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Autore: _fafyste_    25/11/2012    5 recensioni
JASPELLA// Quando questo aprì i suoi nuovi occhi rimase abbagliato dalla bellezza di quella ragazza minuta che lo teneva stretto a se. La guardò per un tempo che parve infinito.
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Se vi ho incuriositi almeno un pochino passate e lasciatemi un commento! Baciiiiiii.
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Isabella Swan, Jasper Hale, Maria | Coppie: Bella/Jasper
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
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Disclaimer: Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di S.Meyer; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.







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Isabella Swan era una vampira, nata nel 1822. E' stata trasformata a diciassette anni, rimanendo immutabile per il resto della sua vita. La sua pelle era liscia e compatta, sembrava morbida, ma in realtà era dura e fredda come il marmo. I capelli castani con riflessi rossi, erano lunghi. Si libravano nel vento come fossero guidati dal canto delle fate. Le labbra erano carnose e lucenti, sembravano un frutto proibito. Ma di lei un particolare era fatale: gli occhi. Due gemme rosse come il sangue si potevano notare sotto le ciglia nere. 
Sembrava una così bella creatura, magica. Un angelo. Ma nessuno sapeva di che orrori era capace.
La sua creatrice era una strana immortale dai lunghi capelli neri e occhi rossi come il fuoco: Maria. Maria era in poche parole una pazza, per davvero; creava nuovi vampiri, ovvero neonati. 
Li preferiva perché nel primo anno di vita ogni immortale ha una forza incredibile: può distruggere un vampiro adulto nel soffio di un secondo, sono incontrollabili, resi folli dalla sete, e tutto questo solo per difendere ed espandere il suo territorio. 
Di tutti quelli che trasformava osservava accuratamente chi di loro possedeva un dono e se ne scopriva alcuni importanti o comunque utili li aggiungeva al suo corpo di guardia personale.
La giovane Bella era tra questi. Era un potentissimo scudo, capace parare attacchi mentali sia per se stessa che  per gli altri. E ovviamente era una qualità che a Maria serviva ad ogni costo. Era sua protetta, la usava. 
Ma a lei questo non importava. Era una sanguinaria, senza sentimenti, vuota, meschina e soprattutto odiata.
 
Come ogni mese Maria, le sue sorelle e Bella andavano a cercare con la guardia nuovi membri da aggiungere all'esercito, era mattina e dopo essersi tolte la sete erano pronte a partire. 
Bella odiava quei giorni, non che gli altri le piacessero, ma questi li trovava ancora più stressanti, è orribile sprecare la vita di persone che delle volte possono anche essere felici solo per poter fare i comodi di una donna qualunque. 
Non sapeva cosa la tratteneva ancora con lei, ma sapeva che qualcosa stava per accadere, qualcosa di stranamente... bello... Si, bello! Quanto tempo era che non usava più questo termine! 
Erano ormai troppi anni che viveva infelice, odiava tutto di quella vita,combattere, difendere Maria, trasformare nuove persone, addestrarle ed infine ucciderle. Non trovava un senso logico a tutto questo, stava solo aspettando il momento più adatto per andarsene, e presumeva che questo non avrebbe tardato ancora molto. Ricordava ancora la sua vita da umana, era felice. Aveva un fratello, un padre, una madre... una famiglia insomma. Gli voleva molto bene e aveva anche diversi amici. Non sapeva che fine avessero fatto tutti loro, e non voleva nemmeno scoprirlo, aveva paura... paura di poter sapere che magari possano aver fatto una brutta fine.
 
"Guardate quel soldato". Ordinò Maria alle tre donne nascoste vicino a lei dietro degli alberi, indicandogli un maggiore a cavallo, lunghi capelli biondi coperti da un grosso cappello da gran capo.
"E' bello". Sottolineò la bionda.
"Ed è un maggiore". Aggiunse la prima.
"Che dite? Sarà degno di stare con noi?". Chiese anche l'altra.
"Proviamo!". Risposero all'unisolo le sorelle.
Bella non riuscì a sentire il breve dialogo, rimase ammaliata da quel giovane . Non aveva mai visto tanta bellezza in nessuno, soprattutto in un uomo, soprattutto in un soldato. Ma che intenzioni avevano le tre streghe vicino a lei? 
Qualunque fossero giurò di fermarle ad ogni costo. 
Quella notte tornarono per svolgere meglio il loro 'lavoro'. E lo trovarono. Era a cavallo finché non le vide, scese, fece un inchino e posizionò i suoi occhi azzurri su quelli della piccola ragazza dai capelli castani. Era un angelo, ne era sicuro, troppo bello e puro per essere meritato da quella terra.
 
"Chi siete?". Domandò Maria.
"Maggiore Jasper Whitlock, al vostro servizio". Rispose il giovane tenendo la posa dritta.
"Spero proprio che tu sopravviverai, mi saresti di grande aiuto". Annunciò quella strana donna prima di avvicinarsi e morderlo al collo. 
Dopo solo il fuoco...
Passati due giorni e tre notti e ancora non si svegliava, lamenti e urla, solo questo usciva dal corpo del giovane biondo. 
Bella teneva la sua testa appoggiata sulle sue gambe, come a proteggerlo e difenderlo dal terribile mondo che stava nella vecchia casa in qui essa viveva. Temeva che arrivasse il suo risveglio, perché non sapeva che fine avrebbe fatto dopo. Sapeva benissimo come Maria trattava i giovani neonati e non lo sopportava, alcuni erano anche simpatici e soprattutto erano suoi amici. Quanti ne aveva perduti... Glieli avevano strappati via dalle sue braccia, proprio dove si trovava quel ragazzo biondo. 
Aveva visto da vicino i suoi occhi e poteva dire che fossero due pezzi di cielo limpido tanto erano azzurri, puri e sinceri. L'unico rumore che sentiva erano i battiti del suo grande cuore, quello che nel giro di poco tempo sarebbe rimasto fermo, immobile e silenzioso; quel momento non tardò ad arrivare, e infatti l'ultimo battito soffocò nel petto del giovane uomo. 
Quando questo aprì i suoi nuovi occhi rimase abbagliato dalla bellezza di quella ragazza minuta che lo teneva stretto a sé. La guardò per un tempo che parve infinito, fino a che non si accorse del luogo che li ospitava.
 
"Dove mi trovo?". Chiese e subito dopo fece una strana smorfia, meravigliata, a causa della voce con cui parlò; era cristallina, acuta, sembrava quasi che stesse cantando.
"Questo adesso non importa". Lo zittì commossa lei. "Io mi chiamo Bella, tu ricordi il tuo nome?" Chiese la piccola vampira con uno strano sguardo, che fece intimidire l'ex soldato. Era parsa strana quella domanda.
"Si, perché? Avrei dovuto dimenticarlo?". Investigò infatti lui. Nonostante Bella intimasse fiducia non si poteva di certo sapere che scopi avesse.
"No, ma delle volte può capitare di dimenticare tutto della vita trascorsa da umani". Quella risposta lo scioccò... cosa voleva dire?
"Perché ora cosa sono?". Domandò stranito. Dalla bocca della piccola donna uscì una risatina piuttosto nervosa. "Dimmelo, ti prego". Continuò permettendosi di accarezzarle il bellissimo e pallido volto.
"Sei un immortale, un vampiro". Affermò lei. Vampiro? Immortale? Lo stava forse prendendo in giro?
"E' uno scherzo? Ora dovrei essere nell'accampamento del mio esercito dopo aver fatto scappare un piccolo villaggio dalla guerra, perché mi trovo qui? E tu cosa vuoi da me?" Chiese lui, seppur non volesse essere scortese con quel piccolo angelo non riuscì a mascherare il suo fastidio.
"Ti racconterò tutto quello che so e che ti serve sapere, ma tu non devi interrompermi per nessun motivo". Lui annuii a quelle parole. "Mi chiamo Isabella Marie Swan e sono nata nel 1822 nello stato di Washington, sono stata trasformata in un'immortale all'età di diciassette anni da una donna di nome Maria. Devi sapere che ogni vampiro nel suo primo anno di vita possiede una forza incredibile, quelli adulti li chiamano neonati, sono incontrollabili, ed è esattamente questo che serve a Maria, lei crea eserciti di giovani vampiri per difendere ed espandere il suo territorio, ci sono parecchi scontri con quelli che hanno il suo stesso intento, sono comunissime le guerre. Tutti quelli appena creati vengono addestrati, ma quando uno di loro comincia ad essere più debole arriva l'ordine di ucciderlo. Ci sono dei vampiri che hanno dei poteri, e solo loro considera all'altezza di continuare a vivere con lei, per proteggerla o aiutarla. Io sono un potentissimo scudo mentale, posso difendermi quindi da attacchi mentali, e essendomi allenata molto riesco anche ad espanderlo, così lei non è mai in pericolo nelle battaglie. Ha due sorelle e noi quattro insieme al loro esercito siamo venute nel tuo accampamento per trovare nuovi soldati, poi hanno visto te e hanno deciso di morderti per farti trasformare. Io sono contraria a tutto questo e sto solo aspettando il momento adatto per andarmene, nella prossima battaglia, e non credo che manchi ancora molto". Disse lei guardandolo come ad aspettare una sua risposta.
"E' come se tu fossi in trappola alla fine?" Domandò Jasper. Era rimasto sconvolto da quel racconto. Era impensabile che quella piccola donna avesse dovuto subire tante sofferenze, era avvolta da quella calda luce che la rendeva unica ai suoi occhi.
"In un certo senso si". Affermò lei stringendosi nelle spalle.
"E io sono un neonato che le serve per il suo nuovo esercito?". Chiese spaventato il giovane.
"Si, a meno che non sei dotato di un dono speciale". Gli rispose Bella.
Ci fu una lunga pausa in cui rimasero a fissarsi con gli angoli delle labbra leggermente rivolti in su.
 
"Quindi vuoi scappare?" Chiese Jasper scrutando bene il suo bellissimo viso senza imperfezioni.
"Direi di si". Annuì la ragazza.
"Non lasciarmi solo però, non sono capace di affrontare tutto questo. Non separarti da me." Scappò di bocca a Jasper e Bella sorrise timidamente. Entrambi provavano un grande sentimento per l'altro: l'amore. Erano inesperti perché nessuno dei due era mai stato innamorato prima, ma erano sicuri di non sbagliarsi, perché mai avevano provato qualcosa del genere. "Scusa, non volevo metterti in imbarazzo". Si scusò.
"Ma no, figurati!". Lo tranquillizzò lei. "Ora però dovremmo colmare la tua sete". Lo informò. E lui proprio in quel momento fece una smorfia piena di dolore e si strinse una mano sulla gola, poi cominciò a respirare affannosamente.
"Fa male!". Annunciò.
"Lo so, ora andremo a cercare qualcuno da bere". Lo tranquillizzò lei.
"Q-qualcuno?". Chiese preoccupato Jasper.
"Beh si... siamo vampiri!". Si giustificò lei agitando le braccia. Lui decise di seguirla, anche se non era proprio d'accordo su quella dieta. Uscirono dalla stanza e Jasper rimare confuso.
"Dove andremo?". Le chiese.
"In un villaggio". Lo informò e iniziarono a correre all'interno della foresta accanto all'enorme villa. Il giovane neonato fu colto da una magnifica adrenalina a correre così. Non aveva mai visto nulla viaggiare a quella velocità. Poteva vedere ogni sfumatura nei fiori, ogni più minuscola goccia di resina pendere dalle cortecce degli alberi. Le foglie non sembravano più essere della stessa tonalità di verde, ma ognuna brillava di luce diversa.  
Era tutto bellissimo, ma proprio mentre si dirigevano verso la loro meta un grosso puma intralciò il loro passaggio e Jasper, ormai dipendente solo dai propri sensi lo uccise, lo morse al collo e lo prosciugò di tutto il sangue che possedeva in corpo, tutto questo mentre Bella lo fissava sbigottita con gli occhi fuori dalle orbite. 'Com'è possibile?' pensò. Quando lui finì il suo 'pasto' lei rimase li a guardare il cadavere del povero animale.
 
"Cosa succede?". Chiese lui sorridendo.
"Non credevo che fosse possibile dissetarsi solo con sangue animale".
"Beh... non lo sapevo nemmeno io, ma ero così assetato che quando ho sentito la scia di quel puma non ho resistito". Si giustificò lui.
"Dovrei provare anche io!". Esclamò Bella.
"Che dici... se fuggiamo ora potrebbe scoprirci?". Propose Jasper, riferendosi a Maria.
"Sai che siamo già abbastanza lontani? Se arriviamo vicino al villaggio e facciamo in modo da confondere le nostre scie potrebbero non trovarci più!". Esultò la ragazza.
"Davvero?". Chiese contento Jasper.
"Davvero!". Confermò e gli buttò le braccia al collo, provocando una perdita di equilibrio ad entrambi, così il ragazzo cadde di schiena con lei tra le braccia. Quando si ripresero cominciarono a ridere, osservando ognuno la dentatura perfetta dell'altro.
Ma poi si guardarono negli occhi e senza accorgersene le loro labbra si toccarono. 
Fu un bacio molto casto, anche se ad ogni sfioramento una magica scossa colpiva entrambi e la passione si faceva sentire, ma erano consapevoli del fatto che se avessero voluto scappare non rimaneva molto tempo e dovevano affrettarsi.
"E'... è meglio se andiamo". Ricordò Bella al suo nuovo amato. 
"Certo". Rispose lui prendendola per mano e iniziando a correre, finché non arrivarono a circa un chilometro dal villaggio di cui si parlava poco prima.
"Ora dobbiamo correre qui intorno passando varie volte in senso circolare sulle nostre scie, pronto?". Chiese la vampira.
"Prontissimo se questo mi porterà a poter starti accanto per sempre". Confermò lui. Si scambiarono un bacio e un sorriso d'intesa e compirono il piano, dopo di che Bella indicò con un gesto della mano la direzione da prendere e viaggiarono per tutte le praterie deserte che trovarono, sempre mano nella mano e sorridenti, innamorati e soprattutto felici. Felici di aver trovato l'amore della loro vita, l'anima gemella che da sempre avevano aspettato e felici perché consapevoli che la loro immensa gioia sarebbe durata in eterno, essendo immortali. Attraversarono velocemente l'Oklahoma e arrivarono in Colorado.
 
"Mamma mia! E' impressionante la velocità e la resistenza che abbiamo noi vampiri!". Esclamò Jasper.
"Vero, eh?"
"Già... è molto bello qui, ma come vivremo?".
"Non lo so... sai una cosa? A volte penso che mi piacerebbe tornare a vivere come gli umani...". Affermò Bella.
"E allora facciamolo!". La incoraggiò lui. 
"Ma ci sono troppi ostacoli per poterlo fare davvero!". Gli ricordò.
"Potremmo superarli tutti quanti... che caratteristiche abbiamo noi?".
"Oltre a nutrirci di sangue siamo molto più belli e bianchi degli umani, e luccichiamo alla luce del sole".
"E allora trasferiamoci in uno stato perennemente nuvoloso!".
"Dici?".
"Ma certo! Io voglio stare con te e voglio vederti felice e sorridente". Disse lui prendendo il suo mento e dandole un bacio breve ma dolcissimo.
"Davvero vorresti?".
"Certo! L'unica cosa che mi preoccupa però è il fatto di uccidere qualcuno". Confessò.
"Basterebbe abituarcisi per almeno un anno e mezzo e avremo un autocontrollo più o meno accettabile".
"Dove andremo?".
"Sai... nella città in cui sono nata io piove sempre e ce ne sono altre così li vicino".
"Ma è perfetto! Andiamo a vivere li!" 
"Ok! Vivremo per sempre felici e contenti!" Rise Bella. Le mancava essere bambina e quella frase le portò in testa tanti nuovi ricordi.
"Ma certo!".
 
Dopo aver preso tutte queste decisioni erano davvero pronti a crearsi un futuro insieme. Avevano optato per andare a vivere in una piccola città di nome Forks, da umani, nutrirsi di sangue animale e spostarsi ogni cinque o sei anni. Ora si che potevano sorridere, solo restando uniti ci riuscivano e lo avrebbero fatto per l'eternità.
   
 
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