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Autore: MissNanna    24/11/2012    2 recensioni
Arianna a dodici anni lo aveva visto per la prima volta ed era già innamorata di lui.
Dopo quattro anni di una cotta non corrisposta e due in cui non l'aveva più visto, la giovane sventurata si ritroverà faccia a faccia con il suo primo amore platonico. Nico. Dopo sei anni se lo ritroverà ancora lì, sotto il suo naso. Che ne sarà di lei?Così normale, noiosa , grassa e totalmente e perdutamente decisa ad evitarlo per il resto dei suoi giorni?
Peccato che non le sarà tanto facile evitare il fratello maggiore del bambino a cui fa da baby sitter...
Peccato che le risulterà difficile non finirci a letto e farsi spezzare il cuore.
Eppure...eppure ...non è tutto perduto,non credete?
ATTENZIONE:Questa storia era stata pubblicata con un altro contatto..
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 13.13

Quando niente va come deve andare...


Quel lunedì successivo, avevo praticamente una paralisi al viso. Sorridevo continuamente come una cogliona. Anche se eravamo ad inizio ottobre e pioveva, anche se il mio jeans preferito si era bucato, anche se il mio compleanno era alle porte ed io stavo per compiere i vent’anni. Quei vent’anni che avevo già dal giorno seguente in cui  ne avevo compiuto diciannove. Armata di ombrello, passeggiavo per le strade affollate di lavoratori e studenti, me ne fregavo di tutto e di tutti, l’unica cosa a cui riuscivo a pensare erano le sue parole.

“Anche tu.. mi piaci anche tu!”

Nonostante il fatto che non potessi vedermi, sapevo di avere l’espressione di un’idiota,ma cavolo, dopo tutti gli anni persi dietro a quel tipo,mi meritavo di avere gli occhi a cuoricino. Il solo fatto che stessi per entrare in casa sua, mi faceva tremare le mani. Già sognavo di passeggiare con lui, di baciarlo ,di…

Mi risvegliai dai miei pensieri quando di fronte al suo portone vidi l’auto di Marina. Mi si raggelò il sangue. Deglutii e ordinai alle mie gambe di muoversi. Più mi avvicinavo , più intravedevo due sagome. Non mi serviva sapere chi fossero, tanto il mio cuore me lo stava già dicendo da solo. Parlavano in modo acceso e lui si massaggiava le tempie. La ragazza si spostava i capelli in modo  sistematico , un tic che aveva dalle elementari, oltre a quello di infilarsi le dita nel naso. Sembrava che quasi litigassero. Non mi preoccupai nemmeno più di tanto per il fatto che potessero vedermi, le mie gambe tremanti non volevano muoversi ed io avevo l’assoluto bisogno di sapere cosa stesse accadendo. Fu un secondo e Marina lo afferrò per il mento e lo girò verso di sé. Lo baciò, un vero bacio a cui lui non parve opporsi. Gli occhi mi si velarono di lacrime, anche se avevo sempre saputo che non bisognava mai credere troppo nelle cose impossibili. Mi mossi ancor prima che il mio cervello potesse contemplare quello che stavo per combinare. Mi avvicinai al finestrino dell’auto e con tutta la rabbia del mondo , piazzai un pugno contro quel vetro bagnato. Non mi voltai, il busto e la testa erano dritti per guardare la strada ma quel braccio , si era mosso con violenza era contro di loro. Presi un boccone d’aria e ripresi a camminare.

“Anche tu… Mi piaci anche tu!”

Quelle parole rimbombavano nella mente, e cominciai a piangere in silenzio. Lasciavo uscir fuori tutto il dolore che forse non avrei nemmeno dovuto provare, tutta la delusione, tutti i miei sogni . Chiusi l’ombrello e lasciai che la pioggia urtasse contro il mio volto. Magari in quel modo avrei potuto nascondere il mio umore a Silvia,la madre di quel pezzo di merda. Corsi al portone e gettai tutto per aria e decisi di dedicare tutte le mie forze alla mia giornata di lavoro.

***

Erano passate le dieci, Lorenzo aveva già preso il suo biberon e riposava tranquillo nella culletta da campeggio. Intanto io, armata del mio cattivo umore, lavavo le poche cose che avevo usato per la colazione del piccolo e combattevo contro l’odore violento che sprigionava la maglia di Nico, che sua madre mi aveva costretta ad indossare.

Assolutamente!Cambiati quei vestiti che sono completamente fracidi. Indossa questo completo di Nicola!”

Mi ero opposta,ma con Silvia c’era poco da fare. Così a quel punto ero orrendamente depressa, con dei capelli bagnati e raccolti in una coda sfatta, un pantaloncino mascolino e una maglia di Spider man che avrebbe reso sessualmente sterile anche Trentalance. Sbuffai rialzandomi, con il polso, una ciocca ribelle di capelli che mi era caduta sul viso. Improvvisamente due mani mi afferrarono per i fianchi e sobbalzai per lo spavento.

-Cos’era quella di prima?Gelosia,piccolo Rospo?

Il cuore mi tremò nel petto e restai paralizzata ,mentre Nico posava la sua testa nell’incavo della mia spalla. L’acqua del rubinetto scorreva ed io ero lontana anni luce dalla realtà. Solo quando le sue labbra si posarono sul mio collo ritornai al presente e mi dimenai per poi scansarlo.

-Per favore, te lo chiedo col cuore. Stammi lontano!

Lui sghignazzò . Mi voltai con sguardo assassino e con la spugna stretta tra le mani.

-Non ridere deficiente, perché sono serissima!

Restò in silenzio ed io tornai ai piatti . Di nuovo la sua mano mi afferrò per un braccio e mi fece scontrare contro il suo petto. Mi guardava dall’alto ,mentre io lo riempivo di insulti.

-Lasciami in pace ,stronzo!Vai da chi cazzo vuoi tu, prendi in giro qualcun'altra, non me!

Gli urlai quando si calò verso la sottoscritta  per fissarmi negli occhi. Mi tenne per il mento , stringendolo tra indice e pollice.

-Credi sul serio che io ti stia prendendo in giro?

Restai impalata.

-Perché ti preoccupi tanto del mio pensiero?Perchè mi perseguiti?Ti preferivo prima quando non mi..

Mi baciò divorandomi la lingua e portandosi via anche tutte le mie parole. Si allontanò sorridendomi.

-Parli troppo per i miei gusti!

Lo picchiai sulla spalla.

-Non mi toccare!

Gli urlai poco convinta.

-Non vuoi che ti tocchi ?

Mi chiese rialzando un sopracciglio.

Riprese a camminare e a trascinarmi per il corridoio.

-Nico, sta zitto e lasciami in pace. Non posso urlare c’è Lollo che dorme!

Scoppiò a ridere nel momento stesso in cui richiuse alle nostre spalle la porta della sua camera. Lo guardai allibita. Non mi diede il tempo di respirare che mi afferrò per la nuca e mi spinse sul letto. Le carezze si fecero più audaci e il mio corpo reagiva da solo . Il cervello cominciava a sconnettersi e la ragione iniziava a vacillare. Tra un bacio e l’altro continuai ad imprecargli contro.

-Lasciami stronzo… ah!

Tra le proteste si facevano largo gli ansiti. Lui scavò con il naso nell’incavo del collo e poi si fermò a guardarmi.

-Ti ho già detto che parli troppo?

Rialzai gli occhi al cielo e lo colpii su di un braccio. Sentii la sua mano posarsi sotto la mia schiena e con un colpo di anche ci spostò al centro del letto.

-Rospo, sposta il culone , questa volta voglio farlo come Dio comanda!

Lo schiaffeggiai in viso e lui si massaggiò la guancia.

-E va bene!

Mi spinse indietro con non poca fatica . Lo scacciai e mi riportai seduta, ancora accaldata ed ansimante.

-Lasciami , non voglio stare con te ,okay?

Dissi imbronciata, ma  lui sorrise e finse di parlare con qualcuno in paradiso. Subito dopo mi prese le caviglie e mi tirò giù , verso di sé e con la schiena distesa.

-Questo è stupro!

Sbottai scalciando senza riuscire ad avere la meglio.

-E il tuo è uso improprio della lingua italiana, stupida!

Mi baciò appena e poi con le dita si infilò tra la pelle o meglio ciccia della pancia e la molla dei pantaloni. Con un unico gesto  tirò via tutto. Denudandomi e facendomi arrossire di botto. Chiusi le gambe,ma a lui non importò perché con un gesto veloce mi sfilò anche la maglia. Mi coprii all’istante perché ero senza reggiseno , dato che era fradicio anche quello. Sorrise ed io protestai.

-Perché cavolo io devo restare nuda e tu completamente vestito?

Chiesi stupidamente. NO, DOVEVO DIRGLI DI STARMI LONTANO!

-Allora spogliami tu.

Sgranai lo sguardo. E COME SI SPOGLIA UN UOMO?O MEGLIO, COME CAZZO SI SPOGLIA UNO COSì?

Avevo le mani che tremavano come ogni volta che me lo ritrovavo accanto e le dita sudate. Mi prese per i polsi e mi spinse ad inginocchiarmi alla sua altezza per poi spingermi su di lui.

-Ari, se continui a fissarmi, tu non riceverai niente ed io potrei venire nelle mutande.

Sbottò esasperato,mentre io lo fissavo allibita.

-Ti faccio quest’effetto?

Chiesi divertita . Intanto gli sollevai lentamente la t-shirt che aveva addosso e lui mi aiutò sollevando le braccia. Mi prese la maglia di mano e la gettò in terra.

-Perché non te ne sei accorta?

Mi domandò allusivo , indicando le sue parti basse. Deglutii ed arrossii come una deficiente.

-Oh, Dio sei sempre così esilarante con tutte le facce che fai!

Lo fulminai .

-Impiccati stupido!

Sbottai sorridente. Lui mi strinse per la vita e mi baciò con un intensità che credevo quasi di aver perso la vita, tanto che il cuore batteva. Ricademmo distesi sul letto Ansimanti .

-Mi piace morderti le labbra.

Mi sussurrò mordendomi ancora.

-A me piace essere morsa!

Dissi divaricando ancora di più le gambe.

-Ora però … la cosa diventa seria.

Mi guardò negli occhi ed io deglutii. Arpionai le unghie nella sua schiena e spinsi il mio bacino contro il suo. Lui si risollevò e tirò via pantaloni e slip , per poi scansarli a calci.

-Siamo impazienti!

Affermai divertita per poi abbracciarlo. Quante volte avevo sognato quei momenti?

Mi infilò una mano tra le gambe a tradimento.

-Porca…

-Qui c’è qualcuno che è impaziente quanto me..

Fece cadere la frase per perdesi tra le mie cosce. Con movimenti veloci andava avanti ed indietro con uno e poi due dita. Stavo per impazzire e quasi non mi spezzai a furia di inarcare la schiena. Stavo per venire,ma lui mi liberò dal suo tocco .

-Che stai..?

Ero tremante ,ma lui mi accarezzò una guancia.

-Ho bisogno di starti dentro..

Deglutii , perché quelle parole  avevano mille significati . Era una vita che volevo stargli dentro, ma non solo come intendeva lui. Volevo restare impressa nel suo cuore, nella sua anima. Dappertutto in lui.

-Dimmi che sei pronta, perché non resisto oltre…

Mi sollevai sui gomiti e gli succhiai il labbro inferiore.

-Sono pronta…

Per te, lo sarò sempre…

Continuò ad abbracciarmi, ad accarezzarmi e a baciarmi . Lo sentii posizionare il suo attrezzo tra le mie gambe e lentamente scendere sempre più in profondità. Mi bruciava da morire e infatti lui se ne accorse.

-Ti fa male?

Gli morsicai la spalla.

-Da morire.

Mi baciò il naso.

-Allora aspetterò un po’ prima di muovermi.

Lo sentivo tremare e sapevo che aveva bisogno di sentirmi , di spingere, così feci un cenno negativo.

-Non preoccuparti, parti, passerà proprio come l’altra volta…

-Sicura?

Feci segno di si e mi strinsi alle sue braccia forti. Lo sentii rialzarsi e riscendere nelle mie profondità con una lentezza tale che , quasi mi faceva soffrire. Era dolce e passionale al contempo. Man mano che le spinte aumentavano  e divenivano più veloci, si ripeté la stessa cosa della prima volta. Il bruciore ed il dolore erano azzerati , tutto quello di cui avevo bisogno, era tenerlo sempre più dentro. In ogni senso possibile.

-Dimmi che per te non sono solo un gioco..

Mi affrettai a chiedergli,mentre stavamo quasi per venire entrambi. Lui andava sempre più veloce ed io mi perdevo a guardarlo.

-Non lo sei… non voglio ferirti..

Mi morsi un labbro. Ero terribilmente vicina.

-Vieni , Ari… vieni per me..

E nello stesso istante in cui arrivai, lui accolse tutto di me, per poi uscire e sporcarmi l’addome con il suo seme.

Urlai come una dannata, solo il suo nome. Era così che ricevevo piacere, con il suo nome tra le labbra, quasi come una preghiera.

Restammo in quella posizione e lui cominciò ad arricciarmi i capelli .

-Io non gioco con te.. sappilo!

Mi disse serio. Mi voltai a guardarlo negli occhi e lui prese ad accarezzare con la punta del naso, una mia spalla.

-Non merito di esser presa in giro…- presi un respiro. – Dimmi subito qual è la tua idea,perché non voglio avere brutte sorprese.

Continuai . Mi baciò una guancia.

-Io non posso prometterti niente Ari.

Lo guardai perplessa.

-Io tra meno di due settimane devo ripartire. – deglutii , sentendo improvvisamente freddo.-Inizialmente dovevo aspettare due mesi,ma poi stamattina mi hanno chiamato dall’agenzia in cui avevo fatto uno stage ,per dirmi che c’èun posto disponibile per me.

Mi leccai un labbro e continuai a restare in silenzio.

-Marina l’ha saputo da mia madre. Era venuta con uno scatolo per fare colazione e la cara Silvia le ha sparato tutto in faccia.

Non mi mossi, addosso avevo ancora quella brutta sensazione.

-Le tue donne … quante altre ce ne sono come me e Marina che te la danno così?Senza che tu debba neanche insistere?

Gli chiesi rimettendomi seduta . Mi sistemai i capelli in una coda e lo sentii abbracciarmi da dietro.

-Ari, io voglio che questa cosa tra noi continui ,ma..

Sorrisi amareggiata , prendendo la maglia di spider man dal pavimento.

-..Ma senza impegno, giusto?

La infilai ,lasciando che le gambe restassero ancora nude.

-Possiamo frequentarci,fare sesso, divertirci,ma senza impedirci di vedere altra gente.

Continuò lui deglutendo.

-Come Marina..

Dissi di botto.

-O come il “bamboccio”che ti sbavava dietro al culo,l’altra sera!

Ci fissammo a lungo, poi le urla di Lorenzo , interruppero quello sproloquio . Stavo per scoppiare. Se avessi potuto l’avrei ammazzato.

IO TI AMO DEFICIENTE…

-Lollo .. io devo andare a prenderlo!

Pronunciai rattristata. Raccolsi le mie mutande dal pavimento e i pantaloncini maschili. Presi Lorenzo e con il carrozzino lo trascinai in bagno. I grandi occhioni di quel bimbo erano fissi su di me,ma io proprio non riuscivo a guardarlo. Era un po’ come fissare Nicola. Mi sedetti sulla tazza del water e con la testa tra le mani, cominciai a imprecare contro quello stupido di cui ero pazza.

-Stupida , stupida ,stupida!

Battei i piedi sul pavimento e poi mi rialzai.

-Devo farmi una doccia e togliermi questi residui di lui dalla pelle.

Dissi più a me che a qualcun altro.

Mi infilai nella cabina e intanto tenevo d’occhio il piccolo.

-Io dovrei vedere altre persone, ti rendi conto? No ,ma io muoio prima …

Continuai per qualche ora con quel continuo parlare da sola, poi mi decisi a vestirmi e a rendermi presentabile. Quando uscii dal bagno, di Nicola ,non c’era traccia.




Angolo Autrice.

Salve ragazze, scusate sempre il ritardo,ma sono qui con l'aggiornamento. Spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento...

Intanto vi saluto tutte e vi abbraccio..

GRAZIE MILLE PER ESSERCI .. sia voi che recensite che a tutte coloro che aggiungono la storia alle seguite, preferite e da ricordare.  

MissNanna


   
 
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