Sentivo un sapore dolciastro in bocca e mi accorsi di star sanguinando. 
"Voglio andare a casa" gli dissi passandomi una mano sul labbro.
"Aspetta, perdi sangue!"
"Voglio andare a casa!" ripetei urlando.
"Va bene, va bene!"
Sentì il freddo sedile sotto di me, un braccio sotto le spalle che mi trascinava in casa mentre cercavo di reggermi in piedi e infine l'odore acido di disinfettante.

Mi svegliai con un mal di testa temendo.
"Ehi Jake, come va?"
Misi a fuoco davanti a me.
"Justin?"
"Chi vuol essere!"
"Mi fa male tutto!" 
"E ci credo! Ieri hai quasi ammazzato Alessandro!"
Ricordai di colpo, diventando vigile.
"Dov'è quel maiale?" sputai tra i denti.
"Mi ha chiamato ieri" mi spiegò calmo "ha detto che non ha fatto niente e che era solo ubriaco; e non capiva perché te la fossi presa tanto" aggiunse.
"Aveva detto che voleva solo usare Bella e che se l'era portata a letto!"
risposi con rabbia.
"Vabbè calmati tanto non è vero, ma anche se fosse, a te cosa importa?"
mi chiese guardandomi di sottecchi.
"Niente niente, ero ubriaco" risposi facendo cadere l'argomento.
"Che ore sono?"
"E' ora di pranzo! È quasi l'una!" 
"Hai dormito e vomitato tutto il giorno" aggiunse con una smorfia.
"Accidenti" sbottai alzandomi di scatto dal letto.
"Scendi giù quando sei pronto che si mangia"
Entrai in bagno e mi fermai ad osservare il mio riflesso allo specchio.
Avevo uno zigomo leggermente più gonfio dell'altro ed un piccolo taglio sul labbro inferiore. Tutto sommato mi era andata bene, Alessandro era sicuramente conciato peggio.
Sorrisi mentalmente al pensiero. Che le sue parole fossero false o no, non riuscivo proprio a non odiarlo.
Mi sciacquai velocemente il viso, indossai una comoda tuta e scesi giù per il pranzo. 
Mi bastò pensare al pomeriggio che avrei passato con Bella per farmi tornare il buon umore.
A fine pranzo mi accomodai vicino Greta

"Grè non é che per caso mi daresti il numero di Bella?"
"Che ci devi fare?" mi chiese sospettosa.
"Mi gioco i numeri alla lotteria!" le risposi sarcastico.
"Ah ah ah molto simpatico"
"Ma che ci voglio fare dai!"
"Tieni" mi porse il suo telefonino dove copiai rapidamente il numero.
La chiamai con la scusa di dovremo mettere d'accordo per la sera.
In realtà avevo solo voglia e bisogno di sentire la sua voce. Già mi mancava un sacco!
"Pronto?"
"Bella? Ciao, sono Giacomo"
"Ehi Jake ciao!" mi rispose piuttosto sorpresa.
"Stasera a che ora ci vediamo?" le chiesi sorridendo.
"Come ieri alle cinque, ti va bene?"
"Perfetto, allora a dopo"
"A dopo Jake"
"Ah Bella?"
"Si?"
"Stasera ti porto fuori a cena" le dissi e riattaccai.
Non accettavo un no come risposta.
Questa sera sarebbe stata solo mia.







Salve gente!
Questo capitolo non parla molto di Bella ma ci fa entrare un pò meglio nel personaggio di Jake; inizia a capire meglio quanto per lui sia importante la ragazza.
Cosa succederà nel prossimo?
Dedicherò il prossimo capitolo a chi ci si avvicinerà di più! Ahahah
Vi dò qualche indizio:

-Girasoli
-Pizza
-Mani
-Notte

Sono proprio curiosa di vedere cosa mi combinate ahahah
Alla prossima!

  
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