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Autore: reby_w    24/11/2012    1 recensioni
Il violinista rimase ad ascoltare il brusio del pubblico che lo attendeva, cercando di indovinare i pensieri dei singoli, di cogliere qualche parola in mezzo a quel frastuono borbottato... senza successo alcuno.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Volodymyr


Il violinista rimase ad ascoltare il brusio del pubblico che lo attendeva, cercando di indovinare i pensieri dei singoli, di cogliere qualche parola in mezzo a quel frastuono borbottato, senza successo alcuno. Il terrore gli aveva attanagliato le viscere per tutta la durata della serata ed in quel momento, nell’agitazione generale, rimpianse di non essere rimasto a casa a dormire.
Forse quella non era la sua serata, non davanti a persone così importanti, non davanti ad un pubblico così vasto, non davanti alla pianista con cui aveva provato forse un centinaio di volte solo nell’ultimo mese. Le prove non gli parvero sufficienti, si chiese se sarebbe stato in grado di ricordare tutte le note, di non improvvisare, di non perdersi neanche un bemolle o un piano, mentre le lunghe dita scendevano sul velluto del sipario, accarezzandolo lentamente e con dolcezza inaudita. Quella sarebbe potuta essere la sua disfatta o il momento del suo massimo trionfo.
O entrambe.
Deglutì a vuoto, immaginandosi come sarebbero rimasti tutti nel non vederlo arrivare per davvero. Sgomenti? Sorpresi? Delusi? Qualcuno sarebbe stato sicuramente ben felice di perdersi quell’esibizione. Lo sapeva, d’altronde c’era sempre qualcuno che veniva trascinato a quel genere di concerti.

Fece un bel respiro, voltandosi verso il violino, più un amico che un prolungamento del proprio braccio, scacciando con un gesto nervoso ogni ansia da davanti al volto, come si scaccerebbe una mosca o, peggio ancora, il proprio petulante animale domestico sempre alla ricerca di cibo. Un gesto nervoso del polso, che sentì scattare, accompagnò le dita nell’impugnare l’arco, con la stessa grazia e pericolosità con cui si impugna una spada, pronto per torneo in cui avrebbe combattuto contro un’orda di persone inferocite.
L’armatura era scura, lucente, di ottima foggia, l’elmo della tranquillità calato sul volto, gli occhi chiari visibili a chiunque, ormai privi della paura che l’aveva attanagliato fino a qualche secondo prima: aveva con sé l’arma più potente di tutte.
Così, con quello spirito combattivo, uscì sul palco, sorrise alla pianista e si voltò verso il pubblico, rivolgendovi uno sguardo indecifrabile. Stava studiando tutti e nessuno ed era pronto a battersi per quella vita, per l’esistenza di quella composizione che avrebbe visto nascere, crescere, raggiungere il suo acme e morire in pochi minuti tra le proprie dita.
In quel momento era simile ad un dio, no. Il dio era un altro, il compositore. Lui era il messaggero, il pubblico, i propri fedeli.

Uno sguardo d’intesa verso la pianista, prima del ‘la’, prima che sentisse il borbottio affievolirsi e sparire del tutto quando avvicinò l’arco alle corde, con un gesto ampio e calcolato.
Si godette quel silenzio tombale, prima dell’inizio, che gli procurò un moto d’orgoglio, nel comprendere che tutti attendevano le proprie note, i primi battiti del cuore di quella vita pulsante.

Finalmente comprese cosa fosse il vero potere







Note:

Rieccomi con una nuova(?) storia(????). L'idea mi è venuta a lezione di violino, per l'appunto, quando il mio insegnante mi ha parlato del suo primo concerto e delle sensazioni che ha provato nel suonare davanti ad un pubblico così vasto e... niente!
Volevo solo spiegare che il titolo di questa flashfic è semplicemente il nome del mio insegnante, perché mi sembrava corretto (bizzarra concezione di un qualcosa di corretto, lo so) così. Insomma, è un po' il destinatario di questo piccolo esperimento, anche se non lo sa!
Spero vi sia piaciuta, altrimenti... fatemelo sapere! Sono aperta a qualsiasi tipo di critica e ben disposta ad imparare dai miei errori. 

E, per finire...
Se sei arrivato fin qui, grazie mille. <3

  
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