Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: bieberlivesinme    26/11/2012    2 recensioni
Voglio urlare il suo nome, ma la voce mi si gela in gola.
La sua invece mi arriva e mi fa tremare il cuore.
‘Justin, Justin..’ urla.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3.



Tengo stretta l’enorme busta contenente la mia pianola nuova di zecca, e all’ultimo la lascio poggiare ad un lato del tavolino. Justin mi ha portato ad una caffetteria vicina, che lui ha detto di conoscere da tanto tempo e di cui ci si può fidare. Dice che l’espresso che preparano loro è meglio di quello degli italiani, ma ho parenti in Italia, e non gli credo molto.
Per non rischiare, ordino un frappuccino al cioccolato, mentre lui ordina solo una ciambella glassata.
Dopo cinque minuti arriva a portarceli al tavolo una biondina dai modi sensuali, troppo sensuali. Vedo gli occhi di Justin seguire velocemente quelli della ragazza, sorridendo, e mi accorgo di come questo mi dia fastidio. Che te ne importa, Amanda, l’hai appena conosciuto, potrebbe anche portarsela a letto questa qui. Non sono affari tuoi.
Ciao dolcezza’, le dice Justin, afferrandole la mano, ‘Stasera, lo facciamo quindi, vero?’.
Mi si sbarrano gli occhi, e sento le guance riscaldarsi all’improvviso. Immagino che ora siano tinte di quell’odioso rosso dalla vergogna.
La ragazza emette una stupida risatina e se ne va, a mio parere, sculettando.
Mi sento in imbarazzo, anche se a mia sorpresa, Justin non lo è affatto.
Ehm.. aveva degli occhi di un marrone intenso.. credo’, sussurro, per sdrammatizzare.
Ma chi, lei? Oddio, scusa, non te l’ho presentata. Era mia cugina, Sophie. Sai questa caffetteria appartiene a mio zio’.
Sul viso di Justin intravedo formarsi un sorriso soddisfatto, come se avesse appena affermato di aver trovato il piano vincente per fare un colpo a una banca.
Per conto mio, sento lo stomaco lasciare un lungo respiro e l’ansia scomparire. La cugina, dovevo aspettarmelo.
E cosa avete in programma, stasera, se posso permettermi?
Stasera, è una grande sera. Dobbiamo esibirci in un locale, come facciamo spesso, ma stasera è un locale abbastanza importante. Crediamo che dopo questa esibizione la gente possa accorgersi di noi’.
Quindi tu suoni in un gruppo? Hai una band?’, ho mille domande in testa che mi premono sulla lingua, sono immersa di curiosità verso questo ragazzo appena incontrato.
Sì, cioè, in realtà, nel gruppo siamo io e lei. Sophie suona le batterie, io la chitarra classica. Sappiamo che abbiamo bisogno di una voce, di una melodia, e ti giuro che la cerchiamo da tanto. Ma senza risultati’.
Noto Justin fissarmi con insistenza. Che sta pensando? No, non può essere quello.
Se credi che io canti, ti sbagli di grosso signor.. ehm, come fai di cognome?
..Bieber!’, Justin ride rigorosamente.
Bene, signor Bieber. Io non canto.
Perché ti sei mai ascoltata cantare?
Justin mi prende di sopravvento. A dire la verità, no, non l’ho mai fatto. L’ho sempre ritenuto un passatempo, nulla di speciale o di minima importanza.
Mi arriva un messaggio sul telefono, lo estraggo dalla borsa e lo chiudo più veloce possibile. Non voglio essere distratta da nulla con questo bel ragazzo davanti. Invece, per mia vergogna, Justin mi prende il telefono e passa le dita sul dietro, dove c’è attaccata l’immagine del mio attore preferito.
Ti piace Zac Efron?’, ride dolcemente lui.
Ehm.. si. Geloso?
Justin mi porge il telefono ammiccando, ‘Un po’ si’.
Tossisco leggermente, ‘No, comunque non l’ho mai fatto. Non mi sono mai ascoltata cantare,’ cambio discorso, ‘ma anche se avessi una voce angelica, sappi che non sono la persona piena di fiducia in se stessa di cui sei alla ricerca’.
Prendo un sorso di frappuccino, pentendomene al momento. E’ bollente.
Questo lo staremo a vedere’, mi minaccia Justin, prima di addentare la sua ciambella.

Quando finiamo di mangiare, Sophie torna al tavolo per sparecchiare e Justin ne approfitta per presentarmi a lei. Adesso che la vedo da un’altra luce, mi accorgo che non si atteggia così tanto, e forse no, nemmeno sculetta. Maledetta gelosia. Sempre avuta.
Mi stringe la mano con vigore, sorridendomi, e io non posso far altro che sorriderle di rimando.
Sai, sarei molto felice se venissi anche tu stasera, a vedere come suoniamo e ad attirare un po’ di gente nel locale’, mi fa l’occhiolino.
Scoppio a ridere, e guardo Justin, cercando la sua opinione al riguardo attraverso quei suoi due occhi infiniti.
Per fortuna, l’idea sembra piacergli.
Sophie, sei un genio! Amanda, non hai scelta, stasera sei una di noi’.
Queste parole mi risuonano in testa allegramente, ‘una di noi, una di noi..’.
Mi piace far parte di qualcosa.
Justin mi prende le mani e cerca il mio sguardo, con un meraviglioso sorriso che ancora non avevo notato. Cristo, che bel ragazzo.
Gli restituisco lo sguardo e gli stringo le mani, per fargli comprendere la forza che riesce a trasmettermi. Non so se lo capisce, ma non importa, gli avrei stretto le mani anche solo per provare nuovamente quell’ondata di calore che esse racchiudono.

Ma che, è già entrato in campo l’amore?

  
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