Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: ciastinsboobs    24/11/2012    9 recensioni
tentando di riportare un ragazzo sulla retta via, Alyson si ritroverà davanti a delle scelte difficili.
Vita o morte?
Genere: Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 


Capitolo 3.
 

 
Alyson si stupì parecchio di come la sua mente fosse costantemente incentrata a pensare al prossimo incontro che avrebbe avuto con Justin.
Non sarebbe stato un incontro come gli altri, fatto solo di domande riguardanti il suo passato e su quanto aveva fatto, ma una normale uscita.
Non aveva idea di come comportarsi, non aveva idea di come si sarebbe comportato lui e tutti questi dubbi la rendevano sempre più perplessa, ma ormai aveva accettato e non avrebbe potuto tirarsi indietro.
Così, quella mattina, si svegliò di buon’ora e non di certo perché era indecisa su quali abiti indossare, ma perché quegli strani pensieri non le avevano permesso di dormire più di una o due ore.
L’orologio segnava le nove del mattino e sarebbe dovuta presentarsi al riformatorio solo due ore più tardi, aveva tutto il tempo disponibile per prepararsi, sia fisicamente che mentalmente, e non era nemmeno sicura che sulla seconda opzione ci sarebbe riuscita.
Dopo aver faticato a consumare la sua colazione, si fiondò nella cabina armadio, rimanendo a fissare tutti quei vestiti per diversi minuti. Ne afferrò diversi, dai jeans, agli abiti, alle magliette più strane da abbinare ai vari tipi di leggings e, dopo di che, li posò sul letto ancora sfatto.
Se li provò tutti, spendendo almeno cinque minuti buoni a guardare allo specchio quel suo abbinamento, storcendo il naso ogni volta.
Alla fine, dopo aver realizzato che stava perdendo quasi due ore a pensare a cosa indossare per una normale uscita tra amici, optò per dei jeans chiari, una maglietta lunga ed un paio di converse.
Dopo essersi passata sulle gote un lieve strato di phard ed aver spruzzato sul collo il suo profumo preferito, uscì di casa per dirigersi al luogo dell’appuntamento.
Essendo notevolmente in ritardo, affrettò il passo ed arrivò davanti all’istituto giusto in tempo per vederlo uscire.
Mentre lei lo fissava quasi come se avesse appena visto un angelo, lui le camminava incontro sorridendole e, affrettando sempre più il passo, la raggiunse in pochi istanti.
Ciao!” le disse raggiante, azzardandosi a lasciarle un bacio sulla guancia.
Alyson arrossì all’istante e biascicò a sua volta un timido ‘ciao’.
Notò la piccola valigia che il biondo reggeva in mano e così gli domandò: “dove abiti?
In un piccolo appartamento qui vicino” rispose lui atono, “hai voglia di accompagnarmi? Così lascio la borsa e ci facciamo un giro, magari mangiamo qualcosa insieme.
Certo” disse lei sorridendogli.
Senza proferire una sola altra parola, s’incamminarono e, nel giro di pochi minuti, raggiunsero un  quartiere, del tutto nuovo per lei, composto per lo più da piccole case malmesse e viuzze per nulla asfaltate.
Alyson non poté nascondere la sua espressione spaventata nel percorrere tali strade e Justin, che lo notò, ridacchiò e le disse: “immagino sia totalmente diverso dal posto in cui vivi tu.
Giusto un pochino” cercò di ironizzare lei e così percorsero ancora pochi metri di strada, prima di arrivare a quella che doveva essere la casa di Justin.
Era ben poco diversa da quelle che aveva appena superato, i muri esterni che la componevano erano rovinati, forse dal tempo e dalle intemperie, i vetri delle finestre erano opachi e sovrastati da ragnatele, la porta d’ingresso appariva scheggiata e rovinata in più punti.
Non è la reggia di Versailles, ma non verrai risucchiata da nessun buco nero, puoi stare tranquilla” rise lui.
Alyson scosse velocemente la testa, non si era nemmeno resa conto di essersi immobilizzata di fronte a quella casa, se così la si poteva chiamare. Accelerò il passo in una piccola corsa e lo raggiunse all’interno di quell’abitazione.
Non fece in tempo a mettere piede nella casa che sentì il biondo imprecare: “Cazzo”
Alyson andò a cercarlo, ritrovandosi fuori da un piccolo stanzino buio.
“Che succede?” gli chiese, guardandolo preoccupata.
“Non funziona più l’impianto elettrico. Ci mancava solo questo” rispose, sbattendo la mano contro il muro e uscendo dallo stanzino furioso.
La ragazza entrò all’interno di quella specie di sgabuzzino, prendendo il suo telefono per fare luce e puntandolo sul quadro elettrico; non che ne sapesse molto di quel genere di cose, ma riusciva più o meno a cavarsela in determinate situazioni, essendo molto spesso a casa da sola.
Appena vide la levetta ‘generale’ abbassata, si mise a ridere.
Justin, nel frattempo, stava già chiamando un suo amico per mettere a posto l’impianto, ma quando sentì la ragazza ridere, chiuse la chiamata e la raggiunse.
“Cos’hai da ridere?” gli chiese, scocciato.
La ragazza non gli rispose, ma si limitò a mostrargli la levetta che era abbassata, la alzò e di colpo la stanza fu illuminata.
Il biondo rimase con lo sguardo fisso sul quadro elettrico, imbarazzato per la situazione, mentre Alyson continuava a ridere.
Justin la fissò e un sorriso gli spuntò sul volto.
“Smettila, non sono bravo in queste cose.” disse, dandole una piccola spinta “Andiamo?”
La ragazza si riprese, smise di ridere e annuì con la testa.
In pochi secondi uscirono dall’abitazione e appena fuori, lei sembrò rilassarsi notevolmente.
Quel ragazzo la metteva non poco a disagio, non si poteva negare, eppure si sentiva bene intorno a lui, nonostante tutto quello che le aveva raccontato.
Forse era la sua aria da eterno ragazzino e l’immagine della sua terribile infanzia a farle provare quel senso di sicurezza, il fatto che lui fosse solo il prodotto di un orrendo passato e che volesse superarlo finalmente.
“A che pensi?” le chiese, mentre camminavano verso un posto a lei sconosciuto.
“Niente, niente” gli rispose, rivolgendogli un sorriso.
Il biondo ricambiò e, senza nemmeno accorgersene, erano arrivati davanti ad un McDonald’s.
“Spero non ti dispiaccia, ma è da tantissimo che non vengo in un posto così, e poi, è il più economico che io conosca” le disse, facendo un risolino imbarazzato e mettendosi una mano dietro la nuca.
“Scherzi? Amo i fast food” e detto questo, entrò lasciando il biondo fermo a fissarla, ancora una volta.
Subito la raggiunse, mentre era già davanti alla cassiera per ordinare.
La guardava con occhi luccicanti, quasi come se fosse immerso in pensieri oscuri e misteriosi, complessi e, nello stesso tempo, già visti e formulati mille volte.
Alyson se ne accorse e, mentre si dirigeva al tavolo, sempre seguita dal suo sguardo, tirò un profondo sospiro a causa del terrore e delle farfalle nello stomaco che quel ragazzo le faceva provare.
Quando lui la raggiunse con un sorriso stampato in volto, le si creò un nodo allo stomaco: tutto d’un tratto non aveva più fame, ma lentamente iniziò ad addentare il suo panino.
“Tu non hai degli amici?” gli chiese per intavolare una conversazione.
Justin la guardò, assottigliando lo sguardo: “Certo che ho degli amici, per chi mi hai preso?” disse, ridendo “Sarò stato anche in un riformatorio ed avrò ucciso una persona ma non sono un emarginato disadattato”
Alyson cercò di scusarsi, sentendosi terribilmente in colpa per la domanda, ma quando Justin scoppiò in un’altra risata, non poté fare a meno di sorridere e guardarlo ridere.
“Comunque sì, ho degli amici. Un paio, ma almeno mi posso fidare” disse, tornando serio.
“E immagino che loro sappiano del tuo lato da cattivo ragazzo, vero?”
“No Alyson, mentre ero in riformatorio, loro pensavano che io fossi stato rapito dagli alieni” rispose con tono decisamente ironico.
Alyson fece una finta espressione triste: “Mi prendi anche in giro?”
Subito dopo scoppiarono entrambi in una fragorosa risata; la gente non poteva fare a meno di fissarli, chi con sguardo stranito e chi con sguardo compiaciuto.
“È impossibile rimanere serio con te se mi fai queste domande, ma se poi mi guardi così, è ancora più difficile resisterti” disse.
Alyson diventò improvvisamente rossa, abbassando lo sguardo imbarazzata ma non riuscendo a trattenere un sorriso.
Justin la fissava in continuazione e lei si sentiva leggermente in soggezione.
Si schiarì la voce e poi parlò: “Quindi, possiamo andare?”
Avevano entrambi finito i loro pasti e, in sintonia, si alzarono, andarono a posare i vassoi per poi uscire e andarsene.
“Cosa vuoi fare?” le chiese Justin.
“Ci sediamo? Non c’è un parco qui vicino?” chiese lei.
Il biondo, senza nemmeno risponderle, le prese gentilmente la mano, incrociandola con la sua, e la guidò verso un parco non molto lontano da dove si trovavano.
Alyson rimase leggermente stupita dal gesto del ragazzo e si ritrovò, per la seconda volta in così poco tempo, imbarazzata, con le guance rosse e la testa abbassata.
Justin soffocò una risata e sedendosi su una panchina nel bel mezzo del parco, senza, però, lasciarle la mano.
“Devi arrossire ogni volta?” le chiese.
Come se non l’avesse detto, la ragazza arrossì e Justin non poté fare a meno di notarlo e di sorriderle, lasciando la mano della ragazza per metterle il braccio attorno alle spalle.
La situazione si stava facendo troppo complicata per la ragazza.
Si ricordò di quello che si era ripromessa, di non affezionarsi più ad un ragazzo per la paura di soffrire ancora, eppure si sentiva così sicura tra le braccia di Justin che l’idea che lui potesse farle del male non le sfiorò nemmeno l’anticamera del cervello.
Il biondo notò la tensione che si era creata e si irrigidì all’istante, cercando di controllarsi e di cercare un modo per tranquillizzarla.
“Hai paura di me, vero?” le chiese, atono.
La ragazza si allontanò da lui quando bastava per poterlo guardare negli occhi. Non riusciva a mentirgli.
“Tranquilla, ti capisco. Non sono di certo come tutti gli altri ragazzi con cui sei uscita, ma voglio che tu sappia che..” disse, facendo un momento di pausa “..che ci tengo a te, nonostante ci conosciamo da poco”
Alyson gli sorrise.
‘Non sono di certo come tutti gli altri ragazzi con cui sei uscita’, queste parole le rimasero impresse.
“Oh, se solo tu sapessi, Justin” pensò lei.
“C’è qualcosa che vuoi dirmi?” le chiese, come se le avesse appena letto nel pensiero, mettendole una mano sulla guancia e accarezzandogliela.
“È complicato” cercò di liberarsi da quella domanda, ma lui non sembrò demordere.
“Puoi dirmi tutto, tu ormai sai più di quanto sappiano i miei amici di me”
Sfogarsi non le avrebbe fatto male e poi, a che pericolo andava incontro?
Lentamente iniziò a parlare.
“Stavo con un ragazzo non tanto tempo fa. Mi piaceva, eccome se mi piaceva, ero totalmente presa da lui e avrei fatto di tutto per lui. Stavamo così bene insieme, mi fidavo di lui ciecamente ed è stata quella la mia rovina. Lui aveva capito cosa provavo per lui e sapeva che avrei fatto qualsiasi cosa lui mi avrebbe chiesto. Così, dopo meno di un mese che stavamo insieme, mi convinse ad andare a letto con lui.” una lacrima si fece spazio sulla sua guancia, ma non fece in tempo a cadere a terra che Justin, prontamente, gliela asciugò, incitandola a continuare a parlare “Non ci pensai nemmeno, lo feci e basta. Ero totalmente innamorata di lui che non avrei mai immaginato che, la mattina dopo, lui avrebbe mandato la nostra foto, che ci ritraeva mentre eravamo a letto insieme, ai suoi amici. In poche ore quella foto era sui cellulari di qualsiasi persona a scuola. Per un mese, ogni giorno a scuola, ho ricevuto sguardi di scherno, atti di bullismo e qualche ragazzo è arrivato addirittura a minacciarmi se non fossi andata a letto con lui. Ora è finita, ma non posso fare a meno di avere ancora una leggera paura ogni volta che varco la soglia della mia scuola.”
Terminò così il suo discorso.
Justin non aveva smesso di fissarla nemmeno per un momento, notando il suo sguardo pieno di dolore mentre raccontava del suo passato.
“Vedi? In fondo non siamo così diversi” disse lui, non sapendo cos’altro dire.
La ragazza lo guardò, interrogativa.
“Abbiamo entrambi un passato da dimenticare” continuò, avvicinandosi notevolmente a lei “e se mi permetti di far parte della tua vita posso aiutarti, come tu stai facendo con me”
In effetti, quel ragazzo non aveva tutti i torti.
Le parole di Justin risuonavano come una dolce melodia nella mente di Alyson e quei suoi occhi color miele la stavano facendo lentamente sciogliere. Senza che se ne accorgesse si ritrovò il volto del biondo a pochi centimetri dal suo, inconsciamente chiuse gli occhi e sentì le labbra di lui poggiarsi sulle sue. Un brivido le percorse la schiena e, quando realizzò il tutto, quel bacio era già terminato.



we love ciastin's boobs.

Siamo tremendamente in ritardo e vi chiediamo scusa per questo, ma sappiate che ci ha fatto davvero tanto piacere ricevere le vostre recensioni. Siamo felici che la storia vi stia piacendo e promettiamo di aggiornare un po' più velocemente d'ora in poi (:


arianna e giulia.
  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: ciastinsboobs