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Autore: _itsnickymine    23/11/2012    8 recensioni
“ha diciotto anni, Nicholas” disse Joseph guardandolo attentamente cercando di capire cosa passasse per la mente del fratello.
“e allora?” chiese il riccio interrogativo
“e allora hai già tuo figlio da crescere, non puoi perdere tempo dietro una ragazzina immatura che frequenta ancora il liceo”
“non la conosci” si difese il ragazzo
“Nick hai venticinque anni, un lavoro che ti richiede tempo e soprattutto un figlio di sei anni e mezzo da crescere solo! È vero meriti anche tu una donna al tuo fianco che ti sappia amare, che ti sappia amare veramente, ma questa donna di certo non sarà una ragazzina di diciotto anni!” disse il fratello
“..forse hai ragione”
“ho ragione, nessun forse” disse Joseph soddisfatto finendo di bere la sua birra.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                                     'Do you believe in destiny?'



Capitolo 19.

 

 

“finalmente sam, eri praticamente l’unica americana diciottenne ancora vergine” disse Anne sdraiandosi sul suo letto.

Samantha rise.

“guarda che se non avessi incontrato Nicholas, lo sarei stata ancora per molto.. E poi ho mantenuto la promessa che ho fatto a me stessa” disse Samantha fiera.

“quale? Vergine fino ai diciotto?” chiese l’amica ridendo

“ma la smetti? Quella di fare l’amore solamente con la persona di cui ero innamorata veramente”

“quindi tu sei innamorata di Nicholas?” chiese la ragazza sorridendo

“non lo so, credo..credo di si” disse la mora accarezzando la collana che aveva al collo.

Da quando avevano fatto l’amore e da quando l’aveva indossata, non l’aveva più tolta, nemmeno per un secondo, nemmeno per farsi la doccia.

“dov’è ora?” chiese Anne

“al lavoro, però..dovrebbe aver finito già da un pezzo.. perché non viene?” chiese la mora

“eravate rimasti che ti veniva a prendere da me?” chiese Anne

Sam annuì guardando fuori dalla finestra, speranzosa di vedere la macchina del suo fidanzato.

“forse ha fatto tardi, o sta con il figlio” disse l’amica

“no, oggi è venerdì, e Nate è con la nonna” ammise la ragazza

“mm..sai tutti gli orari” disse Anne sorridendo

Samantha rise.

“si, è che … quella famiglia..è meravigliosa” ammise la mora poi.

“non mi avevi detto che aveva un fratello che non ti sopportava?” chiese Anne

“si, Joseph ..però…non me ne importa, lui dice che sono troppo piccola per Nick e la cosa che non ho ancora finito il liceo lo spaventa ma a me e soprattutto a Nicholas non importa”

“ma l’hai conosciuto? Te l’ha detto in faccia?” chiese Anne

“ma no, ovvio che no, me l’ha detto Nick” ammise Sam guardando fuori la finestra.

Samantha sbuffò tornando a sedersi sul letto dell’amica.

“dai, sta tranquilla…magari ora arriva” disse Anne rassicurandola

“è strano, non avrebbe perso nemmeno un secondo, lo conosco…deve essere successo qualcosa” ammise la ragazza sospirando
“magari è solo in ritardo? Sta tranquilla e non fare la fidanzata ossessiva” la rimproverò Anne

“ultimamente lo sono” ammise la mora

“eh?” chiese stupita l’amica

“si, davvero, ho…paura… mi sono legata a lui così tanto e non voglio stare male” disse Sam guardando le sue scarpe.

“beh…a quante vedo lui ha proprio perso la testa per te..quindi non vedo come potresti soffrire” ammise Anne sorridendole

“e allora perché non viene?” chiese Sam più a se stesse che all’amica.

“che cavolo ne so, avrà fatto tardi, ci sarà traffico per strada, prova a chiamarlo” le propose Anne

“non lo so..non voglio sembrare una fidanzata ossessiva.. il problema è che ultimamente gli sto troppo addosso” ammise la mora

“beh lui ti sta addosso da quando vi siete conosciti, io sul serio non riesco a credere al fatto che lui ti abbia vietato di indossare gonne e vestitini quando non sei con lui. Ma dove siamo nell’700?”

Samantha rise.

“è geloso, cosa posso farci?” chiese la mora

“come cosa puoi farci? Non devi farti mettere i piedi in testa da nessuno, ne tantomeno da un ragazzo che solo perché è grande si comporta da padrone” ammise la mora

“perché non sopporti Nick?” chiese la mora ad Anne

“ perché ti fai calpestare da lui, ecco perché.” Ammise l’amica

“Non è assolutamente vero” ammise Sam

“ah no?” chiese la mora

“no” rispose Sam decisa.

“bene, allora ora usciamo e ti metti quello che dico, ci stai?” chiese Anne, sfidandola.

“io..non credo..sia una buona idea” ammise di nuovo Sam

“allora, lo vedi che ti fai calpestare? Hai paura di quello che potrebbe dire, non è vero?” chiese Anne

“ma certo che no” replicò Sam

“allora…” disse Anne alzandosi e prendendo dei vestiti dal suo armadio “indossa questa gonna di jeans, con questa maglia scollata, metti anche le calze così non ti lamenti del freddo” continuò

“d’accordo” disse Samantha sicura di se.

Si vestirono velocemente entrambe. Samantha indossò quello che l’aveva consigliato, o meglio imposto, l’amica mentre Anne uno shorts con sotto un paio di calze chiare ed una maglia larga,

Erano le sei del pomeriggio, e New York come sempre era affollata.

“dove andiamo?” chiese Samantha guardandosi intorno, una volta uscita dalla casa dell’amica.

Anne sorrise.

“come dove andiamo? Hai dimenticato il punto d’incontro del nostro liceo da quando sei con Nick? Andiamo al Premiere” disse Anne

Il premiere era un bar, molto spazioso che si trovava vicino la loro scuola, dove puntualmente ogni pomeriggio quasi tutti gli alunni si incontravano lì.

“e se nick mi chiama? Mi faccio venire a prendere lì?” chiese Samantha

“ovvio, gli dici che mi hai accompagnato qui visto che c’erano le nostre amiche” disse Anne sorridendole

“d’accordo” disse Sam mordendosi un labbro.

Aveva uno strano presentimento, e non sapeva nemmeno il perché.

In fondo sapeva già che dopo che Nicholas avrebbe sfogato la sua ira una volta visto come si era vestita, avrebbero fatto pace come sempre.. ma qualcosa la tratteneva e non sapeva cosa.

Guardò l’ora erano quasi le sei e un quarto, Nick doveva aver finito il turno in ospedale da quasi un’ora e mezza. Perché non la chiamava o la andava a prendere?

Decise di chiamarlo, per togliersi ogni dubbio.

Da quando avevano fatto l’amore, quella mattina.. tutto era cambiato. Tutto.

Ogni comportamento, ogni gesto, ogni parola.

Tutto quello che provavano si era moltiplicato e stare lontani ormai era praticamente impossibile.

Inoltre Samantha era diventata più insicura, più gelosa, più ossessiva.. in dei momenti le sembrava di comportarsi proprio come Nick faceva con lei quando era geloso.

Dopo vari squilli finalmente rispose.

“hey ma dove sei? Non dovevamo vederci?” chiese Samantha mordendosi un labbro

“certo che ci vediamo, è che Joe è venuto in ufficio e beh, come sempre, mi ha fatto perdere tempo… ma sento casino, tu dove sei?” chiese il riccio

“io? Oh..beh…sono al premiere con Anne” ammise la mora

“cosa? Non avevi detto che saresti stata a casa con la tua amica?” chiese Nicholas cominciando a scaldarsi.

“oh si,  solo che lei doveva incontrare alcune nostre amiche e allora l’ho accompagnata”  disse la mora

“avevi detto che saresti stata a casa fin quando non venivo a prenderti” ripeté il riccio

“si, okay, l’ho detto ..ma poi Anne mi ha chiesto di accompagnarla e l’ho fatto, dov’è il problema?” chiese la mora

Nicholas sbuffò.

“vengo a prenderti” disse senza darle il tempo di rispondere e chiudendo immediatamente la chiamata.

“una ragazza matura, non si sarebbe mai comportata così” disse Joseph guardandolo

“vaffanculo Joe” disse il riccio prendendo le chiavi della sua auto e il portafogli che erano sul tavolino davanti il divano.

“è inutile che scappi, è la verità, te la fai con una diciottenne e sono queste le conseguenze” sentì dire da Joe prima di uscire.

Salì in macchina e si diresse verso il bar dov’era Samantha..

Intano la ragazza si guardava intorno, mordendosi continuamente le labbra.

“hey, vieni dentro, no?” disse Anne avvicinandosi

“vaffanculo anne, nick si incazzerà tantissimo” si sfogò la mora

“sta venendo qui?” chiese l’amica guardandola

“si, ed è incazzato figurati quando mi vedrà vestita così” disse la mora

“ma ti senti quando parli? Ti tratta come una bambina che può vestire e comandare a suo piacimento e tu ti fai anche trattare in questo modo, senza dirgli nulla” urlò la ragazza all’amica

“lui è così, è una battaglia persa contro di lui” ammise la mora

“battaglie perse? Non esistono battaglie perse. Ora tu prendi un bel respiro e aspetti quel coglione qui e appena viene gliene dici quattro con tutta la forza che hai, perché tu ce l’hai. Okay?” disse

Samantha sospirò mordendosi un labbro.

“io odio litigare con lui” ammise la mora

“e quindi ti fai trattare in questo modo? Come una bambina? Nemmeno tuo padre ti dice dove andare, cosa indossare e se uscire o meno” ammise Anne

“ma lui…non fa questo” disse Samantha

“ah no?” chiese Anne

“no, lui è solamente molto geloso” lo giustificò la mora

“tu odi la gelosia, Sam” la riprese l’amica

“lo so, ma fa parte di lui e non lo odierò mai” ammise Samantha

“sei impossibile, fatti calpestare, fatti mettere i piedi in testa ma non venire da me quando ti mollerà per qualche altra donna” disse Anne andando via.

“Anne” la chiamò Samantha ma l’amica non si voltò ed entrò nel bar, lasciando l’amica fuori.

Sbuffò guardandosi intorno.

Vaffanculo.

Odiava tutto e tutti.

“Sam” sentì una voce dietro di lei, una voce che avrebbe saputo riconoscere anche a 10 kilometri di distanza.

Si voltò velocemente e lo guardò negli occhi.

“perché sei qui fuori sola?” chiese il riccio avvicinandosi a lei.

Samantha si morse un labbro.

“voglio andare a casa…portami a casa” ammise la mora

“perché sei vestita così carina?” chiese il riccio sorridendole “hai violato il nostro accordo” continuò ridendo, facendole notare il tipo di abbigliamento che aveva indossato.

Sam sorrise.

“quindi adesso mi arresterai?” chiese la mora

“sono serio” ammise il riccio

“anche io” ammise la mora

“Sam, per favore.. Ti ho detto di rimanere a casa ed invece sei venuta qui, ti dico di non mettere gonne e roba varie quando non sei con me ed ora hai una gonna che è più mini che gonna” disse il riccio

“tu non me l’hai chiesto, me l’hai imposto.. che è ben diverso” ammise la mora

“ che succede?” chiese il riccio notando qualcosa di strano in lei.

“succede che mi tratti come una bambola ancora ed io…io sono stufa” ammise la ragazza

“credevo che eravamo andati avanti” ammise il riccio

“eravamo andati avanti perché io avevo accettato le tue ‘regole’, se così possiamo chiamarle” ammise la mora

Nicholas sbuffò passandosi una mano tra i capelli. Odiava litigare con Sam, sebbene accadeva quasi ogni giorno per le stesse cose.

“perché dobbiamo litigare sempre per le stesse cose?” chiese il riccio poggiandosi al muro

“perché tu ti incazzi per stronzate, ieri sera ero con te e quasi non picchiavi il cameriere perché guardava le mie gambe” disse la mora

“cosa posso farci se sono geloso? Sei anche tu che indossi sempre le gonne e pantaloncini corti” si difese Nicholas

“ah bene, adesso non posso nemmeno mettere più questo insieme a te?”chiese Sam spazientita

“non solo insieme a me, mi pare che l’hai messo anche ora” disse il riccio facendole notare il suo abbigliamento.

“Nick io ho diciotto anni, non mi vestirò mai da trentenne come vuoi tu” ammise la mora

“io non voglio che ti vesti da trentenne, vorrei solamente che non indossassi quello che indossano le tue stupide amiche” disse il riccio

“oh bene, ora le mie amiche sono anche stupide? Lasciale fuori da questa storia, loro si vestono da diciottenni, io ho diciotto anni e tu non puoi dirmi cosa indossare o se uscire o meno, dovresti fidarti di me” ammise la mora

“non è una questione di fiducia, Sam” disse il riccio passandosi una mano fra i ricci

“ ah no? e cosa?” chiese curiosa la ragazza

“perché non capisci? Io sono così” ammise Nicholas guardandola negli occhi

“perché con te un giorno pensi di aver trovato finalmente una tranquillità e il giorno dopo invece sei punto e a capo?” chiese la mora

“perché sono così. Per me una ragazza fidanzata non dovrebbe perdere tempo fuori un bar con le sue amiche” ammise il ragazzo

“e..e cosa dovrebbe fare? Dio, Nick, ma ti senti? Sembri mio nonno” si lamentò Samantha

“io ragiono così” ripeté il riccio

“non credevo di poter sentire la differenza di età, ma forse la sento” ammise la mora

Nicholas sbuffò.

“io dovrei sbuffare, Nicholas non tu. Non sei tu quello a cui hanno vietato di uscire con le amiche e indossare solo pantaloni che massimo possono arrivare al ginocchio” disse la mora imitando il tono di voce di Nicholas

“che bisogno c’è di uscire con le tue amiche? Quando hai voglia di uscire mi chiami e ti porto dove vuoi” ammise il riccio

“non è questo il problema Nick, ma io ho delle amiche e non posso abbandonarle” ammise

“sono più importanti della mia felicità?” chiese il ragazzo

“ma ti rendi conto di quello che dici?” richiese la mora

“no sul serio, io sono felice solo se tu sei assieme a me.. quindi per rendermi felice devi stare sempre con me, le tue amiche le vedi ogni giorno a scuola” si lamentò il riccio

Questa volta fu Samantha a sbuffare.

“discutere con te, è come farlo con un muro” disse la mora allontanandosi da lui e cominciando a camminare lungo il marciapiedi “io..sto facendo di tutto per te, ed è questa la differenza tra noi due. Io faccio di tutto per te, per cercare di accontentare ogni tuo stupido ed inutile capriccio mentre tu? Tu non provi nemmeno a rendermi felice” continuava la mora mentre camminava.

“dove vai? Ferma” disse il riccio arrivando vicino a lei e fermandola per un braccio, facendola così voltare verso di lui in modo da poter guardarla negli occhi, ma lei abbassò lo sguardo mordendosi un labbro.

“io…lo so, di non essere perfetto” cominciò il ragazzo “di attaccarmi su cose inutili e trovare sempre il pretesto per litigare o altro ancora, lo so. Sono geloso, possessivo e ti chiedo quasi sempre  l’impossibile.. ma purtroppo questo lato del mio carattere fa parte di me e non se ne andrà, ci ho provato ma non ce la faccio, finisco per tenere tutto dentro e poi esplodo prendendomela con chi non c’entra. Mi dispiace Sam, è la millesima volta che te lo dico, promettendoti ogni volta di cambiare o di essere migliore, ma i cambiamenti non avvengono in due giorni, ma con il tempo e forse magari io con il tempo cambierò” continuò il riccio ma la mora continuava a guardare le sue scarpe, cosa che infastidì molto il riccio.

“potresti guardarmi in faccia quando ti parlo? O la diciottenne è troppo impegnata a pensare a cosa indossare quando esce con le amiche?” chiese il riccio perdendo la pazienza.

Sam alzò lo sguardo stupita, non riuscendo a proferir parole.

“no, ma okay, io…me ne vado.. non ho voglia di stare a sentire le tue stupide dolci parole se poi dopo due secondi devo essere insultata da te” ammise la mora avvicinandosi alla strada in cerca di un taxi.

Odiava quello stupido carattere che si ritrovava, perché rovinava sempre tutto?

“si, certo, vai, scappa, scappa davanti ai problemi, così si fa” disse il riccio lasciandola andare ma la mora si voltò.

“io non sto scappando dai problemi. Sto scappando da te, dalle tue stupide parole, che mi illudono sempre e che in un secondo si trasformano in pura cattiveria. Ti odio quando ti comporti così, ti odio, ti odio. Ti attacchi su cazzate e pretendi anche di avere ragione quando in fondo sai che non è così ma pur di aver ragione infanghi me. Ecco cosa fai, e non è la prima volta, non lo è. Ascoltami bene Nicholas Jonas io ho diciotto anni e mi vesto come cazzo mi pare per andare dove cazzo mi pare con chi cazzo voglio. Non prenderò ordini da te solamente perché sono innamorata di te, siamo chiari?” urlò la ragazza.

Non si era nemmeno accorta di quello che aveva detto, aveva parlato velocemente e soprattutto senza nemmeno pensarci.

“a…anche io sono innamorato di te e l’ho capito da un bel po’, solo che….non l’ho detto perché credevo che tu non lo fossi di me e.. ”

Samantha non lo fece finire.

“credevi che io non lo fossi di te? Certo che di solito sono le femmine ad avere il prosciutto sugli occhi non il contrario” ammise la mora sarcastica

Nicholas rise.

“sono felice” continuò con un sorriso a trentadue denti.

“ora?” chiese la mora

“si” rispose sorridente Nicholas

“perché?” chiese Samantha curiosa

“perché mi hai detto di essere innamorata di me, cioè tu sei innamorata di me, non so se mi spiego, io ..forse non ne sono all’altezza e forse non ti merito e… dio.. tu sei innamorata di me, non me l’avevano mai detto così.. cioè come hai fatto tu, con tutto quell’amore mischiato a odio negli occhi.. ti posso baciare?”

Samantha lo guardò stranita, era ufficiale, Nicholas Jerry Jonas era impazzito.

“lo prendo come un si” continuò per poi fiondarsi sulle labbra della ragazza.

 

 

 Saaaalve bellissime<3

No ma dico, volete farmi morire? 10 recensioni? dieci? io vi amo TUTTE, proprio tutte, siete meravigliose.

Vi ringrazio moltissimo per quello che mi scrivete, siete meravigliose e non sapete che gioia e felicità sapere che siete legate alla mia storia asdfghgfd come avete notato sto aggiornando sempre più frequentemente quindi più recensite più io posto prima (piccola minaccia HAHAHA) inoltre volevo dire alcune cose, molte ragazze mi stanno dicendo che questa storia somiglia molto a cinquenta sfumature di grigio, beh volevo dirvi che non ho letto questo libro quindi non so proprio il perchè ci somigli, una ragazzi mi ha spiegato che il tipo del libro somiglia molto a Nicholas, beh che dire...Nicholas è più figo AHAHAHHAHAHAH scherzavo, mi sono informata e so che questo libro è uno dei più letti in tutto il mondo quindi è un onore per me sapere che per voi (?) la mia ff somigli a cinquanta sfumature di grigio, ora smetto di scassarvi i maroni e vado via.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, come leggerete tra trenta secondi, o forse di meno, il prossimo è quello che contiene la parte che ho messo nella trama iniziale quiiiiindi spero di avervi messo sulle spine HAHAHAHAHHA

lasciatemi qualche recensioncina, mi raccomando.

Baci, valentina<3




 

 

SPOILER.

“ha diciotto anni, Nicholas” disse Joseph guardandolo attentamente cercando di capire cosa passasse per la mente del fratello.

“e allora?” chiese il riccio interrogativo

“e allora hai già tuo figlio da crescere, non puoi perdere tempo dietro una ragazzina immatura che frequenta ancora il liceo” sbraitò Joseph

“non la conosci” si difese il ragazzo

“Nick hai venticinque anni, un lavoro che ti richiede tempo e soprattutto un figlio di sei anni e mezzo da crescere solo! È vero, meriti anche tu una donna al tuo fianco che ti sappia amare, che ti sappia amare veramente, ma questa donna di certo non sarà una ragazzina di diciotto anni!” disse il fratello

Nicholas non ne poteva più.

 

 

  
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