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Autore: Provehito_in_altum    26/11/2012    0 recensioni
Un ragazzo di nome Reece alle prese con la sua vita travolta da eventi tristi avvenuti nel passato.
Ma la sua vita senza amore si interromperà qaundo farà l'incontro con un bidello, ch egli permette di riacquistare l'amore per gli altri...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La settimana che venne fu una delle più lunghe per Reece.
Il suo spirito ribelle e tendente ad uscire anche quando c’era la neve lo aveva segregato nel suo letto, accompagnato da una febbre che solleticava i 40 gradi.
Imbronciato, come un leone in gabbia, Reece maledì se stesso per essere stato così imprudente e poco coscienzioso, un po’ di attenzione e avrebbe potuto evitare tutto ciò.
Ma comunque oramai era lì quindi chiusa la porta a chiave per evitare il padre, rimase in camera controllandosi ogni ora la febbre, per vederla scendere almeno un po’, ma questa se poteva, saliva sempre di più, prepotente e ostinata.
Per cui Reece rimase molto tempo a rimuginare su ciò che era accaduto qualche ora prima a casa di Michael.
Era incredibile come quel ragazzo riuscisse a scuoterlo, a farlo funzionare, a fargli provare emozioni diverse, siano esse di odio, di tristezza, di sollievo e…..
Di amore?
Impallidì a quel pensiero e nascose il volto sotto le coperte, cercando di celarsi da una persona che in quella stanza non era presente, ma la cui presenza si aggirava nella mente di Reece.
Amore.. lui? Lui che ha vissuto con chi ha sempre elargito schiaffi con una mano e tracannava bottiglie di alcolici con l’altra?
Lui che si era promesso più volte di smetterla di fantasticare su una vita migliore, poiché tutte le volte che cercava di formulare un pensiero simile finiva sempre a terra schiacciato dal peso di un altro, come se Dio lo avesse ascoltato e punito per questi pensieri che erano destinati ad altri umani ai quali il destino, la fortuna e la felicità avevano aperto le braccia come fa la madre con il proprio figlio.
Per Reece quelle braccia si erano chiuse, anzi gli avevano anche voltato le spalle, quella triade che dovrebbe accompagnare l’uomo su tutto il cammino della vita aveva pensato che Reece ce l’avrebbe fatta da solo, oppure semplicemente se ne fregava di un essere come lui.
Eppure non era solo. La vita di Michael non era di certo stata una passeggiata.
Si era aperto a Reece rivelandogli i suoi segreti più oscuri, un passato di cui certo non ci si può andare fieri: genitori laboriosi ma lontani, che avevano messo al mondo un figlio senza poi saperlo crescere, un bambino le cui speranze e i sogni si sono spenti in tempi ancora prematuri, un ragazzo che ha combattuto con le unghie e con i denti per dare uno scossone a quella che era la sua unica vita, ed ora un uomo che, davanti a lui, cercava di sollevarlo da un destino crudele quanto il suo.
Aver scoperto che Michael non era altro che quel ragazzo che qualche anno prima lo aveva consolato, che lo aveva rimesso in piedi e mandato per la sua via, sanguinante ma ancora giovane, colui che senza aver bisogno di molto lo aveva accolto così per come era, aiutandolo, ascoltandolo.
Sentiva che Michael ci sarebbe stato dì li in avanti, e questo lo rincuorava, avere qualcuno affianco che si avvicina per propria volontà, che percepisce il tuo stato d’animo ad un metro di distanza, che da supporto è veramente tanto.
Si diete un piccolo ceffone sulla testa appellandosi ridicolo, sebrava stare in uno shojo manga, quando invece Michael era un bambinone stronzo e sfruttatore, un vero e proprio idiota.
Eppure appena chiudeva gli occhi un’immagine zampettava davanti ai suoi occhi: Michael che si avvicinava e che appoggiava le labbra alle sue, lo stomaco ingarbugliato e un senso di pace nel petto.
Arrossì anche se sotto il calore della febbre difficilmente si notava, scacciò via questi pensieri dalla testa e si girò di lato per abbandonarsi al sonno.
Passarono tre giorni e la febbre non calava, chiamò la scuola per giustificare la sua assenza, così passò in rassegna la sua stanza, sfogliando i libri per poi lanciarli contro la parete di fronte, annoiandosi a morte.
Era sera inoltrata, in strada non c’era nessuno percui esitò un istante prima di fregarsene e infine di accendere lo stereo, cominciando ad ascoltare le sue canzoni preferite.
Così parti Stranger In a Strange Land…
“Lost in a daydream, what do you see?”
Esattamente.
Era perso in un sogno ad occhi aperti. Tutta la faccenda era strana, non riusciva neanche a dire ad alta voce che era quasi innamorato di qualcuno, di uno come Michael… impossibile.
Anche perché era una relazione strana; non era la prima volta che fantasticava u una possibile vita di coppia, ma al suo fianco aveva sempre immaginato una donna, mai un uomo.
Tuttavia però sapeva che la sicurezza che sapeva e poteva dargli Michael non avrebbe potuta dargliela nessuna donna del mondo… Un’empatia simile non si crea con tutte le persone, ma solo con alcune.
Era perso in questi pensieri quando sentì dei rumori alla finestra. All’ inizio pensò che fossero causati dal vento, ma quando il rumore cominciò a diventare insistente spense lo stereo e decise di alzarsi per aprire la finestra.
Il suo stomaco fece una capriola quando si ritrovò di fronte a Michael stesso che manteneva con una mano alzata vicino alla testa un sacchettino contenete qualcosa.
Al buio riusciva a vedere solo la sua chioma bionda.
“Ma…ma come hai fatto a sapere il mio indirizzo?”
“A scuola si possono scoprire tante cose… Anche quando i ragazzi non stanno bene…”
Scostò lo sguardo arrossendo .Non aveva minimamente pensato di avvertirlo. O meglio, ci aveva pensato, ma aveva abbandonato subito l’idea… Non aveva motivo di contattarlo…. No?
“Oh bè… si ho un po’ di febbre ma sto…bene.”
“Mmm-mm, fammi entrare”
“No veramente non c’è bisogno, sto bene! Altri due giorni e passa tutto”
“Senti, tu fammi entrare, poi decido io.”
“O ma che palle, ma chi sei?”
“Dai, ci metto cinque minuti e me ne vado, ora spostati”
Deglutì e si spostò di lato per accendere la luce, permettendo così a Michael di saltare dentro la stanza.
Si voltò a guardarlo troppo velocemente e la febbre alta lo fece barcollare. Istantaneamente Michael lo prese per le spalle facendogli riprendere l’equilibrio e lo guardò con aria preoccupata.
“Sei uno straccio, mi chiedo come tu faccia a reggerti in piedi, lascia che ti aiuti.”
Lo aiutò a distendersi e prese la busta che aveva portato con se.
In essa c’era tutto il materiale medico che un cittadino medio ha nella propria casa: Analgesici, antibiotici, un termometro e tanta roba da mangiare contenente vitamine.
Rimase immobile e mezzo intontito mentre Michael gli misurava la febbre. Due minuti prima pensava a lui, e ora eccolo lì, che lo aiutava a curarsi.
Rimase a guardalo tutto concentrato, lasciandolo fare opporsi non sarebbe servito a nulla, e infondo, non era quello che voleva.
“Mmm diciamo che mi aspettavo qualcosa di meglio, sei stato a casa per tanto tempo è strano che la febbre sia ancora alta, comunque, cos’è che stai prendendo?”
Reece evitò accuratamente di guardarlo; non stava prendendo nulla, preferiva farsela passare senza medicinali.
Tuttavia Michael capì al volo e spazientito  si sedè sul letto “ Fai sul serio? Sei davvero stupido come vuoi far credere?” disse puntellando un dito sulla fronte di Reece in segno di rimprovero.
“Bè” disse scostando la sua mano “non è che abbia molta scelta” e guardò la porta.
Anche Michael si voltò a guardarla e per qualche tempo rimase a fissarla immobile, con un espressione impassibile e indecifrabile allo stesso tempo perfetto come un Angelo.
“ è in casa?”
“A quest’ora? Probabilmente no.”
Era perfetto, era un angelo caduto era uno stronzo bello come un diavolo, un uomo dalla bellezza e dall’animo inestimabili, capace di far uscire pazzo persino un altro uomo.
Che avrebbe dato per un altro bacio.
Perso in quello che poteva essere definito un viaggio mentale vagamente malato e perverso, non fu reattivo per qualche secondo e non si rese conto che Michael si era girato a guardarlo.
Quando si rese conto di ciò che stava facendo fu troppo tardi, Michael si stava avvicinando sempre di più, sentiva il cuore battere all’impazzata…. Ma un pizzico allo stesso gli fece gelare il sangue, lo fece sentire male e imbarazzato, tanto da costringerlo ad abbassare le sguardo dalla vergogna.
Michael si fermò di colpo. Non se l’era aspettato….
E neanche lui.
“Perché? Non era questo…”
Michael abbassò la mano che aveva allungato verso di lui, rassegnandosi.
Preso dalla vergogna e dal rimorso di quel gesto, Reece si girò di lato sotto le coperte dandogli le spalle, in attesa.
“ Non era questo che desideravo… “
Michael rimase per qualche momento in silenzio prima di iniziare a parlare.
“ Ehm, ti ho lasciato alcune medicine, del cibo e delle barrette energetiche, nel giro di qualche giorno ti rimetterai perfettamente….”
Reece non rispose, rimase di nuovo fermo in ascolto, aspettando…
Eccolo. Michael aveva poggiato la sua mano sulla sua spalla, ed è lì che cominciò a parlare:
“ Senti… Non avevo mai immaginato una cosa simile ne tanto meno l’avevo pianificata. Cercavo sempre di trovare cos’ era in questa vita che mi dava la forza necessaria per lottare per qualcosa in più.
Ho studiato controvoglia, ma l’ho fatto. Per me e per il mio futuro. Ho lavorato, controvoglia ma l’ho fatto. Per me per il mio futuro. Aspettavo il momento giusto, anche se Dio sapeva che ero stanco e che non ce l’avrei fatta a continuare a scalare questa montagna.
Mi chiedevo se ci fosse qualcosa di più grave; al di fuori di questo, al di fuori di questa vita. Poi in questo cammino comparve una luce, una tenue speranza che mi face capire che anche a un diavolo è dovuta un’anima. E capii. Capii che tutto potava cambiare.
E che l'apatia in cui ho sempre vissuto e in cui non speravo di vivere ancora è piano piano svanita lasciando spazio ad una piccola figura che si è fatta grande e uomo davanti a me, mostrandomi tutto ciò di cui avevo bisogno per cambiare, per cadere in tentazione.
Per innamorarmi.
Mi sono interessato per la prima volta. Volevo sentire la terribile storia che ti ha reso il grande uomo che sei adesso,  l’uomo di cui mi sono innamorato follemente a prima impronta.
L’uomo che intraprese il suo arduo cammino all’età di sette anni quando sotto la pioggia fu catapultato in un mondo terribile che in parte viveva già quotidianamente. Non ti sto lodando o che altro, sto semplicemente constatando che non è cosa da poco, è forza la tua Reece, è voglia di vivere.
Ma non voglio metterti pressione con i miei folli sentimenti. So che sei un uomo e come tale sei libero di amare chi vuoi, non ti conosco benissimo ma abbastanza da poter dire che farai con la tua testa.
Quindi scusa la mia invasione, scusa la mia presenza, scusa i miei sentimenti. Dimentica tutto, passiamoci su”
Si alzò passandogli una mano tra i capelli e lasciandogli un lieve bacio, prima di riaprire la finestra, e uscire fuori.
Gli ultimi fiocchi di neve si erano posati a terra, prepotenti sopra tutti gli altri.
 Chissà se avrebbe iniziato a nevicare di nuovo.

*
*
Quattro mesi per solo 3 pagine di Microsoft Word sono davvero sprecati, sarei potuta morire ieri con il rimpianto di non averlo pubblicato, anche se nessuno l’avesse letto… Sarebbe stato comunque un pezzo di me nel mondo, no?
Vabbè comunque stiamo al capitolo nove, i due sono troppo mielosi anche per me, ma mi piace davvero lodare le qualità caratteriali di entrambi.
Per quanto io non mi sia ispirata a nessuno so che c’è qualcuno nel mondo che ha vissuto, o che purtroppo vivrà l'esperienza che ha vissuto Reece o Michael mi sembra giusto dare a questi piccoli ometti il loro momento di gloria.
Ci manca davvero poco poco affinché la bomba scoppi, dipende da come si comportano, ma se faranno ciò che il cuore dice loro di fare, saranno sulla giusta strada.
Grazie mille a tutti per aver letto
Un bacio dal fiorellino bianco e giallo.
  
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