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Autore: MrBadCath    24/11/2012    2 recensioni
«Quindi? Dove è?»
«Sono andati a comprare il pane»
«A comprare il pane?»
*-*-*-*-*-*-*-*-*
«Sai qual'è il paradosso?»
«No»
«Che le prime due volte che ti ho vista eri quasi nuda e adesso stiamo facendo l'amore col cappotto.»
*-*-*-*-*-*-*-*-*
Storia di 4 amanti e tutto quello che ne consegue (quindi un gran casino).
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Per la festa era tutto pronto. Cassie, da brava figlia di papà, aveva ottenuto il permesso per ospitarla nella residenza poco fuori Londra dei suoi, dove tutto era stato organizzato nei minimi dettagli, a spese sue, ovviamente. Nessuno lo sapeva, ma quella era anche la sua festa di addio. Sarebbe tornata a casa sua, in Scozia, e lì avrebbe dimenticato tutto, coccolata e straviziata.
Se ne stava, con la sua mascherina bianca, con un velo di pizzo nero che scendeva fino a sotto il naso a punta, all’ingresso a controllare gli inviti e soprattutto gli invitati. I membri di quella che sarebbe divenuta una delle band più celebri del mondo arrivarono tutti insieme, in compagnia delle rispettive ragazze. In testa c’erano Freddie e Mary, seguiti da John e Anthea e Roger e Dorothy: la prima era decisamente una bella donna, fornita di un ingombrante paio di corna che non facevano parte della maschera ma che Cassie percepiva come se le stessero cavando gli occhi tanto erano invadenti; la seconda era una biondina tutto pepe con la corporatura da sportiva e un carattere dominante rispetto a quello del suo ragazzo, mentre la terza aveva l’aria di una che la sapeva lunga, gli occhi piccoli da cinico, la corporatura smilza e l’andatura stramba.
Concludevano la fila Brian e Chrissie.
«Tesoro! Che bello vederti!» esclamò la ragazza, abbracciando l’amica. «È passata un’eternità dall’ultima volta!»
«Sono stata un po’ impegnata con l’organizzazione della festa, non sai quanto mi dispiace» mentì spudoratamente. Brian fece lo stesso, avvicinandosi a lei, e lei per dissimulare fece finta di nulla, nonostante le mani del chitarrista addosso facessero sempre lo stesso effetto.
«Vi dispiacerebbe seguire Eric? Vi mostrerà le stanze dove potete cambiarvi...»
Il tempo di vederli sparire nel salone ed essersi assicurata che nessuno stesse arrivando nell’imminente futuro e Cassie raggiunse rapidamente Cleo, che stava facendo pubbliche relazioni in giro per la casa.
«Cosa non ti era chiaro dell’espressione ‘Così almeno avrò un pretesto per non vedere più Brian’?» strillò Cassie una volta scoperto che il chitarrista era nella lista degli invitati.
«Senti, che dovevo fare? Invitare Freddie e non gli altri tre? O peggio invitare gli altri tre e non Brian?»
La biondina arrossì e poi fuggì via.
La festa iniziò poco dopo, donne e uomini erano stati divisi e costretti a indossare delle assurde tute da muratore blu e bianche dotate di cappucci per nascondere le acconciature più stravaganti, come quella di Brian. Il viso era coperto da una bella maschera bianca, che lasciava molto spazio all’immaginazione degli altri presenti. Onde evitare che le voci potessero essere d’aiuto, all’ingresso era stato somministrato elio a go-gò.

You don't fool me,

Freddie non impiegò molto tempo a riconoscere Cleo nella folla. Seppur il suo caschetto arancione fosse nascosto dalla tuta da muratore, la sua bellezza trasudava da ogni fibra di quell’insulso abito.
«Anche a te hanno dato dell’elio, eh?»
Eric era venuto da solo, aveva subito riconosciuto Cleo e l’aveva abbracciata, mentre Freddie, persona a cui fra l’altro si stava rivolgendo in quel momento, aveva bruciato di invidia fino all’ultimo.
«L’hanno dato a tutti, dovrebbe servire a non farci riconoscere l’un l’altro… Ma a quanto vedo è inutile» rispose con aria di sufficienza il cantante, che fra una cosa e l’altra non era ancora riuscito a salutare lei come avrebbe voluto.
«C’è chi se lo merita e chi no…»
«Quindi tu te lo meriteresti? Ma fammi il piacere… Non capisci proprio niente, tant’è che non ho ancora capito se ti sei messo in mezzo per il gusto di rovinare qualcosa, o perché ti piace sul serio ma sei troppo codardo per fare un vero e proprio passo avanti.»
Freddie era notevolmente ingelosito e continuava a cercare la persona che contendeva con tanto ardore fra la folla, poi fu interrotto di nuovo.
«Io, invece, non ho ancora capito perché tu, che sei l’unico ad avere cattive intenzioni, hai la meglio su di me, ma credo che dipenda dal fatto che sei arrivato nel momento giusto, non hai proprio niente di speciale.»
«Io» esordì Mercury enfatizzando ciò che diceva, «non permetto mai a nessuno di passarmi avanti perché me lo posso permettere e so come si fa a rimanere sempre primo. Sinceramente lo faccio anche con un certo stile.»
Eric stava per controbattere, quando notò che una certa ragazza dai capelli rossi li fissava contrariata dal centro della stanza.

those pretty eyes...

Dai fori per gli occhi si notavano benissimo le due gemme brillanti finemente truccate, ingrandite, rese perfette dal nero e dall’azzurro tutt’intorno. Quelle sfumature lo stavano facendo sprofondare.

that sexy smile...

Il sorriso luminoso e suadente si rivelava dalla fessura centrale in basso. Le labbra carnose erano intrise di un lipstick che non faceva altro che renderle più sensuali, lucide, ogni volta che si strofinavano tra di loro alla pronuncia di una parola.

you don't fool me.

Cassie avvertì subito lo sguardo di Brian pesare su di lei. Lui era identificabile per l’altezza, naturalmente. Quando la ragazza si accorse di essere stata riconosciuta, fece di tutto per tenersi alla larga da lui, fino ad arrivare alla brillante trovata di scappare nelle stanze al piano superiore. Si chiuse in una camera da letto e si lanciò sul materasso con fare esasperato.
In che cavolo di situazione si era infilata? Se se ne fosse andata Cleo l’avrebbe capita, ma ci sarebbe rimasta male. Se fosse rimasta, sarebbe stata soggetta alla presenza di May per tutto il tempo.
Fu in quel momento che il chitarrista entrò nella stanza e lei per lo spavento si ritrasse fino a cadere giù dal letto.

You don't rule me.

Brian lasciò che la porta si chiudesse da sola e le corse incontro, trovandola spiaccicata a quattro di bastoni con la maschera rivolta a terra. Un faceplant di prima categoria.
«Ti sei fatta male?» domandò, con la voce impasta dall’elio, che quasi la fece sorridere.
«No, sto bene» rispose lei, con lo stesso tono.
Il ragazzo accarezzò la maschera con le mani calde.
«No, io non…»
«Shhhh... Lo so.»
«No, tu non lo sai. Tu non sai niente... sono io!» strillò, cercando disperatamente di liberarsi della protezione sul suo viso.
«Te l’ho detto che lo sapevo.»
«E allora non mi toccare!» strillò, quasi isterica.

You're no surprise

«Tu lo sapevi e l’avresti fatto ugualmente?» riprese, infastidita.
«E tu sapevi che sarei venuto a cercarti, stanotte.» sentenziò lui, stanco di sentirsi addosso tutta la colpa. «Era l’unico modo che avevo. Mi eviti da giorni. Non mi hai dato modo di spiegarti, niente. Quindi dovevi immaginare che ti avrei cercata. E trovata, naturalmente.»
«Cosa sei venuto a fare?» ribatté lei, raccogliendo la maschera da terra.
«A cercare di risolvere questo problema con te. A ripeterti che non posso cambiare i miei sentimenti per te, adesso. Che quello che mi chiedi è impossibile.»
Cassie fu quasi colta da un attacco di panico: il suo piano non era attuabile.
«Ed è possibile che tu te ne sia accorto l’altra sera? Perché non me l’hai detto prima? Avrei fatto in modo che non succedesse, avrei fatto in modo che...»
«Quando me ne sono accorto era già troppo tardi. Avrei voluto dirtelo prima, avrei voluto parlare con te, ma tu eri troppo intenta a pedinare una coppia di amanti di nostra conoscenza per prestare attenzione a me, il cespuglio umano che non si mimetizza bene a sufficienza e ci fa scoprire ogni volta. Poi hai preso ad evitarmi come la peste e la situazione è andata lentamente degenerando e ora eccoci qui, faccia a faccia che discutiamo di questa cosa così importante con questa vocina del cazzo!»

You're telling lies,

In una situazione normale anche Cassie avrebbe riso a quella affermazione, ma aveva un tale peso sulla coscienza che non se la sentiva proprio.
«Brian, io non posso corrispondere il tuo sentimento. Lo corrispondo, ma non posso. È troppo sbagliato per fare parte di me. Quello che sento va oltre i miei principi morali. Non posso accertarlo da parte mia, figuriamoci da parte tua.»
«Hai mai pensato che per una volta dovresti mettere da parte le tue assurde congetture e provare ad essere felice?»
«Sì. Quando ti ho conosciuto. E guarda il casino che ho combinato.»

Eh... you don't fool me.
   
 
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