Non
è che fosse sorpresa. Davvero,
non lo era.
Si era limitata a fissare l’Hokage,
mentre scandiva le parole.
Lei non aveva detto niente. Non ce
ne era stato bisogno.
Non era sorpresa. Dopotutto, lo
sapeva.
I loro sogni erano già morti.
Requiem
for The
Living
In quella
stanza, c’erano tutti. Tutti loro.
Sakura,
abbandonata sulla sedia, considerò solo vagamente come fosse
dal giorno della
missione che non vedeva Naruto, né nessun altro.
Sasuke era
tornato. Sasuke-kun stava per morire.
In realtà,
era come se fosse già morto. Da tanto, tantissimo tempo.
<< Il consiglio ha deciso di condannarlo a
morte. >>
Tsunade li guardò dritti negli occhi, uno ad uno.
Nessuno di loro chiese perché.
<< Quando >>, sentì invece
Sakura dire
la propria voce.
<< Domani. Alle sette e un quarto. >>
Ventiquattro ore, e Sasuke-kun sarebbe morto.
Sasuke-kun era
vivo,
pensò distrattamente.
Tanto,
l’avrebbe comunque visto da lì a poco.
Sasuke-kun
era ancora vivo.
Mancava ancora un po’ di tempo.
[
Tic-tac. Tic-tac. Tic-tac ]
L’orologio
segnò le sette e quindici.
Ancora
un’ora e mezza, e Sasuke-kun sarebbe morto.
Si stava
avvicinando.
<< Ma il motivo per cui vi ho convocato qui, è
un altro. >>
Nessuno di loro parlò.
<< Ha chiesto come condizione di vedervi tutti.
>>
Solo Shikamaru annuì distrattamente, accennando un
inchino.
Sakura camminò lentamente per tutta la strada fino a
casa.
Il giorno dopo, alle sette e un quarto.
Il primo ad
essere chiamato fu Shikamaru.
Lo videro
sfilare davanti a loro, per poi scomparire in quella stanza,
che era
lontanissima, seppur solo in fondo al corridoio.
La stanza
era piccola a stretta, circondata da una rete di chakra, e senza
finestre.
Sakura lo
sapeva, perché aveva aiutato lei a progettarla.
Chissà se
Sasuke-kun lo sapeva.
Sicuramente no, si rispose.
[
Tic-tac. Tic-tac. Tic-tac. ]
L’orologio
segnò le sette e venticinque.
Erano
passati solo dieci minuti.
Mancava
un’ora e cinque minuti, un’ora e cinque minuti.
Ma per lei
andava bene. Voleva solo vedere il suo viso, un’ultima volta.
Cercò di
ricordarlo, di riportare i suoi tratti alla memoria.
Il volto
insanguinato di Itachi Uchiha si impose prepotentemente nella sua mente.
No, non quello. Qualsiasi
cosa, ma non quello.
Anche i suoi occhi [che erano comunque rossi]
Adesso erano coperti di sangue.
<< L’hai ucciso. >>
Anche Naruto, era coperto di sangue.
Non poteva essere. Non poteva averlo fatto.
<< Sakura… >>
La sua voce era graffiata e roca. La guardava.
Ma c’era troppo sangue, così tanto sangue.
<< Sasuke-kun… >>
Itachi Uchiha era morto.
<< Cosa farà adesso, Sasuke-kun?
>>
Itachi Uchiha era morto.
In quel
momento, Neji rientrò.
E Sakura si
accorse [ che ] con un tremito [ era ] di dover [ troppo ] andare [
tardi ]
Erano
passati quaranta minuti. L’orologio ticchettava quietamente
sulla parete.
I due Ambu
messi a guardia della porta le fecero un cenno, toccava a lei.
Alla fine,
era arrivata.
[Ma non erano rossi, non lo erano]
E i capelli scompigliati, e la pelle
troppo pallida.
Sembrava uno spettro.
[Ma dopotutto lui, era già morto]
Sakura aveva cercato di toccarlo,
tendendogli le mani.
Ma lui s’era dissolto, e la sua
stretta aveva incontrato solo polvere.
Sasuke non sorrideva, Sasuke non la
guardava, Sasuke non ricordava.
Lei avrebbe voluto dirgli che sì,
l’aveva ucciso lei.
[Sei stata tu, Sakura?]
Tutto, purché lui la vedesse.
Ma nonostante questo, sapeva che non
avrebbe mai retto.
[Sei stata tu a ucciderlo?]
Lei, non l’avrebbe mai fatto.
Non l’avrebbe ucciso, e solo per
Sasuke-kun.
[Non è cambiato niente]
Era vero. Non sarebbe cambiato
niente.
[Com’è stato, quand’è morto?]
C’era sangue. C’era così tanto
sangue.
Vedevo solo troppo sangue.
[Ma dopotutto, era già morto]
Quando
uscì, i suoi occhi erano un poco più scuri, un
poco più rossi.
Erano
passati venti minuti. L’orologio segnava le otto e un quarto.
Mancava
mezz’ora.
Ormai, era
troppo tardi per gli addii.
Lui non sorrideva.
<< Solo quello che mi ha chiesto. >>
Sakura, senza accorgersene, continuò a piangere.
Le sue mani tremavano.
<< E’ morto. >>
<< Manca ancora mezz’ora. >>
<< No, no, lui è già morto.
>>
<< Sakura… >>
I suoi occhi bruciavano.
<< E’ così –
sibilò lei – l’hai ucciso tu.
>>
In quel
corridoio, adesso, era rimasta solo lei.
E lei e gli
echi della sua mente, che risuonavano piano,
seppur con
continua insistenza.
L’orologio
alla parete ticchettava quietamente.
Si avvicinò
a quella stanza, con passo lento, tremante.
Sasuke-kun
era là dentro.
Appoggiò il
palmo della mano alla superficie metallica del muro.
Era freddo
al tatto, e non era possibile percepire nulla del suo interno.
Mancavano
dieci minuti.
Chissà se
Sasuke-kun sentiva che lei era lì?
No, no di certo. Che pensiero
sciocco.
Lui era
solo, fino alla fine.
Ma anche
lei, dopotutto, lo era.
[ Tic-tac.
Tic-tac. Tic-tac ]
Lei era
sola. Perché Sasuke-kun…
Sasuke-kun
era…
Sasuke-kun
non era morto. Non ancora.
Non era ancora
morto.
Era vivo.
Era ancora vivo.
E Sakura
incominciò convulsamente a battere i pugni su quella parete.
Il metallo
rimbombava appena sotto la forza dei suoi colpi.
Lei
cercava, tentava con tutte le sue forze, picchiava con la disperazione
che mai,
mai aveva avuto.
Perché
Sasuke-kun non era morto.
Perché lei
era un bravo medico, ormai. Era diventata un bravo medico.
Lei avrebbe
potuto… Avrebbe potuto…
Mancavano cinque minuti.
Poi,
incominciò a chiamarlo. Gridava, urlava fino a sentire la
gola bruciare,
gridava fra
le lacrime, cercando di non soffocare.
[ Tic-tac.
Tic-tac. Tic-tac ]
Lei era un
bravo medico. Avrebbe potuto… Avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Non era
morto, non ancora.
Lei voleva
solo dirgli addio, guardarlo negli occhi, un un’ultima volta.
[ Tic-tac.
Tic-tac. Tic-tac ]
L’orologio
segnava le otto e quarantaquattro.
Mancava un
minuto.
[ Tic-tac.
Tic-tac. Tic-tac ]
Sakura si
accasciò a terra.
L’orologio
continua a ticchettare.
Si coprì la
testa con le mani. Non voleva sentire.
Non voleva
sentirlo mai più.
Sasuke-kun,
non era… Non era…
[Tic-tac.
Tic-tac. Tic- ]
[ … ]
L’orologio
si fermò.
Era passata
un ora e mezza.
[ Troppo
tardi, Sakura,
E’ passata
anche l’ora degli addii. ]
Breve spin off su 'Downturned
Red
Eyes'
di Hele Lance. Se non l'avete
letta, vi consiglio assolutamente di
farlo, perché ne vale la pena.
Ja Ne,
suzako