I personaggi di questa Fanfiction, che non è stata scritta a scopi di lucro, appartengono a J.K.Rowling.
Questa è una FF ancora tutta da scrivere…
Ho profondamente amato il film V x Vendetta. Ho deciso così di riprenderne la trama e trasformarla in una Draco/Hermione. Molti aspetti di quel film saranno simili; ho cercato comunque di renderla il più personale possibile.
Questa è la mia prima esperienza con il genere Harry Potter, libro che mi piace molto ma di cui non ho mai pensato di scrivere una FF… siate clementi!!!^^
PadmeSkywalker
ps: lasciatemi qualche commento, sono curiosa di sapere cosa ne pensate… kisses^^!
pps: Draco/Hermione non è la mia ship preferita… sono una Ron/Hermione, ma in questa FF ci sarà solo il D/Herm pairing ^^
Voilà. Alla Vista un umile Veterano del Vaudeville, chiamato a fare le Veci sia della Vittima che del Violento dalle Vicissitudini del fato. Questo Viso non è Vacuo Vessillo di Vanità, ma semplice Vestigia della Vox populi, ora Vuota, ora Vana. Tuttavia questa Visita alla Vessazione passata acquista Vigore ed è Votata alla Vittoria sui Vampiri Virulenti che aprono al Vizio, garanti della Violazione Vessatrice e Vorace della Volontà. L'unico Verdetto è Vendicarsi… Vendetta… E diventa un Voto non mai Vano poiché il suo Valore e la sua Veridicità Vendicheranno un giorno coloro che sono Vigili e Virtuosi. In Verità questa Vichyssoise Verbale Vira Verso il Verboso, quindi permettimi di aggiungere che è un grande onore per me conoscerti e che puoi chiamarmi V.
[V a Evey – V per Vendetta, cit.]
=-Revenge: a Draco & Hermione's Story-=
Capitolo 1 "L’Inizio della Vendetta"
Sono Draco Lucius Malfoy. Un bastardo che ha il nome di suo padre.
Mio padre…
Mio padre è l’unico motivo per cui ora sono qui, a dire queste parole. L’odio che nutro nei suoi confronti, il profondo disgusto che mi genera sentire il suo nome, fino quasi a vomitare, mi spinge ora a pensare.
E a dire che avrò la Vendetta che mi spetta.
Quel mostro, quell’uomo odioso che pretendeva l’appellativo di "padre" quando per me non era altro che un padrone, e quello di "marito" che per mia madre era insopportabile sentirlo dire…
Quell’assassino.
Uccise mia madre in uno scatto d’ira, e ci riuscì quasi con me. Io riuscii a fuggire.
Lui e i suoi amici Mangiamorte. Razziavano case, uccidevano innocenti che non avevano colpa di trovarsi sul loro cammino.
Quante volte mi sono sentito in colpa a causa loro, mentre loro ridevano e si dividevano le prede.
Ma l’uccisione di mia madre Narcissa ha aperto una ferita che non si richiuderà mai.
Almeno fino a quando non avrò compiuto la mia Vendetta.
La mia Vendetta.
*
Hermione Jane Granger stava davanti allo specchio, seduta su un piccolo pouf, nel suo minuscolo appartamento a Londra. Sul letto e per terra erano sparsi decine e decine di quotidiani "La Gazzetta del Profeta" che recavano immagini oscure di omicidi e delitti.
La radio magica gracchiava in un angolo, mentre la speaker parlottava di uccisioni e crimini.
-A Elephant and Castle sono stati ritrovati i corpi senza vita di un’intera famiglia. Tra i cadaveri riconosciuti, sono stati individuati un bambino e due donne… A Wild Green su tutte le case è apparso il Marchio Nero, il segno di Voi-Sapete-Chi…-
La ragazza si stava mettendo tranquillamente un velo di rossetto sulle labbra: era un Auror, ed era talmente abituata a sentire notizie di quelle morti che ormai non ci faceva nemmeno più caso. Erano in guerra aperta, dopotutto. Pur essendo una strega addestrata ad uccidere Maghi Oscuri, non poteva fare a meno di provare un po’ di timore prima di uscire. Soprattutto la sera.
Ma quella sera era speciale. Aveva accettato l’invito di Ron Weasley, suo capo e suo migliore amico, ad andare a casa sua a cenare.
Hermione scosse i lunghi capelli ricci e si alzò. Con la bacchetta fece un cenno alla radio di zittirsi e disse:
-Per questa sera, basta così-
Calzò scarpe con il tacco e indossò il suo cappotto beige, nascondendo la bacchetta in una tasca interna. Uscì di casa, guardandosi furtivamente intorno e aguzzando tutti i sensi per captare qualsiasi rumore o movimento.
Le sue scarpe ticchettavano sull’asfalto, mentre lei cercava di andare il più veloce possibile. Non aveva nessuna voglia di imbattersi in un Mangiamorte, o che altro.
Allungò ulteriormente il passo, e mentre s’infilava in un vicolo stretto e buio, la sua scorciatoia, sentì dei passi dietro di lei.
Hermione si morse un labbro e strinse la bacchetta nella tasca. Quando sentì, però, che i passi erano troppo vicini per sfuggire senza mettersi a correre, si voltò di scatto, gridando:
-Lumos!-
Il vicolo s’illuminò all’improvviso, e dall’oscurità uscirono tre uomini incappucciati.
Mangiamorte!, pensò Hermione. La sua mente lavorava febbrilmente per cercare di fuggire.
-Avete visto, ragazzi?- disse uno, con la voce stridula. Indossavano tutti maschere fatte con le ossa delle vittime, quindi le voci risuonavano attutite.
-Sì, la gattina ha tirato fuori le unghie!- ridacchiò un altro.
Il terzo Mangiamorte si rivolse direttamente ad Hermione.
-Come ti chiami, ragazza?-
-Ha importanza?- ringhiò lei.
-Oh, sì, tesoro… perché ora non potremo dire il nome della nostra prossima vittima al nostro Signore!- sghignazzò il primo Mangiamorte.
-Bè, dite al vostro Signore Voldemort… che gli mando i miei più affettuosi saluti!- disse Hermione, poi, con un’elegante gesto della bacchetta, urlò:
-Stupeficium!-
Una striscia purpurea sgorgò dalla bacchetta della ragazza, e investì in pieno un Mangiamorte, che crollò a terra.
Gli altri due cominciarono a lanciare maledizioni, ma Hermione, svelta, lanciò un altro incantesimo che colpì un secondo uomo.
Quello rimasto, con un fruscio di mantello, si smaterializzò e riapparve improvvisamente dietro ad Hermione, e le bloccò il respiro con un braccio.
-Las…lasciami!- gridò affannosamente la ragazza.
-Oh, no, tesoro… sei un Auror, vero? Bene, il nostro Signore sarà doppiamente felice della tua uccisione…-
Fece per poggiare la bacchetta alla tempia della ragazza, quando si sentì una voce profonda urlare:
-Avada Kedavra!-
Un lampo verde, e il Mangiamorte alle spalle di Hermione cadde a terra, morto.
Lei si girò di scatto, la bacchetta ancora accesa, ma non riuscì a vedere nessuno.
-Chi è?- chiese con voce spezzata.
Nessuna risposta.
-Chi sei?- ruggì allora lei, in preda alla rabbia.
Una figura scura uscì dall’ombra. Portava un cappuccio, e se Hermione non l’avesse visto uccidere dei Mangiamorte, avrebbe scommesso che quello fosse un servitore di Voldemort.
Alzò la bacchetta.
-Chi sei?- ripetè a voce più bassa.
La figura si portò due mani diafane all’altezza del cappuccio, e lo tirò dietro alla nuca.
Hermione soffocò un urlo.
-Malfoy?-
Il biondo Draco Lucius Malfoy piegò le labbra in un ghigno spettrale.
-Buonasera, Granger-
La pelle pallidissima provocava un effetto quanto mai strano in quel vicolo scuro, drappeggiata dal mantello nerissimo. Quasi come un fantasma.
-Che ci fai tu qui, Malfoy?- chiese Hermione, tenendo sempre la bacchetta tesa davanti a sé.
Lui le si avvicinò, sempre con il ghigno stampato sul volto.
-Strano, non ho ricevuto obiezioni quando ti ho salvata poco fa-
Qualcosa bloccò in gola le parole di protesta a Hermione. Lui poggiò la mano sulla sua bacchetta e la spinse in basso.
-Via la bacchetta, Granger. Non siamo più i ragazzini che eravamo a scuola- disse lui sghignazzando.
-Non ne sono così certa, Malfoy. Soprattutto da parte tua- fu il commento sprezzante di Hermione.
Ci fu un momento di silenzio, poi Hermione chiese:
-Comunque, Malfoy, perché diavolo mi hai aiutata? Credevo che quelli fossero amici tuoi…-
Non aveva quasi finito di parlare, che il ragazzo la spinse contro il muro, il viso vicinissimo al suo.
-Quelli non sono amici miei, Mezzosangue- sibilò, gli occhi ridotti a due fessure. –Non dire mai più una cosa del genere-
Hermione, che si era spaventata da quello scatto improvviso, cercò di liberarsi.
-Lasciami, Malferret!-
-E poi comunque- continuò Draco con voce bassa. –ho i miei buoni motivi per aver ucciso un Mangiamorte. Motivi che non interessano ad una Sporca Mezzosangue come te-
Hermione si divincolò e lo guardò storto.
-Non è colpa mia se hai cambiato idea così velocemente, Malfoy. Non posso essere informata di tutto-
Ma cosa sto facendo? Mi sto scusando con Malfoy?, si disse tra sé.
Intanto Draco si stava sistemando il cappuccio di nuovo sulla testa.
-Granger, ti accompagno a casa. Almeno non rischierai di finire ammazzata dal prossimo Mangiamorte che avrà voglia di spassarsi la serata-
-Io sono un Auror, Malfoy! Me la so cavare anche da sola!- protestò Hermione, scuotendo i lunghi capelli ricci.
-Ho notato- soffiò Draco con amorevole sarcasmo.