Finale
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(It is what it is - Elisa)
Quando ti domandi quanto tempo sia necessario per dimenticare una persona, conosci già la risposta; non si possono cancellare i ricordi, le parole. Gli occhi. Perché gli occhi sono lo specchio dell’anima, e semplicemente rimangono lì: rimangono ad osservare la tua anima dall’interno della tua stessa testa.
Può sembrare così semplice e banale. Dopotutto è solo una persona, giusto? Solo un essere vivente come te che respira. Cosa c’è di così speciale, allora? Perché non ti riesce di sbavare i contorni di quel suo sorriso così caldo; sbriciolare quei pomeriggi trascorsi a ridere e a parlare sottovoce per non disturbare e per non farvi notare troppo; depennare con un segno netto il vostro passato? Tutte le belle storie hanno una fine.
Le favole che non finiscono sono noiose. La principessa e il principe continuano ad esserci e a non fare nulla di diverso dal normale esistere, continuano a recitare il copione di quelle pagine di quel libriccino che oramai è obsoleto. Cosa significa obsoleto? Ecco, una buona favola non può durare in eterno e nemmeno utilizzare parole come obsoleto perché i bambini si annoiano e sbadigliano e si addormentano con i piedini ancora fuori dalle coperte.
Ma la vostra storia non era bella, era bellissima.
Stupenda come due melodie che si accordano insieme e fanno venire la pelle d’oca agl'incantati ascoltatori; dolce come le due tazze di cioccolata bollente strette tra i palmi infreddoliti in una serata invernale; morbida come la sua felpa preferita, quella un po’ sgualcita che a te piaceva tanto e che lui indossava quando rimanevate a casa soli; silenziosa come i momenti trascorsi abbracciati, davanti ad uno degli ultimi film del tuo regista preferito; speziata come la tua mania di cucinare biscotti alla cannella ogni natale; magica come le notti consumate con il respiro dell’altro sul proprio.
La vostra storia non era bella, era bellissima.
E allora com’è finita?
Com’è che sei rannicchiata contro te stessa, le lacrime lungo le guance arrossate, le labbra screpolate e i singhiozzi dal gusto amaro?
Non riesci a capire. Non riesci a capirlo. Eravate bellissimi. Non. Vuoi. Pensarci.
Hai provato a chiudere ogni porta, ogni spiraglio, hai tappato ogni singolo spiffero. Ma la notte non dormi ancora; nemmeno la luna si mostra clemente con te; nascosta dalle cupe nubi proietta ombre, s’insinua avida tra i tuoi sogni. Vuole la tua musica, il tuo colore, il tuo fiato.
La vostra storia non era bellissima, era imperfetta. Hai intenzione di stringere quel cellulare tra le dita ancora per molto?
"E dov'è il finale, mamma?"
"Quale finale?"
"Il finale! Il bel finale!"
"Non c'è nessun finale, tesoro. Qualcuno è stato così pigro da non volerlo scrivere fino alla fine"
"Aveva finito l'inchiostro?"
"Aveva finito l'inchiostro"
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