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Autore: Vampiresroads    24/11/2012    3 recensioni
Io sono il fuoco.
Lui è come me.
Accetta così poche cose, chi si butta su di lui muore bruciato, avvolge e distrugge qualunque cosa non accetti, ma se sai stargli alla dovuta distanza sa regalarti la vita, sa scaldarti.
Può fare tutto ciò di cui hai bisogno.
Per scoprirlo devi affrontarlo.
Affrontarmi è difficile, ho un carattere difficile, sono difficile.
Storia di una ragazza che cerca la forza di andare avanti ritrovandosi nel fuoco.
Un fuoco che cresce bruciando qualsiasi difficoltà incontri.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Apro gli occhi ed è bianco.
Terribilmente irreale, Madame Majourine mi accolse con un sorriso e mi strappò via dal freddo.
La ringraziai e mi sedetti davanti al fuoco.
Ah, il fuoco. È davvero bellissimo, ho passato ore ad osservarlo quella sera, non riuscivo a smettere, era poesia, era meraviglia, era rinascita.
Solo guardando quel blu, quella luce che si scomponeva in un arancione così acceso da diventare un rosso appassionante ed incredibile, mi sembrava di riuscir ad incendiare tutto il peso che mi stavo portando addosso.
Mi sentivo soffocata, accaldata, chiusa, intrappolata;  eppure quel tepore, quella luce, quel rumore scoppiettante e quasi coinvolgente bruciava qualsiasi tipo di trappola.
I miei capelli quasi completamente stinti stavano tornando a mostrare quel biondo platino che tanto cercavo di mascherare, e non mi piaceva.
Il fuoco però li illuminava di un arancione creativo, la mia mente era cullata da quell’atmosfera silenziosa.
Odiavo il silenzio, infatti quello scoppiettio di sottofondo aveva liberato la mia mente ed ero libera di immaginare uno sfondo, un paesaggio, un sentimento qualsiasi.
Mi vedevo da piccola a costruire la casa sull’albero con papà, tornavo a quelle giornate di mare passate a leggere sulla riva, a litigare col freddo dell’acqua, ad ascoltare la poesia del sole che accecava tutto il resto.
Mi vedevo verso i dodici anni ad osservare mio fratello crescere e diventare un bambino bellissimo, mi sentivo grande, mi sentivo responsabile, protettiva verso di lui.
Vedevo le mie amiche odiare i fratellini e litigare, io adoravo quel bambino.
Amavo stringerlo e portarlo a prendere un gelato, mi piaceva tutta la vita e l’amore che riusciva a far nascere dentro di me solo ridendo, solo sorridendomi.
Mi sono sempre rivista in lui.
Ho sempre fatto tanti, troppi errori, volevo solo vederlo crescere meglio di me, volevo insegnargli ciò che avevo subito, volevo assicurargli una vita sicura.
Probabilmente stavo sorridendo da sola, stringendo gli occhi davanti a quel camino rincuorante.
Forse stavo piangendo, piangendo col fuoco che accompagnava i miei ricordi.
Continuavo a sorridere e a ricordarmi dei bei momenti, mi faceva stare bene, la mia mente mi spingeva in mezzo tutto il peggio che ho dovuto passare, ma riuscivo a scacciarlo.
Mi sentivo quasi in colpa a ripensarci, ne avevo paura, qualsiasi cosa mi riportasse ai momenti negativi era da scacciare via.
Era come se il cuore risucchiasse la mente, lo stomaco, gli occhi.
I ricordi delle medie, il giorno della morte di mio fratello, l’incidente… più i pensieri distruttivi si impossessavano di me, più mi rannicchiavo e stringevo gli occhi.
Ero completamente immersa tra il dolore e la nostalgia, quando il rumore della porta spezzò l’atmosfera e mi fece tornare alla realtà, dove il fuoco era fuoco e la vita era solo quattro muri e due amici.
-Krips, come stai?
-Pa’, come mai così presto a casa?
-Avevo un po’ di roba da sistemare, poi però devo portare dei documenti al lavoro.
-Oh, capisco. Comunque non mi chiamare Krips, sembra il nome di una merendina.
-Sai che non smetterò di farlo.
-Sì, lo so…
Appoggiò la valigia e si tolse guanti e sciarpa, tremava ancora dal freddo, il suo abbigliamento nero contrastava con la città immersa nel bianco della nebbia, mi sentivo come se delle formiche mi stessero camminando dentro lo stomaco, il respiro troncato.
-E’ tanto freddo fuori? – chiesi.
-Abbastanza, se devi uscire copriti bene, mamma è andata a prendere la cioccolata calda.
-Cioccolata calda? Grandioso!
-Sì, ma non sarà qui prima delle nove, o almeno così ha detto.
-Davvero? Strano.
Mio padre andò in camera sua e non sentii la sua risposta, la mia testa era ancora persa nel fuoco.
Stavo morendo dal freddo, continuavo a rannicchiarmi, così chiesi a mio padre una coperta.
Tornò con due coperte calde, morbide ed una chitarra.
-Hai voglia di suonare, Krì?
-Certo! Ne ho sempre voglia.– Sorrisi accomodandomi in una posizione più tranquilla. Mi piaceva suonare e cantare con mio padre, era rilassante, e davanti al fuoco lo era il doppio. –cosa vuoi fare?
-Le andrebbe bene una Tangerine, per andare sul classico?
-Tangerine? Mi hai letto nel pensiero amico!
Ridemmo silenziosamente e papà fece partire le prime note.

Measuring a summer's day,
I only find it slips away to grey,
The hours, they bring me pain.

 
Mio padre era bravissimo, non faceva un errore, la sua chitarra era sempre perfettamente accordata e ogni nota era suonata perfettamente, senza mai sfiorare una corda sbagliata o cadendo in alcun punto.
Molti amavano la mia voce, dicevano fosse fresca e pulita, dicevano che ero molto brava negli acuti, mi piaceva cantare, ma in realtà non ho mai accettato nessuna offerta quando mi chiedevano di cantare nel loro gruppo.
Avevo coraggio di farlo solo davanti a poche persone, e mi concentravo davvero solo mentre suonavo con mio padre.
Spesso andavo al pianoforte e arrangiavo qualcosa lì, mi piaceva cantare per mio fratello, scaricare la rabbia e l’ingiustizia della sua scomparsa sui tasti e sulla voce, mi liberava quanto il fuoco, mi sentivo sgusciare dalla trappola delle paure.
Era semplicemente il mio modo di volare, il mio modo di perdermi,
mi piaceva perdermi, non sapere dov’ero andata a finire.

Finimmo Tangerine, mancava ancora mezzora alle nove.
-Allora Krì, ora scegli tu!
-Ti va qualcosa di meno classico?
-Certamente, proponi tu.

Tonight we drink to youth and holding fast to truth
Don't wanna lose what I had as a boy.
My heart still has a beat but love is now a fear
As common as a cold day in LA.

Cantai la prima strofa, così papa mi venne dietro con l’accompagnamento musicale e col secondo verso.


Sometimes when I'm alone I wonde:
Is there a spell that I am unde,
Keeping me from seeing the real thing?


A volte mi domando perché mio padre non si sia mai pentito di non aver approfondito la musica.
Aveva una voce davvero bella e le sue mani erano così ferme, lo ammiravo molto, nonostante tutti i suoi difetti.
Poi pensai che nemmeno io volevo farlo, pensai che non è così facile.
Alla fine con “Love hurts” non si intende solo il significato classico.
Anche l’amore per le tue passioni fa male, soprattutto quando hai quel blocco che non ti permette di andare avanti, che non ti permette di affogare  e lasciarti trasportare da ciò che ti piace.

Qualche volta mi chiedo se da tutto questo uscirà mai fuori qualcosa di buono, vorrei fare qualcosa per lui, per il mio piccoletto, per quegli occhi così trasparenti da leggergli ogni lacrima che ha sempre trattenuto per non farsi vedere triste, per darmi coraggio, quel suo modo di respirare e di atteggiarsi così pacato.

Non ho mai accettato la morte delle persone giovani.
Non ho mai accettato il suicidio.
Non ho mai accettato il mio carattere.
Non ho mai accettato la gente.
Non ho mai accecato troppe cose, e tanto meno il fatto di non accettare tutto questo.

Io sono il fuoco.
Lui è come me.
Accetta così poche cose, chi si butta su di lui muore bruciato, avvolge e distrugge qualunque cosa non accetti, ma se sai stargli alla dovuta distanza sa regalarti la vita, sa scaldarti.
Può fare tutto ciò di cui hai bisogno.
Per scoprirlo devi affrontarlo.
Affrontarmi è difficile, ho un carattere difficile, sono difficile.

In quel momento suonò il campanello: mamma è arrivata.

Ci riunimmo intorno al tavolo e iniziammo a cenare: mi sedetti al posto di mio fratello, da quando non c’è più non riesco ad accettare quel posto vuoto.
Dopo cena bevvi la cioccolata calda e salii di sopra, mio padre uscì e cantai accompagnandomi col piano.

All I want is nothing more
to hear you knocking at my door,
'cause if i could see your face once more
I could die as a happy man I'm sure.

  
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