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Autore: Swaggg    25/11/2012    2 recensioni
Paura, terrore, solitudine. Emozioni che si provavano stando fermi in una stanza circondata da corpi senza vita. Da corpi che una volta vivevano, parlava e passeggiavano e adesso giacevano su un gelido pavimento della casa di Rose Street. Hanna Lars, era seduta al centro di quella stanza, illuminata dalla luce del sole che proveniva dalla finestra. Era seduta e con le braccia si teneva unite le gambe al petto. Si dondolava sui glutei avanti e indietro disperata. Piangeva ormai da ore per quello che era riuscita a fare. Piangeva perché non aveva più una famiglia. Ma la tentazione era troppo forte, svegliando in lei un sentimento inspiegabile e una reazione da parte del suo cervello che non aveva motivazioni
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Myself.
 




                                                                                                          Hanna.



Eravamo arrivati in vicoletto, tutto contornato da piccole villette, forse disabitate per l’intero inverno.
Fermò l’auto e scesi avvicinandomi a lui dall’altra parte. Mi spinse verso la spiaggia, come per incitarmi ed io seguii il suo consiglio.
Aveva deciso di lasciarmi del tempo per riflettere, dicendomi che se avessi ucciso tutti, sarei rimasta da sola, senza nessuno con cui parlare.
Forse era quello il mio intento, ma pensandoci bene, nessuno vorrebbe rimanere da solo per tutta una vita.
Decisi di osservare il tranquillo paesaggio che mi sostava davanti per staccare per un attimo dalla vita da assassino che  mi si presentava ogni volta che rimanevo sola con qualcuno in particolare, tranne Justin. Tolsi le scarpe per poi lasciarle sulla parte di cemento che precedeva la spiaggia. Mi girai e lo vedi con una gamba appoggiata all’auto che mi sorrideva.
“Devo andarci per forza?” urlai per farmi sentire.
“Vedrai che ti piacerà, per qualsiasi cosa sono qui” urlò a sua volta con tono leggero.
All’improvviso si aprì una finestra della villetta sulla sua destra e ne spuntò fuori una signora anziana, viso di chi aveva passato tanto nella sua vita,
aveva degli occhi celesti e leggeri ricciolini bianchi che le scendevano sulle spalle.
Ci guardò e si rivolse a noi “Ragazzini, io sono anziana e ho bisogno di dormire. Suvvia, evitate di urlare” aveva un accento italiano di quello dei borghi, tipo cafone, non so se ho reso l’idea.
L’anziana signora rientrò in casa, chiudendo la finestra e Justin ed io ci guardammo e scoppiammo subito in una fragorosa risata, poi decisi di proseguire il mio percorso. Lentamente appoggiai il mio piede nudo sulla sabbia, la quale con un tocco leggero mi accarezzava il piede solleticandomelo di poco.
Sorrisi, una bella sensazione di libertà pervase il mio corpo come se per un attimo mi fossi liberata della ragazza costretta a crescere troppo in fretta. 
Infatti danzai, saltai sulla sabbia fresca. Feci giravolte e cadsi per terra, ad un primo impatto mi arrabbiai e quasi stetti per mettermi a piangere,
ma poi risi…risi come non avevo mai fatto.
Mi alzai e pulendomi con le mani le parti in cui la sabbia si era attaccata mi avvicino alla riva lentamente,
come per paura che qualcosa uscisse dall’acqua e si avvicinasse a me come per uccidermi. Poi mi bloccai, lasciando che l’acqua bagnasse i miei piedi e che la sabbia si intrufolasse tra le mie dita e che poi l’acqua, ad ogni onda, portasse  via ogni briciolo di sabbia per poi fare spazio ad altra sabbia.
Poi alzai lo sguardo e rimasi incantata da così tanta bellezza. Alla mia sinistra avevo il sole che incominciava a tramontare e che molto probabilmente,
alla fine del tramonto andrà a scomparire dietro la grande foresta che c’era. Spostai lo sguardo alla mia destra e c’erano  degli scogli,
posizionati come per formare una passerella dove le modelle sfilano ad una sfilata. Dietro c’era l’intera baia contornata da case illuminate.
Ma la cosa che mi  aveva colpito di più di questo panorama era ciò che avevo davanti, dove c’era un’enorme distesa d’acqua.
Davanti a me c’era l’infinito ed oltre, una cosa meravigliosa che non sai mai quando finirà se solo non arrivi a quell’altra sponda, che sembrava inesistente. Sorrisi e con uno scatto veloce, mi lanciai  in acqua nonostante io avessi ancora i vestiti. Sotto l’acqua era così tranquillo, non c’era nessuno ad infastidirti e non si sentiva niente, si era nel silenzio più totale. Salii  per riprendere fiato e mi rituffai per osservare qualche pesciolino che scappava da me.
Sotto l’acqua capii che non volevo rimanere sola per tutta la vita, volevo crearmi una famiglia, essere una ragazza normale come tutte e vivere la mia favola con il principe azzurro. Salii fuori e guardai Justin osservarmi da lontano, ancora non si era annoiato.
Lo salutai con la mano e sorridendo lo invitai ad aggiungersi a me. Lui scosse la testa e mosse la mano come per farmi andare da lui, e obbedii.
Ero zuppa e la sabbia si era attaccata su tutti i miei piedi, mi stavo trasformando nell’uomo sabbia di Spiderman.
“Dimmi…” dissi, arrivando proprio davanti a lui e riprendendo fiato.
“Che ne dici se questa sera ci fermiamo qui?” gli saltai addosso, regalandogli un caloroso abbraccio…BAGNATO.
Lo strinsi forte a me, non solo per fargli un dispetto ma anche perché avrei voluto che non se ne andasse mai.
Forse lo amavo, ma era ancora troppo presto per chiamarlo amore quel sentimento a me sconosciuto, mai provato prima.
“Bastarda…lo prenderò per un sì!” disse e poi fece una cosa inaspettata, mi baciò delicatamente sulle labbra.
Un bacio di pochi secondi, ma con un significato incredibile. Un tocco di labbra, come uno scontro di due piume, uno scontro di due petali di rosa,
un qualcosa di dolce.
“E-E dove dormiremo?” chiesi, ancora frastornata da quel bacio. Il cuore mi batteva, e casi non distruggeva la gabbia toracica.
Avevo capito, di avere anche io dei sentimenti.
“Sulla spiaggia…ho portato la tenda” disse Justin, eccitato all’idea di dormire con me , e forse c’era anche un po’ di paura ma non lo dava a vedere per non mettermi a disagio.
                                                                                             

                                                                                          *                                           *                            *





Eravamo distesi uno vicino all’altro, le nostre spalle si sfioravano.Stavamo guardando il cielo, la nostra tenda aveva una specie di buco che potevamo richiudere. C’erano tantissime stelle, che ovviamente in città erano difficili da osservare con tutti gli edifici e lo smog che c’era.
“Hai paura vero?” avevo questa domanda da quando aveva proposto di dormire in spiaggia, CON ME.
Anche se avevo ritrovato la mia “quasi” pace interiore, non sapevo di cosa ero capace. Justin si soffermò a pensare sulla risposta da darmi, poi si girò e diede libero sfogo ai suoi pensieri “ ho un po’ di paura, ma mi fido di te e so che non mi farai del male” dopo di che, si avvicinò a me e appoggiò la sua calda mano sulla mia guancia e mi avvicinò a lui per eliminare del tutto quella distanza che ci separava.
Un altro incontro di labbra, un bacio passionale, credevo che lo stavamo per fare ma quella ad avere paura ero io.
Era la mia prima volta, la prima volta che toccavo il corpo di qualcuno se non per ucciderlo, la prima volta che provavo sentimenti veri per qualcuno.
Si distese su di me e riprese a baciarmi.
Mi tolse la maglietta, ancora un po’ umida per il bagno del pomeriggio, e rimasi in reggiseno.
La stessa cosa feci con la sua maglietta, decisi di seguire tutto ciò che faceva lui, almeno non sarei andata fuori strada col fare cose sbagliate.
Rimase a torso nudo e l’osservai, non era tanto scolpito e non era neanche flaccido, aveva degli addominali che andavano ad accentuarsi e aveva le venature delle braccia sporgenti perché appoggiate al suolo e mantenevano tutto il suo peso, quelle erano le cose che mi facevano letteralmente impazzire.
Finimmo per levarci anche gli indumenti intimi, per rimanere completamente nudi nel buio della notte. Tirava un leggero venticello e avevo i brividi,
per fortuna Justin non se ne accorse altrimenti avremmo interrotto quel momento più unico che raro.
Non smettevamo di baciarci, la nostra saliva faceva da colla ed eravamo attaccati come un foglio contro un altro foglio.
E poi ci fu il magico momento: mi fece sua entrando in me, senza nemmeno chiedere il permesso, credo l’avesse capito che lo desideravo più di qualsiasi altra cosa. I nostri movimenti, i nostri respiri, erano in sintonia e man mano che aumentavano i movimenti, i respiri si facevano sempre più affannosi,
unendosi in un solo respiro. Quella notte avevo scoperto l’amore…quella notte avevo scoperto me stessa.



My Space
Salveeeeee.
Sono tornata presto xkè è
tornata anche la mia ispirazione LoL
Hanna scopato...essì il momento magico è arrivato
anche per loro. Sono scontenta delle recensioni :(
Mi odiate proprio, nonostante io non vi abbia fatto niente di male.
*piangoooooooxkèmifateinfelice*
Anywayyyyy avete visto che in questo capitolo parla Hanna?
Si ho voluto mettere anche le sue considerazioni in questa giornata speciale...
spero vi sia piaciuto.
chissà nel prossimo capitolo cosa succede, avranno una storia rosa e fiori o c'è ancora
la cattiva Hanna nel corpo della buona Hanna? Lo scopriremo nell prossima 
puntata. Ringrazio tutte quelle che mi seguono e recensiscono, vi amo da morire XD
XOXO Gossip Girl <3

Alla prossima
Much Love
Giuls <3


https://twitter.com/SwagGirl1394

   
 
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