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Autore: jessica80    25/11/2012    6 recensioni
"- E… chi è questo dottore?-
- E’ un ginecologo Jareth, un mio collega...."
Cosa succede quando ci sono incomprensioni?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cure alternative'
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- È stata una cena fantastica Sarah, dico davvero.  Non avrei mai creduto che saresti potuta diventare una cuoca così brava.-
La ragazza gli sorrise mentre si alzava per mettere i piatti sporchi nella lavastoviglie. Il re la guardava mentre si muoveva con eleganza.

  • - E io non avrei mai immaginato che tu diventassi così educato e galante, maestà.-
  • Jareth ricambiò con un sorriso beffardo, pronto a colpire.
  • - Diciamo che il mio comportamento era un antidoto contro i tuoi avvelenamenti. La prima volta che hai cucinato ho dovuto trascorrere un’intera settimana in terapia intensiva, come diresti tu, a base di tisane depurative. Per non dire che avevi quasi decimato i miei sudditi.-
  • - Ti ricordo che la prima volta che ho cucinato per te avevo 15 anni, ero una ragazzina e per giunta tornata da poco dalla mia indimenticabile avventura nell’Underground.- Sarah si puntellò le mani sui fianchi. – E ti ricordo che non sono stata io la prima a praticare il tentato avvelenamento!-
  • Il re avrebbe voluto volentieri cantargliele di santa ragione e rinfacciarle che in tutti quegli anni, malgrado i suoi infiniti tentativi, si era sempre rifiutata di capire i sentimenti che provava per lei anche se, a dirla tutta, il loro rapporto non si poteva di certo considerare una semplice amicizia.
    Sarah stessa era il suo veleno più grande.
    Ma anche questa volta i suoi pensieri furono interrotti bruscamente da alcune visite  improvvise e molto, molto spiacevoli.
  • - Ciao lady, com’è andata la serata?-
  • Dopey aveva fatto la sua comparsa senza degnare il sovrano di uno sguardo. Il suo suddito era seguito da alcuni goblin e la ragazza gli sorrise allegra.
  • - Ciao ragazzi. La serata è andata bene, vero maestà?-
  • Il re annuì con espressione stanca, la guancia appoggiata alla mano guantata.
  • - Sire, vero che hai invitato la lady al “giro del pollo” di domani?- Chiese improvvisamente Skarp.
  • Il re lo guardò con aria sprezzante, ignorando le occhiate di Sarah.
  • - No Scrap, non l’ho invitata e non ho nessuna intenzione di farlo. Contento?-
  • - Mi chiamo Skarp, sire.-
  • Il fae lo ignorò bellamente e Dopey abbassò le orecchie, visibilmente dispiaciuto.
  • - Ma allora vuoi dire…-
  • - Sto dicendo che anche se avessi invitato Sarah alla festa lei non avrebbe accettato perchè è sempre troppo impegnata per occuparsi di noi. Sto anche dicendo, Dope, che sono io il re e stabilisco io ciò che è meglio fare. E con questo il discorso è chiuso!-
  • Sarah ascoltava il dibattito sentendosi davvero in colpa. Negli ultimi tempi Jareth l’aveva invitata a parecchie feste ma era sempre stata costretta a rifiutare a causa dei suoi numerosi impegni di lavoro e di studio.
  • - Beh, forse domani sono libera… se mi dite di cosa si tratta.-
  • La voce della ragazza era bassa e incerta.
    Jareth si volse verso di lei, guardandola intensamente. Quanto amava quello sguardo così forte di finta innocenza! Ma non le avrebbe mai dato quella soddisfazione. Skap rispose prima che il re potesse fermarlo.
  • - Sai lady, domani mattina c’è il giro del pollo. Abbiamo costruito intorno al castello delle caselle-trappole, dobbiamo tirare i dadi e il primo pollo che, saltellando di casella in casella, riesce a superare i tranelli e arrivare alla fine ha vinto!-
  • - Sì, da noi si chiama gioco dell’oca ed è più o meno simile. E… in cosa consistono questi tranelli? Pesche avvelenate o rincorsa degli spazzini?-
  • Il re aveva appoggiato i piedi sul tavolo della cucina ancora apparecchiato. Alla faccia dell’educazione... forse Sarah aveva parlato troppo presto.
  • - Per tutti gli dei Sarah, gli spazzini arrivano alla fine del gioco per ripulire le piume e tutte le altre schifezze. Non hai ancora imparato nulla?-
  • - Credo che prima della fine della serata imparerai tu qualcosa: come pulire tutta la cucina con la lingua se non togli subito i tuoi stivali sudici da sopra il mio tavolo.- Replicò Sarah visibilmente seccata.
  • Dopey e Skarp cercavano di convincerla a partecipare alla festa mentre il re si guardava la suola degli stivali.
  • - Dai lady, è divertente.-
  • - Ci sono tanti polli.-
  • - E i dadi.-
  • - E le caselle-trappole.-
  • - E la birra.-
  • - E il cibo.-
  • - E i polli.-
  • - Ok ragazzi, ho capito.- Li interruppe decisa prima che potessero continuare all’infinito. – E... a che ora inizia la festa?-
  • - I goblin si voltarono verso il loro sovrano, in attesa. Il tempo trascorreva in maniera diversa tra i due mondi. Il re ricambiò il loro sguardo per pochi istanti poi si alzò e si mise dietro la sua Sarah, sussurrandole all’orecchio con voce roca e sensuale.
  • - Cominceremo la festa quando qui saranno le 9 del mattino e continueremo per tutta la giornata, fino a notte fonda.-
  • Jareth le passò un dito guantato lungo tutta la schiena.  Un tocco caldo, lento e seducente. La ragazza fece un istantaneo passo in avanti mettendo una certa distanza di sicurezza tra loro. Si volse a guardare il re, le guance rosse e gli occhi infuocati di desiderio trattenuto. Perché la provocava sempre in quel modo?
    - Mi dispiace ma domani mattina sono impegnata, ho una visita e non posso rimandare.-
    Aveva parlato così in fretta che le parole le erano uscite senza riflettere.
    Il fae si limitava a guardarla. Cosa si aspettava? Che le dicesse di sì come se non aspettasse altro che restare con lui tutto il giorno?
  • - Lady, chi viene a farti visita?-
  • - Toby?-
  • - Hoggle?-
  • Chiesero i goblin attirando l’attenzione di Sarah. Per una volta Jareth era felice di sentirli parlare, se le domande provenivano dai suoi sudditi, la ragazza rispondeva senza esitare.
  • - No, sono io che devo fare una visita.- Rispose sorridente.
  • - A chi vai a fare la visita?
  • - A Toby?-
  • - A Hoggle?-
  • - Al re?-
  • Jareth incrociò le braccia, quel terzo grado cominciava a farsi davvero interessante.
    Sarah si inginocchiò per guardare i goblin negli occhi. Il fae pensava che sarebbe stata un’ottima regina se solo non fosse stata così testarda.
  • - No ragazzi. Un altro dottore deve fare a me una visita medica. Ma niente di grave, solo un controllo.-
  • Un uomo? Uno stupido e insignificante essere umano? Ora la questione si faceva fin troppo interessante.
  • - E… chi è questo dottore?-
  • Chiese il re con finta indifferenza che nel frattempo si era appoggiato con indolenza al pianale della cucina mentre Sarah si rialzava.
  • - E’ un ginecologo Jareth, un mio collega. Devo fare una semplice visita ginecologica e in tarda mattinata potrei venire a Goblin. Se per te va bene.-
  • Il sidhe la guardò attentamente facendo scorrere il suo sguardo felino dai piedi fino ad incrociare gli occhi verdi della donna. Il corpo di Sarah gli sembrava a posto, bellissimo come sempre e secondo lui non c’era nulla che non andasse. Ma anche nell’Aboveground nulla era mai ciò che sembrava e l’idea che un essere umano di sesso maschile potesse toccare la sua Sarah lo faceva andare su tutte le furie. Ovvio che se avesse esternato il suo malumore non ne avrebbe ottenuto nulla di buono.
    Sarah, dal canto suo, si sentiva in profondo imbarazzo sotto lo sguardo indagatore del re e si morse la lingua per avergli detto di che genere di visita si trattava. L’esperienza le diceva che forse Jareth non sapeva cosa fosse una visita ginecologica e sperava fortemente che nessuno le ponesse la fatidica domanda. Ma mai dare le cose per scontato.
  • - Allora, che ne dite di posticipare i giochi e i festeggiamenti di qualche ora? Così ci sarò anch’io!- “Meglio cambiare discorso” pensò.
  • - Sììììì, che bello!-
  • - Viene anche la lady!-
  • - E ci saranno i polli!-
  • - E i dadi!-
  • - E la birra.-
  • - E le caselle-trappole!-
  • Jareth con pochi passi decisi si avvicinò ai suoi sudditi, prese un goblin per un orecchio e lo sollevò da terra con sguardo minaccioso.
  • - Giuro che se non la piantate subito vi spedisco tutti nella gora a testa in giù. Sono stato abbastanza chiaro?-
  • - Jareth…-
  • Sarah gli si era avvicinata appoggiando delicatamente una mano su quella del re che sorreggeva il goblin. Il fae lasciò cadere bruscamente il suo suddito. Afferrò il polso di Sarah e la attirò a se, stringendola tra le braccia. La ragazza gli aveva appoggiato le mani sul petto.
  • - A che ora termini l’incontro con l’umano? Così passo a prenderti.-
  • - Non preoccuparti, appena finisco vengo da te.-
  • Vengo da te” aveva capito giusto? Lei sarebbe venuta a Goblin per lui. Ora gli restava solo una cosa da fare: sbarazzarsi dell’umano.
  • - Mia preziosa, per quanto riguarda il tuo… collega, potremmo…-
  • - Potremmo niente Jareth. Io domani vado a quella visita e tu te ne starai buono nel tuo castello seduto sul tuo trono. Intesi? –
  • Lo aveva allontanato quel tanto che bastava per guadarlo negli occhi.
  • - Ok, me ne starò al castello.-
  • - E resterai seduto sul tuo trono.-
  • - E resterò seduto sul mio trono, va bene.-
  • - E non mi spierai né con l’aiuto delle tue sfere magiche né con nessun altro aggeggio infernale.-
  • Ah ah, ora la questione era molto più che interessante. Jareth fece un cenno con la testa.
  • - Non mi basta, devi promettere ad alta voce che non mi spierai in nessun modo.- Certo che la ragazza era davvero testarda.
  • - Ok, prometto che non ti spierò in nessun modo.-
  • - Ho la tua parola?-
  • - Sì e ciò che è detto è detto, dovresti saperlo.-
  • Ma, come sempre, mai dare le cose per scontato…
     
    IL GIORNO SEGUENTE…
    …Il re se ne stava seduto sul suo trono come aveva promesso a Sarah ed era circondato dai suoi rumorosi sudditi. Non riusciva in nessun modo a concentrarsi sui preparativi del giro del pollo. L’idea che la sua ragazza fosse tra le mani di un umano di sesso maschile lo faceva andare su tutte le furie, anche se si trattava di lavoro.
  • - Secondo voi che genere di visita deve fare Sarah?-
  • La domanda del re aveva attirato l’attenzione dei goblin ripristinando un religioso silenzio. Era sicuro di avere la loro piena attenzione quando si trattava di Sarah.
  • - La lady fa il lavoro di guardare le parti del corpo.- Disse Dopey con sguardo saggio.
  • - Lo so idiota, ma ogni guaritore umano è specializzato in una particolare parte del corpo e lei oggi deve andare dal logo… qualcosa.-
  • - I piedi li guarda il piedologo.- Disse un goblin.
  • - E gli occhi li guarda l’occhiologo.-
  • - Sì, e i capelli li guarda il capellologo.-
  • - E le ginocchia le guarda il ginocchiologo.-
  • - E le orecchie…-
  • - Aspetta un momento.- Jareth aveva bloccato il goblin prima che terminasse la frase.- Vuoi ripetere ciò che hai appena detto, Skarp?-
  • - Ho detto che le ginocchia le visita il ginocchiologo.-
  • Il re diede un pugno di vittoria sul bracciolo del trono. Ora ricordava.
  • - Ecco dove andrà Sarah stamattina: dal ginocchiologo! Però non mi ero accorto che avesse problemi alle ginocchia, e voi?-
  • I goblin gli fecero cenno di no con la testa.
    Una visione immaginaria lo fece improvvisamente fumare di rabbia: la sua Sarah seduta su una sedia mentre un umano le toccava le gambe. Un oltraggio.
    Le aveva promesso che non l’avrebbe spiata ma se fosse stata in pericolo come avrebbe potuto salvarla?
    Ecco un’idea geniale che gli fece incurvare le labbra in un ghigno.
  • - Dopey, vieni qui.-
  • Il goblin si avvicinò al suo re.
  • - Si capo!-
  • - Prendi questa e siediti al centro dell’arena. Guarda cosa fa Sarah, controlla ogni suo movimento o di chi le sta attorno e riferiscimelo. Hai capito?-
  • Gli aveva lanciato una sfera. Se non poteva spiarla lui stesso allora quel lavoro lo avrebbe fatto fare a qualcun altro. In fin dei conti le aveva promesso che lui non l’avrebbe spiata ma non aveva promesso di non farla spiare da nessuno.
  • - Ok sire.-
  • Il piccolo goblin andò a sedersi al centro dell’arena a gambe incrociate come gli aveva ordinato il suo re e altri suoi compagni lo circondarono incuriositi dal globo.
    Dopey fissava il cristallo con attenzione mentre l’immagine della ragazza si faceva a poco a poco sempre più nitida. Quant’era bella la sua lady e quanto bene le voleva. Era sempre così buona, così generosa e non lo prendeva mai a calci e nemmeno lo mandava nella gora e…
  • - Razza di stupido che stai facendo? Mi vuoi dire si o no cosa sta combinando quella dannata ragazza?-
  • La voce del re lo distrasse dai suoi pensieri.
  • - Hai ragione maestà. La lady sta guidando la scatola di ferro che chiama macchina e ora si è fermata in uno spazio dove c’è una grande acca rossa.-
  • Sicuramente Dopey parlava dell’ospedale dove lavorava Sarah e il luogo non lo preoccupava. Ormai, dopo quelle che la ragazza avrebbe definito “spiate in piena regola”, Jareth conosceva bene quell’ambiente, quasi quanto lei.
  • - Ok ho capito, va avanti.-
  • - Ora la lady sta entrando da una grande porta di vetro che si è aperta appena l’ha vista. Anche nell’Aboveground le porte si aprono da sole?-
  • Jareth non aveva mai chiesto a Sarah come mai le porte dell’ospedale si aprivano senza toccarle per paura che scoprisse di essere spiata. Ma lui non la spiava, semplicemente la guardava perché gli piaceva. In fin dei conti è così che va.
  • - Continua a dirmi cosa vedi, non distrarti.- Il re aveva fatto comparire una sfera e la rigirava tra le mani con indolenza.
  • - Ora sta salendo le scale, percorre un corridoio e… ora sta bussando a una porta verde.-
  • - Non è verde, è marrone!- disse un goblin che si trovava dietro Dopey.
  • - Per me è gialla.- Disse un altro.
  • -  Anche per me è verde.- Rispose un altro ancora.
  • - Dannazione a voi, non m’importa nulla del colore della porta, voglio sapere cosa sta facendo Sarah e soprattutto cosa le stanno facendo!- Il fae si massaggiò la fronte, frustrato. Era esasperante gestire tutti quei goblin.
  • Dopey continuò.
  • - Ora è uscito un umano vestito con una tunica bianca e due parentesi tonde appese al collo come quelle che usa la lady quando ci visita.-
  • - Un umano?- Chiese Jareth curioso tralasciando il resto della descrizione sul fonendo.
  • - Sì, un umano di sesso maschile maestà.-
  • Bene, bene, bene…
  • - E poi? Che altro vedi?-
  • L’umano le ha dato un bacio sulla guancia sire, e lei sta sorridendo felice.-
  • Il sidhe strinse forte la sfera e la vide disintegrarsi in migliaia di piccole schegge di vetro che si dissolsero tra le dita guantate. La rabbia cominciava a farsi sentire. Come osava qualcun altro baciare la sua Sarah?
  • - Va avanti Dopey.- Lo sollecitò con voce bassa e pericolosa.
  • - Ora la lady si sta togliendo la giacca e la sta appoggiando su una sedia. Stanno parlando e la lady è sempre sorridente.-
  • Odiava l’idea che qualcun altro che non fosse lui potesse far sorridere Sarah, ma ascoltò in silenzio.
  • - Ora la lady si sta togliendo le scarpe e continua a sorridere.-
  • Cosa c’era di male nel togliersi le scarpe? Il re avrebbe dato volentieri un morso ad un goblin dalla rabbia se solo non fossero stati così schifosi.
  • - E si sta togliendo le calze.-
  • Ora cominciava a sudare. E’ vero che il ginocchiologo doveva controllarle le ginocchia ma non poteva farlo con le calze addosso?
  • - Continua!- Ora stringeva con forza il bracciolo del trono.
  • - L’umano si sta infilando un paio di guanti ma sono più gommosi ed oleosi di quelli che indossi tu.-
  • - E sono anche trasparenti.- Aggiunse Skarp.
  • E così a Sarah piacevano gli uomini con i guanti… Questo indizio andava certamente a suo favore, nessuno poteva indossare guanti belli e seducenti come i suoi, per giunta in cuoio.
  • - Ora che sta facendo?-
  • - Ora si sta… oh oh…- Dopey era diventato rosso fino alle orecchie e gli altri goblin distolsero lo sguardo dalla sfera. Alcuni erano addirittura scappati come se il re li avesse minacciati di spedirli dritti nella gora.
  • - Che diavolo sta succedendo?- Ora i suoi sentimenti si erano tramutati in un mix di rabbia e panico. Sarah era forse in pericolo?
  • - È che…-
  • - Cosa Dopey?-
  • - La lady si è tolta le mutandine sorridendo sire. Ora si è sollevata la gonna e l’umano si sta avvicinando e…-
  • Questo era davvero troppo!
  • - Cosa fate ancora qui? Andate da lei, muovetevi…-
  • Se lui non poteva muoversi dal trono, allora avrebbe mandato i suoi sudditi.
    Questa volta, però, la ragazza non l’avrebbe passata liscia.
     
    NELL’ABOVEGROUND INTANTO…
    Sarah sorrideva al suo collega. Era di qualche anno più anziano di lei e con parecchia esperienza alle spalle. Sapeva che Brandon lavorava con professionalità e discrezione ma provava ugualmente un leggero imbarazzo. Per fortuna aveva fatto promettere a Jareth che non l’avrebbe spiata, chissà cosa avrebbe pensato se avesse visto certe scene… Meglio non pensarci.
  • - Cara collega, quando vuoi possiamo cominciare.-
  • Brandon le si era avvicinato mentre si sistemava i guanti.
  • - Oh sì hai ragione, scusa. Sono così abituata a fare il medico che a volte mi dimentico che sono qui in veste di paziente.- Sorrideva mentre si sfilava le calze e gli slip.
  • Stava per distendersi sul lettino quando improvvisamente vide Brandon sbiancare.
  • - Brandon stai bene?-
  • Il povero medico cercò di spiccicare qualche parola ma gli uscì solo un rantolo sordo. Fissava qualcosa dietro le spalle della ragazza ma cosa?
    Sarah si voltò di scatto rimanendo agghiacciata: squig.
    Poi, uno dopo l'altro, decine di creature fecero la loro comparsa da ogni parte della stanza e, con sguardo minaccioso ed affamato, cominciarono ad accerchiare un Brandon ormai completamente in stato di shock.
    Sarah sapeva da dove venivano tutti quegli squig e quella consapevolezza la fece rabbrividire ma non di paura, bensì di rabbia. Si alzò velocemente dal lettino ignorando i brividi di freddo che le dava il linoleum del pavimento e si avvicinò a Brandon proprio nel momento in cui usciva da sotto la scrivania il piccolo Dopey seguito da altri suoi amici.
    Il collega di Sarah quando vide quegli esseri indefiniti lanciò un urlo così forte che le orecchie dei goblin si piegarono all’indietro, e uscì correndo dall’ambulatorio senza nemmeno voltarsi per accertarsi se Sarah stesse bene.
    Dire che la ragazza era arrabbiata era poco. Se fosse stata un drago il fuoco le sarebbe uscito anche dalle orecchie.
  • - Cosa diavolo ci fate qui?-
  • - Ciao lady.-
  • - Siamo venuti a salvarti dal pericolo!-
  • - L’umano vestito di bianco ha cattive intenzioni.-
  • Dissero guardandola di traverso. Nessuno di loro aveva ancora menzionato il sovrano.
  • - Dov’è Jareth?- Chiese Sarah mettendocela tutta per non perdere il controllo.
  • - È seduto sul trono come gli hai ordinato.- rispose Dopey intimorito dall’espressione della lady.
  • Sarah si puntellò le mani sui fianchi.
  • - Oh certo, e scommetto che non mi abbia nemmeno spiata, vero? E che tutta questa confusione sia nata per puro caso. VERO?-
  • - Non ti ha spiata lady!- Disse Skarp deciso. – Ha ordinato a noi di farlo.-
  • Dopey si era gettato sull’amico per tappargli la bocca ma ormai era troppo tardi. La frittata era stata fatta.
    Furiosa, Sarah chiamò un nome con tutto il fiato che aveva nei polmoni.
  • - JARETH!-
  • Un vento tiepido le accarezzò i capelli ma era troppo scossa per poterlo apprezzare. Strinse forte i pugni lungo i fianchi per non scoppiare a piangere di rabbia e delusione.
    Quando si voltò per affrontarlo, il re stava osservando l’ambulatorio incuriosito.
    Gli squig, nel frattempo, si erano mangiati le piante e tutta la cellulosa che avevano trovato a loro disposizione, compreso il grande rotolo di carta che serviva a ricoprire il lettino. Ora erano impegnati a succhiare le vie respiratorie di un manichino appoggiato alla parete.
    I loro sguardi finalmente si incrociarono. Jareth non si sarebbe mai aspettato uno sguardo simile: non c’era rabbia negli occhi della sua Sarah ma tanta, tanta delusione.
  • - Andateve tutti, adesso!-
  • L’ordine era uscito dalle labbra del fae con una decisione tale che gli squig si dileguarono portandosi via il manichino.
  • - Ho detto tutti!- Aggiunse rivolgendosi a Dopey che teneva ancora chiusa la bocca di Skarp.
  • Senza fiatare, i due sparirono lasciando il loro sovrano e la lady completamente soli.
  • - Questa volta hai superato ogni limite.-
  • Sarah sgranò gli occhi allibita. Lui osava dirle che aveva superato il limite? Si puntellò le mani sui fianchi.
  • - Stai scherzando spero, ti avevo detto…-
  • Il re la interruppe; sembrava davvero amareggiato.
  • - No, non dire nulla. Se il tuo obiettivo era quello di allontanarmi definitivamente dalla tua vita beh, ci sei riuscita.-
  • - Lo spero proprio.-
  • Sarah gli passò di fianco e raccattò le calze buttandole alla rinfusa dentro la borsa. Si infilò le scarpe e si accinse ad uscire dall’ambulatorio senza degnarlo di uno sguardo.
    - Sarah…-
    - Cosa diavolo vuoi ancora?-
    Quando si voltò, vide il re appoggiato alla colonna che faceva volteggiare i suoi slip attorno all’indice guantato.
  • - Hai dimenticato queste…-
  • Arrossendo, si avvicinò di nuovo al re e gli strappò di mano le mutande.
  • - Grazie.-
  • - È stato un vero piacere.- Rispose gelido.
  • Sarah uscì sbattendo la porta mentre il re spariva nel nulla.
    Solo successivamente Sarah si rese veramente conto che il re aveva definitivamente chiuso ogni rapporto con lei ma questa, come sempre, è un’altra storia. 

    *** *** ***

    Ed eccomi tornata con l'ennesima storiella spensierata. Come avrete capito le mie one-shot sono collegate l'una all'altra ma leggibili anche separatamente.
    Sarah e Jareth torneranno ad essere amici?
    Mah...
    Alla prossima.
    J.
      
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