Crossover
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Autore: katyjolinar    13/06/2007    2 recensioni
Crossover NCIS/X-Men.
Una notizia sconvolgente indurrà Tony DiNozzo a rivelare il suo segreto ai colleghi.
Come reagiranno?
Genere: Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Film, Fumetti, Telefilm
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
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Dark Past- L'Oscuro Passato

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Il giorno seguente, McGee era già in ufficio quando, prima l'una e poi l'altro, fecero il loro ingresso Ziva e Tony.

Il Pivello notò subito il loro strano comportamento: non si punzecchiavano come al solito, Ziva evitava di incrociare lo sguardo con quello di Tony, come se avesse paura che le facesse qualcosa, e, quando il mutante le faceva una qualunque domanda, gli rispondeva con rabbia.

Anche Gibbs, arrivato subito dopo, notò il loro comportamento; subito li ignorò, ma poi, quando vide Tony passare accanto a Ziva e lei ritrarsi, come se fosse terrorizzata, guardandogli gli occhi di sfuggita, il Capo capì che Tony doveva averle fatto qualcosa, e intuì anche cosa poteva essere.

Gibbs: "Dinozzo, seguimi!" gli ordinò, poi si diresse verso l'ascensore, seguito da Hermes.

Quando le porte si furono chiuse, spinse il pulsante di stop e cominciò a parlare.

Gibbs: "Si può sapere cosa succede tra te e Ziva?"

Tony: "Nulla, Capo." rispose, cercando di restare indifferente, ma la sua espressione colpevole lo tradiva. Allora Gibbs, con una veloce mossa, lo immobilizzò contro la parete poi, tenendolo fermo con un braccio sul petto, disse, quasi rabbioso:

Gibbs: "Nulla? Appena entro non sento i vostri battibecchi, inoltre Ziva sembra terrorizzata da te ed evita di guardarti negli occhi, e secondo te non è successo nulla?" era arrabbiato, così Dinozzo dovette confessare:

Tony: "Ieri sera, quando l'ho riaccompagnata a casa, abbiamo litigato." cominciò.

Gibbs: "Sì, questo lo avevo capito. E poi?"

Tony ci mise un attimo a rispondere. Sapeva che, questa volta non se la sarebbe cavata con uno o due scappellotti: l'aveva combinata troppo grossa.

Tony: "E poi... ho usato il potere ipnotico." continuò, e la sua espressione non tradiva il suo senso di colpa.

Il capo era davvero arrabbiato, questa volta: sapeva di che cosa era capace il suo secondo, ma non si aspettava di rivedere gli effetti di un potere che gli aveva ordinato di non usare mai, soprattutto su una collega.

Gibbs: "Cosa?" gli urlò "Ma sei impazzito? Hai usato il potere ipnotico contro Ziva! Ti avevo proibito espressamente di usarlo, in ogni caso!" sembrò calmarsi, poi, puntandogli un dito contro, continuò "Mi viene voglia di prenderti a schiaffi, quindi è meglio se, per oggi, te ne resti a casa! E se ti becco di nuovo ad usare il potere ipnotico contro qualcuno, ti ritiro il distintivo, chiaro?"

Tony: "S... sì, Capo." balbettò. Poi, finalmente, Gibbs riattivò l'ascensore e tornarono in ufficio.

Gibbs si sedette alla sua scrivania, prendendo il bicchiere di caffè e sorseggiandolo, nervoso, mentre Tony prese, silenziosamente, le sue cose e uscì dall'ufficio, sotto gli occhi increduli di McGee.

McGee: "Ma... cosa?"

Gibbs: "Non fare domande a cui non puoi ricevere risposta, McGee."

Uscito dall'edificio, Tony decise di andare a Westchester a trovare il fratello.

Arrivo subito dopo l'ora di pranzo, quando Remy stava giocando a basket con un gruppo di ragazzini delle classi inferiori, ma quando il giovane vide il fratello scendere dalla sua Mustang del '76 smise di giocare e gli andò incontro.

Gambit: "Bonjour, mon frère! Cosa ti porta da queste parti?" chiese, con l'aria più innocente che riusciva ad avere.

Tony: "Lo so che ti aspetti una predica anche da parte mia, ragazzo, ma oggi te la risparmio. Sali in macchina."

L'espressione dell'uomo era seria, e Gambit capì che era meglio fare quello che gli diceva. Salì in macchina e subito partirono.

Gambit: "Posso almeno chiedere dove je suis dirigé?" chiese, dopo 15 minuti di silenzio teso.

Tony: "Stiamo andando a trovare una persona." rispose, vago.

Dopo altri 15 minuti si fermarono nel parcheggio di una clinica privata. Entrarono nella reception, e si avvicinarono all'infermiera dietro il bancone.

Tony: "Sono Anthony Dinozzo." si identificò.

Infermiera: "Signor Dinozzo, che piacere!" lo accolse, con un sorriso "Il signore ha chiesto di lei proprio oggi."

Tony: "Lo so, infermiera. Posso andare nella sua stanza?"

Infermiera: "Non deve neanche chiederlo, signor Dinozzo."

Tony, allora, fece segno a Remy di seguirlo lungo un corridoio.

Si fermarono entrambi davanti all'entrata di camera, all'interno della quale c'era, seduto su una sedia a rotelle vicino a una finestra, un uomo sui 65 anni, con i capelli bianchi, le cui mani tremavano visibilmente.

Tony entrò, mentre Gambit attese che gli venisse dato il permesso; quando il vecchio sentì i passi dell'uomo, si voltò lentamente, guardandolo. Remy riconobbe, nei lineamenti del vecchio, i propri e quelli del fratello, e gli occhi, nonostante l'espressione offuscata dalla Malattia di Parkinson, erano dello stesso colore di quelli di Tony.

...: "Anthony..."

Tony: "Ciao, papà." prese una sedia e si sedette accanto a lui "Scusa se non sono potuto venire prima, ma sono stato pieno di lavoro fin sopra i capelli."

Gambit era pietrificato: l'uomo che erano andati a trovare era il loro padre biologico. Non attese il segnale del fratello ed entrò anche lui, togliendosi gli occhiali da sole.

Il vecchio osservò il nuovo arrivato e non gli ci volle molto per notare il colore degli occhi del giovane. Sorpreso, spostò di nuovo lo sguardo su Tony, che intuì la domanda sottintesa.

Tony: "Sì, papà: lui è il tuo figlio minore, mio fratello." confermò.

Dinozzo sr: "Come ti chiami?" chiese a Remy, a voce bassa.

Gambit: "Remy LeBeau, monsieur." rispose.

Dinozzo sr lo squadrò, serio.

Dinozzo sr: "Anche se sei riuscito a trovare tuo fratello, sappi che siete diseredati tutti e due."

Nessuno dei due fece una piega.

Tony: "Non è stato lui a trovare me, ma io ho trovato lui. E comunque non ci interessa l'eredità: possiamo cavarcela da soli, anche senza i tuoi soldi." era irritato. Si chiese come mai, tutte le volte che andava a trovarlo, finiva coll'irritarsi con lui.

L'aria era tesa, e i due fratelli ringraziarono mentalmente la dottoressa che bussò in quel momento.

...: "Scusate se disturbo. Sono la dottoressa McTaggart, sto cercando il signor David Dinozzo."

Tony: "Sono io." rispose, chiedendosi perchè la dottoressa aveva usato il suo secondo nome. Soltanto una persona lo chiamava così, in passato.

Dott. McTaggart: "Potrebbe seguirmi, per favore? Avrei una cosa da mostrarle."

Tony: "Di che si tratta?"

Dott. McTaggart: "Capirà. Mi segua, per favore."

La donna uscì dalla camera. Tony e Remy si congedarono dal padre e la seguirono, incuriositi.

Li portò in un'altra ala della clinica, poi aprì una porta e li invitò ad entrare nella stanza.

Tony entrò per primo, bloccandosi, sorpreso, quando riconobbe l'uomo sdraiato sul letto.

...: "Ciao, David. E' un piacere rivederti."

Tony: "P... professor Xavier? Ma non era..." balbettò, non credendo ai propri occhi.

Xavier: "Morto? Lo so, ragazzo, è una lunga storia. Vedo che sei finalmente riuscito a trovare tuo fratello." sorrise amichevolmente al giovane, poi continuò "Io devo restare ancora in questa clinica per un po'. Vi prego di non rivelare a nessuno il fatto che io sono vivo; volevo solo avvertirvi di stare attenti, perchè la Cura non è permanente."

Tony: "Lo so. Sto tenendo costantemente sotto controllo Rogue."

Xavier: "Dovresti anche tenere sotto controllo Magneto e il resto della Confraternita, David." fece una pausa, osservandoli, poi li congedò " Ora andate. Si sta facendo tardi. Ah, un'ultima cosa, Hermes: vostro padre vi vuole bene."

Tony: "Ha uno strano modo per dimostrarlo, Professore." rispose, poi si rivolse al fratello "Andiamo, Remy. Ti riporto alla scuola."

La settimana successiva, un sabato sera, mentre faceva il solito giro della scuola, Remy vide Rogue seduta sugli scalini dell'entrata.

Avvicinandosi la sentì singhiozzare, quindi decise di sedersi accanto a lei.

Gambit: "Che cosa c'è, cherie?" le chiese, dolcemente.

Rogue: "Nulla." rispose, asciugandosi velocemente le lacrime.

Gambit: "Nulla? Se una fille piange c'est toujours un motif."

Guardandolo nei suoi occhi purpurei, Rogue ci mise un attimo per trovare le parole.

Rogue: "Bobby..." cominciò, con voce rotta dai singhiozzi "Bobby mi ha lasciata..."

Gambit: "Iceman? E pour que?"

Rogue: "Non... non lo so. E' venuto in camera mia e mi ha semplicemente detto che voleva lasciarmi." scoppiò di nuovo in lacrime. Remy l'abbracciò, facendola sfogare.

Gambit: "Shh, cherie. Non pleuer. Le monde est plein di garçons migliori di lui!"

Restarono per un po' abbracciati. Quando lei si fu calmata alzò la testa per poterlo guardare in volto. Nonostante il rosso acceso degli occhi, il suo sguardo era dolce e rassicurante come quello del fratello maggiore. Guardò meglio i suoi lineamenti, simili a quelli di Tony, e solo in quel momento si rese conto che era altrettanto affascinante.

Anche Remy la guardava. Marie, oltre che una sua studente dell'ultimo anno, era anche la sua migliore amica, ed era l'unica, nella scuola, con cui non aveva mai fatto il dongiovanni, nonostante fosse molto bella.

I secondi passarono lenti; dopo un momento di indecisione, Rogue avvicinò il suo viso a quello del ragazzo, dandogli un leggero bacio sulle labbra. Si staccarono, Remy non sembrò affatto sorpreso, nè dispiaciuto dell'iniziativa della ragazza; le passò una mano sul viso, sorridendo, per poi coinvolgerla in un nuovo bacio, più passionale e profondo del primo.

Dopo un paio di minuti, Marie percepì qualcosa che non avrebbe mai più voluto sentire: l'energia vitale di Gambit che veniva risucchiata dentro di lei. Cercò di staccarsi, per non fargli del male più di quanto gliene stesse già facendo, ma quando ci riuscì il giovane si accasciò, in preda a forti convulsioni.

Urlò, alzandosi in piedi e allontanandosi di qualche passo, e scoppiò di nuovo a piangere.

Logan e Tempesta li raggiunsero per primi; l'uomo si abbassò per vedere come stesse il ragazzo, mentre Ororo cercava di avvicinarsi a Marie, per calmarla, ma lei arretrava ogni volta.

Rogue: "Non... non toccarmi!" balbettò.

Logan: "Che cosa è successo?" chiese, controllando il polso di Remy.

Rogue: "Il mio... il mio potere è..." si portò le mani sul viso, singhiozzando "il mio potere è tornato..."

Logan: "Cristo..." imprecò, prendendo il giovane, privo di sensi, in braccio " 'Ro, chiama Hermes! Digli che suo fratello è in coma."

Rogue: "In coma? Io non... io non volevo..."

Logan: "Lo sappiamo, ragazzina. Tu non potevi sapere quando sarebbe cessato l'effetto della Cura." poi portò Gambit in infermeria.

Qualche ora più tardi, Tony arrivò alla scuola, preoccupato. Corse immediatamente verso l'infermeria, dove sapeva di trovare il fratello.

Infatti lo trovò lì, sdraiato sul letto, con un tubo in bocca che gli permetteva di respirare e una serie di elettrodi sulla testa e sul torace, per monitorarne le condizioni. Accanto a lui, seduta su una seggiola, Rogue gli stringeva la mano con la sua, di nuovo guantata; gli occhi erano arrossati e lucidi, aveva appena pianto.

Tony si avvicinò, mettendosi di fronte.

Tony: "Non darti colpe che non hai, Marie. Non potevi sapere che il tuo potere sarebbe ricomparso proprio in quel momento." la rassicurò. Poi guardò il fratello "Stai tranquilla, si risveglierà presto: non avete mantenuto il contatto troppo a lungo. Comunque, come ti avevo promesso, ti insegnerò a controllare il tuo potere, come ho fatto a Jimmy."

Rogue non rispose. Continuò a stringere la mano del ragazzo. Tony prese la mano libera del fratello, poi sembrò comunicare telepaticamente con lui. Restò in quella posizione qualche minuto, poi uscì.

Nel corridoio incontrò Logan.

Logan: "Tutto ok, Sbirro?" gli chiese.

Tony: "Ora che so come sta mio fratello, sì. Puoi tenerlo d'occhio? Io comunque tornerò i prossimi giorni: ho fatto una promessa a Marie."

Logan: "D'accordo, Hermes. Ci vediamo!"

Tony gli strinse la mano e se ne andò.

Gambit si risvegliò due giorni dopo; la prima persona che vide fu proprio Marie, che gli riferì quello che era successo e gli disse anche che Tony la stava aiutando a imparare a controllare il potere.

Gambit: "Perfetto! Allora mi prenoto per un altro bacio, non appena sarai in grado di controllarti!" scherzò, sorridendole affettuosamente.

Una domenica, due mesi dopo, Abby, Tempesta, Rogue e Ziva erano a New York, in giro per negozi, per passare una giornata tra donne.

Erano tutte ferme davanti a un negozio e ammiravano l'abito da sposa esposto.

Rogue: "Wow! Fantastico! Tempesta, secondo me ti starebbe benissimo!" esclamò.

Tempesta: "Calma, Marie! Non abbiamo nessuna intenzione di sposarci!"

Abby: "No? Ma se da quando avete reso pubblica la vostra relazione ti sta praticamente sempre appiccicato."

Ziva: "In effetti non si comporta più come quando stava con me: lo hai praticamente allevato."

Abby: "Si dice addomesticato, Ziva. E, dimmi, 'Ro, com'è da quel punto di vista?"

Tempesta: "Alla grande!"

Abby: "Meglio o peggio di Tony?"

Tempesta: "Se la giocano!"

Abby: "Povero Tony... gia lui e Logan non vanno d'accordissimo, se sapesse che sono allo stesso livello anche da quel punto di vista, siamo rovinati!"

Prese dalle chiacchiere, le quattro donne non si accorsero che erano state circondate da quattro persone, che dopo un po' puntarono loro contro delle armi, nascoste sotto i vestiti, poi la voce conosciuta di Pyro, scappato nuovamente di prigione pochi giorni prima, le intimò a seguirli, senza fare scherzi.

Le condussero in un luogo isolato, poi i quattro si rivelarono. Oltre a Pyro, Ziva e Abby ne riconobbero un'altro.

Ziva e Abby: "TU?!"

CONTINUA...

Nota: il secondo nome di Tony, David, l'ho in parte inventato, ma l'idea mi è venuta guardando l'episodio "Trappolla per Tony", della terza stagione, in cui si vede, all'inizio, la sua scheda personale, e sotto la foto c'è scritto "Dinozzo, Anthony D.". "D." non è il cognome di Tony, che è messo prima del nome, ma è il suo secondo nome, come si usa in U.S.A.

   
 
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