Capitolo 7

Ore 8.00. La sveglia emette il suo suono metallico.

Dopo averla cercata a occhi chiusi, finalmente riesco a spegnerla.

Dopo aver oziato vari minuti nel letto, mi alzo, senza prendermi la briga di nascondere i miei sbadigli dietro la mano.

Vado i bagno e mi concedo una doccia, nella speranza di svegliarmi, anche se la vedo senza il mio caffè.

Mi vesto velocemente con indumenti più comodi possibili: blu jeans, polo rosa chiaro e stivali al ginocchio, fondina ascellare dove inserisco la mia pistola, fidata amica, e copro il tutto con una corta giacca di pelle marrone scuro. I capelli li raccolgo in una lunga treccia come mi aveva insegnato mia madre, ormai molti anni fa.

E voilà! Pronta!

Scendo le scale, saluto l’uomo anziano che mi ha dato la stanza, e mi dirigo verso la serra.

Il mazzolino trovato nelle case delle vittime è molto strano: ha rami sottili e i fiori, molto piccoli, sono di un incantevole e inquietante color rosso sangue. Nonostante siano bellissimi, non emettono nessuna fragranza.

Raggiungo la serra senza nessuna difficoltà.

A rispondere alle mie domande c’è una gentilissima signora di mezz’età: Mary Case. Dopo essermi presentata come una studentessa universitaria di botanica, le mostro la prova; alla vista del ramoscello, afferma: “Non credo ai miei occhi! Signorina, dove l’ha trovato? La sua è una scoperta storica! Dalle ultime informazioni, questo fiore, chiamato Node Sanguinis Dei, è istinto da più di 1000 anni! Mi dica… dove l’ha trovato?”
“Ehm… è frutto di un esperimento universitario… un incrocio tra… ehm… semi diversi”, improvviso. Poi continuo: “Ma mi dica… questo fiore era diffuso in tutto il mondo o solo in alcune zone?”

“Ah, un progetto di ricerca universitario… bene bene… il suo insegnante deve averci lavorato per molto per essere riuscito a individuare le giuste combinazioni!”
“Si….certo! Può, gentilmente, rispondere alla mia domanda?”
“Certo cara…. Scusami devi capire che è una ricerca sensazionale e che per un’amante della botanica come me è un colpo! Comunque, no. Era già molto raro nell’antichità e lo si poteva trovare solo nel nord America. Indubbiamente ne avrai sentito parlare a scuola, magari con altri nomi, nei corsi di epica o mitologia. Si credeva, infatti, che chiunque ne possedesse anche un solo ramoscello come questo, si creava un legame di sangue con la divinità Goae, e il possessore era costretto a obbedire a ogni singolo capriccio della dea. Si narra, infatti, che le vittime erano costrette a fare cose terribili, come uccidere membri della proprio famiglia, in sacrificio alla divinità.

La mitologia racconta di molti cavalieri partiti cercando di distruggere questa pianta, ma invano. Infatti si riusciva a trovarla solo se guidati da un fantastico uccello dalle piume variopinte. Ovviamente, l’uccello era l’animale simbolo di Goae, sua fonte di vita”. Interessante.
“Sa, per caso, come mai si sono istinte?”
“Scientificamente si pensa ai repentini cambiamenti climatici che hanno colpito il nostro Pianeta nel corso dei secoli.”
“E mitologicamente?”
“Goae all’epoca non aveva più necessità di avere vittime, così ha tolto tutti i fiori e ha permesso al suo uccello variopinto di cadere in un sonno profondo, per poi destarlo quando ne avesse avuto bisogno. Non ha seguito corsi di mitologia?”
“Purtroppo no. La ringrazio per la sua disponibilità. Mi è stata molto utile.”
“Si figuri cara! E faccia i miei complimenti al professore per aver messo insieme le caratteristiche per ottenere un fiore come questo.”
“Certo…”
Mentre mi allontanavo sulla mia Mini Cooper avevo in mente due pensieri: okay Goae era tornata… dove si nascondeva?