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Autore: suzako    14/06/2007    17 recensioni
Downturned Red Eyes

Erano le sette e un quarto. Sasuke-kun era vivo.
Mancava un'ora e mezza.
Dopotutto, i loro sogni erano già morti.

[ Tic-tac.  Tic-tac.  Tic-tac ]

E' l'ora degli addii, Sakura.
Genere: Triste, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non è che fosse sorpresa. Davvero, non lo era.
Si era limitata a fissare l’Hokage, mentre scandiva le parole.
Lei non aveva detto niente. Non ce ne era stato bisogno.
Non era sorpresa. Dopotutto, lo sapeva.
I loro sogni erano già morti.

 
Requiem  for  The Living

 

 L’orologio indicava le sette e dieci.
In quella stanza, c’erano tutti. Tutti loro.
Sakura, abbandonata sulla sedia, considerò solo vagamente come fosse dal giorno della missione che non vedeva Naruto, né nessun altro.
Sasuke era tornato. Sasuke-kun stava per morire.
In realtà, era come se fosse già morto. Da tanto, tantissimo tempo.

 
<< Il consiglio ha deciso di condannarlo a morte. >>
Tsunade li guardò dritti negli occhi, uno ad uno.
Nessuno di loro chiese perché.
<< Quando >>, sentì invece Sakura dire
la propria voce.
<< Domani. Alle sette e un quarto. >>
Ventiquattro ore, e Sasuke-kun sarebbe morto.

Sasuke-kun era vivo, pensò distrattamente.

 
[ Tic-tac.  Tic-tac.  Tic-tac ]

 Cinque minuti esatti, e Tsunade attraversò il corridoio davanti a loro, aprendo il sigillo che li separava da quella porta. Là dentro c’era lui. Quando essa s’aprì di uno spiraglio, inconsciamente, lei si trovò a chinarsi in avanti, cercando di scorgerlo.
Tanto, l’avrebbe comunque visto da lì a poco.
Sasuke-kun era ancora vivo.
Mancava ancora un po’ di tempo.

 
[ Tic-tac.  Tic-tac.  Tic-tac ]

 
L’orologio segnò le sette e quindici.
Ancora un’ora e mezza, e Sasuke-kun sarebbe morto.
Si stava avvicinando.

 
<< Ma il motivo per cui vi ho convocato qui, è un altro. >>
Nessuno di loro parlò.
<< Ha chiesto come condizione di vedervi tutti. >>
Solo Shikamaru annuì distrattamente, accennando un inchino.
Sakura camminò lentamente per tutta la strada fino a casa.
Il giorno dopo, alle sette e un quarto.

 
Il primo ad essere chiamato fu Shikamaru.
Lo videro sfilare davanti a loro, per poi scomparire in quella stanza,
che era lontanissima, seppur solo in fondo al corridoio.
La stanza era piccola a stretta, circondata da una rete di chakra, e senza finestre.
Sakura lo sapeva, perché aveva aiutato lei a progettarla.
Chissà se Sasuke-kun lo sapeva.

Sicuramente no, si rispose.

 
[ Tic-tac.  Tic-tac.  Tic-tac. ]

 

L’orologio segnò le sette e venticinque.
Erano passati solo dieci minuti.
Mancava un’ora e cinque minuti, un’ora e cinque minuti.
Ma per lei andava bene. Voleva solo vedere il suo viso, un’ultima volta.
Cercò di ricordarlo, di riportare i suoi tratti alla memoria.
Il volto insanguinato di Itachi Uchiha si impose prepotentemente nella sua mente.

No, non quello. Qualsiasi cosa, ma non quello.

 

 C’era così tanto sangue.
Anche i suoi occhi [che erano comunque rossi]
Adesso erano coperti di sangue.
<< L’hai ucciso. >>
Anche Naruto, era coperto di sangue.
Non poteva essere. Non poteva averlo fatto.
<< Sakura… >>
La sua voce era graffiata e roca. La guardava.
Ma c’era troppo sangue, così tanto sangue.
<< Sasuke-kun… >>
Itachi Uchiha era morto.
<< Cosa farà adesso, Sasuke-kun? >>
Itachi Uchiha era morto.

 

 [ Tic-tac.  Tic-tac.  Tic-tac. ]

 
In quel momento, Neji rientrò.
E Sakura si accorse [ che ] con un tremito [ era ] di dover [ troppo ] andare [ tardi ]
Erano passati quaranta minuti. L’orologio ticchettava quietamente sulla parete.
I due Ambu messi a guardia della porta le fecero un cenno, toccava a lei.
Alla fine, era arrivata.

Mancavano cinquanta minuti

 [ Tic-tac.  Tic-tac ]

E’ l’ora degli addii.

 [ Tic-tac.  Tic-tac.  Tic-tac ]
Sasuke-kun aveva gli occhi vacui
[Ma non erano rossi, non lo erano]
E i capelli scompigliati, e la pelle troppo pallida.
Sembrava uno spettro.
[Ma dopotutto lui, era già morto]
Sakura aveva cercato di toccarlo, tendendogli le mani.
Ma lui s’era dissolto, e la sua stretta aveva incontrato solo polvere.
Sasuke non sorrideva, Sasuke non la guardava, Sasuke non ricordava.
Lei avrebbe voluto dirgli che sì, l’aveva ucciso lei.
[Sei stata tu, Sakura?]
Tutto, purché lui la vedesse.
Ma nonostante questo, sapeva che non avrebbe mai retto.
[Sei stata tu a ucciderlo?]
Lei, non l’avrebbe mai fatto.
Non l’avrebbe ucciso, e solo per Sasuke-kun.
[Non è cambiato niente]
Era vero. Non sarebbe cambiato niente.
[Com’è stato, quand’è morto?]
C’era sangue. C’era così tanto sangue.
Vedevo solo troppo sangue.

 Lei era riuscita solo a piangere.
Alla fine, era stato Sasuke-kun a dirle addio.

 Uscendo, Sakura, riuscì solo a domandarsi se lui volesse morire.
[Ma dopotutto, era già morto]

 

 L’ultimo a entrare, fu Naruto.
Quando uscì, i suoi occhi erano un poco più scuri, un poco più rossi.
Erano passati venti minuti. L’orologio segnava le otto e un quarto.
Mancava mezz’ora.
Ormai, era troppo tardi per gli addii.

 << Che cosa gli hai detto, Naruto? >>
Lui non sorrideva.
<< Solo quello che mi ha chiesto. >>
Sakura, senza accorgersene, continuò a piangere.
Le sue mani tremavano.
<< E’ morto. >>
<< Manca ancora mezz’ora. >>
<< No, no, lui è già morto. >>
<< Sakura… >>
I suoi occhi bruciavano.
<< E’ così – sibilò lei – l’hai ucciso tu. >>

 
In quel corridoio, adesso, era rimasta solo lei.
E lei e gli echi della sua mente, che risuonavano piano,
seppur con continua insistenza.
L’orologio alla parete ticchettava quietamente.
Si avvicinò a quella stanza, con passo lento, tremante.
Sasuke-kun era là dentro.
Appoggiò il palmo della mano alla superficie metallica del muro.
Era freddo al tatto, e non era possibile percepire nulla del suo interno.
Mancavano dieci minuti.

 [ Tic-tac. Tic-tac.  Tic-tac ]

 
Chissà se Sasuke-kun sentiva che lei era lì?

No, no di certo. Che pensiero sciocco.
Lui era solo, fino alla fine.
Ma anche lei, dopotutto, lo era.

 
[ Tic-tac. Tic-tac.  Tic-tac ]

 
Lei era sola. Perché Sasuke-kun…
Sasuke-kun era…

 [ Tic-tac. Tic-tac.  Tic-tac ]

 
Sasuke-kun non era morto. Non ancora.

Non era ancora morto.

 

 [ Tic-tac. Tic-tac.  Tic-tac ]

 
Era vivo. Era ancora vivo.
E Sakura incominciò convulsamente a battere i pugni su quella parete.
Il metallo rimbombava appena sotto la forza dei suoi colpi.
Lei cercava, tentava con tutte le sue forze, picchiava con la disperazione che mai, mai aveva avuto.
Perché Sasuke-kun non era morto.
Perché lei era un bravo medico, ormai. Era diventata un bravo medico.
Lei avrebbe potuto… Avrebbe potuto…

 

 [ Tic-tac. Tic-tac.  Tic-tac ]

 
Mancavano cinque minuti.

<< No… No. >>, si lasciò dalle labbra, in un gemito strozzato.
Per un attimo, rimase congelata, la mano aderente a quella superficie.
Poi, incominciò a chiamarlo. Gridava, urlava fino a sentire la gola bruciare,
gridava fra le lacrime, cercando di non soffocare.

 
[ Tic-tac. Tic-tac.  Tic-tac ]

 
Lei era un bravo medico. Avrebbe potuto… Avrebbe fatto qualsiasi cosa.
Non era morto, non ancora.
Lei voleva solo dirgli addio, guardarlo negli occhi, un un’ultima volta.

 
[ Tic-tac. Tic-tac.  Tic-tac ]

 
L’orologio segnava le otto e quarantaquattro.
Mancava un minuto.

 
[ Tic-tac. Tic-tac.  Tic-tac ]

 
Sakura si accasciò a terra.
L’orologio continua a ticchettare.
Si coprì la testa con le mani. Non voleva sentire.
Non voleva sentirlo mai più.
Sasuke-kun, non era… Non era…

 
[Tic-tac. Tic-tac. Tic- ]

 
[ … ]

 
L’orologio si fermò.
Era passata un ora e mezza.

 
[ Troppo tardi, Sakura,

 
E’ passata anche l’ora degli addii. ]



 

 
Breve spin off su '
Downturned Red Eyes' di Hele Lance. Se non l'avete letta, vi consiglio assolutamente di farlo, perché ne vale la pena.


Ja Ne,

suzako

  
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