Questa è la mia prima ff e la voglio incentrare sui pensieri di alcuni dei miei personaggi preferiti.
Vi prego non linciatemi se fa schifo!!!! Accetto insulti e recensioni!!!!
Il primo pensiero è quello su mio adorato Hidan-sempai!!!!!
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Perché….
La domanda che si poneva.
Davanti all’altare del suo dio; inginocchiato.
La luce che attraversava la finestra, ricadeva sul suo volto.
Lo sguardo pensieroso era rivolto verso l’altare, Hidan aspettava.
Inginocchiato sul freddo marmo bianco, si poneva ormai da tempo la stessa domanda.
Perché…
-Parlami-
Silenzio…
- Per 995 anni esatti ti ho servito, per 995 anni ho sacrificato anime per te, per altrettanti anni, mi sono inginocchiato dinanzi a te e seguivo i tuoi comandi-
- Ma dimmi Jashin, perché non mi aiuti, perché non mi stai accanto nei momenti difficili, perché…- disse flebilmente.
Sguardi imploranti verso l’altare, nessun segno, nessuna parola, niente…
- Dovevo immaginarlo, Kakuzu aveva ragione – disse sconsolato.
- Sono stato uno scemo, TUTTA
- Non ti voglio più fra i piedi, ho chiuso con te, volto pagina – ansimò Hidan.
- Gli umani fanno di tutto per ottenere la vita eterna, ucciderebbero la propria famiglia, gli amici per averla – disse tristemente. – L’ho sperimentato in prima persona-
- Tu mi hai donato l’immortalità, ma cosa me ne faccio -
- Solo adesso ho capito che la vita eterna senza nessuno che ti sta vicino è inutile, ho ucciso la mia famiglia per seguirti e non vedere mai la morte che mi porta con se-
- Ma ho fatto un grandissimo errore – concluse sotto voce.
- La mia famiglia mi amava più di ogni altra cosa al mondo, questo io non l’ho capito in tempo -
Mentre Hidan pensava, una leggiadra farfalla entrò dalla finestra e cominciò a danzare nell’unico alone di luce che illuminava la stanza.
- Le farfalle… vivono così poco, eppure il tempo a loro concesso lo passano con estrema serenità –
- Su questa terra ho vissuto troppo, ho distrutto troppe anime per poter permettermi di vivere, un secondo di più –
Rassegnato, camminò lentamente verso la parete della piccola stanza, appoggiò la schiena contro la parete e si fece scivolare fino a che non incontrò il freddo pavimento.
Allungò una mano verso il pavimento e prese la sua falce, la osservò a lungo e infine disse:
- Abbiamo iniziato insieme e finiremo insieme –
Il resto fu solo sangue.
Ora sul pavimento, in una pozza di sangue, si trovava un uomo che con i suoi occhi lavanda scrutava il mondo un ultima volta, prima di vedere la morte in faccia.
- Ka-Kakuzu grazie di avermi aperto gli occhi, amico mio –
Queste furono le sue ultime parole prima di essere sommerso dall’eterna oscurità.