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Autore: Fire Gloove    25/11/2012    1 recensioni
Jacopo, alle medie, era il ragazzo più popolare della scuola.
Lucio il più sfigato.
Alle superiori si ritrovano compagni di banco.
Si attraggono, poi diventano amici. E poi?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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PRIMAVERA NOVEMBRINA (J)

 

Saluto Lucio con un bacio a fior di labbra e chiudo la porta, dopodiché deglutisco rumorosamente. Qualcosa mi dice che il prossimo quarto d’ora sarà decisamente imbarazzante.

Mi volto e mi ritrovo Dario a meno di dieci centimetri di distanza; non dice niente, semplicemente mi guarda e alza un sopracciglio. Faccio l’indifferente, pregando che non abbia abbastanza coraggio per cominciare lui la conversazione, ma non ci spero troppo: ho l’impressione che non si farà nessunissimo problema. E infatti…

-Allora?-

-Allora che?- continuo a mantenere la mia migliore faccia indifferente.

-Allora che? Hai il coraggio di chiedere allora che?!? Ti ho trovato mezzo nudo a letto con un ragazzo anch’egli in mutande, con una rivista porno in mano e un’erezione piuttosto evidente nei boxer, e già qui direi che avrei tutto il diritto di farmi due domande. A questo dovrei aggiungere che eravate entrambi coperti di lividi… le opzioni non sono molte: o vi siete pestati e poi siete finiti a letto insieme, che fa molto film, oppure vi hanno pestati e siete finiti a letto insieme, che fa ancora più film, o siete finiti a letto insieme e avete sperimentato qualche strana pratica sadomaso, ma sinceramente non voglio immaginarmi la scena. E tu hai la faccia tosta di venirmi a chiedere allora che?!?!-

Bum, colpito e affondato. Credo di avere le guance così incandescenti da poterci friggere sopra un uovo.

-La seconda che hai detto- bofonchio.

-Come, scusa?-

-Ci hanno pestati e siamo finiti a letto insieme!-

Cerco di tirar fuori la parte smargiassa di me e lo fisso con aria di sfida, cercando di metterlo abbastanza a disagio da farlo desistere. Pff, sono un illuso, Dario è riuscito a farsi un intero discorso sui sex toys con mia madre, e sottolineo MIA MADRE, è praticamente impossibile metterlo in imbarazzo.

-Uhm, quindi voi avete…-

-No, non abbiamo fatto nulla! Anche se effettivamente non ho idea di dove saremmo arrivati se qualcuno non ci avesse interrotto…- metto una goccia di risentimento nel mio tono di voce, magari riesco a farlo sentire un po’ in colpa.

-Oh, scusa tanto!- seh, farlo sentire in colpa, come no…

-E comunque, non pensavo che il mio migliore amico si intrattenesse con un ragazzo, sai com’è! Non che la cosa sia un problema, solo che non me lo aspettavo. Diciamo che non siete stati gli unici a sentirvi in imbarazzo…-

-Eh direi che è il minimo! Hai fatto irruzione!-

-Non ho fatto irruzione, ti devo ricordare che sei stato tu a dirmi che potevo salire?!? Non è colpa mia se al momento il sangue non era al cervello e ragionavi a velocità lumaca!-

Lo fisso per qualche secondo e poi cedo, scoppiando a ridere.

-Va bene, va bene, è colpa mia. Ora possiamo cambiare argomento?-

Lui sbuffa divertito, ma alla fine acconsente.

-Umph, ok. Partita alla play?-

Acconsento e ci mettiamo a giocare. Beh, alla fine è andata meglio di quanto mi aspettassi.

***

Domenica è passata in fretta, ho passato buona parte del pomeriggio a cercare di farmi entrare in testa quegli stupidi verbi irregolari francesi, e così siamo già a lunedì mattina.

Arrivo a scuola parecchio affannato, e infreddolito aggiungerei. Dovrei smetterla di perdere l’autobus, inizia a fare decisamente freddo per andare in giro in bici.

Il piazzale della scuola è stranamente silenzioso, ma dove diavolo si sono cacciati tutti? Poi d’improvviso ricordo: l’assemblea dei prof, oggi si entrava con un’ora di ritardo. Eh no, cazzo, come ho fatto a dimenticarmene?!?

Stramaledicendo la mia distrazione, decido di cominciare ad andare in classe, almeno lì starò un po’ più al caldo. Faccio silenziosamente i tre piani di scale, riflettendo su quello che è successo sabato. Ieri non ho sentito Lucio, spero stia bene… Ma che vado a pensare? Ovvio che sta bene, non è che perché non lo sento per un giorno deve essere morto! Sono patetico.

Entro in classe ancora sovrappensiero e così sobbalzo quando una allegro “buongiorno” mi riporta su pianeta terra.

Parli del diavolo e spuntano le corna… eccolo qui, in tutto il suo splendore. Gli rivoglo il mio miglior sorriso ammaliatore e mi siedo al suo fianco.

-Buongiorno anche a te! Come hai passato la domenica?-

-Sono stato un po’ con la mia migliore amica e per il resto ho studiato francese, tu?-

-Uhmm, vediamo, ho studiato francese, ho studiato francese e… ho studiato francese. Stupida lingua!-

Lui ride e allunga la mano, intrecciando le nostre dita e lasciandomi un po’ sorpreso.

-Uhm, beh, dopo tutto questo studio spero che tu sia preparato per il test… che fai oggi pomeriggio?-

La prima risposta che mi passa per la mente è nulla. Poi però decido d fare un po’ il romantico, perché mi è sembrato di capire che Lu apprezzi queste cose.

-Mah, non saprei… ti andrebbe di venire con me in collina? Conosco un locale carinissimo. Ci prendiamo una cioccolata calda e stiamo un po’ insieme.-

Lui sembra sorpreso dalla risposta ed arrossisce, ma i suoi occhi brillano di felicità.

-D’accordo. Tanto mia madre è fuori fino a tardi con mia sorella e mio padre sarà a lavoro.-

-Perfetto!-

Faccio per chinarmi per baciarlo ma il rumore della porta che si apre mi fa scattare all’indietro. Lucio ritrae di scatto la mano e fa finta di essere molto impegnato a leggere i fogli sul suo banco.

-Ma guarda un po’ i nostri due frocetti che si fanno compagnia!-

Ecco, appunto, Tibaldi. Quel ragazzo deve avere un talento per rovinare momenti altrimenti perfetti.

-Sta zitto stronzo! Che c’è, le botte che hai preso venerdì non ti sono bastate?-

-Ma senti chi parla, checca! Non mi sembra di essere io quello che non si reggeva sulle gambe!-

Scatto in piedi.

-Ne vuoi ancora?! NO, perché basta chiedere.-

Lucio mi strattona per un braccio.

-Lascia perdere, Jaco, non ne vale la pena.-

Tibaldi fa un ghignetto.

-Ecco, bravo, fai come ti dice quell’altro frocio che se no finisci male!-

Sto per ribattere, ma la porta si apre di nuovo e i nostri compagni cominciano ad entrare, così sono costretto ad inghiottire la risposta acida.

Quel ragazzo è un cretino completo e la cosa mi infastidisce non poco, ma poi la mano di Lucio di stringe alla mia sotto al banco e io me ne dimentico. Mi volto a guardare il profilo di quello che ormai, almeno nella mia testa, definisco il mio ragazzo e un sorrisetto mi spunta sulle labbra.

Fuori potrà pure far freddo, ma nel mio cuore sembra primavera.

 

 

 

 

Nota dell’autrice(?): Lo so, lo so, sono DI NUOVO in un ritardo imperdonabile… ma almeno il capitolo è un po’ più lungo del solito!

Il problema è che ultimamente l’ispirazione scarseggia… Beh, spero di non metterci così tanto per il prossimo capitolo!

Un baciozzo pienissimo di affetto per voi che, malgrado tutto, mi seguite ancora,

Fire

 

p.s. Jacopo mi sta odiando perché dice che lo sto facendo sembrare un rammollito romantico, ma secondo me è adorabile.

 

 

 

   
 
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