Qualche settimana fa (mesi a dire
il vero) mi è venuto uno dei miei rari ‘attacchi
di fantasia’, e ne è uscita
fuori questa one-shot su Ron e Hermione, semplice e senza pretese.
Credo molti
rimarranno delusi dal finale… vi avverto, non ci saranno
né baci, né coccole,
né romanticherie simili. Sono due adolescenti innamorati che
hanno paura e
pudore di dimostrare ciò che provano (soprattutto Ron, che
io ho visto sempre
così), e tutto ciò che macchina nelle loro menti
inquiete non fa parte della
conversazione (che più che altro è un continuo
battibeccare… a me ha sempre
divertito molto). Spero vi piaccia comunque. Chiedo scusa per eventuali
forme
sbagliate di congiuntivi e concetti espressi in modo sbagliato, ho
cercato di
fare del mio meglio... si accettano consigli.
Un saluto a tutti,
Luna
Duello
Verbale
«
Ron? Ronron! »
Lavanda
era lì, in quella bianca sala d’infermeria da
almeno un’ora. Sedeva accanto ad
un letto, dove giaceva beatamente addormentato un ragazzo dai capelli
rossi e
cercava disperatamente di svegliarlo. Era livida di rabbia: “ Possibile che ti trovi sempre in questo
stato? ” pensava furente.
«
Su, Ronron svegliati! » ripeté gemendo per la
duecentocinquantesima volta.
Si
mordicchiò inquieta l’unghia del pollice e si
alzò di scatto dalla sedia. Fece
un giro attorno al letto a passo agitato, come per richiamare la sua
attenzione, ma in tutta risposta ricevette un alquanto inverosimile “Ronf”.
«
ROOON! » urlò quasi in lacrime.
«
Cosa diavolo succede qui dentro?! »
Un’arrabbiatissima
Madama Chips era entrata nella sala.
«
Si può sapere perché urla, signorina Brown?
» sbraitò « questa è
un’infermeria,
non
«
Ma…»
«
Adesso fuori » la
minacciò
impassibile Madama Chips.
«
Ma lui » insistette in lacrime indicando Ron ancora
addormentato « dorme
sempre… è sicura di non avergli somministrato il
Distillato della Morte
Vivente? »
«
Che cosa stai insinuando, ragazza? Non è il momento di
scherzare! » strepitò
livida, con Lavanda che la guardava offesa e indignata (non aveva
intenzione di
scherzare!) « Fuori, FUORI! » urlò
afferrando la ragazza per un braccio.
«
Oh, so fare da sola! » disse strattonandosi dalla presa di
Madama Chips « Al
diavolo, Ron! » strillò voltandosi verso il letto
per poi dirigersi irritata verso
l’uscita.
Madama
Chips la imitò, borbottando qualcosa simile a
‘cose da pazzi ’.
Passò
qualche secondo, e nell’infermeria entrò
un’altra giovane. Sembrava aver appena
assistito alla scena più buffa del mondo, tanto diceva il
suo ghigno stampato
sulla faccia.
«
Ron? » chiamò incerta bussando alla porta
già aperta.
Ron
dischiuse un occhio. Si guardò intorno, e tirò un
sospiro di sollievo alla
vista della chioma arruffata, decisamente non la stessa di quella
liscia e
curatissima di Lavanda.
«
Ah, Hermione… sei tu »
«
Come mai sei rosso? »
«
Ehm… io, rosso? Be’ immagino che sia…
che sia la febbre, si »
«
Certo » disse scettica Hermione « e le urla di poco
fa non c’entravano niente
con te, giusto? »
«
Urla? » domandò Ron cercando di suonare sorpreso.
«
Ho visto Lavanda uscire furiosa » disse inarcando il
sopracciglio « Andiamo Ron,
sai che a me non puoi mentire »
«
Ok, facevo finta di dormire, va bene? » ammise imbronciato
mentre il piccolo
sorrisetto compiaciuto di prima si allargò ancora di
più sulla bocca di
Hermione. « Lavanda si è messa a urlare, e Madama
Chips sembra non aver gradito
» proseguì scorbutico.
«
Si, ho sentito » mormorò fredda, come se avesse
inteso che sia stato infastidito
dalla sgridata di Madama Chips alla sua adorata Lavanda « ti
ho portato questi
» aggiunse porgendogli una scatola di Gelatine Tuttigusti+1
che aveva uscito
dalla sua sacca.
«
Ehm… grazie. L’hai…l’hai
presa tu per… »
«
No » rispose con la stessa freddezza di prima, anche se Ron
avrebbe giurato di
aver scorto delle chiazze rosee sulle sue guance «
è da parte mia e di Harry ».
«
Oh…» mormorò deluso.
«
Allora, come stai? » chiese Hermione decisa a cambiare
argomento.
«
Meglio » rispose appoggiandosi allo schienale del letto,
lieto che Hermione avesse
calmato il clima «
Allora, novità? »
«
Niente di che… apparte McLaggen, Harry l’ha preso
in squadra come tuo sostituto.
Ma insomma » si affrettò a dire, non appena vide
Ron rabbuiarsi « Harry non
sembra molto contento. Dice che si crede il capitano e dà
ordini a tutti… Be’,
non vede l’ora che tu torni, insomma… »
Ron
sembrava sollevato.
Fecero
silenzio per qualche instante.
«
Bene Ron »
parlò Hermione all’improvviso,
come se quell’atmosfera momentaneamente serena
l’avesse infastidita.
Aveva
decisamente cambiato tono di voce e espressione, di un hermionesco
così marcato
che non riuscì a non spaventare Ron.
«
Ehm… cosa c’è? » chiese
tormentato.
Non
gli piaceva per niente.
«
Sai benissimo cosa c’è »
continuò ora minacciosa.
Si,
sapeva cosa stesse per dire… Ma perché doveva per
forza parlarne? Be’, tanto
non avrebbe mai confessato, mai e poi mai.
«
No, non lo so. » mentì « E tu sei pazza.
Fino qualche momento fa parlavamo
tranquillamente, sei… »
«
Visto che come al solito, da inguaribile vigliacco, fai finta di niente
» lo
interruppe alzando leggermente il tono di voce « e non hai
intenzione di dare
inizio al discorso – anche se avrebbe dovuto toccare a te
– lo inizio io. Credo
che sia proprio ora »
«
Non capisco di cosa… »
«
Oh, invece lo capisci benissimo, forse meglio di me »
«
S-se stai parlando di me e Lavanda guarda che… »
«
Non-sto-parlando-di-te-e-Lavanda-e-non-ne-ho-la-minima-intenzione»
disse di
filato aspra. « Allora, si può sapere per quale
stupido motivo all’improvviso hai
cominciato a non rivolgermi più la parola? »
Ron
sentì le proprie orecchie avvampare.
«
Io… tu mi hai fatto attaccare da un maledetto stormo di
uccellacci! » esclamò
cercando di difendersi.
«
Oh, fammi il piacere Ron! Sappiamo benissimo entrambi che tu non mi
parlavi già
da giorni prima… da prima che tu e Lavanda » e qui
fece una smorfia «
cominciaste a frequentarvi »
Ron
la fissò imbronciato, ma non disse nulla.
«
Allora? »
«
Allora un bel niente. Non te lo dirò mai »
«
Oh, invece si. Ormai non sei più morente e non mi spaventa
per niente l’idea di
farti attaccare di nuovo dai miei cari canarini » lo
minacciò per niente
intimorita.
«
Non lo faresti » disse cercando di non sembrare spaventato.
«
Scommettiamo? » lo sfidò tirando fuori la
bacchetta.
«
Ehi, stai buona! Va bene, va bene... hai vinto » si arrese.
Hermione
sorrise trionfante, riponendo la bacchetta nella tasca anteriore del
jeans.
«
Parla » lo spinse a proseguire Hermione.
«
Beh… immagino che sia… insomma…
» titubava Ron.
«
Ora si che è tutto chiaro »
«
Molto divertente » farfugliò « Oh, ma
non è evidente, Hermione? »
«
Se lo fosse non sarei qui a chiedertelo » sbottò
irritata.
Ron
deglutì.
«
Tu hai baciato Krum » disse immusonito, usando tutta la sua
forza di volontà
per pronunciare quella frase. Sarebbe stato più facile
resistere ad una
Maledizione Imperius.
«
Che cosa? » domandò incredula.
«
Hai sentito, non farmelo ripetere » disse quasi supplichevole.
«
Mi stai dicendo… che mi hai fatto il broncio per settimane
solo perché ho
baciato Krum?! » strepitò incredula. «
Ma chi diavolo te l’ha detto? »
«
Non t’importa un accidente. Allora, è vero o no?
»
«
Dimmi chi te lo ha… »
«
E’ vero o no? »
la interruppe.
Si
scrutarono per un attimo.
«
Si, è vero » ammise imbronciata. « e con
questo? »
«
Come e con questo? »
«
…Che t’importa? »
«
Ehi, così non vale! Non puoi farmi una domanda del genere!
»
«
Oh, si che posso, l’ho appena fatto »
proferì in tono falsamente grave.
«
Molto astuta, Hermione » sbottò Ron.
La
ragazza ghignò. Ron sembrava molto concentrato a cercare una
risposta valida. Ora
si che si trovava nei guai… per un momento
desiderò che Harry non avesse avuto
la brillante idea di ficcargli un bezoar in gola, e rimpianse di non
aver
applicato la strategia che usava con Lavanda ogni volta che veniva a
trovarlo.
«
E tu perché sei così ansiosa di sapere se
m’importa sapere se Krum ti ha
baciato? » chiese Ron spegnendo il sorrisetto dalla faccia di
Hermione.
“ Bel colpo, ragazzo ” pensò
Ron soddisfatto. “ Ha! Rispondi a
questa! ”
«
Questo si che non vale » mormorò a denti stretti
più irritata che mai.
«
Così siamo pari »
Si
scrutarono per qualche momento, come in un duello.
«
Bene allora, facciamo un patto: io non rispondo alla tua e tu non
rispondi alla
mia » propose Ron speranzoso di essere riuscito a svicolare
da quella
situazione scocciante. Sapeva che Hermione non gliel’avrebbe
data vinta.
«
Sei proprio un codardo » lo provocò Hermione
«
Non è vero! E ricordati che neanche tu hai voluto rispondere
alla mia domanda »
«
Solo perché tu non hai risposto alla mia… Oh, ti
prego Ron non ricominciamo »
«
Sei tu che l’hai voluto! » esclamò Ron
«Vuoi sapere a tutti i costi quello
che…»
«
Quello che non vuoi dire, per caso? » lo interruppe Hermione.
Ron
rimase a pensare un attimo. Già, lui non lo voleva dire. Ed
era sicuro che
neanche lei avrebbe voluto sentire.
«
Esatto » disse Ron.
«
Come? » chiese, scioccata dall’insolita risposta di
Ron « E perché non lo vorresti
dire? »
«
Per lo stesso motivo per cui tu non lo vorresti sentire »
spiegò imbronciato,
ma allo stesso tempo leggermente sollevato. Adesso anche Hermione non
avrebbe
più voluto che continuasse a parlare.
Ma…
un momento. Inconsciamente Ron aveva appena ammesso ciò che
cercava di negare a
se stesso e agli altri da mesi… Si era convinto di essere
“geloso” di Hermione
solo perché era sua amica, e voleva proteggerla da quel
mostro con la segatura
al posto del cervello. Ma in quei momenti Ron stava ragionando come se
fosse… Non
era sicuro di voler continuare il pensiero.
Si
distrasse, quasi di proposito, scrutando l’espressione di
Hermione. Era pallidissima.
Fissava nel vuoto inquieta.
“ Ma allora lui… no non
è possibile ” pensava la ragazza.
“Ti prego Hermione, non chiedermi di
continuare, ti prego, ti prego, ti prego…”
pensava a sua volta Ron sudando freddo.
Hermione
si voltò a guardarlo, come se avesse capito ciò
che macchinava in testa al suo
amico. E per la prima volta in quella serata sorrise teneramente, quasi
divertita.
«
Va bene, Ron. Hai vinto. Pace? » chiese tendendogli la mano.
Aveva
capito che Ron non avrebbe mai voluto che lei continuasse a stuzzicarlo
in quel
modo. Riuscì a mettere da parte l’orgoglio e la
voglia di vendetta, intenerita
da quell’espressione spaventata e inquieta, che assomigliava
a quella di un
bambino che aspetta che la mamma lo rimproveri per aver rubato la
cioccolata. E
quel piccolo passo avanti l’aveva appagata abbastanza.
«
Pace » assentì Ron accettando la mano,
sorridendole e facendo un sospiro di
sollievo.
Hermione
allargò il sorriso. “ Ma
non finisce qui,
Ronald Weasley ”
FINE