Il contest consisteva nello scrivere una One-shot ambientata a San Valentino inserendo una canzone che assegnataci dalla giudicia!
Ebbene si sono arrivata prima contro ogni aspettativa, anche la fic non sia delle più riuscite ( il momento però mi piaceva un sacco), bè lascio giudicare voi!
Ciara
Hurts
like Heaven
Well open up your mind
and
see like me
Open
up your plans
and
damn, you're free
Look
into your heart
and
you'll find love love love love
“I’m Yours” Jason
Mraz
« Miseriaccia! »
Aveva
lasciato il libro di Trasfigurazione su uno dei tavoli della Sala
Comune.
Afferrò
la scatola a forma di cuore con gli ultimi cioccolatini rimasti ed
uscì dal
dormitorio. Mentre scendeva le scale prese uno dei dolcetti e lo
divorò in un
solo boccone.
E
pensare che ho
evitato Lav tutto il giorno!
Quella
mattina lo aveva accolto con i soliti Ronron,
gli abbracci, i sorrisi zuccherosi e il suo profumo. Quel profumo che
con il passare
del tempo stava imparando ad odiare, insopportabile, troppo
dolce… C’era sempre
qualcosa che non lo entusiasmava abbastanza in Lavanda, non che non gli
piacesse, solo…
Non
è lei.
Attraversò
la Sala Comune e si diresse con calma al tavolo vicino al camino, prese
il suo
libro e si stiracchiò sbadigliando senza badare troppo a non
fare rumore. Nel
riportare le braccia al busto con la coda dell’occhio si
accorse che la Sala
non era deserta come si era aspettato.
Seduta
sul divano di fronte al camino c’era Hermione, profondamente
addormentata.
Sospirò
pesantemente tentando di rilasciare la tensione. Stare in sua presenza
lo
agitava quasi quanto sapere che sua madre era arrabbiata con lui.
Quella
situazione insostenibile in cui si trovavano lo tormentava in ogni
momento.
Ogni
minuto era
suo.
Distolse
a fatica lo sguardo con l’intenzione di ritornarsene in
dormitorio, mettersi a
letto e addormentarsi il prima possibile.
Peccato
che i sui piedi non fossero poi così d’accordo.
Riportò
lo sguardo sulla figura della ragazza. Con pochi passi si
ritrovò di fronte a
lei oscurandola dalla poca luce che proveniva dal camino.
Mettersi
seduto a terra per guardarla meglio fu solo una naturale conseguenza.
È
bellissima.
Probabilmente
l’aveva sempre pensato, ma negli ultimi mesi era stato un
pensiero ricorrente.
Fin
troppo.
Insomma
avrebbe dovuto pensare una cosa simile di Lavanda. E
all’inizio, nell’euforia
del momento, l’aveva fatto.
Solo…non
abbastanza.
Il
solo stare in compagnia di Hermione gli mancava come l’aria,
molto più di
quanto aveva immaginato e decisamente più di quanto desse a
vedere.
Non
sopportava quella situazione.
L’hai
creata tu
questa situazione.
Non
era confortante rendersene conto. Era ancora frustrato per questo e
troppo
orgoglioso e stupido per chiedere scusa. Troppo infantile per ammettere
che…
Ammettere
cosa?
Non
riusciva neanche a pensarla una cosa del genere, come avrebbe potuto
ammetterlo?
Sospirò
ancora.
Perché
deve
essere tutto così complicato?
Si
passò una mano tra i capelli nel tentativo di alleviare la
tensione.
Lei
aveva la testa leggermente piegata di lato, alcuni boccoli gonfi erano
sfuggiti
al fermaglio in cui teneva raccolti i capelli, respirava piano. Era
perfetta
anche in situazioni come quelle: la spilla da prefetto appuntata al
petto, il
nodo della cravatta stretto, le mani in grembo sopra ad un tomo aperto.
La
sua Hermione.
Che
cosa gli aveva fatto quella ragazza?
Prese
un cioccolatino dalla scatola e lo poggiò sulle pagine
aperte del libro,
sorrise a quel gesto infantile, non sapeva nemmeno lui
perché lo stava facendo.
Con
movimenti lenti e leggeri le portò una ciocca di capelli
dietro l’orecchio
liberandole il viso. Era così vicino, sentiva il suo respiro
lieve, la vide
muoversi leggermente segno che aveva disturbato il suo sonno. Si
sarebbe
svegliata da un momento all’altro.
Le
accarezzò la guancia e le baciò la fronte.
Si
allontanò quasi subito, imbarazzato da quel gesto.
Lei
dormiva ancora.
«
Buon San Valentino, Hermione! »
Se
ne andò cercando di fare meno rumore possibile.
Quando
Hermione aprì gli occhi il fuoco nel caminetto era quasi del
tutto spento.
Si
stiracchiò un po’ allungando le braccia sopra il
capo e fece per chiudere il
pesante tomo che aveva in grembo ma quando abbassò lo
sguardo vi trovò
depositato sopra un cioccolatino.
Si
guardò confusa attorno nella speranza di trovare una
spiegazione.
Era
sola.
Ai
piedi del divano giaceva il libro di Trasfigurazione di Ron.
Sorrise.
Non
avrebbe dovuto, lei doveva essere arrabbiata con lui.
Diciamo
che gli
concedo una tregua!