Guardo il diario.
Tanti compiti, stranamente li ho fatti quasi tutti.  Mi manca da fare matematica.
La mia odiata matematica, anche se in questo ultimo periodo mi sta abbastanza simpatica.
Nelle verifiche prendo la sufficienza, non come l’anno scorso dove facevo davvero schifo.
Tutta un’altra faccenda.

Accendo lo stereo.
Ho bisogno di isolarmi dal mondo. Ho bisogno di lei.
La mia unica droga, la mia unica felicità.

Scelgo lui, il mio amato ‘War’.
La voce calda di Bono mi entra nelle orecchie, mi scioglie e mi rilassa i nervi.
‘Sunday Bloody Sunday’, la prima canzone del mio cd preferito.
Forza, energia, tenacia.
Tutto quello che mi manca.

War.
Guerra.
Rifletto.
‘Like A Song..’ la mia preferita in assoluto.
Mi sale un groppo di rabbia.
Vorrei urlare.
Piangere.
Liberarmi da questo enorme peso.
Mi vengono i brividi.
Una stupida lacrima scivola via lungo la mia guancia.
Le mie ciglia sfregano sulle lenti degli occhiali, macchiandole.

Solitudine.
Rabbia.
Angoscia.
Tristezza.

Mi sento vuota, colma solo della mia infelicità.
In classe sono totalmente invisibile.
I miei amici non sono veri amici.
Servo solo per i compiti.
Vorrei urlare la mia frustrazione.
Il mio disagio. Tutto.
Ma ho come una sorta di corda che mi trattiene.
Non voglio mettermi in mostra.
Ho la tendenza ad isolarmi.
In un angolino buio assieme ai miei incubi.
La mia sofferenza.

‘Drowning Man’
Immagino Paul che mi dica di resistere.
Ma ormai ho lasciato perdere.
Resistere.
Per cosa?
Non ho nulla da perdere e da guadagnare.
L’unica persona che abbia mai fatto qualcosa per me è morta quando avevo tre anni.
Dopo mio nonno non c’è stato nessuno.
Nessuno capace di farmi stare bene, di farmi sentire felice.
Tutti sono stati capaci di lasciarmi da sola a piangere.

War è fatto così.
Mi fa riflettere.
Mi fa piangere.
Mi fa capire quanto io sia sola in questo momento.
Una piccola macchia nera in un grande oceano bianco.


Angolo dell'autrice:
Non so cosa mi abbia portata a scriverla e a pubblicarla.
Non lo so davvero.
Questa sono io.