PROLOGO

Il piano l'aveva concluso da giorni. Ormai era tutto pronto.

I suoi collaboratori aspettavano solo un suo segnale per mettersi in azione.

Aveva studiato ogni dettaglio, ogni singolo particolare così da essere certo dell'infallibilità del colpo.

Due anni erano passati dalla prima volta che vide un loro spettacolo. 

Era la compagnia teatrale più talentuosa e promettente che avesse mai visto, e in quello spettacolo lui vide il futuro e la sua fine.

Da allora non s'era mai perso una loro data, era sempre in prima fila, immerso in un silenzio attento, captando ogni singola sfumatura nei loro volti, ogni contrazione muscolare o modulazione vocale.

Aveva trovato ciò di cui aveva bisogno, ne era certo. 

Doveva averli tutti per lui, solo così avrebbero capito e lui sarebbe stato libero.

Due anni ad architettare tutto: Come avvicinarli, dove portarli, come convincerli a restare. Due lunghi anni a studiarli in segreto, sia singolarmente che insieme. Due anni di ossessione e di studi forsennati, di rinunce e di crisi dolorose, dove la solitudine era sia sua alleata che sua carnefice.

Finalmente era giunta la vigilia del gran giorno, poco più di 24 ore e tutto avrebbe avuto inizio, proprio come lui voleva.

Camminava velocemente, con passo deciso ed elegante passava in rassegna ogni stanza di quell'edificio ampio che lui stesso aveva adattato alla situazione che stava per crearsi.

Ogni stanza era diversa e personalizzata, come se ognuna di esse appartenesse ad una persona diversa. Stili e colori differenti si susseguivano man mano che lui proseguiva nel suo minuzioso ispezionare. Controllò tutti e cinque piani di quel palazzo stupendo, fino a ritrovarsi nel salone centrale, al piano terra.

L'atmosfera accogliente di quella sala lo fece sorridere.

"Questa sala calmerà sicuramente Alease, quando sarà il momento." pensò lui, lasciandosi cadere su una delle comode e sontuose poltrone di velluto rosso. 

Gli scappò un sorriso mentre pensava a quei dieci ragazzi che presto, così presto, sarebbero stati suoi.

Si passò le lunghe mani tra i capelli brizzolati mentre i suoi occhi penetranti guardavano glaciali un punto indefinito tra il pavimento e la porta d'ingresso. Due fari di un blu elettrico domavano la penombra della sala, illuminata scarsamente dalla flebile luce dei primi albori del mattino grazie all'unica ed ampia finestra sulla sinistra.

Avrebbe osservato quei ragazzi un'ultima volta prima di attuare il piano. 

Li conosceva talmente bene ormai…Dieci giovani attori, era tutto ciò che serviva. 

Un sorriso gli si allargò largo e incontrollato sul quel volto così spesso serio e composto, tanto da farlo apparire inquietante.

 Era pronto.

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ANGOLO AUTRICE

Un saluto a tutti! Questa è la mia prima storia "originale" che è nata sotto la doccia ripensando ad un sogno che ho fatto quasi un anno fa ma che m'è sempre rimasto inciso nella memoria.

Ringrazio anticipatamente chi inizierà a leggerla (se mai succederà).

Per opinioni, suggerimenti o delucidazioni scrivete pure che son sempre ben accetti.

Un bacio,

Lady Madonna.