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Autore: Iris_R_Chaucer    26/11/2012    1 recensioni
Un viaggio per una destinazione che le cambierà la vita.
Il suo nome è Michelle Duval.
E questa è la sua storia.
Un artista famoso in tutta Italia dal carattere burbero e scontroso.
Una ragazza allegra e spensierata, il cui sogno è dedicare la propria vita all'arte.
Una convivenza non sempre troppo semplice.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rinascimento
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Erano ormai passati 13 giorni da quando Michelle aveva incominciato il suo viaggio.
Era partita da Parigi e con vari mezzi di fortuna quali carri mercantili e cavalli presi “in prestito” lungo la strada, era finalmente giunta a Firenze, città madre dei più grandi artisti dell’epoca.
Non era stato un viaggio troppo complicato, si potrebbe definire quasi monotono e ripetitivo, non proprio come la giovane francese l’aveva immaginato, ecco.
Nessuna cosa era andata storta, e di questo Michelle non sapeva se esserne felice o, in fondo, un po’ delusa.

La sera del quattordicesimo giorno, finalmente, attraversò le porte della città culla del Rinascimento.
Poteva chiaramente sentire il cuore batterle all’impazzata nel petto per l’emozione. Aveva sognato quel momento da anni ormai, talmente tanti che nemmeno si ricordava più in che preciso istante aveva iniziato, ma ora quel sogno che credeva impossibile si stava avverando… Stava camminando per le strade di Firenze.
Le pietre di quei palazzi avevano visto i più grandi artisti di cui la storia italiana poteva vantarsi, persino il più piccolo sassolino di quella strada sterrata racchiudeva in se un briciolo di arte.
Michelle rimase qualche altro secondo ad osservare quella città ancora sveglia nonostante l’ora tarda prima di riprendere il cammino ed inoltrarsi in un vicolo che le era stato indicato poco prima, lì sicuramente avrebbe trovato un posto in cui passare la notte.
Doveva riposare, il giorno dopo un compito importante l’aspettava.
Un compito che le avrebbe sicuramente cambiato la vita, ovviamente se fosse riuscita a portarlo a termine.
Non ci impiegò molto a trovare la locanda, anche perché di certo non passava inosservata.
La giovane francese squadrò per qualche attimo quel palazzetto che pareva una reggia in confronto a tutti i posti in cui aveva passato la notte durante il suo viaggio.
Un enorme sorriso si dipinse sulle sue labbra «Amo questa città» sussurrò tra se e se prima di varcare la soglia di quel luogo che pareva incantato.

La mattina giunse in fretta, e con essa anche la vita della città si risvegliò.
Il clima, in confronto a quello parigino, era decisamente più caldo e il sole sembrava concedere tutte le sue attenzioni a quella città magica, rendendola, se possibile, ancora più bella di quanto già era.
Quella mattina Michelle decise di dormire un po’ più del solito, per un po’ di tempo si sarebbe sicuramente persa l’alba, aveva decisamente bisogno di recuperare pian piano quel sonno che il cammino verso l’Italia le aveva rubato.
Saranno state sì e no le nove quando finalmente quegli occhi verdi si aprirono sul Mondo, vispi e attenti come raramente una persona appena sveglia possiede.
Non ci impiegò molto a prepararsi.
Per quella giornata speciale decise di indossare i suoi vestiti buoni. Se li era portati apposta per quel momento, stando ben attenta a non sporcarli o rovinarli ne quando procedeva a cavallo ne quando veniva relegata insieme alle merci su quei carri stretti e malconci.
Erano più o meno uguali a quelli che aveva indossato per partire, l’unica differenza era che i colori erano molto più vivi e luminosi, sembrava appena uscita da un quadro del miglior pittore sulla piazza.
Decise di lasciare sciolti i lunghi capelli castani i quali ricadevano composti sulla schiena, coprendogliela per metà, si guardò un’ultima volta in quello specchio -che questa volta poteva definire tale- e uscì dalla camera, dirigendosi al piano inferire per chiedere alcune informazioni.
Si diresse a passo spedito verso il bancone dietro il quale il proprietario della locanda, un omone con i capelli scuri e gli occhi piccoli e incavati, stava armeggiando con delle bottiglie di vino e dei bicchieri mezzi rotti.
Con uno dei suoi migliori sorrisi la ragazza posò una moneta sul legno scuro richiamando così la totale attenzione dell’uomo.
«Avrei bisogno di un’informazione» disse lei, cercando di nascondere alla meglio il suo accento francese.
Il locandiere spostò lo sguardo dalla moneta alla ragazza un paio di volte prima di posare la mano grassa e callosa sul soldo «cosa ti serve?».
«Potrei sapere dove lavora il maestro Michelangelo Buonarroti?» chiese Michelle, cercando di non soffermarsi per troppo tempo a fissare quegli occhi indagatori.
L'uomo rimase qualche secondo in silenzio, alzando gli occhi al cielo, cercando probabilmente di riordinare i propri ricordi e farsi venire in mente dove lo scultore avesse al momento il proprio studio.
Con fare sbrigativo afferrò un pezzetto di carta e con una matita ci scarabocchiò sopra una piccola mappa con varie indicazioni, poi la porse alla ragazza «Non è molto distante, segui questa e ci arriverai. Non puoi sbagliarti» detto questo ritornò al suo lavoro.
Michelle afferrò il foglietto, salutò velocemente e uscì dalla locanda mettendosi subito a cercare il grande scultore.

Seguì alla lettera le indicazioni che il locandiere le aveva gentilmente donato e in meno di dieci minuti si ritrovò davanti ad un grande palazzo leggermente malandato, ma quasi il doppio, per quanto riguarda a dimensioni, di quelli che gli stavano accanto.
La ragazza rimase qualche istante a fissare la porta di legno indecisa se bussare oppure aspettare che qualcuno si facesse vivo da quell'entrata.
Ma l'impazienza di vedere il volto dell'uomo che più ammirava era troppa, quindi alzò una mano e diede qualche colpo al legno, mettendosi poi ad aspettare che qualcuno all'interno della palazzetta le desse il permesso di entrare.
Aspettò qualche minuto ma non si udì nessuna voce provenire dell'interno.
Che non ci fosse nessuno?
Strano però poiché le candele dei candelabri che si potevano intravedere dalle finestre erano tutte accese.
Riprovò quindi a bussare, questa volta mettendoci più energia e poi tornò ad attendere.
Di nuovo nessuna risposta.
Che davvero non ci fosse nessuno?
Si guardò sospettosamente intorno prima di avvicinarsi ad una delle grandi finestre del piano terra ed iniziare a sbirciare all'interno. Un grosso telone color panna attraversava la stanza in orizzontale, intralciando la vista di qualsiasi curioso avesse avuto voglia di godersi la vista dell'opera a cui Michelangelo stava lavorando.
Un piccolo sospiro uscì dalle labbra della giovane mentre con passo svelto si posizionò nuovamente davanti all'uscio.
Esitò un attimo prima di portare la propria mano sulla maniglia, abbassandola.
Con grande stupore si accorse che la porta era aperta.
Lentamente la schiuse, sporgendosi prima con la testa per vedere l'interno della stanza «C'è nessuno?» domandò, intrufolandosi dentro il palazzo, chiudendosi la porta alle spalle.
«Messer Michelangelo? È qui?» mosse qualche passo posando lo sguardo per qualche istante sull'enorme blocco di marmo, già per metà lavorato, posto lì accanto.
Era davvero meraviglioso.
Dovette impegnarsi con tutta se stessa nel trattenersi ad andare ad accarezzare quel marmo scolpito che pareva talmente liscio da sembrare vero.
Lanciando un'ultima occhiata alla scultura decise di salire al piano di sopra, in cerca dell'artista.
«Messere?» continuò a chiamarlo, aprendo la porta della prima stanza che incontrò giunta al piano nobile.
Il cuore le saltò in gola quando vide un uomo seduto ad una scrivania, semi-sdraiato su di essa e completamente ricoperto di fogli disegnati.
“Dio, è morto”.
Fu questo il primo pensiero che attraversò la mente di Michelle vedendolo, ma si rese conto ben presto che respirava, e questo fu un terribile sollievo.
Lentamente si diresse verso di lui, spostando qualche foglio da sopra di lui curiosa di vedere il suo idolo in volto... ma forse era meglio se li lasciava lì dov'erano.
Michelangelo Buonarroti, uno degli artisti più bravi mai esistiti, sembrava un mendicante.



Ed eccomi qua con il secondo primo vero e proprio (?) capitolo di questa storia, che, ammetto, non pensavo sarebbe arrivato così in fretta X°
Ringrazio tutti quelli che hanno letto e un ringraziamento speciale va alla mia neo-Beta AlisLavoisier che da oggi dovrà sopportarmi <3~ X°
Saluti
Ame ~
  
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