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Autore: Christine_    26/11/2012    4 recensioni
"Ettore" sussurri un attimo dopo.
"Che c'è?"
"Ti ricordi quanto era nostra Roma appena arrivati, con il brivido di scoprire ogni cosa? A me continua a sorprendere"
Mi riporti indietro con queste parole.
Torno sulla sella del mio motorino, alle tre di notte, lungo la Nomentana.
Quando tornavo dal ristorante dove facevo il cameriere. Mi aspettavi sempre in piedi.
Mi muovevo come se la conoscessi da sempre, in realtà ci stavamo conoscendo insieme.
The street fills my mind.
"Roma m'ha sempre letto dentro" ti rispondo e poi in un lampo mi volto e corro in camera.
Cerco nelle tasche della giacca e trovo le chiavi della moto.
Arrivo da te e te le sventolo davanti.
"Dai, Gin. Dimostriamo a Roma che siamo ancora gli stessi di nove anni fa"
Tu ridi. Mi stai prendendo per pazzo ed è per questo che accetti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie '+, Ed Sheeran'
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The City

"I was a country boy when I moved out,

Grew up too fast for my family to find out,

Now I try to stop my music running into nosedives,

Can't resort the arrogance with white lights,

The city won't erase me,

But I can't help but see how this dark city changed me"

Spengo il televisore e clicco il tasto per estrarre il DVD dal lettore.
Tu ti asciughi la lacrima sulla guancia destra e mi dici "questo film mi fa piangere ogni volta".
Io rido, piangi per quasi tutti i film... Ma solo per loro.
Non ti piace piangere per la tua vita, quando ti succede qualcosa che non va.
Ti piace imparare dalle lacrime prima che cadano.
Ti alzi e vai verso la finestra, forse per aprirla di più o per chiuderla.
Metto il DVD nella custodia e ti vengo vicino. Ti sei fermata ad osservare le macchine che corrono veloci sotto casa.
"È l'una e le macchine passano come fosse mezzogiorno"

The city never sleeps.

"Ettore" sussurri un attimo dopo. 
"Che c'è?"
"Ti ricordi quanto era nostra Roma appena arrivati, con il brivido di scoprire ogni cosa? A me continua a sorprendere"
Mi riporti indietro con queste parole.
Torno sulla sella del mio motorino, alle tre di notte, lungo la Nomentana.
Quando tornavo dal ristorante dove facevo il cameriere. Mi aspettavi sempre in piedi.
Mi muovevo come se la conoscessi da sempre, in realtà ci stavamo conoscendo insieme.

The street fills my mind.

"Roma m'ha sempre letto dentro" ti rispondo e poi in un lampo mi volto e corro in camera.
Cerco nelle tasche della giacca e trovo le chiavi della moto.
Arrivo da te e te le sventolo davanti.
"Dai, Gin. Dimostriamo a Roma che siamo ancora gli stessi di nove anni fa"
Tu ridi. Mi stai prendendo per pazzo ed è per questo che accetti.

This town is now alive.

Iniziamo a girare senza meta, vado dove mi portano le ruote, vado dove mi porta Roma.
Sento le tue gambe, il tuo petto e le tue mani addosso... Non è passato un solo attimo dalla prima volta che abbiamo girato per Roma insieme.
Eravamo arrivati qui da due mesi, avevamo vent'anni ed eravamo onnipotenti.
La città era nostra, ogni angolo, locale, scalino... Tutto lì per noi.
Roma ci ha accolto come una mamma.
Con il suo accento forte, con il caldo, con le strade affollate, con le informazioni dei turisti, con i monumenti messi lì a proteggerci.

Grew up too fast for my family to find out.

Ci siamo trasferiti da un momento all'altro, ci stava tutto stretto... I sogni non sono fatti per essere soffocati. L'entusiasmo deve essere libero di muoversi, di esplodere nei posti giusti.
Inutile cercare di spiegarlo a tutti quelli ha avevamo intorno.
Come spiegare a qualcun altro qualcosa che non sai spiegare neanche a te stesso?
E così un giorno m'hai guardato negli occhi e m'hai detto "Basta, Ettore. Io non ce la faccio. Roma sia, proviamoci. Abbiamo vent'anni... Facciamolo ora, prima che sia tardi. Prima di potercene pentire."
Potevo dire di no ai tuoi occhi verdi? Mai.

This is now my home.

Giriamo per due ore, ricordiamo mille aneddoti, ci fermiamo in un bar, beviamo qualcosa.
Ci baciamo in mezzo a ragazzi tanto più giovani di noi, ma non ci importa.
Siamo di nuovo soli: io, te e Roma.
Regala sempre le atmosfere perfette, lei sa sempre come fare. Consola, aiuta.
Lei sa, lei fa. È casa, è mamma.
Appena parcheggio sotto casa tu ti togli il casco e ti siedi a terra, accanto alla porta, sembri brilla ma non lo sei. Hai l'adrenalina dei nostri vent'anni tornati in una notte di marzo che non t'aspettavi.
"Stasera si vedono un po' di stelle"
Mi siedo accanto a te. Roma ci regala anche le stelle stasera.
"Ettore" sussurri e poi non aggiungi altro.
Rifletto su tutto quello che abbiamo passato negli ultimi anni, non ti chiedo di parlare ancora.
Guardo un angolo di cielo senza stelle, un attimo dopo un puntino sembra illuminarsi.
Mi stai dicendo che devo farlo, Roma?

But I can't help but see just how this dark city changed me.

"Ginevra, mi vuoi sposare?"
I tuoi occhi verdi brillano e si posano prima sulle mie labbra, poi nei miei occhi neri.
Mi sorridono, era il momento perfetto.
Roma ride con te, è viva, non dorme.
Come noi stanotte.

The City never sleeps.

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Eccomi qua con un nuovo pezzo.
Woah, l'ho scritto in tipo mezz'ora. The City sotto mi ha caricata troppo. Versione album e acustica (che spacca un botto, per i miei gusti).
Stavolta è Ettore che parlae Ginevra è sempre lì con lui. Stavolta sono dei quasi trentenni che ricordano uno degli amori più grandi che un persona potrà mai coltivare: quello per la propria città.
E preciso che la propria città non è per forza quella in cui si nasce, a volte va cercata.
Io, come Ettore, l'ho trovata in Roma. E' lei la mia città, nonostante io non ci sia nata. Mi sento romana davvero.
Sì, Ed nella canzone parla di Londra ma non me la sentivo di scrivere una shot del genere su una città che non fosse stata Roma.
E la fine? Giuro che non l'avevo prevista. Colpa di Roma.
Enjoy e fatemi sapere.
Rachele.
  
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