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Autore: Layla    26/11/2012    2 recensioni
Alla fine del video di "Josie" viene lasciato intendere che Mark e Josie saranno una coppia.
Il formarsi di questa coppia ferisce una ragazza che si considera la migliore amica di Mark e che è innamorata di lui e che da lui viene improvvisamente ignorata senza un motivo. è qui che interviene Tom.
Tom che si interessa a lei e che le dimostra che non tutti sono come Mark e che alla fine andrà tutto bene.
Per tutti.
"Ricado pesantemente sulla panchina con le lacrime agli occhi, spero vivamente che non mi vedano, ma sembrano decisi a venire da questa parte.
Che faccio?
Ci pensa Tom a risolvere a modo suo la situazione prendendomi in contropiede.
Con una mossa rapida fa in modo che io vada dietro di lui e poi mi attira a sé e mi bacia.
Non un bacio a stampo, un bacio di quelli con la lingua.
Un bacio di quelli che non ti scordi.
Un bacio a cui io rispondo.
Che cazzo sto facendo?"
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark Hoppus, Nuovo personaggio, Tom DeLonge
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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2) Il rischio biologico.

 

Ci sono attimi che sembrano infiniti anche se durano pochi secondi: quando si apre l’ascensore e non sai se dovrai condividere uno spazio esiguo con uno sconosciuto imbarazzato quanto te, quando la prof di matematica annuncia i voti e tu speri sempre che sia sopra la sufficienza, quando entri in una nuova classe e hai tutti gli occhi puntati addosso e quando baci qualcuno che non crederesti possibile.
Fino a questa mattina il tizio che sto baciando era un perfetto estraneo – un fantasma che mi nominava spesso Mark – poi è salito al grado di conoscenza e alla fine a quello di seccatore.
E ora mi sta baciando.
Perché? Perché gli faccio pena?
Per zittirmi?
Per nascondermi da Mark?
Perché gli piaccio?
E io perché sto rispondendo?
Vorrei trovare risposta almeno a una di queste domande o almeno avere il tempo di farle al diretto interessato, ma Tom DeLonge – finito di baciarmi – fugge come se avesse Satana alle calcagna lasciandomi come una fessa sulla panchina.
Ho almeno quindici secondi di vuoto mentale in cui guardo lo spazio attorno a me senza vederlo sul serio, poi mi risveglio e lancio un’imprecazione.
I bambini che giocano nel vicino campetto di baseball mi guardano incuriositi, io non li calcolo, nella mia testa c’è un spirale di pensieri contorti che fa un discreto casino.
Abbastanza casino da non riuscire a trovare una fine e un nesso logico alle schegge di fatti che mi rimbalzano in testa.
Fanculo.
Guardo gli alberi vicino al laghetto, sono aceri canadesi e sono uno spettacolo per gli occhi. Una macchia rossa in mezzo a tutti gli altri che sono arancioni o gialli, una macchia di sangue, la vittima insospettata dell’oscurità della vita.
“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie.”
Sono versi di un poeta italiano sentiti chissà dove e chissà quando, ma mi ritornano in mente guardando quell’acero. Siamo tutti in bilico come quelle foglie, non ci aspetta la morte, ma la distruzione delle nostre convinzioni sì.
Pensavo di amare Mark, ma ho baciato un altro. Che faccio?
La mia parte razionale manda strali contro l’assurdità e la stupidità di questo dilemma e mi incita ad andare a casa a finire la caterva di compiti di matematica che ci hanno assegnato.
Le do retta, chiudo questo bacio nella zona “Bio Hazard Keep out” del mio cervellino stanco e  vado a casa.
Lì trascorro due amabili ore a litigare con i misteri della matematica, imprecando ad alta voce  e maledicendo qualsiasi cosa mi capiti sotto mano con questa scusa.
Alla sera sono esausta e decido che Tom DeLonge può tranquillamente stare nella zona “Bio Hazard” e che da domani fingerò di non conoscerlo, come se oggi non fosse mai esistito.
Mi sembra un' ottima decisione.
La mattina dopo mi alzo rintronata come non mai, nemmeno due tazze di caffè forte mi rimettono in sesto del tutto.
Odio dover andare a scuola in queste condizioni!
Il liceo di Poway poi non riserva particolari sorprese: i corridoi sono affollati dai soliti gruppetto e la coppia Mark/Josie dà spettacolo.
Bella merda!
Vorrei staccarle  la lingua a quella zoccola!
Sto imprecando sottovoce – tirando fuori i libri per le lezioni di oggi – quando qualcuno si appoggia di peso all’armadietto accanto al mio.
Senza troppo interesse sbircio con la coda dell’occhio e tutti i miei allarmi si mettono a suonare.
La regina Josie Perry si è appena appoggiata al mio armadio, ci sono guai in vista.
Che palle!
“Buongiorno Jenkins”
“Buongiorno Perry, come mai parli ai pezzenti oggi?”
“Poco sarcasmo, carina e stammi a sentire.
Smettila  di fare quello sguardo da cucciolo abbandonato ogni volta che passa Mark. Sei un imbarazzo per me e per la società, Mark è il mio ragazzo non il tuo, mettitelo in testa.
I ragazzi come Mark non scelgono le sfigate come te.”
Detto questo se ne va, lasciandomi addosso la voglia di spaccare il mondo e di farla secca. Stupida puttana, come si permette?
Butto i libri nella borsa animata da una furia assassina, vorrei ucciderla in questo momento. Vorrei vedere la sua bella testa piena di riccioli castani e di indipendenza rotolare per terra e poi prenderla a calci.
Infuriata come non mai entro nei bagni senza fare nemmeno fare caso se siano quelli dei ragazzi o delle ragazze.
“Brutta puttana di merda spero ti venga un ictus! Spero che tu venga travolta da tredici tir, come cazzo ti permetti?
Io sono una sfigata?
Ma se fino all’altro giorno nemmeno lo cagavi uno come Mark perché era sfigato come me, come cazzo ti permetti di venire da me?
Come cazzo?
Sei solo una merda! Una fallita!
Spero che lui ti molli quando sei incinta di tredici gemelli troioni e bastardi come te!”
Il mio sfogo si accompagna al prendere a pugni la porta di uno box facendola oscillare pericolosamente, fino a che due braccia si stringono saldamente intorno alla mia vita e mi costringono a voltarmi.
Bio Hazard! Ho davanti Tom DeLonge!
“Che ci fai qui? È il bagno delle ragazze questo!”
“No, veramente è il bagno dei ragazzi e dentro il box che stavi distruggendo c’è un tizio che è troppo terrorizzato persino per parlare.”
“Ha ragione!”
Esclama una voce flebile da dentro il box.
“Oh merda! E io che mi ero detta di non parlarti più, merda!”
Lui alza un sopracciglio e non commenta, grazie a dio.
Questo è uno dei momenti in cui scomparirei volentieri dalla faccia della terra, non solo mi hanno sgamato durante una crisi isterica, ma  mi ha addirittura beccato chi dovevo ignorare totalmente .
Merda!
Un cigolio timido mi distrae dai miei pensieri, dalla porta ammaccata del box esce un ragazzino del primo anno.
“Scusa.”
Lui bela qualcosa e scappa.
Grandioso, ho traumatizzato un innocente!
“Allora, che lezione hai?”
“Arte.”
“Bene ce l’ho anche io, andiamo.”
“NO!”
Lui mi guarda esasperato.
“Perché vuoi fingere che non esisto? Non ha senso!”
“Per quello che è successo ieri.”
“Il bacio? Ma non è niente. Non significa niente, non farla troppo seria.”
Continua a parlare mentre esce dal bagno credendo che io lo segua, io invece guardo la sua schiena allontanarsi e mi sento come se fossi l’unica persona rimasta sul pianeta.
Ho il vuoto cosmico che mi è scoppiato nel petto, come se Tom avesse dato origine a un buco nero in grado di risucchiare tutto.
Ci sono baci che non significano nulla per le persone che li danno, baci che si danno per hobby e io ho sprecato così il mio primo bacio.
Il fatto che io sia nel bagno dei maschi mi dà la spinta per uscire, solo che non mi dirigo nella classe di arte, esco dalla scuola. La mia metà sono le tribune del campo sportivo, a quest’ora ci sono solo i fattoni, non è il massimo per fumare in santa pace, ma Tom ha scoperto il mio primo nascondiglio.
Cammino per il cortile sentendomi una ladra e tiro un sospiro di sollievo solo quando raggiungo le tribune, con calma inizio a scavalcare le sbarre di metallo o a strisciare.
Incappo in un paio di messicani che stanno fumando erba.
“Ehi, gringa!”
Mi fa il primo che non potrà avere più di dodici anni.
“Vuoi un tiro?”
Sto per rispondere con un secco no, quando qualcosa mi fa cambiare idea.
Perché no?
Se la gente bacia alla cazzo di cane io potrò concedermi un tiro, no?
“Sì, perché no?”
Mi siedo  e accetto la canna, tirando una boccata che mi fa tossire come una dannata.
“Sei una novellina, eh?”
“Sì, è la prima volta. Tua madre non ti avrà partorito con una canna in mano, no?”
Ridono e cominciamo a chiacchierare mentre lo spinello fa più volte il giro.
Alla fine mi sento la testa leggera e il principio di un abbiocco. Il sole è caldo, non ho voglia di andare alla lezione di arte per beccarmi il mio rischio biologico e quindi assecondo la sonnolenza
La testa ciondola, io mi sdraio e lascio che il sonno cada su di me, mentre gli altri due ridono.
Mi sembra di aver dormito solo cinque minuti quando qualcuno mi scuote con poca gentilezza.
“Svegliati, bella addormentata! È già arrivato l’intervallo!”
Con un po’ di fatica apro gli occhi e faccio un salto, Tom DeLonge mi sta fissando con aria poco gentile.
“Tanfi di marijuana, mi hai abbandonato facendomi fare la figura del cretino solo per fumarti un po’ di erba?”
“Che ti frega? È come il nostro bacio, non ha significato!”
Faccio per alzarmi, ma barcollo e se lui non fosse veloce ad afferrarmi sarei caduta per terra.
“Buona, bad girl. Ci vuole un po’ per smaltire quella roba.
Cosa ne dici di raccontarmi perché stavi prendendo a pugni una porta innocente nel bagno sbagliato e terrorizzando una matricola?”
“Tu non dovresti esistere!”
“E che palle! Guarda che ti lascio qui e poi sono cazzi tuoi se ti senti male!”
Si alza piuttosto arrabbiato, sarebbe bellissimo vederlo andare via se solo in me non si attuasse una drammatica scissione: una parte vuole che se ne vada, l’altra che resti.
“No, fermati! Scusa!”
Urlo alla fine.
Lui torna sui suoi passi e si siede accanto a me, passandomi un braccio intorno alle spalle, la parte traditrice ne approfitta per appoggiarsi grata alla sua spalla e al suo petto.
“Ti stai scusando sul serio?”
“Beh, c’è una parte di me che pensa sia necessario, a quanto pare.
Credo che la mia personalità si sia scissa.”
“Perché mi odi così tanto?”
“Mi hai baciato e te ne sei andato e poi l’hai detto che l’hai fatto così senza un motivo.
Poco carino.
Non si fanno prendere questi colpi alla gente.”
“Scusa, frase infelice.
Facciamo finta che non sia successo niente.
Rewind! Per quale cazzo di motivo stavi prendendo a pugni una porta?
Ti faceva così schifo?”
“No, devi ringraziare la tua adorata Josie.”
“Non è mia o il tuo adorato Mark potrebbe evirarmi e io ci tengo al mio pisello.”
“Oh, già. Immagino:”Scusa, ti ho scopata così. A caso. Perché mi si era rotta la tv e non sapevo cosa fare!”
“Che bestiolina che sei! Che ti ha fatto Josie?”
Io sbuffo.
“Oggi la regina si è appoggiata all’armadietto accanto al mio per comunicarmi un paio di cose: di smettere di guardare Mark con l’aria di un cane bastonato, che sono un imbarazzo per lei e per la società.
Ah! E che i ragazzi come Mark non scelgono le sfigate come me.”
“Non me lo sarei mai aspettato da lei.”
“Eh, già. Immagino che le sue bocce ti abbiano distratto.”
“Ne ha un bel paio! Sono un ragazzo!
Comunque ti ha detto delle cose poco carine, capisco perché fossi così arrabbiata.”
“Già è dura ingoiare questo rospo in più arriva Miss Liceo-di-Poway a farti pesare la sua superiorità. Che merda!
Non posso far sparire in tre secondi la mia cotta per Mark e non credo di dovermi vergognare del fatto che sto male.
Coglionazza!”
“Per essere una secchiona ne dici di parolacce!”
“Sono un essere umano, prima di tutto!”
“Posso provare a parlare con Josie, se vuoi.”
Io abbozzo un sorriso amara, conosco la melma in questione, non funzionerebbe.
“Apprezzo l’offerta, ma sarebbe solo peggio. Mi tratterebbe da sfigata che è subito corsa a piangere dall’amichetto.”
Lui rimane in silenzio.
“Jen, posso abbracciarti?”
“Mi hai baciato senza motivo e ora chiedi di abbracciarmi?”
“Che tizia complicata, io volevo solo essere carino e tentare di redimermi!”
Io ridacchio – che cosa? – e annuisco.
Lui mi porta sul suo petto e mi stringe a sé, piano. Sento il suo cuore battere ed emette calore, inoltre profuma di cocco, come se si fosse messo la crema solare.
“Che buon profumo. Crema solare?”
“Sono di pelle delicata, sono mezzo francese.”
“Strano che tu non abbia ancora preso fuoco al sole delle California!”
Lui ride e mi scompiglia i capelli, per poi seppellirci la testa.
Ok, la mia personalità si sarà drammaticamente scissa, ma è innegabile che io stia bene tra le sue braccia.
Oh, merda! E adesso? Cosa faccio?
Come faccio a farlo rimanere nella zona Bio hazard del mio cervello?

 

A quanto pare – almeno per oggi – tenerlo fuori dalla vita è impossibile. Mi accompagna a ogni lezione, mi fa compagnia a pranzo e poi si infila nella mia macchina una volta finita la scuola.
“Vuoi infilarti anche nel mio letto già che ci sei?”
Lui ride.
“Potrei prendere sul serio la tua offerta, sono un ragazzo mi piace infilarmi nei letti delle ragazze.”
“Dormo in un letto da fachiro circondato da un fossato di coccodrilli.”
“Me li farò amici. Beh, stai tranquilla comunque, voglio solo portarti in un posto in cui spero il tuo spirito polemico si placherà un attimo.”
Lo guardo scettica mentre ingrana la marcia a parte, pensando che devo essere pazza a permettere a un perfetto estraneo di prendere la mia macchina e di portarmi da qualche parte.
Potrebbe portarmi nel deserto, violentarmi, ammazzarmi e lasciare il mio corpo in pasto ai condor per quel che ne so.
Lui fischietta tranquillamente e si dirige fuori dalla città. Ecco, lo sapevo mi porterà nel deserto, ma io non sarò una vittima facile da ammazzare!
Non andiamo nel deserto, prendiamo l’autostrada per San Diego e lui non dice una cazzo di parola che sia una, questo silenzio finisce per  innervosirmi sempre di più.
Dove cazzo mi vuole portare?
Alla fine usciamo a San Diego e segue le indicazioni per la spiaggia, forse so dove mi vuole portare.
Come pensavo parcheggia vicino alla spiaggia, reperisce una coperta dal bagagliaio e mi trascina verso il lungomare.
Camminiamo a lungo alla ricerca del punto in cui inizia la spiaggia libera e poi entriamo, lui stende la coperta vicino al mare e si siede. Senza dire una parola.
Io lo imito, mi tolgo le all star rosse, mi godo il caldo della coperta sui piedi nudi e guardo l’oceano.
È grigio scuro, triste, ma bellissimo. I gabbiani volano bassi e lanciano i loro richiami striduli.
Ha ragione, mi sto calmando.
Non penso a Mark e a Josie e a quanti mi piacerebbe far fuori in modo sanguinolento quella vacca da quattro soldi.
Penso solo al cielo, al mare, alla brezza fresca che mi accarezza e al silenzio che sta mantenendo questo ragazzo che ha tutta l’aria e la fama di uno quelli logorroici da paura.
Mi sta rispettando e ha fatto qualcosa per me.
Una cazzata, una cosa da poco conto, ma che mi ha fatto stare bene.
Forse dovrei ringraziarlo e riconsiderare i miei progetti di far finta che non esista.
Un gabbiano grida ancora e io vorrei essere quel dannato gabbiano: libera, lontana da tutto e da tutti, senza pensieri se non il cibo.
Sarebbe bellissimo!
Sono solo Jen invece, una diciassettenne rifiutata dal suo amore e insultata dalla ragazza che lui ha scelto.
Non sono un animale, sono un essere umano .
“Grazie.”
Mormoro, so che mi sentirà.
“Prego, a patto che tu smetta di far finta che io non esista.”
“Potrei considerare l’ipotesi.”
Lui sorride e i gabbiani ricominciano a gridare.
Va bene così.

Angolo di Layla.

Ringrazio le due recensitrici, penso di scrivere anche il quinto capitolo.

Eve182:: sono contenta che ti piaccia, puntavo a un finale a sorpresa.

MatyOtaku:Beh, sì è probabile che somigli a Ruby, perché sia lei che Jen sono uhm me xD. Diciamo la base fondamentale del carattere, ecco. en è più romantica sì, comunque. No, Tom non è troppo normale e diciamo che mark mi serviva stronzo pert esigenze di copione, così come Josie. Per il quinto capitolo è una specie di coda, ma penso possa servire.

   
 
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