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Autore: 0wen    26/11/2012    1 recensioni
Due amiche, una passione in comune. Un libro misterioso e tanti sogni da realizzare.
One dream one soul one prize one goal, one golden glance of what should be...
Genere: Sentimentale, Song-fic, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Nuovo personaggio, Roger Taylor
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12 - « Now I'm Here »

 

Sono ai fornelli con l'intento di preparare dei pancakes. Ho fatto confusione con le dosi, perciò ho dovuto buttare via tutto e ricominciare. Controllo l'orologio a muro della cucina, sono le 10.30, Gwen sta ancora dormendo. Una volta pronti i pancakes sistemo sul tavolo i contenitori di sciroppo d'acero, crema al cioccolato e marmellata e decido di andare a svegliare la mia amica. Appena pronuncio la parola 'pancake', si fionda in cucina, ne prende uno e ci spalma un po' di crema al cioccolato.

-Sono ottimi!- Esclama a bocca piena.

-Grazie! Pensa che siccome ho sbagliato le dosi, li ho dovuti rifare tutti!- Ne prendo uno anche io e scelgo di metterci sopra della marmellata di albicocche.

-Sei un danno...- Inizia a ridere di gusto.

Mentre mangio il terzo (o forse quarto?) pancake, mi perdo nei miei pensieri. Rifletto sul rapporto che si è creato fra me e Roger, sul sogno che sto vivendo, sul libro dalla copertina verde ed infine su dove si trovi adesso mio padre. Presumo sia a scuola, visto che è mattina ed è un semplice diciassettenne. Mi piacerebbe incontrarlo.

-A che pensi?- Mi chiede all'improvviso Gwen mentre si alza e mette nel lavabo i piatti sporchi.

-A mio padre...-

La biondina inizia a lavare le stoviglie. -Ti manca, vero?-

Sospiro. - Non sai quanto-

Nessuna delle due proferisce parola, finchè io decido di rompere il silenzio.

-Voglio vederlo- Esclamo risoluta.

-Ma Becky, non...- Inizia Gwen.

-Voglio vederlo, punto. E tu mi aiuterai a cercarlo- Dico indicandola.

-E' meglio se non ti fai vedere da lui-

-Non mi interessa!- Sbatto una mano sul tavolo.

-Ricordi cosa diceva la regola del libro verde? Non devi cambiare il corso della storia!-

-Cazzate... Io voglio vederlo- Stringo i pugni finchè non vedo le nocche diventare bianche.

Gwen sospira e va in bagno. Non è giusto, non è giusto, penso. Non è giusto che mio padre se ne sia andato via così presto per colpa di quella fottuta malattia. Dovevo ammalarmi io, non lui. Non lo meritava... era un uomo perfetto. Buono, generoso, sempre sorridente... Quel brutto male il sorriso gliel'ha portato via! Quasi senza accorgermene, mi ritrovo con la testa fra le mani. Le lacrime scorrono veloci sulle mie guance e mi sento sempre più male. Gwen esce dal bagno e corre ad abbracciarmi.

-Piccola, ti prego. Non piangere!- La biondina mi accompagna al divano, ci sediamo insieme.

-Guardami!- Prova a togliermi le mani dal viso, ma è tutto inutile.

-Per favore, guardami- Continua lei. Faccio un respiro profondo e la guardo dritta negli occhi. Mi asciuga le lacrime che ancora scendono dai miei occhi.

-Vedrai che insieme lo troveremo e finalmente potrai rivederlo!- Esclama.

Strizzo gli occhi ormai rossi per il pianto. -Non è solo questo... E' che mi manca terribilmente. Senza di lui è dura...-

-Ascoltami bene. Lui vivrà sempre dentro di te, dentro il tuo cuore. E' stato un padre perfetto, no? Ecco. Da lui hai imparato tante cose che ti porterai dietro per tutta la vita. Non piangere, lui non vorrebbe mai vederti piangere- Fa una pausa e poi riprende. -Lui ti vuole forte! Vuole una Rebecca con le palle! Sarà sempre accanto a te, qualsiasi cosa tu farai. E' il tuo angelo, ti protegge-

Le parole appena sentite mi danno una scossa. E' vero. Lui non vorrebbe mai che io piangessi... devo essere una roccia. Devo essere forte e lo devo essere anche per lui. Mi balena in testa una frase che avevo letto mesi prima in un libro:

"Vivo anche per te che non ci sei più, per te che se ci fossi regaleresti un sorriso, per te che hai lasciato un vuoto nelle persone che ti amano, per te che la vita ti è sfuggita di mano, per te che hai tutto per diventare un angelo."

Credo sia una frase meravigliosa ed esprime tutto ciò che penso riguardo mio padre.

Abbraccio energicamente la mia amica.

-Grazie, grazie, grazie- Le dico con la voce ancora tremolante.

-Ti voglio un bene dell'anima! Dai, che sei una roccia!- Esclama lei dandomi un bacio sulla fronte.

Reb la roccia, penso. Vado in camera e scelgo un grazioso vestito estivo da indossare. E' bianco, lungo fino alle ginocchia ed ha del pizzo sangallo sul davanti. Ci metto un po' a scegliere le scarpe, provo alcune zeppe ma alla fine scelgo le solite superga bianche. Non amo particolarmente i tacchi! Mi lavo il viso e i denti e lego i capelli in una coda di cavallo. Gwen decide di indossare un paio di jeans, delle zeppe gialle e una canottiera in tinta con le scarpe. Passiamo la mattinata passeggiando per le vie di Londra. Arrivata l'ora di pranzo, riesco a ricordarmi il nome della scuola che frequentava, o meglio, frequenta mio padre.

-E' la St.Paul! Ecco come si chiama!- Esclamo entusiasta.

-Perfetto. Non resta che trovarla!-

Chiediamo informazioni ad un edicolante. C'è da prendere l'autobus per tre fermate. Appena ci giriamo lo vediamo ed iniziamo a corrergli dietro.

-Autista, si fermi! Per favore!- Continuo a gridare invano. Dopo qualche metro di corsa, finalmente rallenta e apre le porte del mezzo.

-Grazie!- Esclamo con il fiatone. L'uomo ci guarda male e noi prendiamo posto. In 15 minuti arriviamo a destinazione.

-Eccoci qui...- Gwen si gratta la testa. -Ah! Ed ecco la scuola!- Dice indicando l'imponente edificio davanti a noi.

-Appostiamoci da qualche parte- Propongo.

-Wow! Proprio come delle spie!- Gwen inizia a ridacchiare.

Ci sistemiamo dietro ad un cespuglio e controllo il mio orologio da polso. Sono le 12.50. Ancora dieci minuti e poi i ragazzi dovrebbero uscire. Sentiamo la campanella suonare.

-Ci siamo! Controlla bene!- Mi dice Gwen.

In pochi minuti sulle scale della scuola si riversa un fiume umano. I ragazzi sono davvero tantissimi ed è difficile individuare mio padre. Lo cerco con lo sguardo finchè non lo vedo e per un attimo mi si blocca il battito cardiaco.

-Eccolo. L'ho visto- Dico con un tono misto d'incredulità e non so cos'altro.

-Dov'è? Fammi vedere!- Esclama la biondina aguzzando la vista. Glielo indico.

E' proprio come nella foto che c'è sul mobile della camera. Alto, capelli scuri, occhi uguali ai miei, mi somiglia molto devo dire. Sta scherzando insieme ai suoi compagni, si spintona con un tizio piuttosto in carne. Dev'essere il suo amico storico, Carl. Mi tremano le gambe. Avrei voglia di corrergli incontro, di abbracciarlo e di gridargli 'sono Rebecca, tua figlia!', ma potrebbe prendermi per una pazza, perciò mi limito a guardarlo in silenzio mentre esce dal cortile della scuola. Gira l'angolo e sparisce insieme agli altri.

-Dio, che sensazione strana- Dico stropicciandomi gli occhi.

-Ci credo. E' stato strano anche per me!- Continua Gwen. -Tutto ok?- Mi chiede.

-Sì, sì. Sto benissimo!- Mi sento felice. Finalmente l'ho visto ed è stato fantastico. Un sorriso mi si dipinge sul volto.

-Missione compiuta- Esclama la mia amica.

-Dai, torniamo verso casa-

Prendiamo l'autobus per tornare e continuo a pensare al sorriso di mio padre. E' rimasto lo stesso. Gwen aveva ragione, meglio non farsi vedere... E' andata alla grande anche così. Sono contenta di averlo visto, non potevo chiedere di meglio.

Ci prepariamo un pranzo veloce e, dopo aver mangiato, il telefono di casa inizia a squillare.

-Vado io!- Esclamo.

-Pronto? Rebecca?- E' Brian.

-Gwen, è per te!- Urlo alla biondina. -Arriva subito!-

-Oh, grazie- Ecco che arriva, le passo la cornetta e finisco di sparecchiare.

-Scusa Bri, ho un'altra chiamata. Aspetta un secondo!- Sento dire da Gwen.

-Oh, ciao cara!- ........... -Ho capito- ........ -Benissimo, lo dico anche a lei- ......... -Grazie, un bacione!- La mia amica gesticola al telefono, poi mi fa cenno di raggiungerla.

-Era Roxy. Non ho capito bene il motivo, ma stasera il locale chiude prima. Non c'è bisogno di andare!- Mi dice sorridendo.

-Ah, grande!- Esclamo. Oh, perfetto. Relax!

Gwen torna a parlare con Brian per altri venti minuti. Intanto accendo la tv del salone e comincio a fare zapping. Lei mi raggiunge.

-Stasera esco a cena con Bri!-

-Ah! Bene!- Dico sforzandomi di sembrare estusiasta quanto lei. Sì, mi fa piacere che si sia fidanzata ma nel frattempo la invidio un po' perché vorrei fosse lo stesso tra me e Roger. Invece sono qui, buttata sul divano a guardarmi un noiosissimo programma tv. Perché non mi chiama? Continuo a pensare. Dopotutto il numero di casa ce l'ha... Era meglio se gli lasciavo il numero del cellulare. Ah, è vero. Non esistono ancora i telefoni cellulari. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo rumorosamente.

-Che succede?- Mi chiede Gwen piegando la testa.

-Nulla... Penso a Roger. Perché non si fa vivo?!- Mi lamento.

-E dai! Non torturarti con questi pensieri. Sicuramente è stato impegnato in studio... vedrai che più tardi ti chiamerà-

Mi dedico alla lettura di un libro che ho trovato sugli scaffali del mobile del salotto, ma la cosa non dura molto. Riesco a trovare dei fogli di carta ed inizio a scrivere. Mi sfogo, scrivo di tutto. Quando ho finito mi sento molto meglio. Scrivere è la cosa che mi aiuta di più in questi casi. Alle 19 Gwen esce di casa, Brian la sta aspettando fuori. Andranno a cenare in un famoso ristorante del centro. Continuo a pensare ininterrottamente a Roger. Mi rassegno, ormai non mi chiamerà più... almeno per stasera. Mi cambio e mi metto una tuta comoda, perfetta per stare a poltrire in casa. Non ho voglia di cenare ma apro il freezer e noto che c'è del gelato. Decido di mangiare quello. Dalla libreria scelgo un vinile a caso, mi capita Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles, lo sistemo sul giradischi e mi rilasso ascoltandolo. Canticchio She's leaving home, quando suona il campanello della porta d'ingresso. Convintissima che sia Gwen, apro la porta trovandomi davanti Roger. Spalanco gli occhi e arrossisco violentemente.

-Ciao- Roger mi squadra dalla testa ai piedi e sorride beffardo.

Sprofonderei volentieri sotto il pavimento, ma ricambio il saluto. -Ciao-

-Posso entrare o disturbo?- Mi chiede lui.

-No, no figurati. Vieni pure e scusa il disordine...- Oddio, che imbarazzo! Mi ha vista in questo stato penoso... Con questa tuta informe! Lo faccio entrare in casa e lo invito ad accomodarsi.

-Scusa anche per il mio abbigliamento... sembro una stracciona-

Lui ride. -Ma no! La tuta è... carina! Davvero!-

Non riesco a convincermi di ciò che ha appena detto, perciò corro in camera e mi cambio al volo. Metto dei jeans semplici e una t-shirt. Torno da lui sorridendo.

-Meglio così, mi sa- Dico sedendomi anche io sul divano. -A cosa devo la tua visita?- Gli chiedo scherzando.

-Oggi non mi sono fatto sentire e... volevo rimediare- Fa spallucce. -Ho dimenticato una cosa, aspetta- Esce di casa e dopo pochissimo torna con un pacchetto bianco.

-Cos'è?- Chiedo curiosa.

-Apri- Dice passandomelo.

Apro il pacchetto e trovo delle bacchette, le osservo. Sono proprio quelle che utilizza lui per suonare, le Vic Firth.

-Sono le mie- Dice con un sorriso a 32 denti.

-Grazie! Non so cosa dire... solo, grazie!-

-E non è finita...- Tira fuori un altro pacchetto da dietro la schiena. Me lo passa e apro anche quello. Sono caramelle di ogni forma e colore!

-Queste le ho prese venendo qui... ho pensato che potevano piacerti e che le avremmo mangiate insieme- Mi guarda con i suoi occhioni azzurri.

-Grazie! Che carino... hai indovinato. Io amo le caramelle-

Mi alzo dal divano con l'intento di togliere il disco dei Beatles che stavo ascoltando ma Roger mi ferma.

-No, no... Lascialo-

-Sicuro?-

-Sì, è un sottofondo piacevole-

-------------------//
Saaaalve! Innanzitutto volevo mandare un enorme bacio al mio Fred... ieri erano 21 anni dalla sua morte. Cavolo, come passa il tempo. Mi manca terribilmente!
Riguardo al capitolo... in questo qui ho voluto "divagare" un po' per concentrarmi su Rebecca e suo padre, spero non vi siate annoiati nella lettura! Uhmmm *pensapensapensa*. No, non ho nient'altro da dire. Byeee.
Els.

 

  
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