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Autore: nothing_but_the_truth    24/11/2012    1 recensioni
Lo vedo salire le scale, avvicinarsi, e il suo sguardo basso e la maschera di terrore sul suo volto mi dicono che non potrò ucciderlo. Lui ha, in un certo senso, ridato la vita a me, mia madre e Prim: non potrei mai togliergliela. Sono troppo in debito con lui.
L'odiosa voce di Effie sta squittendo di nuovo, e, nel momento in cui sta per procamare me e Peeta ufficialmente i Tributi del Distretto 12 dei 74° Hunger Games, una voce si alza, tra tutte le altre.
Una voce che conosco, e non mi faccio neanche pena di ascoltare, perchè so già cosa dirà, lo so, lo so, lo conosco troppo bene.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gale Hawthorne
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Le sue parole mi colpiscono dritto in faccia, bruciandomi la pelle come uno schiaffone. Inaspettate. Dolorose.

Sono assalita dall'istinto di andarmene, di scappare, ma non posso. Sono in un maledetto treno, diretto a Capitol City, diretta verso la mia fine, e lui, Gale, è l'unico alletao che ho. E neanche lo sarà a lungo, perchè dall'arena puo uscirne solo uno vivo.

Ma, pensandoci, sarebbe meglio che vincesse lui, dato che io ho pochissime possibilità. Significherebbe, la sua vittoria, una piccola quantità di cibo supplementare regolare per un anno per la mia famiglia e il mio distretto. E, tornato a casa, Gale si sarebbe occupato, almeno in parte, della salute di prim e mia madre. Avrebbe avuto una buona vita.

<< Di' qualcosa. >> sbotta all'improvviso.

Oh... << Io..Ehm... Dobbiamo fare in modo che uno di noi due esca vivo da quell'arena. >> butto lì, cercando debolmente di deviare la direzione della conversazione.

Gale sembra meditarci su per qualche attimo, poi, guardando fisso davanti a sè e evitando di incrociare il mio sguardo, alza le spalle << Sarà così di sicuro>>. Poi china impercettibilmente il capo, e il mio cuore perde un colpo. Gale sta soffrendo ed io sono cattiva con lui e lui merita una risposta alle parole sott'intese di quella frase. Ma io non le ho. Non le ho mai avute e forse non le avrò mai. Gale è il mio migliore e unico amico. Il mio compagno di caccia. E io non posso sopportare che soffra a causa mia, specialmente ora, in viaggio verso gli Hunger Games.

Così, non seguendo nessun ragionamento, mi tuffo tra le sue braccia.

Anche se non c'è mai stato nulla di romantico tra noi, le conosco bene. Le ho osservate per anni.

Le dita affusolate, i muscoli forti e contratti, i tendini e le vene in evidenza. Conosco tutto. Eppure è la prima volta che l'abbraccio, e, dopo un attimo, Gale mi stringe a sè in una morsa calda.

Paradossalmente, mi sento al sicuro. Gale mi ha sempre fatto questo effetto, anche nei boschi. Mi da la sicurezza e la protezione che ho perso alla morte di mio padre.

Restiamo immobili così per qualche minuto, mentre il lussuoso treno di Capitol City viaggia velocemente sotto di noi, quasi impercettibilmente tremando.

<< Sù! Sù! Su! >> squittisce una voce all'impovviso, ed Effie apre la porta ed entra nel salottino. << C'è la replica della mie->> si blocca di colpo, nello stesso attimo in cui io e Gale ci allontaniamo l'uno dall'altra di scatto. Lui fa una smorfia, lei esita un momento e io non so se sentirmi in imbarazzo.

<< -titura. >>. Effie si siede alla mia sinistra e accende la tv: sta passando lo stemma di Capitol City, il programma sta per iniziare.

Gale, alla mia destra, si stravacca sul divano e assume la sua tipica espressione truce e irritata, che diventa rabbiosa ogni volta che Effie apre bocca. E lei, mio Dio, quanto parla. Commenta ogni commento dei presentatori, quasi sempre non espimendo nulla di concreto, utile o pertinente.

Gale non solo riesce a non dirle nulla, ma neppure se ne va dopo 10 minuti, cosa che temevo più di tutto. Sono fiera di lui per questo.

I presentatori si dicono soddisfatti della mietitura. Dal Distretto 2 c'è un ragazzo biondo, Cato, che sembra tremendo. Rimango colpita dalla ragazza dai capelli rossi del Distretto 5. Dall'11, insieme a un tipo della stazza di Gale, viene sorteggiata una bambina, Rue, di 12 anni. Benchè la sua pelle sia scura e i capelli neri e ricci, mi ricorda immediatamente Prim. Ma nessuno si offre volontario al posto suo. Infiene, ecco il Distretto 12.

Prim sorteggiata. Io che mi offro volontaria al posto suo. Gale che se la carica in spalla allontanandola da me, e che poi si offre volontario a sua volta. Ecco che sequenza trasmettono a tutto Panem. Il momento in cui tutti alzano le dita centrali della mano al cielo è stato tagliato. Uno dei presentatori dice che due volontari da un Distretto remoto come il nostro sono molto rari, se non unici, e che la sfida quest'anno si preannuncia molto interessante.

Passa il sigillo di Capitol City e la tv si spegne automaticamente. << Bene, benissimo!>> dice Effie, con quel suo tremendo accento tipico e irritante, poi se ne va per rimproverare Haymitch e la sua indecorosa assenza.

Come chiude la porta, sento la tensione appesantire l'aria. L'imbarazzo.

<< Bene, benissimo!>> ripeto, imitando l'accento di Effie, usato in tutta Capitol City, che ha sempre dato ottimi spunti per le imitazioni a me e Gale.

Infatti, dopo un attimo, scioglie i musconi facciali e cede a una fragorosa risata. Anch'io inizio a ridere, poi mi alzo e prendo un vassoio pieno di dolciumi.

<< Prendi >> gli dico, appoggiandolo sul tavolino di fronte a noi.

<< Grazie >> dice, afferrandone uno. Lo osserva da diverse prospettive,sospettoso, poi lo addenta, con un'esperssione ancora dubbiosa.

Ne afferro uno anche io. Non ho idea di cosa sia, ma è squisito.

Gale sta mangiando l'ultimo dolcetto, quando io sospiro, e le parole mi escono di bocca senza che me ne renda conto. << Scusami. Se sei in questo casino, è colpa mia. >>

Lui ingogia rumorosamente l'ultimo pezzo, poi alza le spalle e abbassa gli occhi. << No. Colpa mia. Sono io che non sono pronto a perderti. >> dice.

Mi odio in questo moento. Se Gale non avesse questo senso del dovere che lo spinge a proteggermi, ora non sarebbe sicuramente qui con me. Vorrei urlargli un faccia, tornare indietro nel tempo, mettermi a piangere... Vorrei... non lo so. Vorrei che Gale restasse accanto a me.

Con un sospiro di rassegnazione, mi affloscio sul divano, accanto a lui, e accendo la tele su un canale casuale.

Lui non si muove, resta spalla a spalla con me, trasmettendomi quella solidità che mi ha permesso di cacciare senza problemi e credere in me stessa. Quella solidità che mi fa rendere conto di una cosa: nonostante tutto -la situazione in cui abbiamo lasciato le nostre famiglie, la nostra morte possibile- sono felice che lui sia quì. Mi aiuta a tenere insieme i pezzi di me, in un modo diverso da quello che credevo prima. 

  
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